InnovAction➤ Concludendo (e qui ha infiammato la platea)ha ricordato che quando si fornisce all’utentela possibilità di creare il servizio ed il contenutooltre che di consultarlo, il sistema di cocreazionebatte a man bassa un servizio di diffusionepura, e gli esempi si sprecano: “Bloggerbatte CNN, Wikipedia batte Britannica” ecosì via. Forse noi, dice alla fine di un seguitissimointervento, “siamo l’era dell’ipercreativitàconnettiva”. Sabato 17 Febbraio, è stato ad InnovActionil giorno del Ministro Luigi Nicolais,invitato al dibattito dedicato al tema “Oggiil mondo di domani” moderato dal conduttoretv Andrea Pezzi. Nonostante lo stato febbricitantel’intervento del Ministro per l’innovazionenella Pubblica Amministrazione è statoun intervento di ampio respiro anche se atratti sopra le righe: ha parlato innanzitutto diun innovazione necessaria nella PA per migliorarei servizi e ridurre i costi, nonostante la difficoltàdi tradurre informaticamente tutta la burocrazianecessaria, senza diminuire il livellodi sicurezza. Il Ministro ha anche affrontato iltema dell’efficienza nella PA, cosciente di potertrovare un alleato nell’innovazione tecnologicae lo stesso vale a dire per il tema dell’interoperabilitàtra gli uffici centrali e periferici. IlMinistro ha anche colto l’occasione per parlaredi sinergie ed esperienze innovative chepossano costituire sistema e massa critica perprodurre risultati concreti e competitività. Interessanteanche l’intervento di Jonas Ridderstraaleche ha parlato di innovazione e diversità;della stessa opinione Nick Kojey Straussdi Seriously Digital, che ha trasportato la stessaidea all’interno delle aziende, ricordandocome troppi processi codificati blocchino l’innovazione.Al di sopra di tutti è stato certamentel’intervento di Oliviero Toscani, a trattisciamano, ad altri apocalittico, pensieri e concettinon nuovi, ma detti in una maniera tuttasua tale da rendere interessante un dibattito nelsoporifero sabato mattina ponendo l’innovazionecome rivoluzione. Si è chiesto in particolarmodo che cosa sia oggi la comunicazionee il marketing aziendale, copia e riciclo dise stessa da anni e anni, bevanda dolcificatache non genera attenzione, ma assuefazione;comunicazione che non è più in grado di nutrirel’umanità, ma che semplicemente si adagiaa nutrirsi di essa. L’ intervento è sembratoquasi un assist per la relazione di AntonioCampo Dall’Orto di MTV Italia, che ha parlatodi neutralità, DRM, multitasking, frammentazionenel tempo di fruizione, a-linearità comunicativaportando ad esempio il nuovo ModusOperandi dei media spagnoli dove pare siain atto una vera e propria ri-innovazione inquesto campo. L’ultimo giorno di InnovActionè stato invece un susseguirsi di incontri e dibattitiminori nelle diverse sale conferenza aipiani superiori: si sono alternati numerosi relatoridi tante e diverse esperienze e sono stati illustratiinteressanti “case study”. Per noi è statal’occasione di passare in rassegna con piùcalma i padiglioni della parte espositiva, nonchédi soffermarci con alcuni relatori per approfondimentied interviste. Tra le più significatequella con Giancarlo Michellone, attualepresidente di Area Science Park di Trieste e giàresponsabile della ricerca Fiat. Proprio a lui abbiamochiesto se e come la ricerca di base equella industriale e precompetitiva possanocontinuare nel nostro Paese a essere consideratecome due ambiti separati, le cui politichevengono gestite da due Ministeri separati. Nonha mancato di risponderci esattamente ciò checi aspettavamo di sentire, ossia che non è possibilené vantaggioso al giorno d’oggi tracciareuna linea di confine tra le due realtà, ricordandocome il suo centro di ricerca produca continuamentesoluzioni che poi diventano prodottiindustriali e come le Università sappianoprodurre con continuità brevetti di applicazioniindustriali. Scesi tra le corsie di InnovActioni più hanno potuto constatare come l’innovazionesi potesse toccare con mano presso glistand dei 600 espositori. Tra i più interessantiquello di Eurotech che presentava il suo computerda polso, quello di Teorema con MPI (unsoftware orientato alla logistica e alla movimentazioneportuale che sfrutta la tecnologiaRFID), “Dalla Utri” con il mini-elicottero senzarotore posteriore e il sistema di guida per paracadutisti(già adottato dalla folgore). Innovactioninoltre ha fatto da catalizzatore per unazienda che si occupa di nuovi materiali legatialla sfera delle nanotecnologie, uscita dalloStart Cup dell’ Università di Trieste che grazieallo spazio concesso da Sviluppo Italia pressoil B.I.C. di Trieste sta avviando la propria sededi ricerca e produzione. Proprio ad InnovAc-58 INNOVARE • 1 • <strong>2007</strong>
InnovActiontion si sono concretizzati gli incontri con altredue aziende e potrebbe nascere a breve unodei primi cluster “made in Friuli”, operante all’internodel distretto tecnologico della navalmeccanica.Tante altre aziende innovative sonovenute alla luce proprio ad InnovAction, trale quali a titolo esemplificativo un’impresa chesi occupa di eleborazione di immagini, un’altrache si occupa di celle a combustibile (e giàcollabora con Siemens e Ansaldo), un’altra infineche opera nel settore delle biotecnologie.Infine Incipi che propone un nuovo softwareper palmari per navigare tra siti e musei muovendosiliberamente per la città e BioAllergyche realizza un dispositivo in grado di rivelaree proteggerci da allergie e malattie autoimmuni.Molto interessanti anche gli stand degli incubatoridi Friuli Innovazione e SviluppoItaliae la piacevole presenza anche di alcuni VentureCapitalist e Finanziarie Imprenditoriali.Tre padiglioni più a destra, per la parte “culturale”di InnovAction <strong>2007</strong>, Cinerama e larassegna cinematografica “Immagini dal Futuro”concludevano il loro percorso fieristico conimportanti momenti che passeranno alla storiadi InnovAction come i due talk show condottida Martin Ware musicista innovatore fondatoretra gli altri degli Human League e degli East17 e riferimento dell’elettronica mondiale i cuiincontri hanno attratto molti giovani, presentiin gran numero anche a InnovAction Young(un intero padiglione dedicato all’ innovazionepraticata nelle scuole), e CreActivity, spaziodedicato al design più innovativo con aziendee artisti da tutto il mondo. Certamente proprioin questa molteplicità di soluzioni, l’innovazionein tutti i suoi colori e le sue forme, InnovAction<strong>2007</strong> ha visto il suo grande successo.Lo provano i numeri, come quello relativo allepresenze di visitatori, ma sopratutto quelli delleaziende e delle organizzazioni nonché dellastampa dimostratisi interessati all’evento Udinese.Sin dal primo giorno serpeggiava nellafiera la percezione di un successo già raggiuntoai nastri di partenza e di un apporto del pubblicoche poteva essere solo conseguenza ditutte le forze messe in campo. Un successocercato, voluto e sopratutto costruito con unacollaborazione che mai si era vista fra tutti gliattori coinvolti: università, centri di ricerca, docentied imprese grandi e piccole. Questa èstata la valutazione di Illy, ieri, giornata conclusivadi InnovAction, che ha consacrato“Udine, città dell’Innovazione” e il salone“momento insostituibile nella politica della Regione”.InnovAction però non può essere ancoraconsiderata una macchina perfetta, almeno amio modesto avviso, e non si può sperare checresca ancora senza apportare dei correttivi allaformula. Passeggiando tra gli stands si avvertivaancora una sfasatura tra pubblico edespositori, e non la cocreazione connettivatanto auspicata. L’interesse dei visitatori era altotra gli stand, ma allo stesso tempo era percepibileuna difficoltà nella fruizione delle innovazioniche venivano presentate. Ecco chequindi gli espositori dovrebbero trovare un approccioanch’esso più innovativo per presentarele loro novità, senza rinchiudersi in una torred’avorio lasciandosi avvicinare solo dagliaddetti, ma presentando l’innovazione in manierache essa sia comprensibile anche ai nonavezzi alla tecnologia. Infine, se InnovActionvuole diventare una fiera che sia davvero unpunto di riferimento in Italia e in Europa deveperdere le proprie caratteristiche prettamenteprovinciali e liberarsi dalla tendenza tutta friulanadi fregiarsi per ogni cosa buona “made inFriuli”. InnovAction deve ampliare il suo raggiod’azione oltre il triveneto e diventare perprima un punto di riferimento per l’Italia,aprendosi via via anche ai mercati esteri. Certoè un obiettivo ambizioso, ma necessario severamente Udine vuole diventare capitale dell’innovazionee non rassegna di belle aziendeinnovative. Il salto è tanto “quantico” quanto“necessario”. ■Enrico Di StefanoINNOVARE • 1 • <strong>2007</strong> 59