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Intimo più mare n° 203 - Marzo 2016

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strategie<br />

In questa e nella foto a fianco, il flagship<br />

store Victoria’s Secret a Londra.<br />

2 -Focalizzarsi su ciò che si può controllare<br />

Non serve a niente lamentarsi della crisi, la concorrenza e il meteo.<br />

Meglio focalizzarsi su ciò che si può controllare: rimanenze,<br />

piani, revisione degli obiettivi, personale di vendita, marketing,<br />

comunicazione con i clienti, eventi, spese. Anche una crescita<br />

dell’1% in ogni sezione del business può produrre effetti positivi<br />

mentre lamentarsi genera energie negative. Ci si deve sempre<br />

focalizzare su pensieri positivi. Anche lo staff lo apprezzerà e<br />

porterà contributi positivi al lavoro.<br />

3 - Il flusso di cassa è il re del business<br />

I consigli di Thierry Bayle riguardano la creazione di un piano<br />

vendite, l’analisi delle spese (fisse e variabili), l’analisi del grado<br />

di redditività con la previsione del flusso di cassa. Una boutique<br />

non può permettersi di ritardare la consegna delle nuove collezioni<br />

perché non ha pagato le precedenti fatture. Inoltre la crescita delle<br />

vendite in negozio dipende dal saper cogliere le opportunità in<br />

categorie di prodotto che per essere spinte possono aver bisogno<br />

di essere maggiormente aggiornate con nuove collezioni.<br />

4 - Prendere provvedimenti<br />

Per vedere se e dove ci sono problemi, al dettagliante servono dati<br />

e provvedimenti da prendere. L’analisi va fatta 3 volte: la prima per<br />

verificare se c’è davvero un problema. La seconda per stabilire<br />

standard e obiettivi. La terza per vedere a che punto è il problema<br />

per prendere provvedimenti o focalizzarsi su un altro problema.<br />

L’analisi della situazione può anche non riguardare problemi ma<br />

piuttosto il miglioramento delle tecniche di vendita, l’abbassamento<br />

della percentuale di sconto per i saldi (dal 50 al 30% o anche<br />

meno), l’aumento del margine.<br />

5 - Organizzare l’offerta per categorie<br />

L’offerta del negozio è il suo bene <strong>più</strong> prezioso. La classificazione<br />

dell’offerta (cioè di quanto è stato acquistato dal dettagliante in<br />

stagione) va fatta per categorie di prodotto e per ognuna deve<br />

essere prevista una strategia diversa. L’analisi dell’offerta prevede<br />

l’opportunità di un margine <strong>più</strong> alto, un controllo degli sconti, l’equilibrio<br />

dei prodotti presenti in negozio, le misure da prendere,<br />

ricordando sempre che le collezioni nuove si vendono meglio di<br />

quelle già viste. L’analisi dell’offerta per brand può impedire di<br />

identificare chiaramente i trend. Indispensabile avere a disposizione<br />

un parte del budget per ordini e consegne in stagione, nuovi brand<br />

o la produzione di una piccola private label e merce che viene<br />

proposta scontata dal produttore per far crescere il margine iniziale.<br />

6 - Il training dello staff<br />

Una volta messa a punto la propria strategia deve essere comunicata<br />

al pubblico dei consumatori ma prima di tutto a chi lavora<br />

nel negozio. Il consiglio di Thierry Bayle è quello di addestrare il<br />

<strong>più</strong> possibile il personale di vendita per ottenere il massimo che<br />

possa dare. Questo significa anche lasciarlo sbagliare perché impari<br />

e alzare il livello standard per vedere quanto possano crescere le<br />

performance dello staff e farlo lavorare <strong>più</strong> duramente ma meglio.<br />

La produttività è una responsabilità del capo e non dello staff. Il<br />

maggior vantaggio competitivo di un negozio sta nelle capacità<br />

del team di imparare e tradurre rapidamente ciò che apprende<br />

in azioni. Si deve però misurare lo standard raggiunto da ogni<br />

componente dello staff e chiedersi se tutti raggiungono lo stesso<br />

livello di performance. Anche il titolare del negozio dovrebbe poi<br />

frequentare qualche corso di aggiornamento o comunque rivedere<br />

le sue tecniche di vendita.<br />

7 - Investire in marketing<br />

Con la crisi è importante far sì che il negozio non sparisca dalla<br />

scena e per evitarlo è necessario creare movimento ed eventi in<br />

negozio almeno una volta al mese. Bisogna interagire con i clienti<br />

utilizzando tutti i mezzi di comunicazione e identificare nuove<br />

idee di marketing in modo da creare una shopping experience<br />

veramente unica. Le idee arrivano anche ascoltando le richieste<br />

dei clienti e vanno seguite per creare l’offerta del negozio. Per<br />

quanto riguarda la comunicazione è importante anche ascoltare<br />

cosa dicono (e tacciono!) staff e clienti, anche se sono critiche<br />

negative. Importante anche avere un sito o un blog il <strong>più</strong> possibile<br />

aggiornati. Anche se solo il 5-10% dei clienti utilizza i social media<br />

(twitter, facebook, Instagram) l’utilizzo da parte della boutique la<br />

porta ai primi posti nel ranking su Google.<br />

8 - Raccogliere i dati dei clienti<br />

Il database dei clienti sarà uno strumento chiave per la crescita futura<br />

del negozio. In pratica è un piano pensionistico per il dettagliante.<br />

Come si costruisce? Prima di tutto vanno stabiliti dei parametri di<br />

crescita (quanti nuovi clienti sono nel database ogni mese?). Poi<br />

vanno esaminate le vendite per ogni cliente schedato per mettere<br />

a fuoco le marche e i modelli preferiti, la frequenza d’acquisto e<br />

lo scontrino medio. I risultati vanno condivisi con lo staff in modo<br />

che il personale di vendita non faccia domande al cliente così da<br />

non apparire invadente. Devono essere ben chiare al dettagliante<br />

le informazioni che vuole ottenere. Non si devono inventare scuse<br />

per ottenere per esempio la data di nascita (per inviare auguri di<br />

compleanno) se qualche cliente si rifiuta di comunicarla. Con le<br />

schede clienti si possono personalizzare le comunicazioni in base<br />

alle preferenze.<br />

9 - Considerare l’e-commerce come un negozio differente<br />

Le boutique possono anche dar vita a un loro e-commerce anche<br />

se esiste un negozio fisico ma devono considerarlo come un bu-

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