blobmagazine_settembre_ottobre2020
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arte e cultura
A cura di:
Maria
Elefante
Street Art
Il capolavoro è dietro l’angolo
A
fine luglio noi donne di
BLOB eravamo in tour a
Napoli per lavoro e mentre
da Piazza Plebiscito volgevamo verso
il lungomare, ci siamo imbattute in
una scritta sul basolato: “ASPETTA-
MI QUI” (1). E lungo il nostro percorso
ne abbiamo trovate molte altre, di
queste scritte. Così ci siamo chieste
se fossero opera di writers autorizzati,
con un significato, oppure no.
Street art o opera vandalica? Il
confine è molto sottile e non poco
discusso. L’istinto di molti giovani
artisti a cimentarsi in questa meravigliosa
e affascinante arte di
strada trova diverse motivazioni,
dalla protesta alla semplice forma
di espressione libera, autonoma e
spontanea. Il vantaggio? Sicuramente
avere un pubblico enorme di
visitatori, per niente paragonabile ad
una tradizionale esposizione in una
galleria e, cosa forse più importante,
instaurare una connessione diretta
tra l’artista e la città, senza alcun
limite o costrizione. E così si viene
notati e apprezzati e la propria arte
diviene spunto di riflessione per chi
ne gode, o viceversa, la subisce.
Dal graffito, alle bombolette spray e
agli stencil, le città di tutto il mondo
portano il segno della street art che è
esplosa intorno al 2000, soprattutto
grazie all’artista inglese Banksy. Se
vogliamo soffermarci a Napoli, gli
artisti di strada hanno sempre amato
la città e spesso hanno lasciato un
segno del loro passaggio. Forse,
alcune delle migliori opere d’arte
2
sono proprio quelle per le strade: dalla
“Madonna con una pistola”(2) proprio
di Banksy, al murales iper-realistico
“Gennaro” (3), a Forcella, di Jorit
Agoch; dal murales gigante (4) sul
muro dell’ex Ospedale Psichiatrico Je
so’ Pazzo - ora centro sociale- di Blu,
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