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INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />
Scordamaglia:<br />
la collaborazione è una cura<br />
per il Covid<br />
Filiera Italia, nata nel 2017 per mettere d’accordo le forze che, a vario titolo,<br />
contribuiscono al nostro agroalimentare, è un sistema che ha saputo fare fronte<br />
all’emergenza Coronavirus senza mai smettere di operare e adesso è pronto<br />
alle nuove sfide della ripartenza.<br />
Filiera Italia è una grande e ottima<br />
idea. Nata nel 2017, la fondazione<br />
parte, come tutti sanno, da un’idea<br />
tanto semplice quando difficile da<br />
applicare: mettere d’accordo le forze<br />
che, a vario titolo, contribuiscono al<br />
nostro agroalimentare per ottenere<br />
benefici condivisi in termini di qualità,<br />
contratti, condizioni di lavoro, prezzi intermedi<br />
e finali. Così oggi i circa 80 soci<br />
spaziano dall’agricoltura, rappresentata<br />
da sempre da Coldiretti, all’industria,<br />
ai servizi, per arrivare alla distribuzione.<br />
Il sistema, che rappresenta oltre 50<br />
miliardi di fatturato, è in continua evoluzione.<br />
È un sistema che ha saputo<br />
fare fronte all’emergenza Coronavirus<br />
senza mai smettere di operare<br />
e adesso è pronto alle nuove sfide<br />
della ripartenza. Ne parliamo con<br />
Luigi Scordamaglia, Consigliere<br />
Delegato di Filiera Italia e AD di<br />
Inalca.<br />
Come emerso nel corso del webinar<br />
organizzato da MSD<br />
Animal Health,<br />
la filiera agroalimentare<br />
ha<br />
tenuto bene in<br />
questo periodo<br />
a testimonianza<br />
della solidità di<br />
un settore-chiave dell’economia. Inevitabilmente,<br />
però, anche questo comparto<br />
ha risentito della situazione.<br />
Cosa è accaduto negli ultimi mesi?<br />
Durante il Covid, come detto in occasione<br />
degli Stati Generali dell’Economia al Presidente<br />
del Consiglio, Giuseppe Conte, la<br />
nostra filiera ha continuato a operare. Se<br />
questa è la buona notizia, ciò non vuole dire<br />
che non ci sia stata sofferenza, una sofferenza<br />
la cui causa prima è la serrata di<br />
due mesi del mondo Horeca-foodservice,<br />
il quale rappresenta un terzo dei consumi<br />
alimentari italiani. Questo ha determinato<br />
un concomitante crollo dei fatturati delle<br />
aziende food, che hanno perso,<br />
appunto, il 30% circa in media,<br />
con incidenze molto significative<br />
sul vino di eccellenza, i<br />
formaggi premium, i salumi<br />
di qualità. La fascia alta delle<br />
specialità alimentari è stata<br />
anche quella maggiormente<br />
investita dalla flessione delle<br />
esportazioni, in calo per la prima<br />
volta nell’ultimo decennio. Il<br />
retail non ha potuto<br />
compensare<br />
tutto questo,<br />
nonostante un<br />
sostanzioso<br />
aumento<br />
delle vendite<br />
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