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Land Rover ONELIFE 36 - IT

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UN MONDO DI AVVENTURE<br />

Le spedizioni a cui hanno partecipato le prime Series<br />

<strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> e i primi Defender potevano anche essere<br />

state ispirate dalla ricerca scientifica, ma nei decenni sono<br />

stati soprattutto lo spirito dell’avventura, il coraggio e la<br />

resistenza – la volontà di provare, semplicemente, che una<br />

cosa poteva essere fatta – ad avere spinto nuove<br />

generazioni di esploratori a superare i limiti e a<br />

raggiungere notevoli traguardi.<br />

In piedi attorno a un falò, nel territorio innevato del<br />

castello di Eastnor, vicino Ledbury, abbiamo la grande<br />

opportunità di parlare con un gruppo selezionato di<br />

persone che conosce lo spirito d’avventura più di tanti altri:<br />

Iain Chapman, partecipante e Managing Director del<br />

Camel Trophy per un decennio, Simon Day e Niki Davies,<br />

ovvero le menti dietro al suo successore, il G4, e Phil<br />

Jones, istruttore senior per <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> Experience. Sono<br />

venuti qui a Eastnor per ricongiungersi alle auto che hanno<br />

imparato ad amare e a considerare come partner di fiducia<br />

nel corso degli anni.<br />

Iain Chapman è uno scozzese forte e di poche parole,<br />

un ex militare e sommozzatore ampiamente conosciuto per<br />

essere uno degli expedition leader di maggiore esperienza<br />

al mondo. Comprensibilmente è orgoglioso ancora oggi<br />

del fatto che il Camel Trophy sia considerato da molti<br />

come l’evento-avventura su ruote per eccellenza.<br />

“Il percorso che avevo ereditato prevedeva un’avventura<br />

da 1.000 miglia, ma poco dopo iniziammo a fare tragitti di<br />

1.600 miglia”, dice sporgendosi dal finestrino dell’ormai<br />

iconica Sandglow Discovery 1 (mantenuta al suo aspetto<br />

originale con le decalcomanie gialle e nere del Camel<br />

Trophy), un'auto che, per molti, è diventata sinonimo della<br />

gara stessa. “Le macchine erano all’altezza del percorso, i<br />

concorrenti l’amavano e la stampa ne andava pazza.<br />

L’avventura divenne la norma”.<br />

Il Camel Trophy, lanciato nel 1980 con l’attraversamento<br />

da parte di tre team tedeschi della nota Transamazonica<br />

Highway, sarebbe diventato famoso come “le olimpiadi<br />

dei 4x4”. Era una gara che premiava il lavoro di squadra e<br />

la resistenza e che portava i suoi partecipanti in alcuni dei<br />

luoghi più inospitali del mondo. La sfida era spingere sia le<br />

capacità umane che quelle automobilistiche oltre i limiti.<br />

Non sorprende dunque che <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> vi vide dei valori in<br />

comune e decise di sponsorizzare l’evento del 1981.<br />

A Chapman venne chiesto di prendere in carica la<br />

gestione della gara nel 1987 e rimase a sovraintenderla<br />

per più di dieci anni. In quasi tutti i Paesi che ha visitato per<br />

arrangiare gli eventi, ha sfruttato i canali militari, per i quali<br />

il suo passato gli fu prezioso.<br />

Qui sopra: un’immagine<br />

del Camel Trophy<br />

indicativa del perché<br />

l’evento è passato alla<br />

storia come l’avventura su<br />

quattro ruote più<br />

emozionante di tutte.<br />

Sopra, a destra: L’Event<br />

Director del G4 Niki<br />

Davies, il Direttore delle<br />

gare e della logistica del<br />

G4 Simon Day e<br />

l’istruttore senior per<br />

<strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> Experience<br />

Phil Jones sono tutti stati<br />

ampiamente coinvolti<br />

negli eventi del <strong>Land</strong><br />

<strong>Rover</strong> G4 Challenge del<br />

2003 e del 2006<br />

“I contatti sono anche stati creati tramite i canali diplomatici,<br />

spesso a livello di Primo Ministro”, ricorda. “E se non avevano<br />

riscontro, il contatto successivo tendeva ad essere il<br />

generale militare a capo della regione in questione.<br />

Alcuni di quei tipi facevano proprio paura!”.<br />

IL GIUSTO MEZZO<br />

Nel 1990, il Camel Trophy raggiunse la Siberia, un evento<br />

rivoluzionario reso possibile con la gestione di Chapman,<br />

non ultimo sfruttando i suoi contatti militari. E non solo.<br />

L’anno della Glasnost e della Perestroika vide anche<br />

l’introduzione di un nuovo veicolo: <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> Discovery.<br />

Discovery utilizzò l’esperienza Range <strong>Rover</strong> per diventare<br />

un veicolo fuoristrada estremamente abile. Il Camel Trophy<br />

le diede il maggiore palcoscenico mondiale possibile per<br />

dare prova delle sue credenziali.<br />

E lo fece da subito: arrivando nella remota città siberiana<br />

di Irkutsk dopo un viaggio di più di 1.600 chilometri fra le<br />

vaste distese innevate della durissima tundra russa, Chapman<br />

e la sua squadra si sedettero solo per una riunione prima di<br />

volare a casa. Gli ingegneri riportarono che soltanto il 2%<br />

delle parti di ricambio del veicolo erano state necessarie; il<br />

restante 98% di loro era rimasto intatto, ancora incellofanato<br />

come quando fu consegnato dalla fabbrica.<br />

E così, dal 1990 in poi, le Discovery avrebbero svolto<br />

un ruolo centrale in ciascuna edizione del Camel Trophy,<br />

ad eccezione dell’ultima, quella del 1998 a cui partecipò<br />

la Freelander.<br />

UNA DURA SFIDA<br />

Un decennio più tardi il Camel Trophy, dopo un enorme<br />

successo, venne interrotto. Tuttavia <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> riempì<br />

velocemente questo vuoto creando il <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> G4<br />

Challenge nel 2003. La prima edizione, a cui parteciparono<br />

16 diverse nazioni, durò più di 28 giorni e si tenne in luoghi<br />

come gli USA, il Sud Africa e l’Australia. Il vincitore, il tenace<br />

pilota belga Rudi Thoelen, negoziò per rinunciare alla nuovissima<br />

Range <strong>Rover</strong> messa in palio in cambio di due Defender.<br />

Il <strong>Land</strong> <strong>Rover</strong> G4 Challenge venne gestito con cura, in<br />

modo da includere un percorso fuoristrada particolarmente<br />

difficile, ma con il minimo impatto ambientale. Inoltre,<br />

prevedeva sport outdoor tanto quanto la guida fuoristrada.<br />

Nella neve di Eastnor, in piedi di fronte alle Discovery<br />

originali color “Tangiers Orange” del G4, l’ex Direttore<br />

delle gare e della logistica Simon Day spiega: “Un<br />

evento-avventura con un unico sponsor doveva vedersela<br />

con varie gare multi-sponsor. Per farcela avrebbe dovuto<br />

avere un fascino e un look unico, e sarebbe dovuto<br />

FOTOGRAFIA: GETTY IMAGES<br />

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