La Toscana Aprile (2)

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La Biennale d’Arte Contemporanea del Burlamacco arriva alla Quinta Edizione Testo e foto di Duccio Ricciardelli Rolando Scatarzi con Enrico Carlisi e Giuseppe Paoli Sabato 19 marzo è arrivata alla quinta edizione la Biennale d’Arte Contemporaneana del Burlamacco. All’interno del magnifico Hotel Esplanade di Viareggio, si è svolta la collettiva dei quaranta artisti del gruppo fiorentino Gadarte, coordinati dall’artista Enrico Carlisi, vera e propia anima e promotore del progetto. Questa interessante manifestazione, vuole essere una celebrazione del colore e dell’arte propio nel periodo più colorato e creativo dell’anno. La mostra rimarrà aperta fino al 15 aprile e ci sarà dunque la possibilità di vedere un’ interessante collettiva con sorprese e nuovi artisti di altissimo livello. Presente al vernissage della mostra Stefano Marmugi, presidente di Gadarte che propio per il suo prezioso lavoro dedicato all’arte a Firenze ha ricevuto uno speciale riconoscimento per la cultura. Anche il nostro direttore Fabrizio Borghini per la sua attività con l’Associazione Toscana Cultura, è stato premiato l'impegno nella diffusione e promozione dell’arte in Toscana. Consegnati anche riconoscimenti culturali a Miranda Mei dell’Associazionne Firenze Arte - Galleria Cimabue e al Circolo Arti figurative di Empoli, rappresentato dalla pittrice Lorella Consorti. Francesco Beccastrini Renzo Sbraci Premio Ondina I premiati della quinta edizione della Biennale d’Arte Contemporanea del Burlamacco: Premio del Pubblico per 38 voti su 52 votanti: Rolando Scatarzi Segnalazione per l’opera di scagliola: Ambretta Mari Segnalazione per la scultura: Umberto Muti Segnalazione per la pittura: Donatella Calamai Segnalazione per l’innovazione e l’originalità nel design: Luciano Manara Premio Burlamacco Giovani per il coraggio e l’originalità dell’espressione: Denis Premio della Stampa assegnato da Toscana Cultura: Francesco Beccastrini Premio Ondina: Giancarlo Aiosa Primo Premio Burlamacco 2016: Renzo Sbraci Luciano Manara Dopo un momento conviviale di altissimo livello, servito nelle splendide sale dell’hotel di piazza Puccini, il professor Giuseppe Paoli, presidente della qualificata giuria di quest’anno, ha consegnato i riconoscimenti agli artisti premiati. 26 Biennale d'Arte Burlamacco
André Bodin Labode Le opere dell'artista evidenziano una consumata arte del disegno e un'elevata qualità del segno grafico al servizio di una fantastica creatività in cui perdersi di Gregorio Rossi Quando si affronta l’analisi dell’opera di un pittore di epoca contemporanea, istintivamente si può incorrere, anche per facilitare il concetto di analisi, nel definire o meglio incasellare il suo stilema in tre principali categorie, del figurativo, dell’estratto, dell’informale. Raramente ci troviamo difronte ad opere come quelle del maestro André Bodin Labode; certamente nell’attualità, cerchiamo, vogliamo e veniamo impressionati dalla novità, elemento essenziale della comunicazione visiva di questi tempi. Dobbiamo però ricordare che la nostra intelligenza necessita e vuole confronti costanti perché deve ancorare il sapere alla memoria così da permettere al pensiero di appropriarsi dei suoi percorsi innovativi. Il passato è infatti in noi anche nel modo di parlare ed in questo caso di osservare ma, così come linguaggio l’arte ha assunto un peso ed un sistema comunicativo diverso da quello del passato; senza comunque, a mio avviso, perdere il senso della tradizione quando ci troviamo dinanzi ad opere di grande qualità. In realtà tanto la musica quanto la pittura sembrerebbero non aver necessità di una conoscenza delle tradizioni ma per quanto riguarda la pittura la percezione di una sua eredità quasi infinita serve in maniera eccelsa. Con questa mia affermazione potrei dare l’impressione che la pittura sia un linguaggio che chiunque può intendere con semplicità, diversamente per esempio da quanto accade per la poesia; anche i quadri, così come qualsiasi opera d’arte, non producono però effetto se non su un animo preparato. Ogni persona che la guarda deve intraprendere un viaggio solitario che l’artista ha indicato e quelle immagini arrivano ad essere compagne di viaggio. Così, invito coloro che osservano le opere del maestro André Bodin Labode, a perdersi nelle fantasticherie da lui elaborate. Infatti questi dipinti sono romanzi che, se pur concentrati in un’unica scena, richiedono una lettura attenta ed appassionata. Per quanto non mi senta di definire in maniera assoluta astrazione lo stilema di questo artista, vorrei affrontare il concetto che l’astratto non viene secondo al figurativo sotto alcun aspetto ed ha radici remote perché entrambi i generi hanno la loro genesi nella notte dei tempi. Queste opere indicano in maniera inequivocabile una consumata arte del disegno, una elevata qualità del segno grafico elaborato dove la tavolozza, con uno spettro personale di pigmenti, sembra voler invitare ad un riposo rigeneratore della moderna mente affaticata. André Bodin Labode 27
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