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(Fabrizio Bonera). - CAI Manerbio

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arachnoideum le cui foglie carnose sono in grado di trattenere una buona<br />

riserva idrica. Alcune specie, soprattutto quelle a fioritura precoce, si<br />

sviluppano grazie a gemme floreali preparate nella stagione precedente.<br />

Tutti questi accorgimenti possono essere evidenziati nella escursione lungo il<br />

Sentiero dei Fiori che presenta un corteggio flogistico davvero unico<br />

presentando anche tre endemismi orobici, esclusivi della flora alpina<br />

bergamasca (Saxifraga presolanensis, Linaria tonzigii e Galium montis-arerae),<br />

endemismi insubrici (Campanula Raineri, Allium insubricum e Silene<br />

elisabethae) e centinaia di altre specie tra cui spiccano, per rarità e bellezza,<br />

Saxifraga hostii, Minuartia grignensis, Aquilegia einseliana, Primula auricola,<br />

Saxifraga vandelli, Linum alpinum e Viola calcarata.<br />

Pizzo Arera (foto Luigi Formenti 27 giugno 2010)<br />

La storia del Pizzo Arera comincia più di 200 milioni di anni fa con la formazione<br />

di rocce sedimentarie di origine marina che ne compongono la struttura. Le<br />

complesse vicende geologiche che ha subito hanno portato alla formazione di<br />

metalli, fra cui zinco e piombo, nascosti nelle viscere della montagna e ciò<br />

spiega la ricchezza di miniere lungo i fianchi di questa montagna. L’economia<br />

della valle, infatti, fu per lungo tempo legata alla attività estrattiva. Nelle miniere<br />

veniva estratto un minerale di zinco presente, in Italia, esclusivamente nelle valli<br />

bergamasche e in Sardegna, esistente in natura sottoforma di cristalli con una<br />

appendice terminale di aspetto piramidale, oppure conformato da grosse<br />

mammelle bianche.<br />

Durante le ultime glaciazioni si sono realizzati i cambiamenti che hanno<br />

contribuito alla attuale presenza di una flora da considerarsi fra le più pregiate<br />

dell’intero arco alpino . Possiamo infatti immaginare che le pendici del Pizzo<br />

Arera siano state ignorate dalle glaciazioni. La montagna doveva così<br />

presentarsi come un’isola circondata da un mare di ghiacci. Sulle porzioni<br />

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