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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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Ed ecco allora che l’intervento <strong>della</strong> famiglia, nell’immagine durkheimiana,è “ridotto all’osso”. Durkheim non nega che ci sia, come dire,un “allevamento” familiare in cui i genitori intervengano nella formazione,ma è la scuola, cioè un’istituzione esterna alla famiglia, chequindi deve essere uguale per tutti e che è chiamata a garantire la trasmissioneomogenea di quest’insieme di valori. In questa prospettiva,deve essere evidentemente una scuola pubblica, una scuola sotto il controllodello stato in quanto espressione politica di questa solidarietà sociale,di questa coesione <strong>della</strong> società 8 .Quindi, in sintesi, l’educazione una è quella che deve interessare tuttii soggetti che vivono all’interno di un determinato territorio o, per megliodire, all’interno di uno stato-nazione (per usare anche termini politicitipici durkheimiani); e che, sostanzialmente, caratterizzano la formazionedel cittadino dello Stato nazionale.Qualsiasi Stato e qualsiasi società, dice Durkheim, per quanto differenziatapossa essere (e anche differenziata in maniera o fortemente gerarchizzatao con divisioni rigide tra un gruppo e l’altro, come ad esempionelle caste indiane), e per quanto lo sia in maniera rigida, ha comunqueuna base unitaria e omogenea; o per meglio dire, deve avere unabase unitaria omogenea di valori e di norme per poter garantire la coesione,il consenso sociale complessivo. Altrimenti, sembra dire Durkheim,la società non sta insieme.Ed è col metodo storico-comparativo che si riesce ad individuarequali sono questi elementi che costituiscono i “prerequisiti fondamentali”per essere cittadini di un determinato Stato, e che sono quei principiche lo Stato deve garantire siano presenti in tutti i soggetti indipendentementedal tipo di lavoro che andranno a svolgere e dal tipo di destinosociale che essi avranno. A tal proposito, Durkheim si riferisce aquei principi nei quali non necessariamente tutti credono fino in fondo,ma che costituiscono il nucleo di base del mantenimento del consensoall’interno di una società e che “pochi osano avversare apertamente”. E questi“pochi”, si lascia intendere, sono considerati i devianti, i rivoluzionari, ocomunque quelli che si contrappongono in maniera netta a quello che èil nucleo portante di un sistema sociale.8 È importante, a questo punto, sottolineare come il modello <strong>integrazionista</strong> nasca giàsegnato dallo scuola-centrismo; nasca, cioè, segnato dall’esigenza di una istituzionecentrale, sotto il controllo dello stato, deputata alla formazione delle nuove generazioni.21

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