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Garibaldi 2 - blocco 3 quando la riqualificazione fisica non basta<br />
Il primo intervento individuato è stato fatto sul grande giardino condominiale: ampio prato alberato<br />
utilizzato solo in minima parte come campetto per il gioco della pallavolo perché solitamente veniva<br />
utilizzato dai residenti come discarica a cielo aperto di rifiuti di tutti i generi.<br />
Dopo un impegnativo lavoro di bonifica, pulizia e sfalcio del prato è stato possibile organizzare una attività<br />
di gioco nel giardino di nuovo praticabile, offrendo ai ragazzi un luogo di svago sicuro, lontano dalle aree<br />
a parcheggio fino ad allora utilizzate per il gioco.<br />
Questa condizione però è ancora oggi molto labile: troppo facilmente quello spazio verde torna ad essere<br />
invaso dai rifiuti e nuovamente abbandonato dai ragazzi.<br />
Recuperare un edificio spesso si scontra con l’uso improprio dello spazio da parte delle persone; la<br />
qualificazione di un luogo passa soprattutto dalla presa di coscienza dei cittadini che quello di cui si parla<br />
è un bene comune, quindi un bene di tutti. Le persone tendono a considerare quello che è di tutti come<br />
qualcosa di nessuno. Uno spazio di qualità invece è quello che le persone hanno a cuore, a cui dedicano<br />
attenzione, di cui si prendono cura.<br />
Attraverso un lavoro con i giovani residenti, toccati in prima persona dall’uso improprio di questo spazio,<br />
con il bisogno quotidiano di muoversi liberamente all’aria aperta, abbiamo sviluppato dei laboratori<br />
attraverso cui i ragazzi stessi dovevano focalizzare il problema e trovare possibili soluzioni. Questo<br />
percorso porta, attraverso il gioco, a rendersi conto della anomalia del luogo e alla possibilità di usarlo<br />
in modo diverso.<br />
Il programma prevede in particolare l’attivazione di laboratori aperti alla cittadinanza in cui residenti ed<br />
esterni possano conoscersi; arrivare alla collaborazione tra persone incentivate dalla voglia di socialità<br />
e dal miglioramento del bene comune, infatti, non vuol dire unicamente dotare l’area di un’infrastruttura<br />
ma sensibilizzare la comunità di Calderara e non solo.<br />
L’attivismo quindi deve essere incentivato nei residenti stessi più che in associazioni esterne; le ultime<br />
possono portare il proprio punto di vista divergente e creare le condizioni al cambiamento.<br />
Il cambiamento vero e proprio deve nascere da chi quello spazio lo vive ogni giorno.<br />
Cartelli realizzati dai ragazzi con le nuove regole del parco<br />
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