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politica in pillole

L’Italia del sì

A cura di:

Ciro

Esposito

L’

Italia ha votato sì. In

percentuali bulgare,

ha votato sì. Si temeva

per l’affluenza, per una riforma

semplice nella proposta e facile

nell’apprendimento. Il taglio dei

parlamentari è stato il quesito.

Non la riduzione dei privilegi della

casta, ma il taglio dei parlamentari.

E ha vinto il sì.

Ebbene, se solo si andasse in giro

a chiedere il perché del voto sul

sì, le persone comuni risponderebbero

che finalmente “mangiano di

meno”, “ci saranno meno persone

e quindi meno privilegi”, “sperpereranno

meno soldi”. Eppure il

quesito referendario non parlava

di abolizione della casta, oppure

di taglio degli stipendi.

Parlava di tagliare un po’ di casta,

ma sempre la casta resta.

Di meno? Sicuro. Ma pur sempre

casta.

Non parlava affatto di un tangibile

risparmio, eppure hanno basato

la propaganda su questo, perché

la comunicazione vince sempre.

Non ne parlava perché risparmio

effettivo non c’è.

Un euro e trenta l’anno non toglie

la sete a nessun cittadino. Perché

questo euro e trenta va spalmato

su 365 giorni l’anno, quando non è

bisestile, e non restano neanche i

centesimi in mano alle persone.

E quindi, quale è stata l’effettiva

ragione del taglio dei parlamentari?

Uno più uno, in matematica, fa

sempre due. Sempre.

In politica no.

Quando si parla della materia “politica”

bisogna fare molta attenzione,

perché spesso si nascondono

tranelli nei quesiti stessi, ma

soprattutto nelle argomentazioni.

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