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FOOD&DRINK<br />
a cura di Maurizio Ferrari<br />
IN TAVOLA VINO<br />
SEMPRE PIÙ DI QUALITÀ<br />
Il vino lo si compra sempre di più al<br />
supermercato, specialmente se è di qualità<br />
o è uno spumante. Una recente indagine<br />
fatta dall’istituto di ricerca Iri ha evidenziato<br />
che gli italiani bevono meno, ma stanno<br />
aumentando la qualità di quello che portano<br />
in tavola. Infatti, alla crescita delle vendite dei<br />
vini a denominazione di origine ha fatto da<br />
contraltare la diminuzione di quelli in brik di<br />
cartone e dei vini da tavola nelle bottiglie da<br />
più di 75 cl.<br />
Ma quali vini preferiscono gli italiani? Sui<br />
tre gradini del podio si trovano: Lambrusco,<br />
Chianti e Montepulciano d’Abruzzo. Piacciono<br />
anche il siciliano Nero d’Avola, il sardo<br />
Vermentino, oltre al Gotturnio e il Muller<br />
Thurgau. Quelli che però stanno scalando la<br />
classifica sono la Ribolla Gialla, la Passerina e il<br />
Valpolicella Ripasso. Colpisce la diminuzione<br />
delle vendite di Prosecco, ma le vendite degli<br />
spumanti aumentano del 7 per cento: segno<br />
che agli italiani piace sempre di più il metodo<br />
classico.<br />
BIOLOGICO È PIÙ SANO<br />
E SICURO<br />
Alle famiglie i prodotti bio piacciono sempre<br />
di più, tanto che nel 2016 sono entrati nel 74<br />
per cento delle case italiane. Ma rispettano<br />
le norme e sono più sicuri rispetto agli<br />
altri? La risposta, secondo Federbio, è<br />
sì. A questa affermazione si è arrivati in<br />
seguito ai risultati delle 38.756 ispezioni<br />
ad aziende agricole e alimentari tricolori<br />
fatte nel 2016 dall’Ispettorato centrale<br />
della Tutela della Qualità e dalla Repressione<br />
Frodi dei Prodotti Agroalimentari, l’autorità di<br />
controllo del ministero delle Politiche Agricole.<br />
Sono stati sottoposti ad analisi chimiche oltre<br />
9.500 campioni e i risultati premiano il comparto<br />
biologico. Nessuno di quelli provenienti da filiere<br />
bio è stato trovato contaminato da residui di<br />
pesticidi o di altre sostanze non ammesse. Per<br />
quanto riguarda gli altri prodotti, provenienti da<br />
filiere tradizionali, il 9,4 per cento dei campioni è<br />
risultato non a norma. Le più comuni violazioni<br />
sono la sofisticazione, l’uso di conservanti non<br />
autorizzati, residui di pesticidi non autorizzati od<br />
oltre il limite, e composizione non conforme alla<br />
legge o a quello scritto in etichetta.<br />
www.feder.bio<br />
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