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ATTIVITA’ E TERAPIE ASSISTITE DAGLI ANIMALI, R. MARCHESINI-L.CORONA<br />

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la persona, la inducono a interazioni eccessive, creano morbosità e rischio<br />

di affiliazione; 4) la proiettività o zoopoiesi tende a limitare la soglia relazionale<br />

perché la persona non incontra l’eterospecifico ma le proprie idee<br />

sull’eterospecifico, non riconoscendolo e non accreditandolo come referente.<br />

1b) Dobbiamo poi considerare il modo relazionale generale della persona<br />

ovvero eventuali problematicità espresse nell’ambito senso-motorio,<br />

emozionale o cognitivo, che creano difficoltà (ovvero presuppongono<br />

uno sforzo maggiore in ambito operativo) in tutte le fasi di arbitraggio<br />

delle APR, ma altresì nella relazione tra fruitore e operatore. Le difficoltà<br />

relazionali possono essere di tipo somatico, quando il fruitore manifesta<br />

difficoltà nell’articolazione verbale, nel controllo dei muscoli mimici, nell’area<br />

percettiva, nella coordinazione motoria, nell’espressione motoria.<br />

In questi casi all’operatore è richiesta una fatica aggiuntiva nella promozione<br />

della pet-relationship, ma altresì nella sua stessa relazione con il fruitore,<br />

e nel controllo di tutte le fasi relazionali. In altre situazioni il problema<br />

può essere legato al controllo emozionale, con disturbi relazionali<br />

riferibili a distimie, eccessivo tono di arousal, eccesso di coinvolgimento<br />

emotivo con alterazione del quadro comportamentale in fase di relazione.<br />

Possiamo infine avere disturbi di ordine cognitivo, che ancora una volta<br />

minano la relazione, la rendono difficoltosa, non continuativa, eccessiva,<br />

limitata solo a pochi contesti. Spesso il fruitore può trovarsi in situazioni<br />

di sedazione e pertanto le sue caratteristiche di attentività e concentrazione<br />

sono fortemente attenuate, altre volte è la memoria a essere deficitaria,<br />

con difficoltà a costruire un filo conduttore tra le diverse sedute.<br />

1c) Non vi è dubbio inoltre che vi sia una profonda differenza in fase<br />

di arbitraggio se il fruitore ha una competenza dialogico-interattiva con la<br />

specie coinvolta nel progetto di pet-therapy. Parliamo di expertise ossia di<br />

capacità di grande congruenza relazionale e interattiva con la specie in<br />

questione, che per certi versi favorisce la promozione e il controllo in fase<br />

di APR, per altri può rendere più difficoltosi l’indirizzo e la configurazione<br />

dimensionale nonché, in certi casi, persino il controllo in fase APR.<br />

Inoltre non è sempre detto che aver avuto una particolare esperienza di<br />

pet-ownership riferita alla specie coinvolta nel progetto di pet-therapy<br />

renda effettivamente più congruente il registro dialogico-interattivo della<br />

persona: non sempre esperienza vuol dire expertise, come dimostrano<br />

ampiamente i problemi relazionali evidenziati parlando di pet-ownership.<br />

Anzi, possiamo dire che talvolta un’esperienza pregressa di pet-ownership<br />

può addirittura creare qualche problema in più in fase di controllo. La<br />

persona può infatti avere particolari abitudini relazionali, originati per<br />

esempio dal rapporto con il cane che possedeva, e tenderà in fase di seduta<br />

a ripetere gli stessi schemi interattivi e relazionali.<br />

2a) L’area delle vulnerabilità va assolutamente indagata avvalendosi

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