22.03.2017 Views

004 copia:004 copia - SIUA

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ATTIVITA’ E TERAPIE ASSISTITE DAGLI ANIMALI, R. MARCHESINI-L.CORONA<br />

73<br />

La fase programmatica non si limita a definire “dove si vuole andare<br />

attraverso il progetto di pet-therapy”, ma altresì “dove non si vuole capitare,<br />

neanche per caso”. Se ammettiamo che in genere il potenziale referenziale<br />

esercitato dal referente animale è alto, inevitabilmente dobbiamo<br />

considerare la criticità di questo apporto, che può essere sì fortemente<br />

beneficiale ma anche altrettanto compromissorio. Evitare l’effetto compromissorio<br />

è pertanto un obiettivo che ci si deve porre con grande accuratezza,<br />

sapendo che stiamo applicando delle funzioni referenziali su persone<br />

che comunque si trovano in una situazione di difficoltà. Il che significa<br />

peraltro ricordare che, mentre andare verso i cambiamenti auspicabili<br />

richiede sempre uno sforzo per la persona, imboccare la strada compromissoria<br />

può essere addirittura l’esito spontaneo del processo relazionale.<br />

Quando si fa un progetto di zooantropologia applicata si devono pertanto<br />

evitare le seguenti derive: 1) deriva spontaneista = la relazione non è configurata<br />

perché la referenza non ha margini di prescrizione e margini di<br />

proscrizione; 2) deriva produttivista = la relazione non ha una sua autenticità<br />

di incontro poiché tutto quello che viene rappresentato in seduta è<br />

funzionale al prodotto referenziale; 3) deriva tecnicista = la relazione è<br />

condotta all’interno di binari metodologici molto rigidi e si presenta come<br />

un insieme di prassi o una sequenza di copioni non come una dimensionalità<br />

facilitata dalle prassi di esplicitazione. Queste considerazioni ci portano<br />

a capire che in fase programmatica devo lavorare per istruire il mio<br />

progetto in modo tale da evitare sia la compromissorietà referenziale che<br />

l’effetto derivale. Di certo le derive produttivista e tecnicista contrastano la<br />

promozione del potenziale referenziale, mentre quella spontaneista non<br />

assicura l’indirizzo referenziale aprendo la strada a condizioni di referenzialità<br />

compromissoria. Pertanto compito della figura di riferimento sarà<br />

quello di stabilire, oltre all’orizzonte di auspicabilità, un “orizzonte di compromissorietà”:<br />

ambiti relazionali-referenziali da evitare accuratamente,<br />

indicando: a) le vulnerabilità del fruitore e quindi le “referenze dannose”,<br />

quelle cioè che conducono a cambiamenti peggiorativi nel fruitore; b) gli<br />

ostacoli al percorso terapeutico e quindi le “referenze ostative”, quelle cioè<br />

che rendono più difficile il percorso di cambiamento individuato; c) le<br />

aree interattive e relazionali problematiche per quel fruitore in termini di<br />

argomenti caldi, approcci problematici, attività inadeguate, ambienti non<br />

conformi rispetto ai processi di cambiamento auspicati.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!