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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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La memoria<br />

di Riccardo Rama De Tisi<br />

«Guarda che aggregato!» dice giocosamente<br />

un monaco ad un altro.<br />

Un aggregato? Di cosa?<br />

Di accadimenti, di ricordi. Di come abbiamo<br />

vissuto un fatto specifico, lo stato<br />

d'animo di quel momento, di quel tempo.<br />

Di come lo custodiamo dentro di noi.<br />

Quale rimorso, dolore, il peso con cui ci<br />

accompagna.<br />

Un ricordo non è delimitabile, non ha<br />

forma e non ha una temperatura emotiva<br />

che puoi misurare.<br />

È vivo e pulsante nella misura in cui<br />

noi, più o meno consapevolmente, lo<br />

coltiviamo dentro di noi.<br />

I rancori e le paure possono non morire<br />

mai, come le persone. Quelle buone e<br />

quelle cattive.<br />

Il tempo è quel periscopio che avvicina o<br />

incrementa le distanze, che ci mantiene<br />

dentro un respiro che non si interrompe.<br />

A meno che noi non neghiamo noi<br />

stessi.<br />

I monaci ci scherzerebbero sopra, anche<br />

su questo. Ci riporterebbero con i piedi<br />

per terra.<br />

Perché un ricordo è quello che è, un<br />

insieme di pezzi. Una costruzione da<br />

smontare, ogni singolo pezzo da riconoscere<br />

ed interpretare. Un modo per convivere<br />

con i nostri affetti, per imparare,<br />

©Noe Sendas<br />

custodire, dimenticare consapevolmente.<br />

La memoria è la storia di un’epoca, di<br />

persone, di brandelli. È quanto abbiamo<br />

sotto i nostri occhi ogni giorno – perché<br />

la storia si scrive ogni istante –, storia<br />

che oggi è narrata, evitata, compatita,<br />

dimenticata in tempo reale.<br />

Questo per dire che la memoria è un<br />

tributo, e soprattutto un esempio, per<br />

non illuderci che beatificare le icone<br />

della buona coscienza sia il modo per<br />

andare oltre altre memorie. Che comunque<br />

si incidono nella carne di chi non ha<br />

parole.<br />

Lo ammetto. La storia mi spaventa. È<br />

un cumulo di memorie che i vincitori di<br />

un qualche gioco crudele raccontano.<br />

Una conta tanto abbondante quanto<br />

violenta e grossolana.<br />

Ma la memoria è anche quel filo invisibile<br />

che ridona dignità al ricordo.<br />

Perché la compassione sia una riconciliazione<br />

con il tempo, ed un insegnamento<br />

da condividere.<br />

FUOR ASSE<br />

56<br />

Redazione Diffusa

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