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(Fabrizio Bonera). - CAI Manerbio

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La parte officinale della pianta è costituita dal solo capolino che contiene<br />

quercetina e mucillaggini con azione emolliente ed immunostimolante.<br />

La medicina romana conosceva l’impiego della tussilagine nelle affezioni<br />

bronchiali. Il nome stesso ha chiaro significato.<br />

“bechion tussilago dicitur, con riferimento evidente al termine greco βεξ (leggi:<br />

bex) che significa tosse (si tengano presente gli attuali bechici con cui vengono<br />

indicati i farmaci per la tosse). La frase è riferita da Plinio il Vecchio il quale, con<br />

un poco di confusione, afferma dell’esistenza di due specie di tussilagine<br />

(probabilmente si tratta di due altri tipi di piante). Della prima dice che se si<br />

aspira, attraverso una canna, il fumo ottenuto dalla pianta seccata e bruciata, si<br />

ottiene la guarigione dalla tosse cronica. Bisogna però avere l’avvertenza di<br />

ingerire un poco di vino passito ad ogni inspirazione.<br />

Della seconda ne esalta il succo che si beve contro la tosse e la pleurite. La<br />

stessa erba sarebbe efficace contro il morso degli scorpioni e dei draghi marini.<br />

La Tussilago è compresa nel novero delle 54 piante medicinali da Dioscoride.<br />

Tussilago farfara – Passo del Brealone 1990 (Foto <strong>Fabrizio</strong> <strong>Bonera</strong>)<br />

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