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PJ Gustafsson,<br />
Death Label ’til I die.<br />
Ci conosciamo già dopo un paio di chiacchiere<br />
e di una precedente intervista che ho<br />
fatto con te per <strong>Sequence</strong> qualche tempo fa,<br />
quindi so già alcune cose su di te. I tuoi figli<br />
ti considerano ancora un rad dad? Haha... lo<br />
spero. Immagino che lo pensino da quando faccio<br />
del mio meglio per passare il più tempo possibile<br />
con loro, mostrare loro quanto li amo e fare molte<br />
cose divertenti e interessanti con loro. Non mi<br />
importa se pensano che io sia davvero stiloso. Voglio<br />
solo che sappiano e sentano quanto li amo e<br />
li sostengo. È tutto quello che conta davvero nel<br />
lungo periodo.<br />
PJ Gustafsson è uno degli ultimi punk puristi nello snowboard.<br />
Fedele alle sue radici, vede ancora lo snowboard come uno stile di vita<br />
e non come uno sport. Nel 2007 ha lasciato il suo sponsor per sentirsi<br />
libero di esprimersi, e ha improvvisamente incrociato la strada con<br />
una core company giapponese chiamata Death Label, che più di dieci<br />
anni dopo considera ancora come la sua famiglia e l’aiuta a crescere<br />
al di fuori della terra del Sol Levante. È anche un designer, un imprenditore<br />
e, ultimo ma non meno importante, un rad dad<br />
Quindi facciamola corta ed entriamo nel mondo di PJ Gustafsson.<br />
TEXT<br />
Matteo Rossato<br />
PHOTOS<br />
L.Eberhardt<br />
Yuya Take<br />
Ciao Pj, come stai? Come sono state le tue<br />
vacanze di Natale nel tuop chalet a Sälen?<br />
Tutto bene qui. Sono stato qui nella mia cabin con<br />
la mia fidanzata e i nostri tre figli per 10 giorni ed<br />
è stato davvero bello girare in tavola ogni giorno,<br />
divertirsi, giocare e guardare cartoni animati con<br />
tutta la mia famiglia durante le vacanze.<br />
Come riesci a dividerti tra le tue numerose<br />
attività lavorative con la tua società di skateboard<br />
(Kaleidoscope Skateboard Co), lo<br />
snowboard professionale e la famiglia? Dato<br />
che tutto ciò che faccio per vivere c’entra con lo<br />
snowboard o lo skateboard in un modo o nell’altro,<br />
e tutta la mia famiglia ama lo snowboard e lo<br />
skateboard, provo a coinvolgerli il più possibile. E<br />
quando il tuo lavoro è anche la tua passione, non<br />
è mai davvero “lavoro” nel senso che sarebbe per<br />
qualcuno con un vero lavoro normale dalle 9 alle<br />
5. La vita familiare con tre bambini piccoli (3, 7 e<br />
9) ha bisogno di molta pianificazione e struttura<br />
in generale, ma è qualcosa che impari, immagino.<br />
Sono tutt’altro che bravo a farlo, ma credo che sto<br />
migliorando. Stiamo cercando di farlo funzionare<br />
come una vera famiglia e fortunatamente ho una<br />
donna meravigliosa che è sempre al mio fianco al<br />
100% e mi aiuta con tutto, dalle piccole alle grandi<br />
cose. Lei è fantastica e probabilmente non sarei in<br />
grado di vivere la mia vita come faccio oggi se non<br />
fosse per lei. Anche i miei genitori sono sempre<br />
stati di grande supporto e ci aiutano molto con i<br />
bambini quando ho bisogno di andare in snowboard<br />
e così via. Grazie mamma e papà!<br />
Parliamo di PJ e Death Label. Come sei entrato<br />
in contatto con un’azienda giapponese?<br />
Alla fine del 2007 ho lasciato DC, il mio sponsor di<br />
lunga data perché volevo solo concentrarmi sullo<br />
snowboard nel modo in cui volevo, vestirmi e raidare<br />
come volevo senza che nessuno mi dicesse<br />
come farlo. Volevo davvero girare per un’azienda<br />
che avesse un’immagine che corrispondesse alla<br />
mia. Alla fine di marzo 2008 ho trovato il sito web<br />
di Death Label dopo aver sentito parlare di questa<br />
company da parte di un vecchio amico e rider<br />
svedese di Allian. Solo il nome Death Label mi ha<br />
davvero interessato al loro marchio e quando ho<br />
visto la grafica sulle tavole e l’intera immagine<br />
del brand mi ha gasato tantissimo. Ho scritto una<br />
28°