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ALIMENTAZIONE<br />
scendere la temperatura a 35 gradi.<br />
Proseguire con quella abitudine porta a<br />
desincronizzare il nostro orologio biologico.<br />
E nel tempo si può andare incontro a<br />
pericolose malattie come il diabete. Mai<br />
come in questo caso la saggezza popolare<br />
ha coniato un detto che la scienza della<br />
nutrizione sottoscrive: «Una colazione<br />
da re, un pranzo da principe, e una cena<br />
da povero». Insomma, se si vuole stare in<br />
forma, il pasto principale dovrebbe essere<br />
la colazione.<br />
Per un corpo che funziona come un<br />
orologio è poi fondamentale mantenere il<br />
più possibile lo stesso orario dei pasti. Gli<br />
studi effettuati hanno dimostrato che chi<br />
non lo rispetta accumula più facilmente<br />
peso. Peggio poi se ci si lascia andare a<br />
spuntini notturni.<br />
Uno degli aspetti più affascinanti applicati<br />
alla cronobiologia riguarda, poi, i sapori. Noi<br />
siamo in grado di percepirne cinque: salato,<br />
aspro, dolce, amaro e umami. Quest’ultimo<br />
è identificato come «saporito», richiama<br />
il sapore della carne ed è dovuto al<br />
glutammato monosodico. Anche gli aspetti<br />
gustativi avrebbero però una ritmicità<br />
bilogica. Ci sono momenti in cui i nostri<br />
recettori sono al massimo e altri al minimo.<br />
Se, insomma, un dessert una volta ci pare<br />
poco dolce o un vino troppo acido, non<br />
è colpa dello chef o del sommelier che<br />
ci ha consigliato male. Può essere colpa<br />
dell’orologio biologico che in quella fase<br />
della giornata non è ben sincronizzato. G<br />
GUSTO<br />
O SAPORE?<br />
Spesso descriviamo il<br />
cibo in termini di gusto.<br />
In realtà dovremmo<br />
parlare di sapore o<br />
comunque di interazione<br />
tra le due percezioni. Il<br />
gusto è semplicemente<br />
dovuto alla sensibilità<br />
delle papille (cellule) che<br />
si trovano sulla lingua e<br />
sul retrobocca ad acido,<br />
amaro, aspro, dolce e<br />
umami (saporito). Il<br />
sapore, invece, dipende<br />
in gran parte dall’olfatto<br />
retronasale, come ci<br />
insegna la nuova scienza<br />
della neurogastronomia.<br />
Quando mastichiamo e<br />
deglutiamo un alimento,<br />
espiriamo. Quello sbuffo<br />
permette di percepire le<br />
molecole, che possono<br />
essere migliaia, rilasciate<br />
dalla masticazione<br />
del cibo. Non tutte le<br />
molecole sono però<br />
determinanti. Il caffè, per<br />
esempio, ne ha circa 700,<br />
ma solo un paio sono<br />
quelle fondamentali per<br />
il profumo. Per avere una<br />
riprova della differenza<br />
tra gusto e sapore basta<br />
mettere in bocca una<br />
caramella alla menta e<br />
tapparsi il naso. Si sente<br />
il gusto (dolce) ma non<br />
si percepisce il sapore (la<br />
menta).<br />
MANGIARE<br />
SEGUENDO<br />
IL RITMO<br />
DI LUCE<br />
E BUIO<br />
Ogni mese vengono<br />
pubblicati circa<br />
500 articoli sulla<br />
cronobiologia. Si tratta di<br />
una nuova scienza, una<br />
branca della medicina<br />
che studia come la<br />
variabile tempo possa<br />
influire sulle nostre<br />
funzioni vitali, che<br />
seguono tutte un ritmo.<br />
Declinata in chiave<br />
alimentare, prende il<br />
nome di crononutrizione.<br />
Sembra che a descrivere<br />
il primo ritmo biologico<br />
in natura sia stato<br />
Androstene di Taso, un<br />
medico macedone al<br />
seguito di Alessandro<br />
Magno. Durante una<br />
lunga spedizione in<br />
India notò che le foglie<br />
dell’albero di tamarindo<br />
si aprono e si chiudono<br />
con la luce del sole. In<br />
Italia uno dei maggiori<br />
esperti di cronobiologia<br />
è oggi Roberto<br />
Manfredini, professore<br />
ordinario di medicina<br />
interna e direttore della<br />
clinica San’Anna di<br />
Ferrara.<br />
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