cinema22 <strong>Konrad</strong> <strong>settembre</strong> 2010Il Solista, Perdona e <strong>di</strong>mentica,Il segreto dei suoi occhi, Io sono l’amoreEcco dall’Argentina qualcosa <strong>di</strong> interessante eintelligente fatto per piacere al pubblico più vario:non a caso, Il segreto dei suoi occhi è Oscar 2010come migliore film straniero. E il regista Juan JosèCampanella mescola sapientemente vari generi,legal thriller e melò, passando per l’impegno politicoe sociale, anche tratta essenzialmente una storiad’amore in flash back.Nella magistratura argentina anni ’70, un uomo e unadonna scoprono <strong>di</strong> amarsi, ma per una ragione o perl’altra non riescono a unire le loro vite: lei aspetta chel’uomo faccia la prima mossa ma lui è un timidone ecosì passano gli anni. I due si attraggono come sottol’influsso <strong>di</strong> una calamita, e il pubblico se ne accorge,ma non riescono mai a toccarsi.Poi per una serie <strong>di</strong> tragiche circostanze sarannocostretti a separarsi per anni fino a quando...a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> troppi serial televisivi troppo ottimisti,il film mostra l’ambiente della magistratura inmaniera assai realistica: palazzi fatiscenti, archivipolverosi, carenza <strong>di</strong> personale, colleghi meschini ealti magistrati reazionari.Intrappolare Il segreto dei suoi occhi in un sologenere è operazione semplicistica e fuorviante:scappa da tutte le parti come argento vivo, è unthriller dalle implicazioni legali, ma anche un’operasentimentale sull’amore impossibile e una storiapolitica <strong>di</strong> denuncia morale ed è un gran bel film.Mentre, accolto in modo controverso a Venezia 2009,Io sono l’amore <strong>di</strong> Luca Guadagnino non convince:pretese viscontiane ma stile me<strong>di</strong>ocre da telenovela,si apre con una panoramica <strong>di</strong> Milano innevata.Gelo e depressione aumentano quando ci spostiamoa Villa Recchi dove una famiglia <strong>di</strong> industrialottiè riunita a cena. Il patriarca (Gabriele Ferzetti)annuncia <strong>di</strong> lasciare la <strong>di</strong>rezione della fabbrica alfiglio Tancre<strong>di</strong> sposato con Emma, bellissima nobilerussa (Tilda Swinton, anche produttrice) e al nipotepre<strong>di</strong>letto Edoardo. Ma, morto il vecchio, basteràpoco per <strong>di</strong>struggere il delicato equilibrio domestico:il granello <strong>di</strong> sabbia che fa saltare tutto si chiamaAntonio, da cui prende il via la <strong>di</strong>sintegrazione dellafamiglia.Dopo il pessimo Melissa P. Guadagnino torna perevocare fantasmi viscontiani e atmosfere decadenti,fin dai titoli <strong>di</strong> testa con caratteri e forme vicine alcinema del ventennio fascista, alternando virtuosismiformali e una <strong>di</strong>sastrosa <strong>di</strong>rezione degli attori cherecitano con scarsa convinzione e toni da teatrinoparrocchiale. Nel pessimo livello me<strong>di</strong>o, si perdeanche la Swinton.E a <strong>di</strong>re il vero, non si prova nessuna tristezza peri drammi della povera borghesia e il suo arrivismopiagnucoloso: sinceramente non m’interessa più,soprattutto se la soluzione arriva da una vita epicureaa contatto con la natura.Abbiamo già visto troppi film così. E come se nonbastasse, ci si deve sorbire le atroci musiche <strong>di</strong> JohnAdams che, soprattutto nell’insopportabile finale,enfatizzano la nullità del film.Curiosità: Adams ha musicato anche l’ottimo thriller<strong>di</strong> Martin Scorsese Shutter Island.Com’è possibile un simile scarto <strong>di</strong> risultato?In sintesi: Io sono l’amore è un film noioso e inutilesconsigliato vivamente a tutti.Todd Solondz dev’essere uno molto infelice:magrissimo, occhialuto, testa pelata come un uovoallungato, non sorride mai e <strong>di</strong>mostra molto più deisuoi 51 anni.Il suo esor<strong>di</strong>o del 1989 era Paura, ansietà edepressione e da allora non ha mai sgarrato: film<strong>di</strong> tale pessimismo da sconsigliarli a chi soffre <strong>di</strong>depressione.Mai spiragli <strong>di</strong> speranza e solo trage<strong>di</strong>e, dal terribileFuga dalla scuola me<strong>di</strong>a (1995) al devastanteHappiness (1998) fino all’oscuro Palindromi (2004).Non fa eccezione Perdona e <strong>di</strong>mentica, sottotitolo Lavita in tempo <strong>di</strong> guerra.L’ambiente è la borghesia ebraica americana, mascordatevi l’umorismo <strong>di</strong> Woody Allen: la guerra èquella che i protagonisti combattono ogni giorno pernon togliersi la vita. E in effetti nel film i suici<strong>di</strong> nonmancano.Dieci anni dopo essere andata in frantumi, lafamiglia Jordan raccoglie ancora i pezzi. Joy(Gioia), perseguitata dal fantasma del fidanzatosuicida e messa in crisi dal marito spacciatore <strong>di</strong>droga e maniaco sessuale, va in Florida a cercare iconsigli della madre e delle sorelle, incontra Trishalle prese con tre figli e un nuovo compagno edHelen, incapace <strong>di</strong> adattarsi al successo raggiunto aHollywood.Nel frattempo, Bill (ex-marito <strong>di</strong> Trish) condannatoper abuso <strong>di</strong> minori, esce dal carcere e si mette allaricerca del figlio maggiore per assicurarsi che non siacome lui, mentre... autore scomodo e mal <strong>di</strong>stribuitoin Italia, Solondz ha uno sguardo cinico e spietatosulle bigotte contrad<strong>di</strong>zioni della piccola borghesia:i cal<strong>di</strong> colori della Florida con villette e prati in fiorenascondono pedofilia, abusi sessuali e frustrazione,vite <strong>di</strong>sastrate, pericoli costanti e caduti sul campo,traumi incancellabili e salvataggi casuali o miracolosi.Tutti volti <strong>di</strong> un’America grottesca, in avanzatostato <strong>di</strong> decomposizione: il tema fisso <strong>di</strong> Solondz.Invece non ha alcun problema a cambiare genereil lon<strong>di</strong>nese Joe Wright. Relativamente giovane (èdel 1972), ha esor<strong>di</strong>to <strong>di</strong>rigendo telefilm per la BBC,passando poi al cinema con Orgoglio e pregiu<strong>di</strong>zio(2005) tratto da Jane Austen ed Espiazione (2007, dalromanzo <strong>di</strong> Ian McEwan).Evidentemente è a proprio agio ispirandosi alle opereletterarie perché anche Il Solista è tratto da un libro(autobiografico) <strong>di</strong> Steve Lopez. Siamo a Los Angelesdove, grazie al potere unificante della musica, ilgiornalista Lopez (Robert Downey Jr.) <strong>di</strong>venta amico<strong>di</strong> un vagabondo <strong>di</strong> colore.La storia oscilla tra il cinico ambiente del Los AngelesTimes e il pericoloso quartiere <strong>di</strong> Skid Row, veroinferno sulla Terra, dove l’affermato Lopez non esitaa rischiare la vita. Vale la pena <strong>di</strong> vedere il film se nonaltro per incontrare Nathaniel Ayers (Jamie Foxx),musicista <strong>di</strong> strada che suona <strong>di</strong>vinamente un violinomassacrato con due sole corde ma si perde in unmondo tutto suo.Il solista ha momenti altissimi, come la visione<strong>di</strong> Los Angeles a volo d’uccello partendo da unsottopassaggio dove Nathaniel sta eseguendo unasonata <strong>di</strong> Beethoven o le immagini caleidoscopichenella mente dell’ex ragazzo pro<strong>di</strong>gio che assiste a unaprova d’orchestra.Tutto il film è un inno al potere della musica, che nonproviene da Dio come sostiene uno dei personaggidel film, ma è creata dal genio umano. Un film checonsiglio agli appassionati <strong>di</strong> musica classica e chicrede nell’amicizia.Gianni Ursini
23 <strong>Konrad</strong> <strong>settembre</strong> 2010teatri <strong>di</strong> confineQuando la critica va in vacanzaO come Otranto. Alfabeto salentinoA come AnimaMun<strong>di</strong>: è un piccolo negozio chesi trova in una delle tante stra<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Otranto. Lìsi possono trovare opere <strong>di</strong> Lowen e musiche<strong>di</strong> gruppi storici salentini come gli Alla Bua. Masoprattutto, un grande senso dell'ospitalità.B come Carmelo Bene: grande macchinaattoriale pugliese, è nato a Campi Salentina.C come Ciolo: è il ponte che si vede nel film<strong>di</strong> Rubini 'L'anima gemella'. Da lì si getterà ilprotagonista per mostrare il suo coraggio. Dagliscogli alti venti metri si gettano ancora in tanti.Sotto c'è un'insenatura con un mare strepitoso.D come Dedalo. L'inventore del labirintosarebbe anche uno dei fondatori <strong>di</strong> Otranto.E come Enea: che, secondo la leggenda, sbarcòsulla costa salentina, a Porto Ba<strong>di</strong>sco.F come Faro: a capo d'Otranto c'è il faro <strong>di</strong> PuntaPalascìa. Bianco nella luce bianca del mezzodì, èil luogo più orientale d'Italia.G come Griko: una lingua affine al greco ancoraoggi parlata in nove paesi salentini.H come Hidrus: è l'antico nome greco <strong>di</strong> Otranto.I come Il pasticciotto. Lo so, ho barato, maquesto dolce ripieno <strong>di</strong> crema meritava unasegnalazione, sia pure sotto mentite spoglie.L come Lago della Cava <strong>di</strong> Bauxite: sembra <strong>di</strong>essere su Marte, invece è in Puglia.M come Mosaico: quello della Cattedrale <strong>di</strong>Otranto è un'opera unica al mondo. Si tratta <strong>di</strong>un mosaico pavimentale a firma <strong>di</strong> un monacome<strong>di</strong>oevale, tale Pantaleone. Nel mosaicosi trova <strong>di</strong> tutto: temi biblici (Noè, la torre <strong>di</strong>Babele), ma anche mostri, segni zo<strong>di</strong>acali,l'inferno, Alessandro Magno, la mitologia grecae persino Re Artù. Ciò che più colpisce è la genteche visita la cattedrale e calpesta il mosaicosenza rendersene conto: eppure basterebbeabbassare gli occhi, per vedere.N come Naso: la brezza porta in dono odori <strong>di</strong>spezie (origano, mentuccia) e <strong>di</strong> mare.O come Otranto: città enigmatica, <strong>di</strong> unabellezza conturbante, come il suo mare.Una città dove la storia si respira e la luce èabbagliante. Tanto che il confine con l'ombra ènetto e senza sfumature.P come Pizzica: danza tra<strong>di</strong>zionale salentina chederiva da antichi rituali (tarantismo).Q come Qui ed ora: il tempo in Salento scorrelentamente, in un eterno presente.R come Rustico: è un semplice involucro <strong>di</strong>pasta sfoglia ripieno <strong>di</strong> mozzarella e pomodoro,con un po' <strong>di</strong> pepe. Fenomenale.S come Silenzio.T come Turchi: l'assalto dei turchi a Otranto èricordato ancora oggi: agosto 1480, 800 testetagliate. Parte dei teschi e delle ossa sonoconservate ed esposte nella cattedrale. Quila storia, dopo quella strage, sembra essersifermata.U come Ulivi: la Puglia ne è piena e la loro vistainfonde saggezza.V come Vino: in questa terra <strong>di</strong>onisiaca, nonpoteva mancare. Uno su tutti, il Primitivo <strong>di</strong>Manduria.Z come Zinzulusa: oltre ad essere una grottacelebre, è anche il nome del premio, una targad'argento, che il Comune <strong>di</strong> Castro (a Sud <strong>di</strong>Otranto) ha consegnato alla sorella <strong>di</strong> CarmeloBene, Maria Luisa, giovedì 22 luglio.Stefano CrisafulliRubini: teatro, cinema e magia'Sono norvegese e solo per caso ho fatto dei film in Puglia'. Esor<strong>di</strong>sce così Sergio Rubini, con l'ironia che locaratterizza, nel corso dell'incontro col pubblico che si è svolto venerdì 2 luglio presso la terrazza dell'Harry's Grill,in Piazza Unità. Maremetraggio gli ha de<strong>di</strong>cato un'intera rassegna al Teatro Miela, 'Da Sergio a Rubini', che haripercorso la sua carriera artistica <strong>di</strong> attore e regista cinematografico. Per una settimana, al ritmo <strong>di</strong> due pellicolea sera, si sono visti sullo schermo film come 'Una pura formalità' <strong>di</strong> Tornatore e 'Nirvana' <strong>di</strong> Salvatores, nei qualiRubini appare in veste <strong>di</strong> attore, e come 'L'anima gemella', 'La terra' e 'L'uomo nero', da lui <strong>di</strong>retti e interpretati. Ed èsoprattutto nei suoi lavori che la Puglia, più che un semplice sfondo, <strong>di</strong>viene una filigrana necessaria allo svolgersidella storia, nonostante l'ironico esor<strong>di</strong>o precedentemente citato.'è strano - racconta Rubini - come non molto tempo fa gli artisti pugliesi non <strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> esserlo, mentre ora lecose sono cambiate. La Puglia per me non è uno spazio geografico, ma mentale, costruito da una memoria chealtera e mistifica. Pur partendo dalla realtà, nei miei film ho sempre fatto dei gran<strong>di</strong> falsi'. Parla anche <strong>di</strong> teatrol'attore pugliese, formatosi all'accademia Silvio D'Amico: 'Ho debuttato come attore in teatro, ma non mi piacevamolto ripetere le stesse cose ogni sera. Per questo sono passato al cinema'. Sin troppo categorico il suo giu<strong>di</strong>ziosulla situazione teatrale italiana: 'Il teatro in Italia è morto, almeno quello borghese <strong>di</strong> parola'. Ma allora comedovrebbe essere ? 'Il teatro - spiega - deve offendere, deve provocare. Quando ho visto uno spettacolo <strong>di</strong> PinaBausch, ad esempio, sono rimasto folgorato'. Come dargli torto? Il cinema, invece, 'racconta ciò che non si vede: èquesta la sua magia'. Apre realtà parallele, come in 'L'anima gemella'. Ma non per questo si arrende allo status quo,anzi: 'La magia, per me, è una forza eversiva, rivoluzionaria'.S.C.