25.12.2020 Views

James Bruce - Quaderno 10 - dicembre 2020

Uno dei protagonisti delle grandi scoperte nelle antiche provincie romane del nord d’Africa fu James Bruce, nativo di Kinnaird, viaggiatore e scopritore scozzese, famoso per aver trovato le sorgenti del Nilo Azzurro e per aver riportato in Europa alcune copie manoscritte in lingua etiopica del perduto testo apocrifo del Libro di Enoch. Giunse in Algeria come console britannico nel 1763 dopo aver trascorso diversi mesi a studiare il mondo classico in Italia. Agli inizi di quell’anno visitò le antiche rovine di Paestum per controllare alcuni disegni che dovevano far parte di una pubblicazione mai compiuta, il cui risultato, riconosciuto in un volume di successo pubblicato a Londra da un altro autore, alimentò le riflessioni degli eruditi ispirando le successive opere di architetti ed artisti.

Uno dei protagonisti delle grandi scoperte nelle antiche provincie romane del nord d’Africa fu James Bruce, nativo di Kinnaird, viaggiatore e scopritore scozzese, famoso per aver trovato le sorgenti del Nilo Azzurro e per aver riportato in Europa alcune copie manoscritte in lingua etiopica del perduto testo apocrifo del Libro di Enoch. Giunse in Algeria come console britannico nel 1763 dopo aver trascorso diversi mesi a studiare il mondo classico in Italia. Agli inizi di quell’anno visitò le antiche rovine di Paestum per controllare alcuni disegni che dovevano far parte di una pubblicazione mai compiuta, il cui risultato, riconosciuto in un volume di successo pubblicato a Londra da un altro autore, alimentò le riflessioni degli eruditi ispirando le successive opere di architetti ed artisti.

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Alcune vedute delle 25 tavole, tutte firmate da Major<br />

come autore delle incisioni, che tra l'altro “non aveva<br />

mai messo piede a Paestum”, sono molto simili ai<br />

disegni di <strong>Bruce</strong> riprendendone i punti di vista e le<br />

stesse linee prospettiche, differenziandosi soltanto in<br />

alcuni elementi del paesaggio e delle figure abilmente<br />

sostituite presenti all'intorno (fig. 8).<br />

Queste tavole, che apparentemente costituiscono la<br />

struttura principale dell'opera, sono integrate dalle<br />

vedute di Joli dipinte per Sir Gray; dai rilievi (piante,<br />

sezioni e prospetti) forniti dall'architetto Jacques Germain<br />

Soufflot che aveva visitato Paestum insieme a<br />

Dumond ed assistito Major nella realizzazione di questa<br />

opera, e da alcune vedute del pittore napoletano<br />

Gaetano Magri realizzate quasi certamente per il<br />

conte Felice Gazzola, un ufficiale dell'esercito<br />

borbonico che aveva promosso la valorizzazione di<br />

Paestum, presumibilmente l'ufficiale spagnolo del<br />

soggiorno fiorentino a cui si riferisce il biografo.<br />

Dal frontespizio sembra che Major sia l'autore<br />

dell'opera, tuttavia nella prefazione attribuisce esplicitamente<br />

la nascita dell'iniziativa ad “un gentiluomo<br />

inglese … che a Napoli si era procurato diversi bei<br />

disegni di questi templi”. Nei ringraziamenti conclusivi<br />

si rammarica “dell'ingiunzione a cui fu sottoposto<br />

per non pubblicare i nomi di chi aveva contribuito<br />

alla realizzazione del volume”, riconoscendosi<br />

obbligato nei confronti di questi autori, ponendo così<br />

molte domande di attribuzione che non sono mai<br />

state completamente risolte. Tuttavia per la particolare<br />

raffinatezza di esecuzione, realizzati a matita e<br />

all'acquerello da una mano esperta, questi disegni<br />

sono stati attributi da alcuni studiosi proprio a Gaetano<br />

Magri che probabilmente aveva venduto numerose<br />

copie di queste vedute a persone diverse.<br />

Gli originali (fig. 9÷18) e il quaderno di appunti<br />

dell'esploratore scozzese contenente la descrizione<br />

dei templi di Paestum sono conservati presso lo Yale<br />

Center for British Art di New Hawen, che custodisce<br />

la più grande e completa collezione di arte britannica<br />

fuori dal Regno Unito. Tra questi documenti è assente<br />

la rappresentazione grafica della cinta muraria,<br />

malgrado sia elencata dal biografo tra le operazioni<br />

di rilievo eseguite sul luogo da Lord <strong>Bruce</strong>.<br />

8<br />

Fig. 8. Thomas Major (1720-1799)<br />

Tavola 14 - Vista da sud del tempio esastilo periptero<br />

da “The Ruins of Paestum”, 1768<br />

Royal Collection Trust, Londra<br />

7<br />

6<br />

Fig. 7. Luigi Balugani (1737-1770)<br />

Il tempio di Cerere a Paestum, 1765-1770<br />

Acquerello (39,4 x 31,9 cm)<br />

Collezione privata, Londra

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!