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La Toscana Nuova novembre 2019

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A cura di<br />

<strong>La</strong>ura Belli<br />

Speciale<br />

Pistoia<br />

Il Giardino volante di Pistoia<br />

Un tempo orto monastico, è oggi un esempio di recupero e<br />

valorizzazione del patrimonio verde della città<br />

di <strong>La</strong>ura Belli / foto courtesy Fondazione CRPT<br />

Un giorno per bene è il titolo di<br />

due giornate che a settembre<br />

il Touring Club ha dedicato a<br />

26 città su tutto il territorio nazionale<br />

per far conoscere, in modo corretto<br />

e informato, i loro beni culturali da<br />

riscoprire, tutelare e valorizzare. Pistoia<br />

ha aderito all’iniziativa proponendo<br />

all’attenzione della comunità cittadina<br />

e nazionale un tema originale che<br />

la caratterizza: gli orti monastici. Risulta<br />

da un censimento del 1733 che Pistoia<br />

era una cittadina di 8690 abitanti,<br />

dei quali 420 erano sacerdoti e chierici,<br />

452 monache, 107 oblate e 137<br />

monaci, per un totale di 1116 religiosi.<br />

Si può quindi facilmente capire come<br />

la città fosse ricca di monasteri e<br />

orti monastici ed è proprio su questi<br />

vasti terreni, tuttora esistenti dietro alle<br />

alte mura all’interno dell’ultima delle<br />

sue tre cinte murarie, che Pistoia ha<br />

voluto attrarre l’attenzione dei cittadini<br />

guidandoli all’interno di chiostri e terreni<br />

normalmente di difficile accesso.<br />

Ampi spazi verdi degni di essere conosciuti<br />

per essere non solo ammirati<br />

ma anche protetti come una ricchezza<br />

urbanistica veramente unica da custodire<br />

e restaurare per offrire nuove opportunità<br />

di fruizione. Sono stati scelti<br />

cinque luoghi: l’orto conventuale con il<br />

chiostro di San Domenico, il chiostro<br />

della chiesa di San Francesco e la piazza<br />

antistante che un tempo era terreno<br />

del convento, l’ex orto conventuale di<br />

Santa Maria del Carmine, l’ex convento<br />

agostiniano di San Lorenzo con il suo<br />

chiostro e i grandi spazi sul retro della<br />

chiesa e il grande orto monastico di<br />

San Bartolomeo. C’è stata un’alta partecipazione<br />

e prezioso è stato l’aiuto<br />

dell’associazione di volontariato culturale<br />

Pistoia città di tutti che, con il Touring<br />

e altre associazioni di volontariato<br />

culturale e ambientale, ha reso possibile<br />

questo originale evento. I pistoiesi<br />

hanno potuto così riflettere sullo stretto<br />

legame che esiste fra gli orti monastici<br />

e lo sviluppo, a partire dalla metà<br />

dell’800, della fiorente industria vivaistica<br />

per cui Pistoia è conosciuta nel<br />

mondo. Questo verde patrimonio non<br />

è ancora adeguatamente valorizzato ma<br />

un interessante esperimento di riconversione<br />

a giardino pubblico dedicato ai<br />

bambini si è avuto nel 2015 con l’orto<br />

della chiesa di Santa Maria del Carmine.<br />

Nel 1803 il convento dei Carmelitani,<br />

così come molti altri conventi, era stato<br />

soppresso in virtù degli editti napoleonici<br />

e da allora era stato adibito a usi ci-<br />

vili e lo spazio verde venduto a privati<br />

che lo trasformarono in vivaio. Cessata<br />

l’attività del vivaio, parte del terreno<br />

rimase incolta e parte fu data come<br />

spazio all’aperto a un asilo comunale<br />

che nel frattempo era stato costruito.<br />

Questa parte è stata riqualificata sotto<br />

la guida della storica dell’arte Stefania<br />

Gori e su progetto degli architetti <strong>La</strong>po<br />

Ruffini e Angela Magnolfi ed è nato un<br />

nuovo giardino ribattezzato Giardino<br />

volante rimasto in dotazione all’asilo<br />

e aperto al pubblico nelle ore in cui la<br />

scuola è chiusa. Tutto il patrimonio arboreo<br />

è stato riqualificato e sono state<br />

inserite strutture-gioco di notevole<br />

pregio progettate da designer come<br />

Luigi Mainolfi, sua è la collina - scivolo,<br />

mentre all’Atelier Mendini si deve la<br />

Pagoda. Gianni Ruffi, scultore e poeta<br />

visivo, è l’ideatore di Pistoia a Dondolo,<br />

del Tappeto volante e delle Altalene<br />

a forma di lettere che compongono<br />

la parola “arte”. E’ un parco giochi ma<br />

al tempo stesso un esempio di vera e<br />

propria arte ambientale alla cui manutenzione,<br />

insieme al Comune di Pistoia,<br />

partecipano la Cassa di Risparmio e<br />

la Giorgio Tesi Group.<br />

www.ilgiardinovolante.it<br />

In primo piano, il Tappeto volante di Gianni Ruffi e sullo sfondo la<br />

collina - scivolo di Luigi Mainolfi<br />

Uno scorcio del giardino con la Pagoda dell'Atelier Mendini<br />

GIARDINO VOLANTE<br />

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