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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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lui chiama stati fisici e stati intellettuali e morali (cioè norme come valori). Sinoti come, a tal proposito, le visioni contemporanee che vedononell’educazione un qualcosa che si costruisce assieme, tra agenti socializzatorie socializzandi (e che quindi possono anche essere “pari” traloro), risultino essere un ribaltamento rispetto a tale visione durkheimianadell’educazione come “trasmissione”da un adulto ad un giovane.Ciò risulta evidente, poiché secondo questo autore l’educazione non èaltro che il passaggio del “testimone” da una società ad un’altra, da unarealtà storica ad un’altra. Essa è costituita proprio da un insieme di praticheche si sono venute consolidando lentamente nel tempo. E sonoagenti socializzatori in quanto adulti, siano essi genitori (ma questi, comevedremo, possono farlo solo in misura ridotta) oppure insegnanti; essiinfatti sono la generazione che ha già fatto propri questi valori, norme estati mentali, e che quindi è in grado di trasmetterli ai giovani.I giovani sono immediatamente definiti come immaturi e quindi destinataridi questa trasmissione. In altri termini, il non essere integratisocialmente, il non saper ancora gestire, in maniera completa, valori enorme <strong>della</strong> società, equivale a non avere ancora responsabilità e maturità.Il giovane, in questa visione, è un irresponsabile: non sa bene cosa bisognavolere, non sa qual è il suo bene, non sa cosa desiderare, ed èl’adulto che, avendo raggiunto tale consapevolezza, definisce il percorsodi socializzazione.Tale posizione è molto rilevante soprattutto dal punto di vista <strong>della</strong>definizione sociale <strong>della</strong> diverse fasce d’età, in quanto definire il giovanecome irresponsabile e immaturo significa, evidentemente, due cose. Daun lato, porta a liberarlo da tutta una serie di doveri (ad esempio, nelnostro ordinamento giuridico fino a 18 anni non si è responsabili), a costruireuna sorta di “nicchia protetta” in cui tale soggetto può evolvereverso l’essere sociale (l’adulto). Dall’altro però significa anche sottoporlo,allo stesso tempo, ad una discriminazione, in quanto si creano dellepotenzialità di emarginazione per coloro che sono reputati immaturi eincapaci di decidere e di capire quale sia il loro bene.In sintesi, è la società stessa che definisce, attraverso questo processostorico, quali sono tutti gli elementi che vanno trasmessi alle nuove generazioni.Si nota subito come, in questa visione <strong>dei</strong> contenutidell’educazione, ci sia una strettissima connessione tra componenti cognitive,componenti valoriali e componenti normative. L’educazione, cioè, non è non15

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