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appuntamenti di settembre - Konrad

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La favolosa storiadegli azzurri19 <strong>Konrad</strong> <strong>settembre</strong> 2010Quello dei colori è un mondo affascinante etutto da esplorare. Una cosa che mi ha semprecolpito ad esempio è la nomenclatura dellevarie tinte. Non tutte le lingue sono egualmentericche per definire le varie zone dello spettroluminoso: pare che gli Inuit riescano a<strong>di</strong>stinguere fra sette tipi <strong>di</strong> bianco, che alcunepopolazioni desertiche conoscano una ventina<strong>di</strong> sfumature del color sabbia, che i Maoriabbiano ad<strong>di</strong>rittura cinquanta tipi <strong>di</strong> rosso.Noi moderni citta<strong>di</strong>ni posse<strong>di</strong>amo invece unaricchissima “palette” <strong>di</strong> sfumature <strong>di</strong> grigio, bastavedere gli e<strong>di</strong>fici, le automobili, gli accessoritecnologici che sono in buona parte <strong>di</strong> questocolore-non colore. L’arancio, curiosamente, hasolo un nome: “arancio”, in italiano come in altrelingue, e in molte culture viene assimilato alrosso.Ma nella nostra lingua scritta, parlata e pensatail colore più comune è certamente il blu.Azzurro, celeste, turchese, ciano, acquamarina,blu cobalto, blu oltremare sono solo alcuni deimille volti con cui si manifesta a noi questocolore. Senza il blu cosa avrebbero fatto i poeti ei cantanti? Nella cassetta degli attrezzi della liricail blu si trova infatti accanto ai gatti, ai tramonti,agli occhi, alle donne, cioè insieme a queglielementi <strong>di</strong> sicuro effetto. Cosa avrebbe fattoFranz Marc, “Cavallo blu”, 1911Yves Klein,“Venere blu”, 1957il mondo senza il “Blu <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> blu”, senza “Lemille bolle blu”, senza il periodo blu <strong>di</strong> Picasso,senza il movimento artistico del CavaliereAzzurro, senza il blues, senza i Puffi? DegliSmarties blu, ahimè, i nostri bambini hannodovuto imparare a farne a meno: l’aziendaproduttice ha ban<strong>di</strong>to i coloranti sintetici,come appunto l’E133, definito anche come “blubrillante”, che è uno degli infiniti colori prodottia partire dalla <strong>di</strong>stillazione del carbone. Untempo si <strong>di</strong>ceva che i nobili erano <strong>di</strong> “sangueblu”: il loro sangue in realtà è sempre stato rossocome quello dei comuni mortali, è solo che ilpallore della loro pelle faceva sì che trasparisserole loro vene. Il sangue blu è invece <strong>di</strong>ffuso tra imolluschi, poiché il loro sangue contiene unacerta percentuale <strong>di</strong> rame, anziché <strong>di</strong> ferro comeil nostro.L’artista francese Yves Klein (1928-1962), amantedei colori puri e dei <strong>di</strong>pinti monocromaticiha avuto una vera blu-mania, al punto chenel 1958, dopo anni <strong>di</strong> lavoro, ha brevettato il“suo” blu, l’International Klein Blue. Nonostantel’attuale popolarità del blu, nell’antichità questocolore è stato usato piuttosto poco. Nelle pitturerupestri i nostri antenati utilizzavano perlopiù ilnero, il bianco e il rosso, colori che sono rimastiper millenni i colori fondamentali dell’arte edella simbologia. Il blu è relativamente raro nelmondo animale e in quello vegetale, e in genereil colorante blu ricavato da materiale organicoè poco stabile e durevole. Così in passato ilblu veniva ricavato dal mondo minerale, inparticolare dal lapislazzuli (letteralmente:“pietra azzurra”). Gli Egizi produssero il primopigmento sintetico in assoluto, ottenutolavorando un minerale a base <strong>di</strong> rame. I Grecie i Romani non usavano molto il blu (i bluejeanssarebbero stati inventati solo parecchiotempo dopo), al punto che questi due popolinon avevano un termine specifico per questocolore. Il vocabolo glaukòs (glauco), citatospesso da Omero, in<strong>di</strong>cava talvolta l’azzurro,ma in pratica veniva usato per buona parte deicolori chiari. Per i colori scuri, blu compreso,veniva usato invece il termine kýanos (da cui ilnostro “ciano”). Caeruleum per i Romani in<strong>di</strong>cavai colori tra il verde e il blu. Un tempo alcunistorici avevano ad<strong>di</strong>rittura ipotizzato che questiantichi popoli fossero ciechi al blu. Appenadopo l’anno Mille il colore blu entrò comecolore nelle vetrate e nelle opere pittoriche, neiluoghi <strong>di</strong> culto e nell’abbigliamento. Le stessevesti <strong>di</strong> Maria, oggi tipicamente azzurre, primadel 1100 erano <strong>di</strong> vari colori, ma quasi semprescuri, in segno <strong>di</strong> lutto per il figlio crocifisso.In Europa la passione per il blu fu portata daisovrani <strong>di</strong> Francia: unici in Occidente avevanoquesto colore nel loro stemma, che aveva losfondo blu (appunto in onore della Madonna)decorato con fiori d’oro. Alcuni regnanti, comeLuigi IX <strong>di</strong> Francia, iniziarono a vestirsi <strong>di</strong> blu,e furono presto imitati dai nobili e dalle classipiù abbienti. Per alcuni secoli, dal 1200 al 1500circa, vaste zone d’Europa furono destinatealla coltivazione del guado (Isatis tinctoria),una pianta da cui si ricavava un apprezzatopigmento blu. Tutta un’economia prosperavaattorno a questa pianta, finché non crollò pervia dalla concorrenza del colore indaco, ricavatoda varie piante, tra cui l’in<strong>di</strong>gofera tinctoria, eimportato dall’In<strong>di</strong>a prima e dal Nuovo Mondopoi. Nel 1709 fu inventato il blu <strong>di</strong> Prussia,colorante sintetico utilizzato ancora oggi. Il ‘700è il secolo in cui il blu <strong>di</strong>venta definitivamenteuno dei colori preferiti dalla gente: nella solaFrancia i tintori producevano almeno 24 tipi <strong>di</strong>blu <strong>di</strong>verso. La moda dell’abito blu esplose con ilsuccesso del libro “I dolori del giovane Werther”<strong>di</strong> Goethe, in cui il protagonista veste appunto<strong>di</strong> blu. Risale al 1802 il romanzo incompiuto“Heinrich von Ofter<strong>di</strong>ngen” <strong>di</strong> Novalis, in cuiun trovatore me<strong>di</strong>oevale va alla ricerca <strong>di</strong> unpiccolo fiore blu visto in sogno. Il blu fu cosìconsacrato come colore della poesia e delromanticismo. È da qui tra l’altro che prendeorigine il termine “blues”, che in<strong>di</strong>ca malinconia,nostalgia e tristezza, nonché naturalmente ilgenere musicale omonimo. Oggi il blu è uncolore <strong>di</strong>ffusissimo: circa la metà delle personeadulte lo in<strong>di</strong>ca come colore preferito (per ibambini è <strong>di</strong> solito il rosso). Il blu è un colore“sicuro”: possiamo presentarci a un colloquio<strong>di</strong> lavoro come a un appuntamento galante,possiamo andare a teatro così come allo sta<strong>di</strong>ovestiti <strong>di</strong> blu che possiamo stare certi che nonavremo problemi. Il blu è <strong>di</strong>venuto infatti, al <strong>di</strong>là delle mode effimere, il colore che più in<strong>di</strong>caconformismo e inserimento sociale, e in genereispira calma e sicurezza. Il blu non è stato moltousato in politica e non è associato a idee forti,estremiste o violente, e anche per questo ainostri occhi è così neutro, pur rimanendo uncolore molto gradevole.Francesco Giz<strong>di</strong>cobnauta@tin.it

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