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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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tenersi criticamente stretti a ciò che è<br />

stato tramandato e all’orizzonte futuro<br />

ideale che si auspica; nel tenere i piedi<br />

ben piantati nel reale e nello sguardo<br />

agli orizzonti possibili, perché il reale<br />

diviene ed è continuamente altro anche<br />

ormai in Fisica oltre che nelle scienze<br />

biologiche e (cosiddette) dell’uomo. Non<br />

si può più pensare con strumenti idealistici<br />

di stampo ottocentesco (contrapposizioni<br />

natura/cultura, ecc.), perché<br />

non possiamo più pensare l’umano fuori<br />

dai processi naturali e via così.<br />

CA - Dopo venticinque anni di lavoro, il<br />

nuovo numero di «Kamen’» appare ai<br />

suoi lettori con un editoriale che è anche<br />

un manifesto. Prassi oggi poco in<br />

uso, ma che ricorda le grandi riviste del<br />

’900, le quali per quell’idea di ricerca e<br />

di condivisione dei valori autentici hanno<br />

sempre inteso comunicare ai propri<br />

lettori non solo gli intenti della rivista<br />

ma la stessa forza vitale della cultura,<br />

intesa dagli organizzatori come mezzo<br />

attraverso il quale un paese riesce a rinnovarsi,<br />

a rigenerarsi e ad andare avan -<br />

ti. Oggi è molto diverso? E qual è oggi il<br />

ruolo dell’uomo di cultura?<br />

AA - Nel generale disorientamento odier -<br />

no, per dirla con Musil, di uomini senza<br />

qualità o, meglio, in un sistema di qualità<br />

astratte senza l’uomo, di fronte alla<br />

complessità ed al molteplice, il compito<br />

dell’uomo di cultura non è cambiato mol -<br />

to rispetto al passato: se non «funzionario<br />

dell’umanità» alla Husserl, si tratta<br />

di un’opera di approfondimento, di dialogo<br />

e di chiarificazione. Contro una<br />

“cultura” e un consumo di cultura su<br />

sostrato epigonale, si tratta da sempre<br />

di pensare l’impensato e di dotarsi di<br />

solide basi etiche, conoscitive, estetiche<br />

per rendere il mondo un po’ più abitabile<br />

e “respirabile”. È una funzione di<br />

civiltà, perché per l’animale, la bestia<br />

-uomo, l’umanità non è un dato di nascita,<br />

ma una conquista di sensibilità e<br />

FUOR ASSE<br />

©Oleg Yarunin<br />

saperi.<br />

CA - Sei anche curatore d’arte. Tra gli<br />

artisti da te presentati ricordiamo Edgardo<br />

Abbozzo, Franco De Bernardi, Andrea<br />

Cesari, Fernanda Fedi, Gino Gini.<br />

Intrecci culturali di tali portate ci conducono<br />

sui diversi sentieri di riflessione<br />

di ogni arte. Oggi Arte, Poesia, Filosofia<br />

e Società, in che rapporti stanno?<br />

AA - Seguo solo artisti di forti tradizioni<br />

e con un rapporto stretto fra Arte e Pensiero,<br />

in cui l’etica è in forte tensione<br />

con l’estetica, e dalle molte interconnessioni<br />

“multidisciplinari”, come si sarebbe<br />

detto una volta. Il tutto in un continuum<br />

di tradizioni con molte costanti ed<br />

invarianti, ma anche con molte differenze<br />

e “fluttuazioni”. Proprio in nome<br />

dell’approfondimento, il cosiddetto “specialismo”<br />

non può più stare a coltivare il<br />

proprio asfittico orticello: bisogna avere<br />

la forza di pensare la diversità ed abbattere<br />

gli steccati, soprattutto in campo<br />

44 Redazione Diffusa

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