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ATTIVITA’ E TERAPIE ASSISTITE DAGLI ANIMALI, R. MARCHESINI-L.CORONA<br />

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modo collettivo. Non si faccia quindi l’errore di credere che le AAA non<br />

siano sottoposte alla programmazione dimensionale e tipologica ma consistano<br />

in generiche attività ricreative promosse dalla presenza dell’animale.<br />

Anche nelle AAA vige la programmazione e l’individuazione delle<br />

caratteristiche specifiche di ogni fruitore: a maggior ragione nelle AAA è<br />

necessario predisporre meglio la filiera di relazione ovvero le compatibilità<br />

di fase tra i partecipanti del gruppo di fruizione. L’altro effetto prioritario<br />

delle AAA è quello riferibile all’integrazione, anche perché se la<br />

diversità dei componenti del gruppo di fruizione può essere problematica<br />

nel tarare le dimensioni utili per realizzare lo stato di welfare – che ovviamente<br />

è individuale – viceversa nel caso dell’integrazione la situazione di<br />

gruppo nella relazione con l’eterospecifico favorisce quei processi coniugativo-relazionali<br />

che stanno alla base dell’integrazione della persona.<br />

4.2.2 Terapie Assistite da Animali<br />

Un discorso particolare deve essere fatto per le TAA, dove cioè parliamo<br />

di un’attività che è chiamata a dare un riscontro clinico evidenziabile<br />

e documentabile del proprio operato. Nelle TAA l’intervento si pone<br />

all’interno di un processo terapeutico e come tale deve non solo trovare<br />

la corretta collocazione ma costruire i piani di interfaccia e le metodiche<br />

di valutazione dell’intervenienza rispetto alle altre attività terapeutiche in<br />

essere. Pertanto le TAA necessitano di un’individuazione progettuale<br />

molto specifica, tarata sugli interventi in essere e con monitoraggio incrociato<br />

sugli effetti sinergici o sulle eventuali problematicità esitate dall’attività<br />

di pet-relationship. Essendo inquadrata all’interno di un programma<br />

terapeutico, la TAA ha necessità di essere definita sotto il profilo di fase<br />

(data di inizio, numero di interventi, durata del singolo intervento, data<br />

di conclusione), di una maggiore restrizione a livello dimensionale e tipologico,<br />

di una documentazione accurata di tutte le situazioni ed evenienze,<br />

di un’individuazione molto più precisa dei monitor utilizzati e di una<br />

interfaccia di monitoraggio con gli altri interventi. Nelle TAA deve essere<br />

previsto in fase – ovvero lungo tutta la durata del programma – un<br />

momento di monitoraggio incrociato con valutazione oggettiva di variabili<br />

che devono essere individuate in relazione a tutto il progetto terapeutico<br />

a cui è sottoposto quel particolare utente. Si tratta infatti di un intervento<br />

che non si pone al di fuori del trattamento e come tale deve essere<br />

permeabile al confronto attivo con tutti gli attori terapeutici afferibili a<br />

quel particolare paziente. Per quanto concerne la programmazione è<br />

necessario soffermarsi sui due effetti che caratterizzano – perché prioritari<br />

– le TAA: a) effetto di coadiuvazione; b) effetto di assistenza. Perché sia<br />

un intervento coadiuvante è necessario che l’intervento di TAA aderisca<br />

perfettamente alla situazione anamnestica e ai trattamenti in essere, o ad

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