Maglieria Italiana n° 183 - 1° semestre 2016

osservatorio
di Mariacristina Righi
Qui sopra, il department store parigino Le Bon Marché.
DISTRIBUZIONE CIRCOLARE
Nuovi attori, modalità
e competenze stanno
trasformando il mondo
del retail. L’annuale workshop
del Future Concept Lab ne
ha analizzato i cambiamenti
Come ogni anno i quattro Future Vision Workshop di Future
Concept Lab si concludono con quello dedicato al retail. Il ciclo
2015 (gli scenari della crescita) in ogni giornata ha sviluppato una
dimensione che abiliterà la crescita nei prossimi anni.
“Abbiamo già presentato in aprile la generatività nelle estetiche,
in giugno la specificità nei consumi, in ottobre il magnetismo
nella comunicazione e chiudiamo il cerchio con la circolarità nella
distribuzione - ha spiegato Francesco Morace - Questi contributi
andranno valutati nel loro insieme e in modo integrato: la sfida
che le aziende dovranno affrontare è infatti segnata dalla capacità
di ricostruire uno scenario complessivo di conoscenza e di azione
che la crisi economica ha frammentato, disperso, ridotto ai minimi
termini. Ciò è avvenuto nel momento esatto in cui emergeva
la necessità di una visione del futuro più ampia e lungimirante,
ma anche in grado di affrontare i temi e le esigenze avanzate da
ciascuno di noi, attivando una capacità di chiudere il cerchio. Per
raggiungere questo obiettivo con il progetto del festival della crescita
(www.festivalcrescita.it - dal 15 al 18 ottobre a Milano al Palazzo
delle Stelline) abbiamo mobilitato intelligenze in tutte le discipline,
intercettato gli innovatori di molte dimensioni, attraversato diversi
mondi vitali raccolti in sei grandi temi: educare, coltivare, creare,
intraprendere, investire e comunicare. Nella prossima edizione
2016 questa convergenza tra festival e Future Vision Workshop si
consoliderà ulteriormente. Emerge la centralità della credibilità e
della reputazione, ben sintetizzata dal libro Reputation Economy
di Michael Fertik e David Thompson che ha nel sottotitolo una
indicazione emblematica: come ottimizzare il capitale delle nostre
impronte digitali. Non c’è Sharing che funzioni senza un nuovo
capitale di Trust. Una seconda dimensione riguarda la circolarità
di nuovi modelli di business resi possibili dalla rete come quelli dei
nuovi player nel trasporto e nel turismo (Uber e Airbnb ne sono gli
esempi emblematici) che utilizzano in modo circolare risorse già
in campo: le auto o le case degli stessi clienti. In questo caso si
tratta di pensare al consumatore/cliente come protagonista attivo
del circolo virtuoso secondo la classica logica win-win, nella quale
apparentemente vincono tutti, ma che implica criticità nel rapporto
con le classiche regole di mercato, il sistema normativo e delle
imposte. Una terza dimensione è invece legata al circolo virtuoso
locale/globale dei territori, che sono ormai costretti a misurarsi con la
competizione globale, accettando la regola di confronto con l’estero.
Lo scenario della crescita del retail si chiuderà poi con un appello
all’esplorazione incessante di nuovi servizi da inventare, partendo
dalle sfide tecnologiche che ancora ci aspettano e che segnano
una frontiera inimmaginabile solo qualche anno fa, andando a
definire una logica da Trade Incubators ancora tutta da definire.
In questo modo la centralità valoriale si realizzerà attraverso forme
di Mindful Business, che prevedono un forte allineamento tra i
settori profit e no-profit, mentre l’orientamento al new business