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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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tutte queste funzioni sono gestite da una sola persona e dallo Stato, mal’importante è che quest’ultimo non perda il controllo <strong>della</strong> situazionedefinendone gli obiettivi e valutandone a valle i risultati.Questa è una distinzione che abbiamo recuperato a partire dagli anniOttanta del XX secolo col dibattito tra “pubblico” e “privato”, tra“scuola pubblica” e “scuola privata” , con conseguenti forti conflitti trai partiti politici, c’è però da dire che nel dibattito più recente questa distinzionetra funzione di programmazione, funzione di direzione, funzionedi gestione amministrativa e funzione di controllo, è tornata dinuovo ad essere utilizzata da quanti prima parlavano di “pubblico” riferendosiesclusivamente a “gestione totale”.Tornando al nostro discorso, è l’educazione molteplice, quella differenziatache a Durkheim non interessa che sia gestita dallo Stato, perchéquest’ultimo, facendosi carico dell’educazione iniziale obbligatoria haesaurito il suo compito di intervento. E a partire da quanto da lui affermatonella De la division du travail social, invece, sono i settori differenziati<strong>della</strong> società, delle associazioni del mondo lavoro quelle che luichiama “corporazioni”, cioè i gruppi professionali, che hanno il compitodi dare quest’educazione settoriale, di educazione al lavoro 15 .<strong>La</strong> visione finale offerta è di tipo meritocratico e selettivo: al di là<strong>della</strong> fase comune, omogenea, la formazione secondaria ulteriore è nonsolo lasciata ad agenzie particolari come sono appunto le corporazioni,ma è anche fortemente differenziata in base a quelle che sono, secondoquesto autore, le abilità dimostrate dai soggetti. O per lo meno, è beneche sia così, cioè è bene che le ulteriori fasi <strong>della</strong> formazione riescano inqualche modo a evidenziare le reali abilità o le reali acquisizioni che unsoggetto compie in riferimento alle competenze professionali. Ed ecco,quindi, la visione meritocratica che si sposa con una visione egualitaria<strong>della</strong> fase iniziale <strong>della</strong> vita.Il richiamo all’eguaglianza e all’omogeneità non è in Durkheim, infatti,legato ad un superamento <strong>della</strong> stratificazione sociale, che anzipersiste ed è ben precisa. <strong>La</strong> stratificazione sociale è strettamente legataalla divisione del lavoro ed è ad essa consustanziale; però cambial’immagine: questa stratificazione non è – usando termini parsonsiani –definita in base a componenti di tipo ascrittivo (cioè quelle variabili chedefiniscono il soggetto a partire dalla sua origine, all’inizio <strong>della</strong> sua cor-15 Tale punto non può essere sufficientemente sviluppato nei limiti del presente lavoro,ma merita senza alcun dubbio delle riflessioni approfondite.37

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