FuoriAsse #19
Officina della cultura
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Sguardi<br />
a cura di<br />
Antonio Nazzaro<br />
Maryori Cabrita<br />
dalla fotografia degli<br />
odori e delle mani a<br />
quella del consumo<br />
digitale<br />
©Maryori Cabrita<br />
Il titolo non tragga in inganno: non<br />
stiamo definendo il percorso della giovane<br />
fotografa e professoressa dell’Università<br />
delle Arti di Caracas quanto piuttosto<br />
la visione della realtà di una professoressa-fotografa<br />
che si muove tra i ban -<br />
chi dei suoi alunni.<br />
Per comprendere la ricerca fotografica<br />
di Cabrita, poco più che trentenne, cresciuta<br />
nel “chavismo culturale”, occorre<br />
addentrarsi all’interno della sua stessa<br />
vita: la passione per la fotografia ha<br />
inizio intorno ai 15 anni e coincide con<br />
l’ascesa al potere del presidente Hugo<br />
Chavez e con l’inizio di quella che è stata<br />
definita la “revolución bonita”.<br />
«Sono cresciuta come una fotografa legata alla<br />
camera oscura, sotto la guida di professori<br />
come Ramón Grandal e Ricardo Ferreira e allo<br />
stesso tempo ho iniziato a sostenere la visione<br />
culturale e artistico-politica “chavista”, che sem -<br />
brava voler rompere gli schemi culturali precedenti,<br />
collocando l’arte in una nuova posizione<br />
e facendo in modo che l’arte stessa fosse una<br />
©Maryori Cabrita<br />
FUOR ASSE<br />
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Sguardi