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TUTTOBALLO20 MARZO - EnjoyArt 2021

Carissimi amici e lettori di Tuttoballo20, eccoci per il nostro atteso appuntamento mensile che, stavolta, è stato più atteso che mai! Paura che saltasse? Assolutamente no; abbiamo atteso qualche giorno in più perché, come sapete, il mese iniziava con un evento importante per gli amici della musica e del bel canto: il Festival di San Remo, su cui, da buoni osservatori (si spera!), abbiamo voluto scrivere … ecco svelato il motivo del nostro ritardo. Ma, come sempre, vogliamo stupirvi, anche in questo numero, con novità ed articoli originali, che spaziano da spezzoni di storia di alcuni generi di ballo, ad altre forme di arte ed artigianato, molto apprezzate ultimamente, come l’Arte della ceramica e la testimonianza di chi ha fatto di questa passione un vero e proprio lavoro, ad interviste a giovani componenti di band musicali che, con entusiasmo e sacrificio, stanno cercando di realizzare i propri sogni, ad alcune considerazioni sul Festival di San Remo, ai consigli mensili sul make up, al responso delle stelle del nostro amico Jupiter … per i più “ansiosi” e curiosi, alla seconda parte del racconto “Chiuso lunedì” del nostro amico Alberto Ventimiglia, alla musicoterapia e poi, e poi … tante altre sorprese che dovrete scoprire sfogliando la nostra Rivista. Allora uno, due, tre, via …TuttoBallo20, la Rivista amica che ti informa e ti tiene in forma!

Carissimi amici e lettori di Tuttoballo20, eccoci per il nostro atteso appuntamento mensile che, stavolta, è stato più atteso che mai! Paura che saltasse? Assolutamente no; abbiamo atteso qualche giorno in più perché, come sapete, il mese iniziava con un evento importante per gli amici della musica e del bel canto: il Festival di San Remo, su cui, da buoni osservatori (si spera!), abbiamo voluto scrivere … ecco svelato il motivo del nostro ritardo.
Ma, come sempre, vogliamo stupirvi, anche in questo numero, con novità ed articoli originali, che spaziano da spezzoni di storia di alcuni generi di ballo, ad altre forme di arte ed artigianato, molto apprezzate ultimamente, come l’Arte della ceramica e la testimonianza di chi ha fatto di questa passione un vero e proprio lavoro, ad interviste a giovani componenti di band musicali che, con entusiasmo e sacrificio, stanno cercando di realizzare i propri sogni, ad alcune considerazioni sul Festival di San Remo, ai consigli mensili sul make up, al responso delle stelle del nostro amico Jupiter … per i più “ansiosi” e curiosi, alla seconda parte del racconto “Chiuso lunedì” del nostro amico Alberto Ventimiglia, alla musicoterapia e poi, e poi … tante altre sorprese che dovrete scoprire sfogliando la nostra Rivista.
Allora uno, due, tre, via …TuttoBallo20, la Rivista amica che ti informa e ti tiene in forma!

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Flavio<br />

Paciscopi


TuttoBallo20 - Marzo <strong>2021</strong><br />

In copertina : Flavio Paciscopi<br />

TuttoBallo20 - Marzo <strong>2021</strong>.<br />

Editore "Stefano Francia" <strong>EnjoyArt</strong><br />

Direttore - Fabrizio Silvestri<br />

Vice direttore - Eugenia Galimi<br />

Segretaria di redazione - Pina delle Site<br />

Redazione - Marina Fabriani Querzè<br />

hanno collaborato: Maria Luisa Bossone, Marco Calogero,<br />

Antonio Desiderio Artist Management, Giovanni Fenu, Mauri<br />

Menga, Sandro Mallamaci, Walter Garibaldi, Giovanni<br />

Battista Gangemi Guerrera, Lara Gatto, Patrizia Mior, Danilo<br />

Piccini, Danilo Pentivolpe,<br />

Foto: Luca Bartolo, Elena Ghini, Cosimo Mirco Magliocca<br />

Photographe Paris, Danilo Piccini, Luca Valletta.<br />

Foto concesse da uffici stampa e/o scaricate dalle pagine<br />

sociale dei protagonisti.<br />

Le immagini e le fotografie qui presentate, nel rispetto del diritto<br />

d’autore, vengono riprodotte per finalità di critica e discussione ai<br />

sensi degli artt. 65 comma 2 e 70 comma 1bis della Lg. 633/1941.<br />

É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti e immagini in qualsiasi forma.<br />

É vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti e immagini non autorizzata espressamente dal<br />

direttore. I collaboratori cedono all'editore i loro elaborati a titolo gratuito.<br />

Testata giornastica non registrata di proprietà: ©ASS: Stefano Francia <strong>EnjoyArt</strong><br />

per contattare la redazione Tuttoballo20@gmail.com<br />

Tinna Hoffmann e Rosalinda Celentano<br />

Rosalinda Celentano e Tinna Hoffmann<br />

continuano a essere inseparabili. La<br />

Celentano e la ballerina danese hanno<br />

creato uno splendido rapporto nello<br />

show di Milly Carlucci che continua<br />

lontano dalle telecamere. Sensibile e<br />

fragile, ma al tempo stesso<br />

incredibilmente forte, Rosalinda ha<br />

conquistato il pubblico con la sua<br />

semplicità. L’amicizia con Tinna, grande<br />

professionista e donna sensibile, le ha<br />

consentito di dare il meglio sulla pista da<br />

ballo, sorprendendo la giuria di Ballando<br />

e i telespettatori.All'interno scoprirete<br />

una Rosalinda Celentano inedita<br />

© F R E E P R E S S O N L I N E r i p r o d u z i o n e r i s e r v a t a - D I R E T T A D A F A B R I Z I O S I L V E S T R I - S E G R E T E R I A D I R E D A Z I O N E P I N A D E L L E S I T E - T U T T O B A L L O 2 0 @ G M A I L . C O M - e d i z i o n e " S t e f a n o F r a n c i a E n j o y A r t "


Giornata Internazionale della danza<br />

29 APRILE <strong>2021</strong><br />

@Mirco Cosimo Magliocca Photographer Paris


E D I T O R I A L E<br />

TuttoBallo20<br />

Cari lettori, siamo giunti al mese di marzo che ci ricorda come, esattamente<br />

un anno fa, la vita di ognuno di noi cambiava completamente.<br />

Nell’arco di un anno molte cose sono successe, dal punto di vista sanitario,<br />

sociale, politico, lavorativo, ma anche artistico e, per i motivi ben noti, l’Arte<br />

ha purtroppo subìto una forte battuta d’arresto, come, d’altronde, molti altri<br />

settori.<br />

Nel nostro piccolo, abbiamo fatto di tutto, e continueremo a farlo, per<br />

mantenere l’Arte viva, vicina a noi, dando voce a chi, coraggiosamente, ha<br />

proposto percorsi alternativi a quelli a cui si era abituati, cercando di<br />

costruire una rete tra ballerini, musicisti, cantanti o, comunque, tra tutti<br />

coloro che si occupassero di Arte. Abbiamo continuato a scrivere delle varie<br />

forme d’Arte, di cosa ha significato in passato l’Arte e di cosa significhi oggi,<br />

sottolineando quanto valore e quanta ricchezza essa sia per noi.<br />

Ed ora, ad un anno esatto dall’inizio di questa “nuova vita”, purtroppo la<br />

situazione rimane critica: i contagi aumentano, gli ospedali sono in<br />

sofferenza, la politica traballa ed il Paese, la gente è confusa … ma una notizia<br />

positiva, che ci dà la forza di andare avanti, nonostante tutto, c’è: finalmente è<br />

arrivato il vaccino, che ci sta dando speranza, e, tra alti e bassi, si è dato il via<br />

alla campagna vaccinale.<br />

Il mondo dell’Arte sta piano piano svegliandosi da un brutto incubo, ne è<br />

stata testimonianza, questo mese, la realizzazione, tra mille precauzioni e<br />

cambi di abitudini, del Festival di Sanremo, e speriamo che questo risveglio<br />

sia sempre più rapido anche per le altre forme d’Arte … il teatro, il cinema,<br />

i concerti, le mostre …<br />

Questo numero, che parla di tante cose, tra cui il Festival, ma anche di forme<br />

d’Arte particolari, come la ceramica, di giovani entusiasti che formano band e<br />

si cimentano nella presentazione di inediti, di ballerini, di make up, di<br />

musicoterapia, di narrativa etc. etc., è dedicata all’entusiasmo, alla voglia di<br />

ricominciare e di rinascere … non a caso marzo è il mese della primavera, e<br />

ci auguriamo che la scienza, con i passi da gigante che ha fatto in un anno<br />

regalandoci i vaccini, nonostante le tante, tantissime difficoltà causate da<br />

interessi politici, economici e princìpi insani, che sono il contrario di ciò che<br />

noi professiamo amando l’Arte, ebbene si, ci auguriamo che quella stessa<br />

scienza regali una nuova primavera al mondo dell’Arte e di tutti coloro che<br />

ad essa si dedicano … Buona lettura!


A U D I Z I O N I<br />

TuttoBallo20<br />

AUDIZIONE<br />

Il Balletto del Sud cerca ballerini/e<br />

con formazione classica e attitudine al movimento moderno.<br />

Il Balletto del Sud indice un’audizione per danzatori professionisti da inserire nell’organico stabile della compagnia.<br />

requisiti richiesti:<br />

Si cerca, con disponibilità, anche immediata, per l’inserimento nel programma lavorativo della compagnia (ripresa di spettacoli del proprio repertorio e preparazione<br />

di nuove produzioni).<br />

1 ballerino con buona tecnica classica e contemporanea<br />

1 ballerino con ottima tecnica classica<br />

2 ballerine con ottima tecnica classica<br />

Come si svolge:<br />

Per partecipare all'audizione è necessario inviare una mail a promozione@ballettodelsud.it contenenente:<br />

Nome<br />

Cognome<br />

Data e luogo di nascita<br />

Città di residenza<br />

Cittadinanza<br />

Età<br />

Altezza<br />

Email<br />

Telefono<br />

La mail deve essere corredata da:<br />

curriculum<br />

2-3 foto a figura intera<br />

1 foto in primo piano<br />

link di un video di estratti di una lezione di danza classica<br />

link di un video di una variazione di danza classica (per le donne con le punte)<br />

link di un video di una variazione di danza contemporanea<br />

La direzione artistica visionerà il materiale e selezionerà i candidati ritenuti idonei che saranno convocati in presenza, presso la sede del Balletto del Sud, in via Biasco<br />

10 a Lecce Italia.<br />

È possibile inviare richiesta di audizione in qualsiasi momento nella modalità sopra descritta.<br />

La graduatoria ha valore di un anno fino a settembre 2022 - con contratti rinnovabili.<br />

Secondo la necessità verranno convocati i danzatori seguendo l'ordine della graduatoria o seguendo le necessità coreografiche.<br />

Se un danzatore è già entrato in precedenti graduatorie e non è stato chiamato deve sostenere nuovamente l'audizione.<br />

Durante l'audizione è possibile essere segnalati per la partecipazione al corso di perfezionamento del Balletto del Sud.<br />

0039 0832 45 35 56<br />

www.ballettodelsud.it<br />

promozione@ballettodelsud.it


A T T U A L I T Á<br />

TuttoBallo20<br />

COSA SI PUÒ FARE ALL’APERTO SENZA PROBLEMI E A COSA BISOGNA INVECE RINUNCIARE?<br />

ECCO I PUNTI PIÙ IMPORTANTI DA CONSIDERARE IN MERITO AL RISCHIO COVID<br />

Le più importanti misure di “distanziamento sociale” in vigore<br />

da qualche tempo hanno permesso di ottenere grandi<br />

risultati e sono del tutto opportune e con un po’ di buon<br />

senso, possono essere attuate facilmente nella vita di tutti i<br />

giorni, ma che dire per alcuni degli sport di resistenza per i<br />

quali mancano raccomandazioni esplicite o le indicazioni sono<br />

solo accennate? È certo che lo sport sia salutare, sicuro e<br />

raccomandato, oggi più che mai. Questo perché il rischio di<br />

infezione in natura è molto più basso rispetto ai locali chiusi.<br />

Ma cosa fare quando si fa sport in coppia o in piccoli gruppi?<br />

Analizziamo le più comuni situazioni.


A T T U A L I T Á<br />

TuttoBallo20<br />

BALLI DI GRUPPO<br />

La distanza di sicurezza di due metri è stata definita per evitare che, quando due<br />

persone stanno l’una di fronte all’altra, vengano infettate da goccioline espulse nel<br />

parlare o tossire. Se invece si voltano le spalle, il rischio di infezione è molto più basso,<br />

anche a un metro di distanza. Quando si danzano i balli di gruppo si possono verificare<br />

diverse situazioni:<br />

• Ballo fianco a fianco: conviene osservare una distanza di almeno un metro e mezzo e<br />

se si parla è meglio non girare sempre la testa verso il proprio compagno.<br />

• Ballo l’uno dietro l’altro: andrebbe praticato per brevi periodi o a una distanza<br />

maggiore, in modo da non respirare l’aria o la nuvola di goccioline della persona di<br />

fronte.<br />

BICICLETTA<br />

Con la bicicletta da corsa la situazione non è del tutto chiara. Da un lato, la regola dei<br />

due metri non ha senso perché, teoricamente, se si sta in fila, nel giro di frazioni di<br />

secondo ci si trova sempre nella nuvola di goccioline del ciclista davanti, anche se si è a<br />

diversi metri di distanza. D’altra parte, le turbolenze del vento e dell’aria riducono il<br />

rischio. Per andare sul sicuro, è certamente consigliabile evitare per il momento di stare<br />

nella scia del vento del compagno (anche se si è solo in due).<br />

• Bicicletta fianco a fianco: in bicicletta l’aria espirata viene immediatamente spinta<br />

all’indietro dal flusso d’aria. Stando quindi sulla stessa linea con una distanza di almeno<br />

un metro l’uno dall’altro non si corre quasi nessun rischio.<br />

• Mountain bike: se possibile, si dovrebbe viaggiare l’uno accanto all’altro, mantenere<br />

una distanza laterale di almeno un metro e parlare rivolti verso avanti e non di lato.<br />

PERCORSO VITA<br />

Il Coronavirus può resistere sugli oggetti per un tempo abbastanza lungo, per cui è<br />

possibile che il ginnasta precedente lo lasci sulle superfici della panca, degli anelli o<br />

della sbarra. Anche se ciò potrebbe teoricamente rendere possibile il contagio, il rischio<br />

è estremamente basso. Se vuoi andare sul sicuro, indossa guanti o una fascia per il<br />

sudore in modo da non doverti asciugare il sudore con le mani (o usa la maglietta se<br />

necessario) e a casa lavati le mani come dopo aver fatto la spesa.<br />

SICUREZZA SÌ, ISTERIA NO<br />

In linea di principio, anche per lo sport vale il principio secondo cui rispettando il<br />

distanziamento sociale, tenendo le distanze e non andando in giro in gruppo, si può<br />

minimizzare il rischio. Non sono necessari:<br />

• Fare danza o ciclismo con la mascherina<br />

• Girare il viso dall’altra parte quando si incrocia un altro corridore a distanza di<br />

sicurezza<br />

• Girare il viso dall’altra parte quando si incrocia un altro ciclista a distanza di sicurezza<br />

rischiando una caduta<br />

Conclusioni: gli sport all’aperto comportano pochi rischi se si seguono alcune regole di<br />

comportamento. O, come dice Nicolas Müller, infettivologo della clinica universitaria di<br />

Zurigo: “Per lo sport è difficile dare indicazioni definitive, ma nei casi e con le<br />

raccomandazioni sopra descritte, la probabilità di infezione è minima o pressoché<br />

inesistente. Il pericolo di infezione aumenta in caso di assembramento, tanto più il contatto<br />

è ravvicinato e tanto più chiuso è il locale in cui ci si trova".<br />

Quindi si può tranquillamente uscire, ne vale la pena! Mantieni le distanze, fai del bene<br />

al tuo corpo e resta in salute!


A T T U A L I T Á<br />

Voglia di<br />

Felicità<br />

di Alessandro Mallamaci<br />

TuttoBallo20<br />

Questo è il desiderio di chi partecipa. Sentirsi<br />

parte di un gruppo che diventa un vero e<br />

proprio generatore di energia positiva.<br />

Ritrovarsi per ricaricarsi. Per rimanere accesi<br />

fino alla prossima ricarica. Contagiarsi per<br />

stimolare la produzione di anticorpi per<br />

combattere il subdolo virus della depressione.<br />

Ma non basta stare insieme o condividere<br />

esperienze, perché si compia questo miracolo è<br />

necessario un elemento fondamentale: la<br />

musica.<br />

È ormai acclarato che la musica ha questo<br />

potere. Si sono scritti fiumi di parole su questo<br />

argomento. Si sono fatti studi e ricerche che lo<br />

hanno dimostrato. La musica è un vaccino<br />

capace di curare la mente. Ma io aggiungo che<br />

la musica oltre alla mente fa bene al cuore<br />

La musica genera energia sotto forma di<br />

emozione e le emozioni sono capaci di<br />

stimolare la memoria<br />

Ritrovarsi e ascoltare musica è come fare una<br />

seduta dallo psicologo che riesce a fare rivivere<br />

momenti passati che sono conservati<br />

gelosamente in qualche cassetto nascosto della<br />

nostra anima. Ma essere felici è una<br />

condizione dell'anima che non è uguale per<br />

tutti.<br />

Molti intendono la felicità come uno stato<br />

strettamente personale che prescinde da quello<br />

che li circonda. Altri sono felici solo se riescono<br />

a condividere con gli altri forti emozioni<br />

È importante quindi che si creino le<br />

condizioni perché tutti siano felici<br />

La musica è in questa ottica uno strumento<br />

universale, valido per tutti, egoisti e non.<br />

Con l'avanzare dell'età è molto probabile che si<br />

diventi sempre più egoisti, per le le ragioni più<br />

svariate, indagate e dimostrate da studi<br />

specifici.<br />

Un gruppo composto per la maggior parte da<br />

over può presentare queste caratteristiche<br />

individuali, che però, grazie alla musica,<br />

risultano essere molto mitigate. Un anziano che<br />

vive solo, con poche occasioni di relazionarsi,<br />

sarà sicuramente meno felice e meno disposto<br />

a condividere con altri qualche attimo di<br />

serenità, sarà più portato a chiudersi in se<br />

stesso. In epoca di terrorismo mediatico questi<br />

aspetti emergono in maniera tangibile.<br />

Solo i più temerari sono disposti a rischiare pur<br />

di essere felici.<br />

Molti affrontano la vita con timore, paura<br />

del nemico invisibile, diffidano di tutto e di<br />

tutti. Ma vale comunque la pena di<br />

rischiare, l'alternativa è la morte<br />

dell'anima.<br />

Lo sanno benissimo i tanti associati praticanti la<br />

social dance, che unisce gli effetti della musica<br />

sullo spirito a quelli del ballo sul corpo.<br />

Disciplina completa dunque, che è stato<br />

possibile continuare a praticare all'aria aperta,<br />

anche durante questo anno buio, potendo<br />

rispettare il distanziamento, con un<br />

monitoraggio continuo del gruppo, garantendo<br />

la sicurezza a tutti, applicando un rigido<br />

protocollo frutto di una accorta analisi del<br />

rischio. La natura benevola lo ha permesso<br />

ininterrottamente soprattutto al sud, in luoghi<br />

dove il clima è mite e l'aria è più pulita. Qui la<br />

vita è continuata a dispetto di quanti pensano<br />

che è meglio salvare il corpo anche a costo di<br />

uccidere l'anima.


A T T U A L I T Á<br />

TuttoBallo20<br />

LARGO AI GIOVANI<br />

Amadeus direttore artistico e conduttore di Sanremo <strong>2021</strong><br />

Un’edizione particolare, senza pubblico, con poltrone vuote, riempite, durante la seconda serata da “palloncini spettatori”, applausi registrati o<br />

provenienti dai soli componenti l’orchestra, scrupolosamente muniti di mascherine, con qualche ospite mancato, come Simona Ventura, in<br />

quanto positiva al Covid o con qualche partecipante alla gara non fisicamente presente sul palco dell’Ariston, come Irama, perché in quarantena<br />

in albergo; ma, nonostante tutto, grande merito ad Amadeus affiancato da Fiorello, simpaticissimo mattatore che ha saputo “reggere”il palco in<br />

questa difficile situazione , con divertentissime gag, come i suoi continui travestimenti che facevano “concorrenza” all’oramai “prevedibile” Achille<br />

Lauro, o ai suoi duetti canori con lo stesso presentatore ed a simpatiche battute.; e poi, per gli appassionati di calcio la presenza di Zlatan<br />

Ibrahimovic …<br />

Cinque serate, dunque, che vedono la presenza di diversi ospiti che, affiancando il presentatore ufficiale, Amadeus, annunciano canzoni e<br />

cantanti. Durante la prima serata, molto significativa, e non scontata, la presenza di Alessia Bonari, l’infermiera che con la foto del proprio<br />

viso stremato dalla fatica e dai segni lasciati dalla mascherina, fece, un anno fa, il giro del web. Perché ci colpisce la sua presenza nel clima<br />

“festoso” di San Remo? Senza dubbio perché non bisogna dimenticare ciò che abbiamo vissuto e ciò che ancora stiamo vivendo ad un<br />

anno di distanza, ma poi perché noi di Tuttoballo20 abbiamo la capacità (e scusate la modestia, ma siamo nati proprio con questo fine …),<br />

forse di andare spesso oltre: l’Arte è sempre presente nella vita dell’uomo, ne celebra momenti felici e momenti difficili; l’Arte è supporto,<br />

è respiro, è Vita … ed ecco, dunque che il viso stremato di Colei che lotta per salvare vite, è presente anche su un palco dove si cerca di<br />

restituire parvenza di normalità alla Vita, festeggiandola con l’Arte …<br />

Un altro momento importante in cui l’Arte continua la propria “missione” di inno alla vita, ci è stato regalato dalla presenza e dalla<br />

bellissima performance di Loredana Bertè … Super Loredana continua a stupirci con i suoi capelli blu ornati da farfalle come simbolo di<br />

gioia, di rinascita … canta alcune sue vecchie cover e ci fa ascoltare un bellissimo inedito “Figlia di…”, che è la sua storia … Loredana è<br />

madre e padre di se stessa, e tutti conosciamo la sua vita; ma, ai suoi piedi, un paio di scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza<br />

alle donne … ebbene si, la musica, la canzone, l’Arte, il palco dell’Ariston lanciano questo messaggio, ma in modo delicato, senza troppi<br />

sproloqui: un messaggio secco e preciso!<br />

Dal punto di vista dell’ascolto, del gradimento delle canzoni, bisogna riconoscere il merito, a chi ha organizzato questo Festival, di aver<br />

scelto canzoni molto belle, piacevoli da ascoltare, alcune bizzarre, accompagnate anche da look originali (si pensi a Max Gazzé), o molto<br />

eleganti, ma comunque piacevoli … come piacevoli sono stati, per noi gli interpreti delle canzoni stesse.<br />

Podio Sanremo <strong>2021</strong>


A T T U A L I T Á<br />

TuttoBallo20<br />

Si è infatti spaziato dal genere “classico” a quello dell’estremo rock …<br />

insomma, un festival per tutti!<br />

Non c’è stata, per via dell’osservanza dei protocolli anti-Covid, la<br />

presenza di ospiti stranieri (a parte Ibrahimovic e Sinisa Mihajlovic che<br />

vivono in Italia), e questo, da una parte ha creato la sensazione di<br />

“velocità” delle esibizioni dei cantanti, interrotte solo dai piacevoli<br />

interventi ed esibizioni di quel gran mattatore di Fiorello, e dall’altra si<br />

è avuta l’impressione “piacevole” della “riappropriazione dell’italianità”<br />

del Festival che, per la prima volta, e per via di forza maggiore, è stato<br />

un Festival tutto italiano, il “vero”Festival della sola canzone italiana!<br />

Molto bello anche il tuffo nel passato, con un ricordo alle varie edizioni<br />

del Festival, ripercorsi grazie alla presenza ed alle cover di Fausto Leali,<br />

Gigliola Cinquetti, Ornella Vanoni, Marcella Bella, Michele Zarrillo,<br />

Paolo Vallesi, Umberto Tozzi, Ornella Vanoni. Abbiamo avuto, quindi,<br />

il piacere, di vedere sul palco dell’Ariston le “eccellenze” italiane:<br />

Matilde De Angelis, Laura Pausini, Elodie, Vittoria Ceretti, Barbara<br />

Palombelli, Giovanna Botteri, Beatrice Venezi, Alberto Tomba e<br />

Federica Pellegrini<br />

Ed è proprio Beatrice Venezi, “Direttore d’orchestra”, che ama definirsi<br />

tale e non “Direttrice” , in quanto il talento non ha sesso, che apre una<br />

polemica infinita e spacca in due il web; scatena l’ira delle femministe<br />

convinte che per anni hanno lottato perché fossero riconosciuti i titoli<br />

al femminile … ed invece l’Artista pensa che ciò che conta sia il talento,<br />

il modo in cui questo viene espresso e non se viene declinato al<br />

maschile o al femminile … un’affermazione controcorrente ma<br />

coraggiosa … dopotutto l’Arte è Arte e basta, senza sesso, colore,<br />

religione …<br />

Un altro momento che ci ha colpiti molto, è stata la presenza di Sinisa<br />

Mihajlovic che, in modo delicato, quasi velato, senza lacrime ma con il<br />

sorriso, ha portato sul palco dell’Ariston la testimonianza di ciò che ha<br />

vissuto e sta vivendo, ma che ha superato con grande forza d’animo,<br />

aiutato dal pensiero di dovercela fare, anche per la sua grande<br />

passione, il calcio, oltre, naturalmente alla famiglia ed agli affetti, ed è<br />

stata molto bella la luce di gioia che traspariva dai suoi occhi quando,<br />

insieme a<br />

Fiorello, Amadeus ed Ibra, ha intonato la canzone dei Nomadi,<br />

“Vagabondo” … ancora una volta testimonianza di come la vita si<br />

“aggrappi” spesso all’Arte!<br />

E poi la presenza di Giovanna Botteri, che porta sul palco la propria<br />

esperienza, vissuta prima di noi, in Cina, di questo nemico insidioso<br />

che non accenna ad andarsene. E’ stata una presenza molto<br />

apprezzata perché accompagnata da una testimonianza non pesante,<br />

ma piena di speranza, anche quando carica di entusiasmo e col<br />

sorriso, annuncia l’esibizione di Bugo.<br />

Se, però dobbiamo fare i conti con l’emozione, possiamo dire che due<br />

sono stati i momenti più toccanti che, nel clima festoso, non ci hanno<br />

fatto dimenticare la quotidianità con le sue difficoltà, soprattutto per<br />

una categoria in sofferenza, quella degli attori teatrali, senza alcuna<br />

ombra di polemica, ma solo con messaggi di tanta, tanta speranza: la<br />

presenza di Antonella Ferrari e Monica Guerritore.<br />

Antonella Ferrari commuove tutti con un monologo sulla sua malattia,<br />

la sclerosi multipla, sale sul palco in abito rosso, con la sua stampella<br />

colorata, ringrazia Amadeus per averle dato la possibilità di esibirsi su<br />

un palco dopo mesi e mesi di immobilità per la sua categoria e, come<br />

sempre, attraverso l’Arte lancia un messaggio: “Io non sono la sclerosi<br />

multipla. Io sono Antonella Ferrari”!<br />

Molto bella è l’esibizione del “quadro”, in omaggio a Penelope, di<br />

Achille Lauro ed Emma Marrone, anticipata dal monologo di Monica<br />

Guerritore, nel ruolo di Penelope. Anche l’attrice, attraverso la sua<br />

esibizione lancia un messaggio importante: il teatro c’è ed è vivo … è<br />

solo “prestato”, una volta l’anno ai cantanti, ma quel palco è del teatro<br />

e degli attori teatrali che devono ritornare!<br />

Importante anche la presenza di un ospite, Donato Grande, campione<br />

di Powerchair football, il calcio in carrozzina, che fa qualche palleggio<br />

con Ibra, ed è testimone di come, per lui, lo sport sia vita, sia gioia, sia<br />

respiro, e la sua grande voglia di tornare a praticarlo …<br />

Vittorie più o meno prevedibili… Tra le nuove proposte vince Luca<br />

Gaudiano con il brano “Polvere da sparo”; tra i big, invece, si classifica<br />

al terzo posto Ermal Meta con il brano “Un milione di cose da dirti”, al<br />

secondo posto Francesca Michielin e Fedez con il brano “Chiamami col<br />

tuo nome”, mentre conquistano il podio vincendo la 71. edizione del<br />

festival della canzone italiana i Maneskin con il brano “Zitti e buoni”.<br />

Sanremo <strong>2021</strong> è stato il Sanremo più social di sempre con 30 milioni<br />

d’interazioni totali. Questo Festival ha dimostrato come sia cambiata la<br />

fruizioni, la crossmedialità tra Raiuno, Radio2, Raiplay, accoglie una<br />

nuova domanda di consumo non lineare. Il 74% degli ascoltatori sono<br />

ragazze dai 15 ai 25 anni. Le polemiche su Fedez e Michilein, la<br />

blasfemia di Achille Lauro, gli outfit dei partecipanti, gli ologrammi di<br />

Mollica sono tutti colori che ruotano intorno a Sanremo, unico festival<br />

nella storia a vivere isolato come tutti gli italiani.<br />

Maneskin vincitori di Sanremo <strong>2021</strong><br />

Michielin e Fedez - secondi classificati Sanremo <strong>2021</strong><br />

Ermal Meta terzo calssificato Sanremo <strong>2021</strong>


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

ROSALINDA<br />

CELENTANO


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

Cantante, attrice, pittrice. Nell’anno 1990<br />

debutta come cantante e sceglie il<br />

palcoscenico di Sanremo per presentare<br />

“L’età dell’oro”. L’anno successivo vince<br />

l’ultima edizione della sezione Disco Verde<br />

del Festivalbar con “Quanti treni, singolo<br />

del suo unico album “Rosalinda“. Nel 1994<br />

passa alla conduzione televisiva nella<br />

syndication nazionale “Supersix“. Alla fine<br />

degli anni novanta scopre la recitazione.<br />

Diretta da grandi registi come: Renato De<br />

Maria, Giuseppe Bertolucci, Wilma Labate,<br />

Mel Gibson, nel 2002 le viene dato il Globo<br />

d’oro come migliore attrice esordiente per<br />

il film “Paz!” di Renato De Maria. La svolta<br />

arriva nel 2004 quando recita nel film di<br />

Mel Gibson nel ruolo di Satana nel film<br />

pluripremiato “La passione di Cristo” per il<br />

quale vince diversi premi. Nel 2008 entra<br />

nel cast della docu-fiction “Cash, viaggio di<br />

una banconota” di Giorgio John Squarcia e<br />

Francesca Fogar. Nell’ultima edizione di<br />

“Ballando con le Stelle”, in coppia con Tinna<br />

Hoffman ha dimostrato di essere un artista<br />

che ama essere e non apparire. E’<br />

appassionata di pittura e scultura e ha<br />

espresso la sua vena artistica anche<br />

attraverso alcune opere d’arte, che ha<br />

deciso di mostrare ai noi di “Tuttoballo20”.


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20


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TuttoBallo20<br />

Flavio Paciscopi<br />

“Lanciare il<br />

cuore oltre l’ostacolo<br />

per trovare la felicità e<br />

fare quello che si ama"<br />

di Eusebio De Cristofaro


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

Una carriera come ballerino che comincia<br />

abbastanza presto, intorno all’età di 9 anni, quando<br />

riceve alcune borse di studio per dei corsi estivi<br />

nelle principali accademie di danza Europee. A 13<br />

anni gli viene offerta una borsa di studio per la John<br />

Cranko Schule e decide di accettare, pieno di paura,<br />

si ripete: Ma ecco che<br />

ogni volta che questi pensieri si facevano strada<br />

nella sua mente, subito intervenivano a scacciarli le<br />

parole di sua madre : >.<br />

All'inizio, mi confida quasi sottovoce, è stato molto<br />

difficile perché si ritrova da solo in una scuola<br />

internazionale, in mezzo a studenti di tutte le parti<br />

del mondo e per giunta deve comunicare in inglese.<br />

Come se non bastasse il programma dell’accademia<br />

prevedeva di dover frequentare la mattina una<br />

scuola statale e per giunta dover studiare in<br />

tedesco. La sua confusione diventa totale, non<br />

conosce nemmeno una parola di tedesco e mi<br />

confessa: .<br />

Mi racconta di Stoccarda, una città molto tranquilla,<br />

moderna e rivoluzionaria, mi dice che dopo le prime<br />

difficoltà si trova molto bene, non è grande e questo<br />

aiuta ad ambientarsi e farsi degli amici. Gli faccio la<br />

domanda da un milione di dollari e lui ride: >.<br />

Gli lascio spazio per concludere questo breve<br />

incontro con la promessa di rivederci a Stoccarda:<br />

.


Baidy Ba<br />

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Coreografo e Ballerino senegalese<br />

di Eusebio De Cristofaro


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"SELE BE YONE", il titolo di questo progetto del ballerino e coreografo senegalese Baidy<br />

Ba, realizzato in collaborazione con Hanan Hameen, direttrice e fondatrice dell’Artsucation<br />

Academy Network in lingua WOLOF, una delle diverse lingue parlate in Senegal, può<br />

essere descritto come un crocevia di strade che si intersecano.<br />

SELE (Pulito o Salubre), BE (Essere), YONE (Strada) si può interpretare come un<br />

cammino salutare, come il viaggio di una persona sana, o una persona che intraprende un<br />

viaggio di purificazione del corpo e dell’anima. Evocare la strada intrapresa dall'umanità<br />

attraverso eventi ben precisi, basandosi sulle realtà africane e, in particolar modo, su<br />

quelle senegalesi del passato e del presente. Vecchie realtà e valori che hanno<br />

caratterizzato la forza e la ricchezza africana, ma che oggi sono scomparsi, mescolati ai<br />

valori del mondo moderno, non solo favorendo lo sradicamento dei nostri vecchi valori, ma<br />

innestando anche l'ignoranza tra i nuovi giovani senegalesi.<br />

Attraverso questo tema e, per mezzo della danza, ballerini di diversa estrazione e stili<br />

diversi dialogano per mezzo dei loro corpi ed esaltano la loro differenza culturale. Un<br />

dialogo mantenuto percorrendo strade che si intersecano e non si incrociano, facendo<br />

dialogare culture diverse e varie nazionalità, molteplici incontri che ci conducono verso un<br />

Senegal emergente.<br />

D: Sto guardando una foto del tuo progetto Sele Be Yone sulla tua pagina Facebook,<br />

da cosa e quando nasce questo progetto?<br />

R: SELE BE YONE all’inizio era solo una serie di cortometraggi di danza, iniziati durante il<br />

Covid-19 sul tema “Kaolack durante e dopo la pandemia", attraverso il concetto e il<br />

progetto "Dundee Art Project Kaolack". Un viaggio intrapreso da giovani consapevoli dei<br />

vecchi valori e che credono nella ricchezza africana e nel fatto che essa possa inserirsi ed<br />

adattarsi alla società moderna per camminare verso un nuovo Senegal Emergente.<br />

D: Come vedi il tuo nuovo Senegal?<br />

R:: Il Senegal che immagino nel prossimo futuro è un Paese dove i giovani percorreranno<br />

tutte le strade necessarie al nostro sviluppo, affinché gli africani possano trovare qui quello<br />

che cercano altrove. Un giovane che riscoprirà i nostri valori ancestrali, e quando dico<br />

ancestrale intendo arte, tradizione e cultura che rappresentano il cuore pulsante del nostro<br />

paese. Perché io credo all’esistenza di questi giovani e alla loro consapevolezza che<br />

potranno davvero cambiare il sistema sia economico che sociale del Senegal e collocarlo<br />

nel Futuro, perché l'Africa è il Futuro così come è stata l'inizio di tutto.<br />

D: il corpo è lo strumento per dialogare tra culture diverse?<br />

R: sai Eusebio, prima che avessimo accesso a tutta questa tecnologia, in particolare qui in Senegal,<br />

tutti i mezzi di comunicazione passavano attraverso strumenti a percussione, uno in particolare, il<br />

Tam Tam che era il mezzo di comunicazione attraverso il quale far viaggiare un messaggio, invitare<br />

o indire anche riunioni. Nella vita, tutto ciò che vediamo accadere intorno a noi, è fatto di movimenti<br />

e, quando si parla di movimenti, parliamo di danza. Movimenti espressivi che si manifestano<br />

attraverso i gesti del corpo, gesti che non hanno nemmeno bisogno di essere tradotti in modo che<br />

per esempio un altro gruppo etnico possa capirli. La danza è sempre stata utilizzata come mezzo di<br />

comunicazione e come legame tra persone di origini diverse. Oggi diffondiamo messaggi attraverso<br />

il nostro corpo ed esso diventa di nuovo lo strumento con il quale cerchiamo di cambiare il mondo.<br />

D: Leonardo Da Vinci "il corpo umano è la più perfetta delle macchine" nel tuo lavoro cerchi<br />

la perfezione e quando puoi dire di averla raggiunta ?<br />

R: Non direi soltanto il corpo umano, ma direi che l'essere umano in quanto tale è il più perfetto di<br />

tutto ciò che può esistere ed esisterà sulla terra. Basta osservare tutto ciò che il corpo umano può<br />

fare e conquistare, tutto ciò che può sopportare, tutto ciò che può liberare, tutta quell'energia che<br />

rilasciamo sul palco e che nessuno può descrivere è ciò che ci distingue come artisti. Una luce che<br />

non tutti gli artisti hanno perché non è dato a tutti di essere un vero artista: per me essere un artista<br />

è un dono di Dio e un regalo della vita. Il modo in cui pratico la mia arte è per me un modo di<br />

pregare e di essere più vicino a Dio e ai misteri della vita e della terra, perché ballo non solo per<br />

ballare ma ballo per salvare l'umanità, rimuovendo l'odio che è in essa e con ogni mio spettacolo<br />

mostro loro cosa può fare l'arte nella nostra vita e nel nostro cuore. Ballo anche per mostrare la<br />

strada a chi non conosce la strada per raggiungere il proprio successo nell’arte, per aiutare ad<br />

avere la speranza e infondere la consapevolezza che si può avere successo attraverso la propria<br />

arte.<br />

D: parlaci della cultura di Kaolack e di come tu incarni questa cultura con la tua danza!<br />

R: La regione del Kaolack è una regione molto ricca di cultura ma povera di progetti, perché il<br />

Kaolack è la parte del Senegal dove si può dire che la cultura senegalese è nata ma, se oggi visiti il<br />

mio paese, non riesci a percepirlo. Essendo un ballerino e coreografo professionista, sono<br />

consapevole di tutto questo e del fatto che i Kaolacker non hanno mai visto un ballerino che ha<br />

avuto successo nella vita girando il mondo e guadagnandosi da vivere con la danza. Quindi, il mio<br />

obiettivo è raccogliere questa sfida per poter mostrare alla popolazione kaolackois che è possibile<br />

farlo, e voglio infondere la forza ai giovani danzatori che è possibile riuscire nel loro sogno. Oggi,<br />

grazie alla mia pazienza e anche al mio duro lavoro, sono riuscito a vincere questa sfida. Per<br />

questo ho creato una mia compagnia per dare l'opportunità ai giovani che hanno talento e che<br />

possono mostrarlo al mondo intero.<br />

D: Cosa vuoi dire al tuo pubblico italiano?<br />

R: Voglio dire che sono un combattente della cultura Kaolack, che lotto per la sopravvivenza della<br />

danza e per la sopravvivenza dei ballerini attraverso la loro arte. Voglio dire anche che sarei molto<br />

felice di lavorare con ballerini italiani e coinvolgerli nei miei progetti futuri per la regione del Kaolack,<br />

e sarei onorato di accoglierli a braccia aperte. Se ci sono artisti che vogliono collaborare, possono<br />

contattarmi e discutere insieme su come collaborare. Sarei anche davvero molto felice di poter<br />

portare il mio progetto nei teatri italiani e far conoscere al vostro paese la ricchezza della mia terra.


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

Fabio<br />

Crestale<br />

Giovanni Battista Gangemi Guerrera


P E R S O N A G G I<br />

Fabio, vive e lavora da lungo tempo in Francia, a<br />

Parigi. E’ un Danzatore e coreografo che ha danzato<br />

per i grandi nomi della danza. Ora fa parte del corpo di<br />

ballo delle opere liriche dell'Opera National de Paris.<br />

Insegna come docente di contemporaneo al<br />

conservatorio di Meudon, ed è Direttore e coreografo<br />

della compagnia “ IFunamboli” Paris<br />

( www.fabiocrestale.com - www.ifunamboli.com )<br />

Sei partito da una scuola normale di danza in Italia<br />

e sei arrivato a danzare per grandi coreografi.<br />

Esattamente, indimenticabili e ancora porto quelle<br />

esperienze nel cuore, grazie a Nadja Bussien, Prima<br />

Ballerina del Teatro Nazionale di Mannheim in<br />

Germania. Poi ho girato come un matto: il Balletto di<br />

Toscana e lo I.A.L.S. a Roma, il perfezionamento allo<br />

Steps e Alvin Ailey Dance Center di New York, al<br />

Columbus di Zurigo, al Laban Center di Londra e al<br />

CND di Parigi.<br />

Cosa devi alla tua Nazione e cosa devi alla Città<br />

che ti ha adottato?<br />

Alla mia Nazione devo i Natali e l’amore per l’arte. Ho<br />

iniziato a studiare danza propria nella mia Italia. È una<br />

nazione ricca di arte, anzi, culla di tutte le arti e credo<br />

che questo abbia portato me ad innamorarmi della<br />

danza. Certo, non nascondo, visto anche il periodo,<br />

che mi ha deluso, perché ha considerato la cultura e la<br />

dedizione alle arti come puro divertimento, e non<br />

come un vero lavoro, una vera e propria professione.<br />

Alla Francia, a Parigi, devo il nascere della mia<br />

compagnia, ed il fatto che sia una Nazione che guarda<br />

l’arte e lo spettacolo con interesse.<br />

Hai una tua compagnia di danza “ IFunanboli”.<br />

Come la descriveresti?<br />

Si. La compagnia " IFunamboli " l’ho fondata nel 2011<br />

a Parigi, per trasmettere le mie visioni coreografiche in<br />

realtà. Molte creazioni sono state ispirate da testi<br />

scritti... Ospitata inizialmente dalla struttura " Tutu<br />

Dance Project " di Mallaury Gaudion (ballerino “Sujet”<br />

all'Opera Nazionale di Parigi) ". “IFunamboli " dispone<br />

di una propria struttura da ottobre 2015. La compagnia<br />

intrattiene una relazione privilegiata con i ballerini<br />

dell'Opera di Parigi, che hanno spesso preso parte alle<br />

creazioni. La Compagnia si è rappresentata in<br />

numerosi festival in Europa: Biennale di Venezia,<br />

Festival Ammutinamenti di Ravenna, Festival « Quasi<br />

solo » di Brescia, il Festival 360° a Parigi (Francia), il<br />

Dance Immersion Festival a Cagli, il Festival<br />

Palcoscenico Danza di Torino, il Festival Villa Nova a<br />

Villeneuve-sur-Yonne(Francia), il Festival On danse! a<br />

Triggiano, il Festival AnticorpiXL a Ravenna, il Festival<br />

Civitanova Danza, il Festival di danza contemporanea<br />

di Valencia (Spagna)... Una compagnia poliedrica.<br />

Composta sia da danzatori che da musicisti dal vivo,<br />

ma con un fattore comune: tutti i professionisti con<br />

ottime capacità espressive teatrali. Attiva in Francia<br />

come in Italia, la compagnia ha ricevuto numerosi<br />

premi ed è in sviluppo costante.<br />

Quali caratteristiche trovi, secondo te, tra la danza<br />

in Italia e la danza in Francia?<br />

in Francia la danza è una continua ricerca,<br />

contaminata da varie nozioni, una danza giovane. In<br />

Francia la tecnica viene stravolta, destrutturata. In Italia<br />

sembra che la danza si sia fermata o, per meglio dire,<br />

si dà maggiore risalto solo al balletto classico,<br />

mettendo da parte tutto ciò che tratta la danza<br />

contemporanea, la sua ricerca e le sue evoluzioni.<br />

L’atteggiamento da parte degli operatori e della politica<br />

italiana, mi appare sempre molto disinteressato. Ho<br />

come la sensazione che tutto sia già predefinito. Mi<br />

sembra che manchi la curiosità di conoscere: io invece<br />

sono convinto che essere curiosi sia segno di<br />

intelligenza.<br />

TuttoBallo20<br />

Quali sono i tuoi obiettivi durante una lezione e<br />

quali mentre coreografi?<br />

Per me durante la lezione è importante capire chi ho<br />

davanti, la composizione del gruppo di allievi/e, la loro<br />

tecnica e cercare di portarli verso la mia direzione,<br />

verso la mia danza. L’obiettivo durante la lezione, e<br />

non solo, è di centrare l’energia al livello del<br />

Muladhara, situato al centro del bacino; è da questo<br />

punto di partenza che l'energia e l'equilibrio si<br />

diffondono nel corpo per controllarne i movimenti.<br />

Partendo da una base a terra, cercando il centro del<br />

bacino, i movimenti si sviluppano gradualmente in tutto<br />

il corpo per poi alzarsi improvvisando, alla ricerca<br />

dell'equilibrio del corpo. Il lavoro che sviluppo<br />

successivamente è un mix tra lavoro sul pavimento,<br />

rilascio e ricerca sulle dinamiche del movimento nello<br />

spazio. Mentre coreografo, la situazione è diversa.<br />

Arrivo in sala con un progetto che ho in testa e cerco di<br />

svilupparlo e renderlo reale, fisico. E’ come se andassi<br />

in trance, mi alieno. Butto tutto fuori, per poi togliere ciò<br />

che non mi convince.<br />

« Le mie coreografie poggiano su una ricerca<br />

musicale e ritmica molto personale destinata a<br />

stimolare la creatività ed il superamento dell’io ».<br />

Torneresti in Italia?<br />

Certo e, ovviamente, torno quando mi è possibile e ti<br />

dirò che mi piacerebbe avere anche qualche occasione<br />

in più per condividere il lavoro che faccio a Parigi e in<br />

Francia. A Brescia ho i miei familiari ed i miei amici.<br />

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?<br />

L’11 aprile <strong>2021</strong> mi aspetta quello che ritengo il mio<br />

appuntamento più impegnativo: Uirapurú, légende de<br />

la canopée alla Città della Musica di Parigi, un lavoro<br />

che vede coreograficamente impegnati anche gli<br />

orchestrali dell’Orchestra Pasdeloup al Philharmonie<br />

de Paris. Un programma che prevede pezzi di Heitor<br />

Villa-Lobos ed Ennio Morricone. Il sogno è legato al<br />

mio amore per l’Opera, sono italiano d’altronde…, e<br />

alcuni anni fa un giorno mi fermai davanti all’Opera de<br />

Paris e decisi di fare un’audizione per entrare nel corpo<br />

di ballo delle opere liriche. I coreografi di Opere Liriche<br />

all’Opera sono tutti importanti ed affermati. Mi hanno<br />

preso e ho lavorato in molti allestimenti. Mi piacerebbe<br />

un giorno poter dirigere la compagnia di un ente lirico o<br />

poter ideare nuove creazioni per una compagnia Stabi.<br />

Il 3 Aprile , mi attende una creazione per la serata<br />

TEDxBlois in diretta YouTube per l’America dal castello<br />

di Chambord. Infine nel mese di giugno i<br />

festeggiamenti per i dieci anni della mia Compagnia<br />

“Ifunamboli”<br />

Per concludere, come definiresti la tua danza, il tuo<br />

lavoro?<br />

La mia danza la definisco poetica, il mio lavoro fisico:<br />

due aggettivi che sintetizzano il concetto della forza del<br />

mio gesto coreografico.<br />

Nutro per la danza, non solo l’orgoglio del ballerino e<br />

coreografo, ma un profondo riconoscimento. È stata la<br />

mia fortuna. È diventata la mia etica, grazie alla nobiltà<br />

di questa disciplina. Grazie alla danza ogni giorno<br />

scopro e indago un aspetto del mondo, con l’energia e<br />

la generosità che le sono proprie. Ogni artista ha<br />

l'orgoglio della sua arte, ogni artista difenderà l’arte dal<br />

cui incontro è stato travolto.


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

MARTINA<br />

ARDUINO<br />

Lavorare il ruolo di<br />

Giselle con Carla<br />

Fracci è una delle<br />

cose più preziose<br />

della mia carriera<br />

fino ad oggi


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TuttoBallo20<br />

Martina Arduino a 21 anni ha già interpretato importanti ruoli di prima ballerina e di étoile, ha<br />

vinto il Premio Europaindanza 2017 (Accademia Nazionale di Danza di Roma) al merito per<br />

l’interpretazione di Giulietta di MacMillan. Viene da Torino, ma entrata al primo corso della<br />

scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala si trasferisce a Milano con tutta la famiglia che la<br />

supporta e la segue nella sua scelta di vita da artista. Martina racconta il mondo di sogni e<br />

d’emozione in cui vive, «fatto al 99% di duro lavoro» e studio.<br />

Gentile Martina grazie per questo incontro. Partiamo dagli esordi. Dove hai cominciato i tuoi<br />

studi coreutici?<br />

Ho iniziato a studiare danza all’età di 3 anni e mezzo a Torino, in una scuola privata fino all’età di<br />

10 anni. Ho fatto l’audizione all’Accademia del Teatro alla Scala e, all’età di 11 anni, ho iniziato il<br />

primo corso, diplomandomi, poi, dopo 8 anni.<br />

Il primissimo approccio con il Teatro Alla Scala. Quali ricordi e per cosa?<br />

Fin da piccola è sempre stato un mio grande desiderio ballare sul palcoscenico del Teatro alla<br />

Scala. Quando ero a Torino il mio insegnante mi faceva spesso vedere video e foto del Teatro e,<br />

sia i ballerini che la bellezza del Teatro, mi affasciavano tantissimo.<br />

Ricordo la prima volta che sono entrata allo shop del Teatro e, attraverso un porta semiaperta ,<br />

vidi il foyer. È stato emozionantissimo e dal quel momento mi innamorai a prima vista di quel<br />

Teatro, pensando che un domani avrei voluto danzare li.<br />

Ho frequentato l’accademia per 8 anni e, in seguito al diploma, sono entrata subito in<br />

compagnia, danzando presto numerosi ruoli da solista e poi da prima Ballerina.<br />

Sei Prima Ballerina ora per il Teatro Alla Scala di Milano. Quali responsabilità senti in questa<br />

posizione?<br />

Dopo tre anni in compagnia ho vinto il concorso da Prima ballerina ed è stata uno delle<br />

emozioni più grandi, una grande soddisfazione: l’inizio verso una nuova avventura ricca di<br />

responsabilità ma anche di grandi opportunità. Fin dal primo momento è stata un grande<br />

occasione per poter interpretare nuovi ruoli, lavorare con coreografi che non conoscevo prima.<br />

Da quando ricopro questa nomina, mi sento sicuramente delle responsabilità in più rispetto a<br />

prima perché sono consapevole di essere anche un esempio per la compagnia; per la dedizione<br />

al lavoro, la costanza, la professionalità , ma anche l’approccio ai ruoli, l’artisticità, la sicurezza e<br />

la maturità in scena che una prima ballerina deve trasmettere.<br />

Recentemente sei stata protagonista della Giselle in diretta streaming, dove hai danzato il<br />

primo atto di questo balletto supervisionata della piu grande ballerina italiana di tutti i<br />

tempi: Carla Fracci. Quale emozione hai provato ad un simile privilegio e cosa ti è rimasto di<br />

questi suoi insegnamenti?<br />

Lavorare il ruolo di Giselle con Carla Fracci è una delle cose più preziose della mia carriera fino<br />

ad oggi. Non avrei mai immaginato che avrei potuto avere questa grande opportunità, e per<br />

questo sono grata e onorata per tutto quello che ho appreso ed imparato, anche solo<br />

guardandola da vicino. Mi rimarranno per sempre impressi nella mente i suoi occhi e<br />

l’espressione del suo volto; quando lei mi parlava di Giselle, in quel momento Carla Fracci era<br />

Giselle. Ricorderò per sempre le sue parole e i suoi insegnamenti: dare sempre senso ad ogni<br />

movimento, non<br />

dimenticare mai l’intenzione e il pensiero per cui si fanno determinati gesti, e vivere quello che<br />

si sta interpretando per poter trasmettere le emozioni e quindi risultare naturali e veri sul<br />

palcoscenico. La più grande qualità per una artista è la sua umiltà e verità da portare anche sulla<br />

scena.<br />

Il ruolo che ami danzare?<br />

Uno dei ruoli che amo danzare è Odile , il cigno nero del Lago dei cigni, ma ho adorato danzare<br />

anche Kitri<br />

Un grande nome della danza con cui ancora non hai lavorato e con cui ti piacerebbe farlo?<br />

Senza dubbio Jiri Kylián. Ho danzato il suo capolavoro “PetiteMort” ma, purtroppo, non ho<br />

lavorato direttamente con lui.<br />

Cosa ami nel tempo libero?<br />

Mi piace dipingere<br />

La tua visuale sulle programmazioni streaming di questo periodo pandemico?<br />

Questo è un periodo veramente difficile per il mondo della danza, e più si va avanti, più la<br />

ripartenza in particolare degli spettacoli dal vivo è complicata, a rilento , se non addirittura<br />

bloccata. Premetto che dal mio punto di vista la Danza è un’arte che va ammirata, guardata e se<br />

posso aggiungere anche giudicata dal vivo, ma trovo che in questo momento gli spettacoli<br />

streaming siano un bagliore di luce per noi ballerini, ma anche per gli amanti e appassionati di<br />

danza per poter continuare a tramandare la nostra arte , emozionarsi , vivere i balletti e seguire<br />

i danzatori. Lo schermo toglie molto, tutto viene filtrato e quindi spesso soprattutto i balletti<br />

classici credo non abbiano la resa che meritano. Però sono convinta che gli spettacoli streaming<br />

possano avvicinare più persone al teatro , incuriosirle e invogliarle a tornarci o magari a provare<br />

per la prima volta la mia magia del Teatro.<br />

Cos'e per te la danza?<br />

Per me la danza è la mia vita. Dedico tutta me stessa e senza di lei non sarei completa. Quando<br />

danzo mi sento al posto giusto, riesco ad essere me stessa senza paura di essere giudicata.<br />

Riesco ad esprimermi e, a volte, è anche un momento di meditazione, in cui lascio tutti i<br />

pensieri fuori e ci sono solo io e la danza.


K R I S T I A N<br />

C E L L I N I<br />

P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

Il mondo legato all’Arte Coreutica è qualcosa di affascinante, di<br />

versatile e sperimentale allo stesso tempo. Molti danzatori, infatti,<br />

non si fermano ad esprimersi attraverso il movimento del proprio<br />

corpo, su un palco, dinnanzi ad un pubblico ed all’interno di una<br />

compagnia, ma vanno oltre, esprimendosi anche attraverso le proprie<br />

idee e sperimentando, spesso affermandosi sia in Italia che all’estero,<br />

il mondo della coreografia.<br />

E’ il caso, questo, di un grande danzatore-coreografo italiano,<br />

Kristian Cellini, che ha una carriera favolosa alle spalle ed in atto,<br />

tanto da essere osannato anche all’estero, quando, tra i tanti successi<br />

ottenuti, nel 2013, al Festival Internazionale DansEncore Québec,<br />

dove si presenta con “What’s Women”, scrivono di lui: “ La seconda<br />

ondata di freschezza è venuta dall’Italia con la KC Dance Company, una<br />

coreografia firmata Kristian Cellini, venuta dalla fantasia, ma anche da<br />

un pizzico di follia sulle note di Verdi. Prima ci ha offerto un segmento<br />

coreografico dal carattere lascivo, per poi tornare con un’energia<br />

vivace ad un’eleganza tecnica impeccabile, grazie alle diverse atmosfere<br />

offerte da quattro ballerine e un ballerino che hanno brillato per la<br />

qualità e la precisione delle loro prestazioni” (Le Nouvelliste).<br />

Essendo, inoltre, fondatore e Direttore Artistico di “Peccioli in<br />

Danza” e della sezione danza nel Festival 11Lune a Peccioli (Pisa), ne<br />

segue i vari progetti; sta inoltre lavorando alla traduzione in danza<br />

del romanzo autobiografico “Sedotta e sclerata” e ad un progetto<br />

ispirato alla “Divina Commedia” , ed è in attesa di portare a termine<br />

un progetto con il Real Conservatorio Professionale di Danza<br />

Mariemma per una serata di Gala a Madrid.<br />

Grandi idee, studio e sacrificio, uniti ad una grande passione e<br />

creatività, hanno portato, come si evince, Kristian Cellini a grandi<br />

risultati; Kristian è l’esempio di chi riesce a “creare” opere d’arte<br />

sperimentando, evolvendosi, andando sempre oltre e poi ancora<br />

oltre, riuscendo a far incontrare il ballo con le “arti sorelle”,<br />

riuscendo ad “unire gli opposti”, riuscendo a dare importanza, oltre<br />

che alla tecnica, alla vera personalità ed emotività che ogni<br />

danzatore riesce a trasmettere … ed è così che dà vita a quello che è<br />

il vero senso dell’Arte in tutte le sue forme …<br />

Ma come si sviluppa nel tempo il talento di Kristian Cellini?<br />

Andiamo per gradi...<br />

Nasce nell’agosto del 1971, e si diploma come danzatore classico e<br />

moderno nel 1989, entrando subito in compagnie che vantavano nomi<br />

prestigiosi, come Carla Fracci, George Iancu, Vladimir Derevjanko ,<br />

Luciana Savignano, Daniel Ezralow, Micha Van Hoecke, e partecipa ad<br />

importanti trasmissioni televisive, ricoprendo il ruolo di solista e<br />

primo ballerino, con diversi artisti, quali Andrea Bocelli, Vasco Rossi e<br />

Renato Zero.<br />

Facendo tesoro delle grandi esperienze e successi che ottiene come<br />

danzatore, inizia a pensare anche alla coreografia, ma in un modo<br />

tutto suo, personale, unendo tecnica e musicalità ma, soprattutto,<br />

considerando le diverse qualità proprie di ogni singolo ballerino che<br />

sono elemento prezioso di ispirazione; viene infatti definito<br />

“Coreografo ed insegnante di riconosciuto spessore artistico.<br />

Innovativo nel linguaggio, grazie alla sua prorompente energia<br />

creativa e sulla base di una tecnica consolidata e di efficaci scelte<br />

musicali, crea interpretazioni magistrali”.<br />

Da quel momento, molti sono i premi ed i riconoscimenti che ottiene<br />

nel corso degli anni, e intanto continua a”creare” … coreografie di<br />

spettacoli , tour teatrali e concerti con Andrea Bocelli; è il coreografo<br />

dell’Opera rock “L’Arca di Giada”, un misto tra opera lirica ed opera<br />

rock, in cui riesce magistralmente a coniugare i due mondi, dirigendo<br />

un maestoso corpo di ballo; tantissime esperienze e plausi all’estero…<br />

e poi ancora collaborazioni con molti grandi del mondo dell’Arte tra<br />

cui spicca ancora Andrea Bocelli, insieme a Placido Domingo, il<br />

ballerino Giuseppe Picone e molti altri ancora…<br />

Crea “Amore impossibile” per la Compagnia Alessandra Corona Works<br />

di New York; crea “La Mietitura”; crea la coreografia per Sergei<br />

Polunin nel video “Ave Maria” di Bocelli; crea un pas de deux per<br />

Guillam Còté e Heather Ogden dal titolo “Incontri”; crea e cura la<br />

prima edizione “Gala di Stelle Danzanti” e tante, tante altre cose<br />

ancora…<br />

Sarebbe molto lungo descrivere ed elencare le opere, i luoghi,<br />

nonché le varie Compagnie ed i grandi Maestri dell’Arte per cui<br />

Kristian Cellini ha “creato”, ne abbiamo fatto solo un “brevissimo”<br />

cenno … molto di più ci sarebbe da raccontare, ma è altrettanto<br />

interessante parlare dei progetti a cui attualmente il grande Artista si<br />

sta dedicando: intanto è doveroso evidenziare che da anni svolge<br />

“laboratori coreografici” in Scuole e Centri Professionali di danza sia<br />

in Italia che all’estero (MAC, IALS, IDA, Real Conservatorio<br />

professionale di Danza Mariemma a Madrid, Parigi, Toronto etc.).


F O T O G R A F I A<br />

TuttoBallo20<br />

Workshop<br />

fotografia<br />

Luca di Bartolo


F O T O G R A F I A<br />

TuttoBallo20<br />

A chi sono destinati, come e dove organizzarli, a cosa servono, quando ci sentiamo in grado di proporne uno, cosa metterci dentro?<br />

Nel 2014, dopo più di 10 anni di esperienza in teatro, avevo raggiunto una mia poetica sulla fotografia di danza, di sicuro non ero per nulla interessato alla<br />

fotografia ‘in studio’, la danza era arte viva che prendeva forma nel suo nascere ed era in quelle condizioni che potevo trasmettere ciò che sapevo fare.<br />

La fotografia ‘in studio’: permette l'apprendimento di tecniche di illuminazione e se ben fatta, i canoni estetici della danza classica. Può dare origine a immagini<br />

incredibili, ma non è danza, diciamo che volendo utilizzare una metafora potremmo paragonarla alla copertina di un romanzo ma non al suo contenuto.<br />

Decisi di partire in grande, scrivere un vero e proprio corso, in cui si studiasse un po’ di storia della danza, si parlasse del linguaggio del corpo, di cosa fosse la<br />

coreografia, ore di laboratorio pratico, tutto assieme a persone esperte ed io a fare da coordinatore. Avevo calcolato ore e numero di lezioni ma l’idea non vide<br />

la luce. Il principio era comunque di offrire un’esperienza di danza, in forma ridotta ma reale. Trovare un ‘teatro’, con un palco e delle luci.<br />

Nell’autunno del 2016 in occasione del Festival Le Voci dell’Anima, vede la luce il primo workshop presso il Teatro Mulino di Amleto a Rimini: tre danzatrici<br />

estremamente diverse: a raccontare la loro esperienza attraverso il loro corpo, Arianna Ilardi, Eva Calanni, Elisa Barucchieri, lasciate libere nel danzare.<br />

La proposta per i partecipanti era quella di avvicinarsi, con la possibilità di muoversi senza limitazioni, essere partecipi, offrendo loro il mio know how fatto<br />

anche di piccoli trucchi, lavorando ovviamente con le luci teatrali.<br />

Una delle tre partecipanti mi chiamò poi tempo dopo per confessarmi che questa esperienza le aveva ‘cambiato la vita’, ovviamente parlando di fotografia! In<br />

effetti ha poi continuato a fotografare danza, tutt’ora siamo amici, ha partecipato ad altri due workshop.<br />

Certamente dopo un’esperienza ben riuscita sorge il dubbio su cosa proporre la volta successiva: ci si può sedere e ripetere, oppure evolvere per offrire nuove<br />

esperienze e non annoiarsi.<br />

Così per il workshop del 2017, a Cremona, proposi ai partecipanti, una coppia di danzatori, oltre a dei ‘solisti’. Un giorno e mezzo di workshop in cui a parte<br />

qualche mia intromissione video, lo spazio era dedicato totalmente ai partecipanti. Danzatori Tamara Fragale, Danilo Palmieri e Odette Marucci, Elena Barsotti.<br />

invitare più danzatori in maniera tale che i partecipanti possano avvicinarsi a diverse realtà in poco tempo, sperimentare divertirsi e non raggiungere il punto di:<br />

‘ok per me basta!’<br />

Nel febbraio de 2018 a Prato, presso l’associazione Quilombo, assieme all’amico e collega Alberto Desirò, invitate Isabella Giustina, Gaia Scuderi, Elena Barsotti<br />

ed Eva Calanni. Questa volta una tenda bianca di forma cilindrica entro la quale danzare e poi un cubo di legno, un progetto di Alberto, dentro al quale<br />

interpretare un testo proposto da Alberto.<br />

Credo importante pensare al fatto che le stesse persone possano partecipare a più workshop e dunque trovo importante modificare e incuriosire con nuove<br />

proposte, io stesso mi annoio a ‘ripetere’.<br />

Ideare un workshop significa offrire una esperienza ‘totale’ nella mia visione: un viaggio in cui il partecipante è al centro della scena assieme al danzatore.<br />

Così nel 2019 vede la luce l’ultimo workshop, il titolo era “Dance in the Box”, il più ricco di tutti: questa volta con alle spalle un progetto strutturato con una vera<br />

macchina scenica, una camera chiara di 2 metri di lato, all’interno della quale danzare, un unico punto di vista ‘predefinito’ da cui osservare la scena - la<br />

partecipazione di una stilista con le sue creazioni - lo splendido teatro


A R T I G I A N A T O<br />

TuttoBallo20<br />

La danza del vetro<br />

La danza del vetro<br />

Nasce tra le onde della laguna e tra le fiamme<br />

della fornace, una sinergia di colori e di riflessi<br />

che richiamano il cielo, ispirata alle montagne<br />

bulgare e ai racconti sognanti di Jordan Jovkov.<br />

La linea Balkani racchiude le radici della<br />

designer artista Assia Karaguiozova e la<br />

tradizione muranese (NasonMoretti).<br />

Assia Karaguiozova


A R T I G I A N A T O<br />

TuttoBallo20<br />

In forme sinuose i soggetti, ciascuno con la propria<br />

identità, danzano allegri sul pontile dei verdi intensi,<br />

dei blu profondi, dei grigi nebulosi.<br />

Il vetro soffiato, materiale antico, si afferma come<br />

risorsa del futuro per la sua versatilità e riciclabilità.<br />

I cotissi, scarti di produzione, vengono ributtati in<br />

forno per affrontare una fusione nuova,<br />

trasformandosi in materia prima. Le numerose<br />

tecniche che determinano le forme delle creazioni<br />

vengono successivamente integrate con specifiche<br />

lavorazioni in superficie, rendendo così possibile<br />

l’espressione di variopinte fantasie progettuali.<br />

Assia Karaguiozova<br />

Ogni produzione ha le sue caratteristiche<br />

individuali irripetibili, che vengono unite alle<br />

basi comuni. Il vetro canta, il vetro danza<br />

tintinnando sotto il rigore del fuoco.<br />

Da una piccola sfera incandescente,<br />

grande come un pugno, sbocciano in pochi<br />

minuti forme imprevedibili ma ben calcolate,<br />

pronte ad essere modellate con le pinze,<br />

sagomate con le forbici, come se fossero di<br />

velluto... un taglio ad acqua, un passaggio<br />

in forno, ancora qualche perfezionamento e<br />

poi il raffreddamento, graduale: una notte<br />

intera, per evitare sbalzi e rotture. Gli<br />

strumenti riposano stanchi in calderoni<br />

profondi.<br />

Nuovi scarti, selezionati per tipologia, si<br />

preparano ad entrare in forno e a bollire,<br />

insieme alla sabbia, fino alla fusione del<br />

vetro. Calore. Una nuova giornata si<br />

prepara, intrisa di rumori e di colori. Un’alba<br />

sorge in laguna, un’idea sta per diventare<br />

tangibile... poi, al tramonto, il ciclo si ripete,<br />

come nella vita.<br />

Il vetro: un racconto di tradizioni inimitabili<br />

e di magia, l’interpretazione della luce<br />

scolpita, una danza che si ferma in un’icona<br />

scultorea. Contrasti e sfumature dello stesso<br />

linguaggio convergono in sintonia in un<br />

unico messaggio: storia e innovazione, unite<br />

dallo stesso obbiettivo, trasmettono la<br />

passione di una voce dell’arte, l’incentivo a<br />

proseguire la tradizione, dandone<br />

un’impronta personale con l’ausilio di nuove<br />

idee.<br />

La lavorazione del vetro: catturare un<br />

momento nella sua unicità e trasformarlo in<br />

permanente e tangibile. Ma fragile, come<br />

può rendere solo un’emozione.


Roberto<br />

Russo<br />

Ragione e armonia nella pittura<br />

P I T T U R A<br />

TuttoBallo20


P I T T U R A<br />

TuttoBallo20<br />

© Andrea Barretta - scrittore e critico d'arte<br />

La pittura fantastica ha con sé qualcosa d’idealizzabile a iniziare dal<br />

ritorno al sociale dell’arte come per il passato nel denunciare i<br />

misfatti della società contemporanea. Sembrerebbe l’utopia se non<br />

fosse il risultato dell’incontro con l’arte di Roberto Russo. Una pittura<br />

che inverte quanto va in retroguardia nell’arte, e lo è fin dall’essere<br />

figurativa, che con il nostro artista diventa un nuovo genere come<br />

per il paesaggio, il ritratto o altro, in una corrente artistica che cerca<br />

e trova in questi ultimi anni la direzione. Non solo. Chiede di essere<br />

capita nel dare strumenti per comprendere la realtà, con immagini<br />

forti cui non si può restare indifferenti, perché l’apparente giocosità<br />

nasconde il nostro tempo con le sue paure.<br />

Un ruolo che Roberto Russo esprime e rappresenta nell’epoca del<br />

postmodernismo, genesi di creatività in corso d’opera ma dedite al<br />

mercato più che a essere parte in un presente in cui si annoverano<br />

più crisi che possibilità di risolvere i problemi del nostro tempo.<br />

Resta la cronaca a consegnarci malesseri e mancanza di valori cui<br />

Russo in controtendenza dà eco con la sua cultura, con il suo estro<br />

colorato, come iniziatore del “fantasy metropolitano”: un modo per<br />

raccontare sulla tela come a scrivere sulla carta, in un linguaggio<br />

universale che prende spunto proprio dalla letteratura e dal cinema,<br />

cui si è approcciato in anni giovanili, come nei suoi ultimi lavori dove<br />

usa scenari teatrali e riflettori che manovra come se fosse un<br />

operatore di ripresa, nello stile della cinematografia con scene da<br />

imprimere su una pellicola.<br />

È nell'immaginario di figure reali nella meraviglia del paradosso,<br />

innovative, che Roberto Russo fonde la vita quotidiana con il tangibile<br />

di evidenze che in quanto tali tendono a significare i problemi dei<br />

grandi centri urbani, dalla metropoli al suburbano e al periferico, per<br />

territorî caratterizzati da degrado edilizio e sociale, fino a essere<br />

surreale proprio per marcare il vero. Quasi nella mimesis aristotelica,<br />

perseguendo ambiti stilistici e documentari. E c’invita a riflettere<br />

mettendo in luce aspetti senza complessità ma nella semplicità del<br />

disegno che s’ispira anche a un’ironia che a volte fa anche sorridere.<br />

Sicuramente proveniente dalla leggerezza mediterranea, dalla sua<br />

geografia esistenziale che parte dalla Calabria per arrivare a Roma e<br />

poi fermarsi a Bologna, senza dimenticare i colori accesi della sua<br />

terra d’origine in una tavolozza in cui prevalgono i colori primari<br />

come il rosso di un tramonto, il giallo di fiori al vento o l’azzurro della<br />

costa jonica … e non avere più confini.<br />

Ora Roberto Russo svela la verità e fa appello all’inconscio come per il<br />

poeta che canta la speranza, attraverso la consapevolezza che non è<br />

impossibile modificare le sorti della società, parafrasando Klee nel<br />

dire che “l’arte non riproduce il visibile, piuttosto rende visibili forze<br />

che non lo sono”. E dipinge mondi in cui poter rifugiarsi per poi<br />

uscirne vittoriosi e dare un senso alla vita, magari a suon di musica<br />

oppure cantando e ballando, o in un paesaggio idilliaco con la luna<br />

che elabora miti con le stelle a parlare di armonia. In una sensibilità<br />

alfine romantica che trova nella sua maturità artistica il fulcro<br />

nell’ossimoro di una visionarietà pragmatica, materiale, proprio<br />

perché in contrapposizione nella ragione, in impatti visivi idealizzati,<br />

in pitture molto animate dal contenuto simbolico, sintesi d’ingegno e<br />

immaginazione, in cicli inventati dalla sua fertile fantasia, a volte<br />

onirica ma mai lontana dall’idea di collettività di tipo illuministico,<br />

nella dicotomia dell’irrazionale nel razionale che cerca nello stile il<br />

paradosso della forma: “e che la mente nostra”, come per Dante,<br />

“pellegrina più della carne, / e men da pensiero presa, / alle sue<br />

vision quasi è vicina”.


P I T T U R A<br />

quando l’arte si sposa con l’archeologia


P I T T U R A<br />

TuttoBallo20<br />

Alvaro Caponi è nato a Narni (TR). Pittore e docente, ha completato gli studi di Pittura all’Accademia di<br />

Belle Arti di Roma seguendo, tra l’altro, corsi di Elementi di regia, di Psicologia della forma e del colore,<br />

di Restauro. Il suo approccio con la pittura, sul finire degli anni ’60 ed i primi anni ‘70, è di carattere<br />

figurativo. E’ un figurativismo un po’ trasognato che sembra tendere alla forma concreta per poi<br />

approdare all’informale. Negli anni Novanta si dedica alla “trasmutazione dell’ immagine” alle- stendo<br />

mostre sulla magia e sull’alchimia.<br />

Nelle opere di questo periodo, grazie ad un trattamento tecnico particolare, nell’arco di un minuto si<br />

verificano cambiamenti di immagini, con forme e colori diversi. Attualmente la produzione artistica di<br />

Caponi è tornata ad una forte componente materica, con composizioni realizzate soprattutto con<br />

tecniche miste. Trasparenze e velature nel dipinto creano sottili alternanze tridimensionali, necessarie<br />

per analizzare le profondità dei misteri della magia e dell’esoterico. Nel suo iter pittorico ha allestito<br />

personali in Italia e all’estero ed ha partecipato a numerose collettive, ottenendo premi e riconoscimenti.<br />

Particolare successo riscuotono le opere esposte alla X Quadriennale di Roma nel 1975. Molte sue<br />

opere sono collocate in permanenza<br />

presso Musei, Pinacoteche e Palazzi pubblici e privati. Nel 1982 ha restaurato, su commissione del<br />

Municipio di Narni, l’unico calco originale esistente del Gattamelata di Donatello.<br />

E’ stato autore, regista e scenografo di quindici lavori teatrali, attività in cui hanno trovato più compiuta<br />

espressione la ricerca della tridimensionalità, del movimento, del colore, degli odori e del suono. Ha<br />

operato per un recupero delle tradizioni del teatro popolare che ha fatto rivivere attraverso una fusione<br />

tra la simbologia del periodo storico e la sua interpretazione artistico - filosofica. Dopo un periodo di<br />

riflessione e di ricerca interiore, ha ripreso ad operare pittoricamente nel suo mulino-atelier dove trova,<br />

nello scrosciare dell’ac- qua e nel contatto con la natura, inesauribili fonti di ispirazione.<br />

Nel 1990 è stato insignito del “Premio Internazionale San Valentino d’Oro” per la sua attività in campo<br />

artistico. Nel 1998 è stato nominato Accademico di Merito dell’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di<br />

Perugia. Nel corso degli ultimi anni Alvaro Caponi ha ulteriormente ampliato il ventaglio delle sue<br />

attività. Ha allestito, con l’esplicito formale consenso della Soprintendenza per i Beni Culturali ed<br />

Ambientali di Perugia, la Collezione Caponi, un museo che annovera circa mille reperti archeologici. La<br />

So- printendenza ha definito la collezione “una note- vole testimonianza storica e archeologica che si<br />

ritiene opportuno notificare”.<br />

Alvaro Caponi si è anche dedicato alla elaborazione di tre monografie, uscite in successione cronologica,<br />

che integrano la sua attività di studio del territorio e documentano scoperte inedite.<br />

In I segreti del porto etrusco e il cantiere navale di Narnia (2006) l’artista illustra tappe e modali- tà<br />

attraverso le quali è giunto al ritrovamento, nel territorio tra Stifone e Nera Montoro, di un porto etrusco<br />

e di un cantiere navale di epoca etrusco - romana unici al mondo.<br />

Lo spunto per la stesura del volume Le miniere di Narnia (2008) nasce dalla lettura di documenti del XVIII<br />

secolo, attestanti lo sfruttamento di miniere di ferro e di oro nel Monte Santa Croce di Narni. Dopo aver<br />

effettuato ulteriori ritrovamenti ed aver raccolto altre testimonianze, Alvaro Caponi sostiene la tesi di<br />

una antica attività di estrazione mineraria etrusco-umbra, confortato anche dal fatto che il passaggio<br />

degli Etruschi lungo il fiume Nera è comprovato dalla presenza a Monteleone di Spoleto di miniere e<br />

della cosiddetta Biga d’oro, risalente al VI secolo a. C. L’affascinante espe- rienza dell’esplorazione<br />

delle miniere di Stifone e di Montoro in una indimenticabile discesa nelle viscere della terra, il<br />

ritrovamento di una miniera d’oro, di un altoforno, di materiali ferrosi e di scorie trovano documentazione<br />

nel citato volume. Nel libro Memorie del passato (2016) Alvaro Ca- poni amplia ed approfondisce alcuni<br />

argomenti<br />

presenti nei due testi precedenti: comunica di aver scoperto dei graffiti protostorici nella miniera Grotta<br />

dello Svizzero, che svelano uno scenario di forze magiche nella cultura del misterioso popolo umbro, e<br />

corrobora la valenza scientifica della sua ricerca sottoponendo ad analisi specifiche presso l’Università<br />

degli Studi di Perugia i materiali ferrosi e presso l’Università La Sapienza di Roma, per rinvenirvi tracce di<br />

oro e di argento, i campioni di roccia delle miniere del Monte Santa Croce. Nel medesimo volume<br />

Memorie del passato Alvaro Caponi si apre anche a nuove tematiche, come la scoperta delle vestigia<br />

dell’antica città di Nequi- num e la datazione sia del sarcofago che porta il nome del sacerdote Ramose<br />

sia delle bende della Mummia di Narni (Museo della città, Palazzo Ero- li, Narni) sulla base dell’esame al<br />

radiocarbonio C14 dei materiali organici, effettuato presso l’Uni- versità La Sapienza di Roma.<br />

Nel 2020 Alvaro Caponi ha sostenuto la paternità caravaggesca del dipinto Cena in Emmaus, ospitato<br />

nella chiesa di Santa Maria Assunta in Arrone (Terni). Contrapponendosi ad altre diver- se attribuzioni,<br />

basandosi su esami comparativi, ha individuato tra questa e le due omonime opere caravaggesche<br />

conservate rispettivamente nella Pinacoteca di Brera di Milano e nella National Gallery di Londra<br />

evidenti analogie di carattere stilistico e morfologico. A sostegno della sua tesi, ha cercato e trovato<br />

presso l’Archivio Vescovile di Spoleto un documento firmato dal Vescovo di Spoleto Carlo Giacinto<br />

Lascaris (1653-1727), nel quale il prelato afferma che sull’altare maggiore della Chiesa di Santa Maria<br />

Assunta di Arrone è presente la Cena in Emmaus dipinta da Michelan- gelo da Caravaggio<br />

+39 338 9912288 Alvaro Caponi


A R T I G I A N A T O<br />

TuttoBallo20<br />

di Giovanna delle Site


A R T I G I A N A T O<br />

TuttoBallo20<br />

Il Fiore d'argilla<br />

Nella cornice della fattoriadi Bacchereto, antica dimora di caccia della famiglia dè<br />

Medici tra le splendide colline toscane, Maria Chiara ci apre le porte del suo<br />

laboratorio di ceramica “Il fiore d’argilla” dove ogni giorno prendono vita, come lei<br />

stessa ama definirli, “pezzetti di cuore”.<br />

A fare da sfondo alle sue creazioni un’atmosfera magica, la natura con i suoi colori,<br />

suoni e profumi, un antico cucinone di una vecchia riserva di caccia dal valore<br />

storico, trasformata da Maria Chiara in un accogliente scrigno di ispirazioni ed<br />

oggetti unici realizzati interamente a mano, il calore del camino e quella spiccata<br />

sensibilità che le permette di esprimere ciò che la circonda con la maestria e la<br />

leggerezza delle sue mani, l’aiuto di un tornio, tanta passione e creatività.<br />

Negli oggetti mostratici da Maria Chiara e in tutto ciò che realizza nel suo laboratorio<br />

si tocca la bellezza della semplicità, della compostezza, dell’eleganza…si ha la<br />

sensazione di tornareun po’ indietro nel tempo all’autenticità di quei valori non più<br />

scontati ma che addolciscono lo sguardo di chi ammira i particolari di ogni singolo<br />

pezzo. Maria Chiara è questo e molto di più, conosciamola meglio….<br />

Nel tempo la tua più grande passione è diventata il tuo<br />

lavoro, il difficile periodo che stiamo attraversando ha in<br />

qualche modo influito sulla tua attività e sulle tue<br />

ispirazioni?<br />

Non posso negare che abbia influito sulla nostra azienda.<br />

Oltre alle mie ceramiche, noi siamo una piccola azienda<br />

vinicola biodinamica. Prima lavoravamo molto e<br />

soprattutto ricevevamo sempre molti ospiti. Adesso<br />

purtroppo il lavoro si è rallentato come in un lungo<br />

inverno. Però sappiamo bene che le stagioni si<br />

trasformano sempre. Nonostante questo, la campagna<br />

continua a fare il suo corso e il nostro lavoro deve andare<br />

avanti, per curarla e mantenerla.. quindi non ci siamo<br />

fermati e la nostra routine continua tranquillamente.<br />

Organizzi con successo laboratori di ceramica e<br />

workshop, hai altri progetti per il futuro?<br />

Questo è uno degli aspetti più divertenti e di<br />

soddisfazione del mio lavoro. Per il futuro spero di<br />

incrementare questo aspetto di divertimento collettivo<br />

anche se spero, più di tutto, di poter ricavare un po’ di<br />

tempo per creare una nuova collezione a cui penso già da<br />

qualche mese.<br />

Completa la frase di rito “Per me creare è.. portare il sole<br />

nel cuore”<br />

www.ilfioredargilla.com<br />

"Se con una mia<br />

creazione riesco a<br />

strappare un sorriso o a<br />

far da cornice ad un<br />

momento felice, allora<br />

ho raggiunto il mio<br />

Come nasce la tua passione per l’arte della ceramica?<br />

In passato avevo uno zio ceramista ed artista. Era una persona completamente<br />

diversa da me però la materia mi è stata familiare fin da bambina. Solo negli ultimi<br />

anni ho reso questa passione un lavoro. L’amore per questo antico mestiere però, mi<br />

nasce dalla voglia di esprimere il concetto di felicità che credo risieda proprio dentro<br />

di noi e dalla nostra quotidianità. Se con una mia creazione riesco a strappare un<br />

sorriso o a far da cornice ad un momento felice, allora ho raggiunto il mio scopo.<br />

scopo."<br />

A cosa ti ispiri in particolare nella realizzazione delle tue creazioni?<br />

La mia ispirazione nasce da tutto ciò che mi circonda. La mia campagna mi ispira<br />

leggerezza e dolcezza. La natura anche se ha degli aspetti molto crudi, ne ha<br />

altrettanti sorprendenti e dolcissimi. Poi sicuramente mio marito e le mie cagnoline.<br />

Però devo ammettere che le mie creazioni più belle, nascono con la primavera<br />

perché la campagna si risveglia dal suo sonno, le galline e gli uccellini cantano più<br />

forte, i fiori iniziano a spuntare timidi, e il sole illumina tutto di colori vivaci.<br />

C’è una creazione a cui ti senti particolarmente legata e che in qualche modo ti<br />

rappresenti ?<br />

Io mi sento molto legata a tutte le mie creazioni, per me sono tutti pezzettini del mio<br />

cuore.. e quando vanno via mi sento quasi come se venissero adottati. Non sono<br />

oggetti neutri, ma sono carichi di energia. Forse però, se dovessi scegliere qualcosa<br />

che amo in particolare, sono gli oggetti d’uso quotidiano. Perché rappresentano<br />

sempre momenti di relax o momenti di serenità in famiglia.<br />

Se dovessi realizzare una creazione sulla danza, cosa ti verrebbe subito in mente?<br />

La danza è vita ed energia proprio come la mia campagna. Immagino le ballerine<br />

come fossero splendidi fiori che danzano al ritmo delle stagioni e delle giornate. Se ci<br />

pensiamo bene anche noi balliamo al ritmo delle stagioni, anche se con una danza<br />

lenta. Immagino ragazze e ragazzi che ballano con gioia intrecciandosi come<br />

meravigliose siepi fiorite. Quindi sicuramente troverei il modo di intrecciare ballerini<br />

e natura come se fossero una cosa sola, in un connubio di amore e gioia.


R A D I O<br />

TuttoBallo20<br />

103.3<br />

RACCONTA IN MUSICA E<br />

NOTIZIE IL "VIAGGIO" DEGLI<br />

ITALIANI.<br />

di Fabrizio Silvestri<br />

Quando si parla di Isoradio, si pensa subito al canale radiofonico<br />

della RAI, che trasmette h24 a buona parte del territorio e degli<br />

ascoltatori, notizie sulla infomobilità, e prevede la presenza di<br />

speaker 24 ore su 24, 7 giorni su 7.<br />

Nasce nel 1989 e, all’inizio trasmetteva musica ed un notiziario sul<br />

traffico ogni 30 minuti, in stretta collaborazione con Autostrade per<br />

l’Italia e fonti CCISS.<br />

Dal 30 ottobre 2020, si assiste a nuovi cambiamenti, che<br />

presentano nuove personalità al timone di Isoradio: in primis il<br />

nuovo Direttore, o meglio Direttrice, Angela Mariella, e l’ingresso<br />

come Autore/Presentatore della rubrica dedicata all’Oroscopo, del<br />

nostro caro amico Rino Jupiter.<br />

La nomina della Direttrice Angela Mariella, ha apportato una vera e<br />

propria “rivoluzione” all’interno di Isoradio; innanzitutto nella<br />

denominazione del ruolo: non “Direttore”, ma “Direttrice”, com’è<br />

giusto che sia ed a cui Angela Mariella tiene molto; a ciò si lega una<br />

iniziativa che la Direttrice vuole realizzare subito dopo Sanremo: non<br />

trasmettere canzoni a carattere misogino! E’ questa, una iniziativa<br />

originale per condurre una battaglia importante contro una realtà,<br />

purtroppo sempre più presente ed insistente nella nostra società:<br />

da una parte, infatti, Angela Mariella utilizza un canale, Isoradio, il cui<br />

pubblico è composto maggiormente da ascoltatori di sesso<br />

maschile (tutti guidano, ma sulle strade, soprattutto per determinati<br />

lavori e per lunghi tragitti, si incontrano soprattutto uomini), e poi,<br />

cosa che per noi, in un certo senso ne siamo promotori, porta<br />

avanti questa battaglia, dando la giusta importanza al valore dell’<br />

Arte. La musica, le canzoni, come la Direttrice ci ricorda nelle sue<br />

interviste, sono veicoli che devono condurre messaggi sani, l’Arte è<br />

sana e, dunque, canzoni che denigrano una donna non potranno<br />

mai essere portatori di qualcosa di sano (rischiando naturalmente il<br />

malcontento di qualche discografico!).<br />

Angela Mariella - Direttrice Isoradio


R A D I O<br />

Alla nuova Direttrice, inoltre, va il merito di immedesimarsi nelle<br />

persone comuni, in coloro che “guidano sulla strada” e sa<br />

coglierne i bisogni, in un momento difficile come quello che stiamo<br />

vivendo, tanto da dichiarare in una sua intervista di avere una<br />

grossa responsabilità, insieme alla squadra dei giornalisti, e<br />

quando questa grave crisi sanitaria sarà finita o, comunque, si sarà<br />

alleggerita, nei confronti di chi è in sofferenza, di chi vuole farcela o<br />

sta cercando, in qualche modo di venirne fuori. Come?<br />

Dando voce e spazio alla gente comune! Realizzando un progetto<br />

di “alfabetizzazione”, lasciando parlare i protagonisti e le loro<br />

esperienze … e, soprattutto trasmettendo coraggio alla rete degli<br />

ascoltatori che si scambiano le proprie esperienze e, magari<br />

perché no, incoraggiarli anche a rischiare. Già oggi, in piena<br />

pandemia si sta raccontando l’Italia, con i suoi borghi, le sue<br />

bellezze, i suoi dialetti e la sua gente semplice …<br />

E’ una svolta rivoluzionaria, ma anche una sfida la ventata di novità<br />

che la Direttrice Angela Mariella sta apportando, insieme al suo<br />

staff, ad Isoradio, un programma che, forse, sino ad ora era<br />

apparso un po’ troppo impostato, su stereotipi che si sta cercando,<br />

già con successo, di superare. La stessa direttrice dichiara che<br />

"Isoradio non è più solo la radio che accompagna gli automobilisti,<br />

ma anche una radio che accompagna gli italiani in questo viaggio<br />

nell'era Covid, rivolta anche a chi è in casa"<br />

E, come si accennava, farà parte di questa innovativa squadra di<br />

lavoro, Rino Jupiter, che abbiamo il piacere di ospitare ogni mese,<br />

con la sua rubrica dedicata alle stelle, nella nostra rivista, e che, alla<br />

luce di quanto detto, avrà, come autore di una sua rubrica in<br />

Isoradio, un compito molto importante in questo momento:<br />

donare momenti di leggerezza e spensieratezza che sono il<br />

motore del coraggio, della scommessa e del rimettersi in gioco …<br />

nonostante tutto!<br />

Isoradio cambia, dunque, guida, cambia veste, cambia i suoi<br />

“programmi” e contenuti, divenendo non semplice canale di<br />

informazione sulla viabilità ed i suoi tempi, ma diviene uno<br />

strumento che si assume la responsabilità, partecipando, in parte,<br />

a quella che, ci auguriamo, si manifesterà come la rapida ripresa<br />

del nostro Paese.<br />

Auguriamo alla Direttrice Angela Mariella buon lavoro,<br />

ringraziandola per le finalità più che condivisibili dei progetti di<br />

Isoradio, ed auguriamo buon lavoro a Jupiter che, sicuramente,<br />

tramite le stelle sue amiche, ci trasmetterà tanta serenità e buone<br />

notizie.<br />

TuttoBallo20<br />

Angela Mariella - Direttrice Isoradio<br />

Isoradio non è più solo la<br />

radio che accompagna gli<br />

automobilisti, ma anche una<br />

radio che accompagna gli<br />

italiani in questo viaggio<br />

nell'era Covid, stando a casa.<br />

Jupiter - Astrologo


Patrizia Mior<br />

incontra<br />

M U S I C A<br />

TuttoBallo20


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

Le persone, a volte, sono strane; esseri perfetti ma di difficile comprensione.<br />

Talvolta, con alcune di loro, ci troviamo in attrito e con altre, invece, sembra<br />

ci si conosca da una vita e, con altre ancora, esiste una chimica impercettibile<br />

agli occhi degli altri, ma che per noi è talmente forte da rendere<br />

imprescindibile il nostro stesso volere..<br />

Molti la chiamano “questione di pelle” e, di solito, chi la chiama così, l’ha vista<br />

passare una volta soltanto nella vita, l’ha interiorizzata e l’ha incasellata<br />

sapientemente in modo da riconoscere ad ogni incontro futuro quella stessa<br />

emozione …<br />

Un po’ come si fa quando si sceglie un vino in una cantina.<br />

In quelle belle cantine, in cui i vini sono allineati in ordine di etichetta ed<br />

annata, coperti appena da un filo di polvere, che li rende pregiati come gli<br />

anni che portano … illuminati dolcemente da una luce soffusa per non<br />

alterarne le proprietà…<br />

E loro, i vini … ah.. loro se ne stanno lì, pronti ad essere i protagonisti indiscussi<br />

delle occasioni speciali …. Timidamente cullati da quella luce soffusa e da<br />

quel filo di polvere che li rende fieri e nobili, circondati dal profumo denso di<br />

legno e di umidità …<br />

Questo è stato il mio incontro con Guillermo Espinosa, al mio ingresso in<br />

studio, alla fine di una ripida scala che portava dritto dritto nel cuore de<br />

“ILatin Music Studios”.<br />

All’ingresso, Francesco e Dairo mi salutarono con il calore che di solito si<br />

riserva a chi rientra da un lungo viaggio … ci scambiammo battute e sorrisi,<br />

scherzammo e mi regalarono tutto il loro affetto, al punto di farmi tremare<br />

nuovamente d’emozione …<br />

Entrai, e appoggiai qua e là le mie cose, ansiosa di salutare Fabrizio e le sue<br />

braccia rassicuranti, fu allora che lo vidi, dietro le sue spalle … ricurvo su se<br />

stesso, seduto in disparte, con i gomiti appoggiati alle ginocchia cingendo il<br />

telefono tra le mani e le cuffie nelle orecchie che, probabilmente, avevano<br />

attutito il mio ingresso rumoroso in quel “luogo sacro d’arte musicale”… Guille<br />

se ne stava lì..nascosto in quell’angolo della stanza in cui la luce si sposa con<br />

l’ombra.<br />

Era a meno di un metro da me e guardai quell’uomo, come si guardano i<br />

ricordi, con rispetto e distacco per non rovinarli; per la prima volta, non riuscii<br />

a parlare, mi mancò il coraggio per farlo.<br />

Fu Fabrizio a rompere il silenzio chiamandolo, lui sollevò il viso ruotandolo<br />

nella mia direzione, e tolse uno dei due auricolari lasciandolo cadere<br />

delicatamente sulla spalla, mi sorrise e senza chiedersi chi fossi allungò la sua<br />

mano per accarezzare la mia durante la presentazione, solo un momento…<br />

cinse la mia mano fredda e ne sfiorò col pollice le nocche, studiandomi.<br />

e r a i l “ n o s t r o ” t e m p o …<br />

e f u i l t e m p o m i g l i o r e ,<br />

f u i l n o s t r o “ q u i ” e “ o r a ” .<br />

Una frase risuonò in quel momento nella mia testa…<br />

“Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva<br />

leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la<br />

loro terra, la loro storia... Tutta scritta, addosso”…<br />

Pensai a quelle parole… e, al contempo, che finalmente avevo trovato una<br />

immagine che rendesse giustizia a quelle stesse parole; fu come se Baricco le<br />

avesse scritte pensando che un giorno, qualcuno, avrebbe avuto la fortuna di<br />

trasformarle in una vecchia foto, per regalarla a noi.<br />

Trovai il coraggio per chiedergli di seguirmi nella sala d’incisione, quella<br />

stessa sala che solo qualche settimana prima si era resa amica e complice<br />

nello scoprire emozioni.. lui dapprima fu riluttante, poi si lasciò convincere e<br />

decise di seguirmi.<br />

Ci sedemmo, l’uno di fronte all’altra, e con lui non fu necessario fare<br />

domande, ebbi la sensazione che mi stesse aspettando, cominciò a<br />

raccontarsi come si fa con una vecchia amica, lasciò scivolare le parole con la<br />

stessa poesia e dolcezza che mette in ogni canzone che canta, parlammo<br />

della sua infanzia delle sue passioni, del suo arrivo in Italia e dell’incontro con<br />

Fabrizio Zoro… della loro amicizia e della collaborazione ne La Maxima79, di<br />

come sono cresciuti insieme e di come ogni giorno si riscoprono uniti e<br />

amici.<br />

Finimmo col dimenticare l’aguzzino che controlla e ruba il tempo a chi non<br />

lo sa gestire, e scegliemmo di dividere lo stesso tempo, quel tempo, perché<br />

quello, era il “nostro” tempo… e fu il tempo migliore, fu il nostro “qui” e “ora”.<br />

Parlammo e cantammo e mi mostrò come una frase banale come “oggi c’è il<br />

sole” potesse diventare poesia se cantata da lui, trasformando il mio sguardo<br />

denso di curiosità in pura emozione, sentita con tanta veemenza da dovermi<br />

coprir la bocca che tremava e costringendomi ad abbassare lo sguardo che si<br />

fece lucido.


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

Alla fine della nostra chiacchierata, ci salutammo con la speranza di rivederci, e riaprimmo quella porta ritornando alla vita reale. Vedendo<br />

Fabrizio che riposava sul divanetto e Francesco che impazziva con il disco… ci guardammo e sorridemmo.<br />

Fu allora che la vidi, la mia fotografia con Guille, vidi una casa al lago e un prato che finiva dove l’acqua bacia l’erba, in una sera di fine estate, tra<br />

gli alberi e l’aria che porta il profumo dei primi acini d’uva, tra risate e suoni.<br />

Vidi una grande tavolata imbandita a festa, di quelle con le tovaglie a quadretti rossi, piatti e bicchieri sparsi qua e là e le luminarie arrotolate<br />

intorno ai rami più grossi, che lasciavano penzolare di tanto in tanto qualche lanterna di carta appena mossa dal vento.<br />

Amici che cantano, bambini che corrono… e, seduto su di una vecchia sedia di quelle da spiaggia…, che ti avvolgono quando ti ci siedi, con un<br />

calice di vino rosso tra le dita,… lui… compiaciuto e felice, inebriato e sereno tra canzoni e risa, gioia e amore.<br />

Guille è così, non è “solo” la splendida voce de “la maxima79”, è anche la persona con cui fare l’ultimo brindisi con un bicchiere di vino alla fine di<br />

una festa, è la spinta che ti fa cantare sotto la doccia, è l’abbraccio che ti consola quando sei triste, è il sorriso che si fa posto tra le lacrime, il vento<br />

che ti toglie la polvere dai vestiti dopo una brutta caduta.<br />

La sua voce è un canto che risveglia dal torpore, è l’energia del primo amore, è come i vini di grande levatura, di quelli rubati alle uve migliori, in<br />

cui il tempo ha trasformato ciò che si pensava fosse un difetto in meravigliosa virtù, illuminato dalla luce calda che si sposa con l’ombra, migliore<br />

tra le migliori bottiglie.<br />

Beh… cari lettori, io non so spiegare a parole quello che succede esattamente in quella stanza ogni volta che la porta si chiude alle nostre spalle, so<br />

che ci sediamo, uno di fronte all’altro e che da quel momento in poi, gli occhi abbandonano i pensieri e l’anima si spoglia dell’armatura,<br />

finalmente libera da pregiudizi, età, sesso …. lasciandosi andare ad emozioni, sorrisi e lacrime, e so… che una volta usciti da quella stanza scegliamo<br />

di non essere più gli stessi, perché, come diceva Stewe Wonder, “La musica, nella sua essenza, è ciò che ci dà ricordi. E più a lungo una canzone<br />

esiste nella nostra vita, più ricordi abbiamo di essa”.<br />

Se non avessimo canzoni da cantare e ricordi da custodire, allora il nostro viaggio a cosa si ridurrebbe? Alla lunga ed affannata corsa nel rincorrere<br />

la versione migliore di ciò che potremmo diventare?!<br />

Guillermo “El Guille”Espinosa:<br />

Sa(l)ssicaia pregiato, dal retrogusto<br />

latino a wine experience with<br />

latin soul


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

A 10 anni dal mio Festival di<br />

Sanremo con 'Fuoco e<br />

cenere' torno con un brano<br />

romantico che racconta una<br />

storia d'amore complicata<br />

"Buongiorno Amore"


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

“Buongiorno amore”, il nuovo singolo della cantante Micaela. Il<br />

brano, scritto per lei da Anna Chiara Zincone e Fabio Vaccaro,<br />

esce a dieci anni dalla partecipazione dell’artista di origini<br />

calabresi al 61esimo Festival di Sanremo quando, con il<br />

brano “Fuoco e cenere”, si classificò prima al televoto nazionale<br />

e seconda nella classica generale nella sezione ‘Giovani'.<br />

“Buongiorno amore” rappresenta un connubio fra elementi<br />

classici e pop che riprende la tematica delle relazioni d’amore<br />

complicate, già affrontata con il singolo di successo “Splendida<br />

stupida". Con un linguaggio più semplice e lineare, il brano<br />

affronta il tema di un rapporto difficile, trasversale e non di<br />

genere, e al contempo profondo e romantico, che non si<br />

interrompe nel tempo ma sopravvive alle mille difficoltà,<br />

immergendosi in una rinnovata profondità.<br />

"A 10 anni dal mio Festival di Sanremo con 'Fuoco e cenere'<br />

torno con un brano romantico che racconta una storia d'amore<br />

complicata. Un amore che va oltre lo spazio e il tempo, che ha un<br />

inizio e mai una fine, come dice il testo, come se i protagonisti<br />

fossero legati in maniera indissolubile. Credo che molti si possano<br />

ritrovare nel brano perché nessuno è immune dal rischio di un<br />

amore travagliato” commenta Micaela, che aggiunge: “L'intensità<br />

emotiva, che spero di riuscire a trasmettere, è il filo conduttore<br />

attraverso cui voglio lanciare un messaggio positivo di speranza e di<br />

amore che si traduca in un forte sentimento nei confronti dell'altro.<br />

Le relazioni diventano complicate perché spesso, nella quotidianità,<br />

ci si spaventa di affrontare determinati argomenti. Credo che il<br />

dialogo e l'ascolto in una coppia siano fondamentali e che, a volte,<br />

bisogna sapere "disinnescare", per poi affrontare razionalmente i<br />

problemi e le necessità dell'altro. Rimanere insieme non deve essere<br />

una scelta di comodo ma motivata da forti emozioni positive."<br />

“Micaela (all’anagrafe Micaela Foti), nasce a Melito di Porto Salvo (RC) il 25<br />

maggio 1993. A quindici anni partecipa al programma televisivo di Rai Uno, in<br />

diretta in prima serata, “Ti lascio una canzone”, ottenendo numerosi<br />

riconoscimenti. Nel 2009 pubblica il suo primo singolo “Da sola si”, scritto per<br />

lei da Gatto Panceri e Emiliano Pat Legato. Inizia cosi, precocemente, la<br />

scalata verso il successo.<br />

Il 2011 è l’anno più importante e Micaela approda a soli 17 anni al 61esimo<br />

Festival di Sanremo con il brano “Fuoco e cenere”, classificandosi prima al<br />

televoto nazionale e seconda nella classica generale, e pubblica il suo primo<br />

EP dall’omonimo titolo “Fuoco e cenere”, distribuito da Warner Music Italy.<br />

Il brano conquista i giovanissimi che si sentono rappresentati dalla sua<br />

canzone, ma piace anche agli adulti che apprezzano il suo stile e il suo timbro<br />

moderno ma tipicamente Pop italiano.<br />

Nel 2012 Micaela esordisce per Ultrasuoni con un nuovo singolo “Splendida<br />

stupida”, un potente brano scritto per lei da Kekko Silvestre, leader dei Modà,<br />

e il video del singolo supera su YouTube oltre i 4 milioni di visualizzazioni.<br />

Il talento di Micaela non passa inosservato e, nonostante la giovane età,<br />

partecipa a numerose trasmissioni televisive di Raiuno, Rai Italia, RaiRadio 1 e<br />

rtl102.5, e rilascia interviste esclusive al Tg1, Tg1 note, RaiRadio1 e RTL102.5<br />

e a note testate nazionali.<br />

Nel 2018, Dopo molte date tra Miami, Washington e New York, Micaela si<br />

ferma proprio nella Grande Mela per produrre un altro singolo di successo “3<br />

volte niente” (#3VNIENTE), prodotto da Fabrizio Sotti e mixato da Luca<br />

Pretolesi.<br />

Nel 2019 torna in tv su Rai 2, tra i concorrenti del talent show “The Voice of<br />

Italy”, conquistando un posto nel team di Guè Pequeno e ottenendo notevoli<br />

riscontri positivi dagli organi di stampa nazionale.<br />

A dicembre 2020 esce, in collaborazione con Augusto Favaloro, featuring<br />

Gennaro Calabrese, il brano natalizio “L’importante è il Natale”, ironico, che<br />

mira a sdrammatizzare il momento critico che il Paese sta attraversando.<br />

Il 12 febbraio <strong>2021</strong> Micaela pubblica il suo nuovo singolo “Buongiorno amore”<br />

scritto per lei da Anna Chiara Zincone e Fabio Vaccaro.


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

THE<br />

AFTER<br />

CARING<br />

Pina delle Site<br />

“La musica è dipendenza e affetto … “ , questo è il valore che un gruppo di grintosi giovani, creando una propria band, dà<br />

alla propria “arte”. L’entusiasmo e la voglia di fare e di trasmettere tali valori al proprio pubblico, ma insiti anche in se stessi, traspare<br />

in modo evidente, forte e predominante, in ciò che dicono ed in ciò che fanno.<br />

E’ la prima volta che degli Artisti diano una definizione così bella dell’Arte: affetto, amore, buoni sentimenti che, in un momento come<br />

questo ci servono più che mai, e pronunciata da ragazzi giovani, fanno un certo effetto; ed è quindi una delle testimonianze più “forti”<br />

del vero valore dell’Arte… Ma conosciamoli da vicino …<br />

Bentrovati ragazzi, e grazie per aver accettato di scambiare “due chiacchiere” con noi. Mi rivolgo ad Emanuele che è il portavoce di<br />

tutta la band ma, naturalmente vorrò sapere di ognuno di voi e del progetto che vi accomuna.<br />

Allora Emanuele, tu sei il portavoce dei “The After Caring”, raccontaci… quando e come nasce la vostra band, e di quanti<br />

componenti è formata?<br />

Il gruppo nasce da un’idea di me e di Alfredo, che avevamo voglia di suonare un pò di rock e, dato che abbiamo molti generi in<br />

comune, eravamo partiti col suonare cover che vanno dal rock anni ‘80 fino al grunge di Seattle anni ‘90. Sostanzialmente per quanto<br />

simili avevamo comunque impostazioni diverse e, per tutto il 2017 inizi 2018, avevamo cominciato a fare le prove nella cucina di casa<br />

di nonna Maria, senza troppe pretese. Poi, improvvisamente, ho ritrovato un vecchio amico, Lorenzo Siani, che è uno dei migliori<br />

chitarristi che io conosca! Così gli abbiamo proposto di suonare con noi e di iniziare strimpellando cover per i locali della città. Da lì ne<br />

abbiamo fatte di tutti i colori.<br />

Perché il nome è mutato da “Eterno’s Kitchen” e, poi, The After Caring?<br />

Lunga storia... Principalmente perché suonavamo nella cucina a casa di nonna, dove ho creato un vero e proprio studio con tutti gli<br />

strumenti e accessori del caso. Poi Eterno perchè sono io. Eterno è una mia filosofia… mi spiego meglio: Ho sempre pensato che le<br />

persone sono eterne nel cuore di chi custodisce i ricordi di queste. Un pò come la musica… ci sono canzoni che sono parte integrante<br />

delle persone, proprio nella loro anima. Questo è un pò il concetto. Ad ogni modo, in questo momento abbiamo riassettato tutto e<br />

abbiamo chiuso questo bellissimo capitolo dedicandoci a un nuovo progetto, “The After Caring”. Questo nome deriva dal fatto che<br />

speriamo che dopo la cura di questa pandemia, riusciamo a tornare a fare musica; da qui questa scelta in po’ originale.<br />

Qual è stato il genere a cui vi siete ispirati?<br />

Beh questa è difficile. Allora, io amo tutta la musica, dal rock al metal, al pop e negli ultimi anni mi sono completamente innamorato di<br />

jazz e funk. Alfredo, invece, è un ex metallaro a tutti gli effetti: lui si è vissuto in pieno il periodo di Metallica, Iron Maiden e tanti altri, e<br />

lo si capisce subito dal suo tono profondo e caldo della voce che richiamano spesso nei suoi testi alcuni passaggi di canzoni<br />

famosissime del genere. Lorenzo invece è un bluesman;, Joe Bonamassa, B.B.King, David Gilmour, Stef Burns, ma amante anche della<br />

new age e di suoni ricercati. Dagli una chitarra, un delay e ti farà sognare. Poi con noi da poco c’è anche Alessandro Castro. Il punk è<br />

stata la sua vita, però con grandi studi di chitarra classica alle spalle, e suona il basso come una macchina da guerra, dritto e a tempo<br />

come un orologio. Adesso siamo noi, ma a turnazione abbiamo le coriste che ci accompagnano: Serena Castellano dalla voce alla<br />

potente, Valentina Imbriaco che è una grande Vocal Coach di Aprilia e Valentina Matticari dalla voce chiara dalle influenze liriche.<br />

Possiamo definirci una miscela completa di tutti i generi.<br />

Oggi vi state “riorganizzando”, quindi in un certo senso vi state “ricreando” o, “reinventando”… Maturità artistica o<br />

altro?<br />

Io credo che sia fisiologico. Dopo tanti anni a competere su un mercato musicale molto difficile, personalmente non mi ci ritrovavo più<br />

sui palchetti del pub a fare le cover, volevo far vedere chi eravamo e le nostre capacità. E’ stato un momento difficile quando abbiamo<br />

preso questa decisione, perché Lorenzo era ad Amsterdam per lavoro e noi qui, in due, ci siamo inventati di tutto ma non<br />

emergevamo. Così ho tirato fuori dal cassetto tutti i giri che avevo da anni in testa e, durante la pandemia, abbiamo iniziato a scrivere<br />

testi e musica. Poi Lorenzo è tornato … e il tocco suo ci ha dato quel “quid” in più che mancava; Alessandro poi ha completato l’opera<br />

con i suoni del suo basso. Tutto nuovo e tutto originale, scritto da noi. Ecco perché proprio in questa fase abbiamo deciso insieme di<br />

lasciarci alle spalle il progetto di cover band con gli Eterno’s Kitchen e dare vita ai TheAfterCaring.


M U S I C A<br />

TuttoBallo20<br />

Oltre alla musica, al momento, fate anche altro nella vita?<br />

Peccato che non siamo rocksta! Alfredo è farmacista, Alessandro un disegnatore tecnico, io mi<br />

occupo di Web Marketing e Lorenzo precario. Quindi in questo periodo storico anche per via<br />

delle tempistiche ristrette, tutte le produzioni interne le compie Lorenzo con grande abilità.<br />

Quindi vi state cimentando anche con degli inediti … chi di voi è autore dei testi e chi<br />

della musica?<br />

Allora, per quanto riguarda la musica e i giri di accordi, io. Lorenzo tutta la parte di<br />

abbellimenti, ritmica e solistica, mentre Alfredo compie l’impresa con la poesia. Poi a casa,<br />

insieme anche ad Alessandro ci cimentiamo in registrazioni home made per capire se il<br />

risultato è funzionale ed in linea con le aspettative e, fino ad ora, tutto veramente bello!<br />

E’ difficile affermarsi, artisticamente parlando, in un ambiente, in una città, non<br />

troppo grande come la vostra ( Aprilia ndr)? E’ stato ed è per voi un limite?<br />

Come dicevo, a un certo punto devi uscire dal nido e volare con le tue ali. Il sogno nel cassetto<br />

piano piano lo abbiamo visto svanire, anche un pò per mezzo del web. Le dinamiche<br />

purtroppo sono cambiate, però io sento il fuoco dentro come il primo giorno che ho<br />

imbracciato la chitarra e sono sempre il primo a partire con la testa e a cercare di coinvolgere<br />

tutti.<br />

Qual è il vostro sogno più grande?<br />

Lorenzo: “ uno dei miei sogni più grandi è di affermarmi come musicista, e ognuno dei miei<br />

compagni e “fratelli” me lo dicono sempre di “provaci”, anche al di fuori della nostra band”<br />

Alfredo: “Il mio sogno più grande è ritornare sul palco per proporre i nostri nuovi brani inediti<br />

quanto prima. Questa pandemia ha massacrato completamente tutto il settore artistico. E<br />

siamo vicini anche a tutte le persone della categoria.<br />

Alessandro: “di questi tempi, ci sarebbe bisogno di pace e tranquillità e dato che sono una<br />

persona intraprendente, vorrei andare su un’isola e fare milioni di cose.”<br />

Emanuele: “Io sinceramente vorrei suonare oppure fare il manager… credo che sia quello che<br />

mi riesce meglio. Mi vedo in giacca e cravatta magari anche a fare il talent scout perchè no. “<br />

Progetti futuri?<br />

Come nuova band, speriamo di riuscire a chiudere il disco entro il <strong>2021</strong> che prevederà 8<br />

tracce circa, comprese una o due cover che ci legano; ancora dobbiamo definire i dettagli.<br />

In questa fase di registrazione collaborerà con noi Daniela Origlia, una nostra cara amica e<br />

batterista che ci darà supporto in ogni fase delle registrazioni, grazie alla sua immensa<br />

esperienza e competenza tecnica in campo musicale.<br />

Terminate la frase di rito che propongo ad ogni artista alla fine dell’intervista: Per<br />

noi la musica (ed il canto) è...<br />

Dipendenza e affetto. La musica ha legato noi e tante altre persone che ci supportano.<br />

Dipendenza perché senza non possiamo farcela e affetto perché la musica è anche tanto<br />

tanto romanticismo.


M U S I C O T E R A P I A<br />

TuttoBallo20<br />

La musicoterapia recettiva consiste nell’ascoltare specifici brani in uno stato di particolare rilassamento; esplorando i vissuti, le<br />

immagini, i ricordi e le sensazioni evocate, si stabilisce un contatto con una emotività intensa, non ancora filtrata e trattata da una<br />

dimensione mentale.<br />

ll modello di musicoterapia recettiva maggiormente riconosciuto a livello internazionale è quello dell’Immaginario guidato e<br />

musica (GIM), ideato da Helen Bonny all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso. Nel GIM l’ascolto musicale, l’immaginario e lo stato<br />

alterato di coscienza vengono utilizzati per favorire l’esplorazione del proprio mondo interiore.<br />

Il Modello “Bonny” prevede una prima fase in cui il cliente descrive il proprio stato d’animo, esplicitando una richiesta o<br />

permettendo al musicoterapeuta di individuare gli obiettivi da raggiungere durante la sessione di ascolto. Successivamente,<br />

vengono proposti alcuni esercizi di rilassamento guidato, in modo da raggiungere uno stato di calma e quiete che precede<br />

l’ascolto. Viene quindi proposta la sequenza sonora (frammenti di musica prevalentemente classica accuratamente selezionati),<br />

che varia dai 4 ai 6 brani inframmezzati da pause di silenzio, durante i quali l’ascoltatore può condividere con il musicoterapeuta<br />

le sensazioni, le immagini e le emozioni che sta provando. Al termine dell’ascolto il musicoterapeuta aiuta l’ascoltatore a<br />

recuperare uno stato vigile e presente, restituendogli la trascrizione di quanto emerso durante la seduta. In sostanza, viene<br />

fornito adeguato supporto affinché il fruitore possa affrontare situazioni dolorose, superare conflitti e blocchi acquisendo<br />

consapevolezza e capacità nella gestione delle proprie risorse. I vari modelli di musicoterapia recettiva sono diversi, ma tutti<br />

accomunati da un assunto di base: Il rapporto che ogni ascoltatore instaura con il materiale sonoro/musicale proposto è<br />

influenzato da aspetti biografici e dall’identità sonora dell’ascoltatore stesso. Con il termine Iso “identità sonora” Roland Benenzon,<br />

si riferisce al cumulo di energia e al processo dinamico formato da suoni, movimenti e silenzi peculiari di ciascun essere umano<br />

che lo differenziano dagli altri. Il lavoro in musicoterapia recettiva non mira alla ricerca di risposte precostituite, ma alla<br />

stimolazione della capacità personale di ascoltare attivamente, cioè di accogliere e di elaborare creativamente i segnali, le<br />

espressioni, i messaggi dell’ambiente circostante. Il tipo di reazione a tale stimolazione è legata in gran parte alla disposizione<br />

emozionale del soggetto, alle vicende interne in corso, e al tipo di rapporto che si viene a creare tra l’ascoltatore e il<br />

musicoterapista.<br />

Rosolato (1982) afferma che la musica può essere ascoltata attraverso tre modalità differenti:<br />

• ascolto tecnico: il fruitore si concentra sulla scoperta delle “regole” musicali contenute all’interno del brano (struttura formale,<br />

tonalità, tempo, ecc…). Tali regole consentono di confrontarsi con qualcosa di conosciuto e di rassicurante;<br />

• ascolto evocativo: la musica sollecita ricordi ed associazioni. Il brano musicale può essere messo in rapporto diretto con<br />

accadimenti personali, con eventi significativi della storia soggettiva o indurre una risposta associativa per via di una potenzialità<br />

espressiva o di una caratteristica strutturale;<br />

• ascolto ipnotico: questa modalità di ascolto astrae le precedenti, ed è caratterizzata dall’oblio e dal vuoto, insieme alla perdita<br />

di un rapporto sensoriale con l’esterno, salvo mantenere il contatto con la fonte musicale.


M U S I C O T E R A P I A<br />

TuttoBallo20<br />

Nella scelta del repertorio, da adoperare in base ai diversi modelli di<br />

riferimento, il musicoterapista può attingere da musiche che appartengono<br />

al suo bagaglio culturale, oppure può utilizzare brani musicali proposti dal<br />

paziente. In questo caso le musiche saranno utili al musicoterapista per<br />

raccogliere informazioni sull’identità sonoro-musicale del paziente stesso. Il<br />

materiale sonoro utilizzato per tali esperienze può includere l’ascolto di<br />

improvvisazioni dal vivo o registrate, esecuzioni o composizioni del paziente<br />

o del terapeuta, registrazioni provenienti dai vari stili della letteratura<br />

musicale esistente (classica, jazz, popolare, rock, pop, country, etc…), e<br />

sonorità archetipiche quali ad es. l’acqua ed il ritmo cardiaco.<br />

Volendo trarre spunto dai principi della musicoterapia recettiva ci si può<br />

attivare in un “fai da te”, (diverso dal complesso processo messo in atto<br />

durante le sedute di musicoterapia), che consenta almeno di esplorare<br />

vissuti interiori e di evocare ricordi, che ci faccia superare quei momenti di<br />

solitudine dell’anima o semplicemente che favorisca il rilassamento.<br />

Proponiamo di seguito semplici consigli per “sentire” la musica e<br />

percepirla a livello sensoriale al fine di favorire un globale<br />

benessere psicofisico.<br />

-Individuare il setting: una stanza possibilmente poco illuminata, e priva<br />

di distrattori, dove scegliere una postazione orizzontale comoda.<br />

-Preparare il corpo attraverso la respirazione: respirate<br />

profondamente e lentamente attraverso il naso e percepite la parete<br />

addominale che si gonfia. Lasciate che il respiro esca passivamente<br />

attraverso la bocca o il naso consentendo alla parete addominale di<br />

rilassarsi.<br />

-Scegliere la fonte sonora: è preferibile utilizzare le cuffie ed impostare il<br />

volume sui 30-40 decibel<br />

Ora non basta che scegliere i brani.<br />

Approfittando del momento “hic et nunc”, ecco la top ten dei freschissimi<br />

brani proposti al 71° Festival di San Remo che meglio si addicono<br />

all’esperimento casalingo:<br />

1 Colapesce-Dimartino – “Musica Leggerissima”<br />

2 Irama – “ La genesi del tuo colore”<br />

3 Francesca Michielin-Fedez – “Chiamami per nome”<br />

4 La Rappresentante di Lista – “ Amare”<br />

5 Madame – “Voce”<br />

6 Gaia- “Cuore amaro”<br />

7 Ghemon – “Momento perfetto”<br />

8 Extralisciofeat Davide Toffolo – “ Bianca luce nera”<br />

9 Maneskin- “Zitti e buoni”<br />

10 Lo stato sociale –“Combat Pop”<br />

L’ordine di gradimento è puramente fittizio. Chiaramente la scelta è unica<br />

ed estremamente personale, pertanto risulterebbe vano ogni sforzo volto<br />

ad individuare brani “musicoterapeutici” per eccellenza, così come<br />

risulterebbe inutile ogni impiego “pseudo-farmacologico” della proposta di<br />

ascolto.<br />

Sperimentate e create il vostro personale viaggio musicale


V I A G G I<br />

TuttoBallo20


P E R S O N A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

La mattina, appena aprii la porta finestra della<br />

stanza d’albergo in cui alloggiavo ed uscii sull’ampia<br />

terrazza sono stata accolta subito dai raggi<br />

benevolenti del sole mattutino che mi accarezzava<br />

dolcemente il viso con l’intento di combattere e di<br />

allontanare il continuo soffio del vento fresco ed’<br />

aspro. Mi trovavo in Austria, precisamente in un bel<br />

albergo confortevole, tipicamente austriaco, situato<br />

nella nota località turistica di Filzmoos. Mi sentivo<br />

ancora assonata dopo il sonno notturno, un po’<br />

agitato come mi succede ogni volta quando devo<br />

alloggiare per la prima notte in un nuovo luogo,<br />

sconosciuto. Mi sono appoggiata le braccia sulla<br />

ringhiera in legno scultato che cingeva in parte la<br />

terrazza al secondo piano, respirai intensamente<br />

l’aria frizzante e pura, degna di rinvigorirmi. Rimasi<br />

incantata del panorama che si svolgeva davanti ai<br />

miei sguardi. Sullo sfondo una meravigliosa danza<br />

di montagne di diverse forme e dimensioni in parte<br />

avvolte di misteriosa foschia azzurra, e accanto a<br />

me dei bellissimi prati color verde smeraldo,<br />

punteggiati da fiorellini selvatici di montagna in<br />

colori allegri. Perline tremanti di rugiada fresca<br />

brillavano sull’erba e sui petali dei fiori appena<br />

aperti, sui rami degli abeti che svettavano orgogliosi<br />

verso il cielo nelle vicinanze. Alcune mucche dalla<br />

pelliccia maculata color marrone chiaro e bianco<br />

stavano pascolando pacificamente l’erba cruda<br />

mostrando un’aria impassibile e piuttosto<br />

preoccupate di nutrirsi per bene. I tintinni dei<br />

campanacci appariscenti appesi al collo di ciascuna<br />

di esse disturbavano in modo tanto piacevole<br />

quella quiete e la pace regnante del luogo. Sul cielo<br />

azzurro soltanto alcune nuvolette bianche<br />

passeggere portate dal vento chi sa dove. Mi<br />

dispiaceva assai di non poter trattenermi ancora<br />

sulla terrazza, godermi quell’atmosfera bucolica e di<br />

continuare a respirare quell’aria dolciastra,<br />

piacevole, simile come quella dopo la poggia nel<br />

bosco. Dovevo per forza tornare nella stanza,<br />

cambiarmi e recarmi nel ristorante dell’albergo per<br />

fare la prima colazione. La colazione è stata<br />

abbondante come succede di solito negli<br />

restauranti austriaci, colazione che volendo,<br />

potrebbe sostituire benissimo un pranzo o una<br />

cenna. Gli austriaci ci tengo molto alle loro ricche<br />

colazioni in cui non manca quasi nulla, simili agli<br />

tedeschi, d’altronde. Sui lunghi tavoli banditi<br />

sistemati con cura si trovava sia del dolce, sia del<br />

salato, cioè; affettati, formaggi diversi, delle uova<br />

sode ancora calde, dello yogurt naturale o alla<br />

frutta, delle marmellate assortite, più tipi di pane e<br />

di cereali, della frutta fresca o la macedonia, il thè e<br />

l’immancabile caffè lungo accompagnato dal latte<br />

bollente, speciale per il caffè. Il profumo dolce,<br />

aromatico del caffè appena versato nelle tazze<br />

inebriava tutta la mattina, l’aria e i sensi di quelli che<br />

lo servivano seduti comodamente ai tavoli. Me<br />

compresa e la mia metà. L’atmosfera si presentava<br />

calda ed’ accogliente, e il cibo era ottimo. Dopo<br />

aver approfittato della colazione ricca, tipicamente<br />

austriaca, per altro apprezzata, insieme a mio<br />

marito abbiamo lasciato l’albergo per andare a fare<br />

un’escursione sul Ghiacciaio Dachstein, distante<br />

circa 14 chilometri da Filzmoos, percorribili in venti<br />

minuti circa. In quella giornata di settembre dorato<br />

2019 il tempo si presentava splendido, sereno,<br />

perfetto per poter salire sul Ghiacciaio. Perché<br />

purtroppo, accade spesso che per colpa delle<br />

condizioni meteo inadatte come nebbia e vento<br />

forte la funivia rimane chiusa per giorni, facendo<br />

impossibile la salita sul Ghiacciaio, lasciando delusi<br />

tutti quelli che magari erano venuti lì a posto per<br />

poter visitarlo.<br />

l Ghiacciaio Dachstein si trova sopra la città di<br />

Ramsau am Dachstein, in Austria, a sud di<br />

Salisburgo. Con i suoi quasi tre mila metri di altezza<br />

e per la sua unica e straordinaria bellezza è meta di<br />

escursioni per numerosi turisti da tutto il mondo,<br />

persone alla ricerca di scoprire dal vivo uno vero e<br />

proprio ghiacciaio. Dalla località Filzmoos fino a<br />

Ramsau am Dachstein la strada ben mantenuta è<br />

bellissima, costeggiata da tratti di foreste spesse di<br />

abete impenetrabili e di prati, e le sagome rocciose,<br />

grigie delle montagne del Dachstein ci fanno<br />

sempre compagnie fino ad’ arrivare a Ramsau am<br />

Dachstein. Da qui si prosegue con il pedaggio<br />

all’entrata del Parco Nazionale che porta verso la<br />

Stazione della funivia. Pensavamo che la Stazione<br />

della Funivia fosse vicino, invece ci sbagliavamo<br />

perché si deve fare un bel tratto di strada in salita<br />

piena di curve strette, insidiose che attraversano<br />

delle fitte e belle foreste di abeti e di altri alberi<br />

tipici della montagna. In cambio, ogni curva ci<br />

regalava uno scorcio panoramico diverso,<br />

meraviglioso da ammirare. Volendo ci si può<br />

fermare in dei posti appositi per poter godere in<br />

pieno il paesaggio circostante e quello lontano della<br />

città Ramsau situata a valle. Ci sono anche dei posti<br />

di ristoro dove ci sono degli alberghi dall’aria<br />

pittoresca e dai balconi meravigliosamente fioriti e i<br />

loro ristoranti eleganti pronti di accogliere i turisti.<br />

Percorso questo tratto di strada abbastanza<br />

impegnativa ma comunque gratificante, siamo<br />

arrivati alla Stazione della Funivia. Anche qui dei<br />

bellissimi alberghi costruiti conforme la tradizione<br />

austriaca, dei ristoranti e delle terrazze all’aperto si<br />

facevano subito notare. Anche perché da qualche<br />

parte si sentiva in modo stridente i suoni di una<br />

musica tirolese stridente piuttosto un po’<br />

martellante per i nostri uditi. Ma comunque una<br />

musica degna di mantenere vivo e divertente lo<br />

spirito degli austriaci, orgogliosi della loro musica<br />

tradizionale, una musica degna di vivacizzare il<br />

luogo. Trovare un parcheggio fu una cosa assai<br />

difficile, ma alla fine ce l’abbiamo fatto, trovando un<br />

posto ad ‘una certa distanza della Stazione della<br />

Funivia. Eppure è stato una cosa utile alla fine,<br />

perché girondolando tra numerose macchine<br />

parcheggiate i nostri sguardi si fermavano spesso<br />

sulle maestose montagne grigie, rocciose del<br />

Massiccio Dachstein, giuste di essere fotografate e<br />

riprese video. Appese da un filo apparentemente<br />

sottile, ma in realtà molto resistente e sicuro, viste<br />

da lontano le cabinovie sembravano delle piccole<br />

scatole che salivano e scendevano con certa<br />

velocità ad’ intervalli regolati di tempo sulle pareti<br />

ripide delle montagne. Lassù in cima del Dachstein<br />

si intravvedeva appena la sagoma di una casetta<br />

misteriosa, irraggiungibile, sistemata li come se<br />

fosse un nido degli avvoltoi, riuscendo ad’<br />

incuriosire qualsiasi sguardo. Avevamo tentato altre<br />

volte di poter salire lassù ma il maltempo non ce<br />

l’aveva permesso. Finalmente, era arrivato il<br />

momento di affrontare questa avventura e di salire<br />

sul Dachstein Glacier. Personalmente, guardando le<br />

cabinovie in movimento sulle pareti rocciose, sopra<br />

agli strapiombi da far girare la testa mi sono un po’<br />

panicata al pensiero di dover affrontare la salita e la<br />

discesa chiusa in una di esse. Anche se per tante<br />

altre volte avevo usato la funivia in diverse<br />

occasioni. Per qualche attimo ho avuto l’intenzione<br />

di rinunciare, mi sentivo sopraffatta di ansia e della<br />

paura. Ma il forte desiderio di visitare questo ghiac-<br />

ciaio ha superato le mie ansie, le inevitabili paure, le<br />

mie insicurezze. Una volta comprati i biglietti un<br />

pochino cari ci siamo messi in una lunga fila per<br />

prendere la funivia. L’attesa non è stata troppa, la<br />

capienza delle cabinovie faceva bensì che tutto si<br />

svolgesse con certa rapidità. Siamo saliti nella<br />

cabinovia insieme ad una cinquantina di persone<br />

più o meno, gente rumorosa, parlando<br />

specialmente il tedesco e l’inglese, ciascuno<br />

trovando un punto di appoggio tenendosi la mano<br />

alzata, stretta ad ‘un aggancio apposito per questo.<br />

Avevo il cuore nella gola e un senso di claustrofobia<br />

cominciò già a stuzzicarmi appena vidi le porte<br />

chiuse automaticamente della cabinovia e sentii il<br />

rumore specifico che questo comporta.<br />

Cominciava la salita, un’esperienza davvero<br />

adrenalinica, almeno per me, mentre guardavo con<br />

stupore gli strapiombi spaventosi sotto di noi,<br />

meravigliandomi allo stesso tempo. La cabinovia<br />

era moderna, ben mantenuta ed’ aveva una<br />

persona a bordo che svolgeva il ruolo di<br />

accompagnatore che stava seduto su una sedia<br />

alta, sistemata in un angolo. La sua presenza mi<br />

rassicurava un po’.<br />

Per alcuni più coraggiosi esisteva la possibilità di<br />

salire o di scendere scegliendo di sistemarsi sopra<br />

la cabinovia. Praticamente all’aperto, godendo in<br />

pieno il panorama, ma con il rischio di essere<br />

disturbati dalla presenza dell’aria molto fredda e<br />

del vento tipicamente aspro delle alture.<br />

La salita è durata circa sei minuti, una cosa<br />

incredibile pensando che siamo partiti dalla valle e<br />

raggiunti a quasi tre mila metri di altezza. Una volta<br />

scesi dalla cabinovia ci imbattiamo nuovamente<br />

nella folla di gente varie, rumorosa, caotica.<br />

Tutti quanti, me compresa abbiamo cominciato a<br />

scattare delle foto all’impazzata, eravamo<br />

desiderosi di poter vedere tutto ad ‘un solo colpo<br />

d’occhio, avidi di fotografare il più possibile il<br />

paesaggio. Eravamo già sulla terrazza panoramica<br />

adiacente alla Stazione della Funivia.<br />

La veduta si presentava spettacolare. Sembravamo<br />

tutti come un gregge che inconsapevolmente<br />

facevano gli stessi gesti in qualche modo<br />

mettendoci in competizione. La mia prima<br />

sensazione è stata quella di trovarmi<br />

immediatamente come sul tetto del mondo, vicino<br />

al cielo, quasi da poter toccarlo con le mani. Non<br />

ero mai salita a tre mila metri di altezza.<br />

Per me tutto questo rappresentava una sfida, una<br />

vera conquista. Giusto per qualche istante mi sono<br />

messa in contatto con la forza divina per<br />

ringraziarle in un mormorio di avermi dato una<br />

mano di arrivare in questo luogo meraviglioso. Pur<br />

di non poter vederla mi sembrava di sentire la sua<br />

presenza misteriosa ovunque anche in quel luogo.<br />

Una sorte di incantesimo mi sopraffaceva, sentivo<br />

di aver delle ali per volare.<br />

Ero felice di trovarmi finalmente da queste parti<br />

che aveva tanto desiderato di visitare.<br />

Siamo stati fortunati, la giornata era soleggiata,<br />

anche se faceva un po’ freddino e un vento<br />

pungeva le guance e le mani. D’ altronde ci<br />

trovavamo su un vero e proprio ghiacciaio che si<br />

doveva fare valere alla fine.Lasciata indietro la<br />

stazione della funivia e la terrazza panoramica<br />

adiacente abbiamo proseguito la passeggiata<br />

immersi in un paesaggio unico, straordinario.<br />

Si cammina su ponti traballanti, sospesi a<br />

strapiombo su ghiacciaio e panorama circostante.<br />

Non è un caso che questa camminata è stata<br />

chiamata Sky Walk.


V I A G G I<br />

TuttoBallo20


V I A G G I<br />

TuttoBallo20<br />

Poi si raggiunge la “Suspension Bridge”, cioè, la scala nel vuoto. Mettere i piedi su questa lastra di vetro si ha la sensazione di volare nel vuoto degli abissi. Le emozioni<br />

diventano forti, incredibili, adrenaliniche, al confine di un inevitabile senso di timore e di insicurezza. Forse è proprio questo l’obiettivo più fotografato e ripreso del<br />

Dachstein Glacier, dove le persone fanno la fila, aspettando con apparente pazienza e lo spirito civilizzato di poter accedere uno alla volta alla scala in vetro, di<br />

scendere i suoi gradini sempre in vetro di essere fotografati dagli altri o di scattare loro stessi dei selfie o delle bellissime foto al paesaggio davvero mozzafiato. Poi si<br />

prosegue camminare tra vertigini e mal d’aria per chi lo soffre su altri ponti sospesi nel nulla, altre tanto mossi dalla presenza delle persone che li percorrano,<br />

potendo ammirare il Massiccio Dachstein in tutto il suo splendore, noi, fortunati di ammirarlo sotto i raggi brillanti del sole di metà settembre. Una veduta a trecento<br />

sessanta gradi si svolgeva davanti ai nostri sguardi sempre incuriositi ed ‘ammagliati. Che dire? Tutto era unico, incredibilmente fantastico, uno vero spettacolo della<br />

natura. Non mi saziavo di ammirare e di fotografare le montagne, le vallate, i diruppi pericolosi. Ma si doveva proseguire con la visita del Palazzo di ghiaccio<br />

interamente costruito in ghiaccio. Una volta entrati ci imbattiamo in delle lunghe gallerie scavate in ghiaccio, poco illuminate di cui il pavimento si presentava molto<br />

scivoloso, insidioso, pericoloso. Specialmente per quelli come noi, che indossavamo le scarpe di ginnastica, inadatte a questo luogo. Si deve fare attenzione e<br />

camminare appoggiandoti spesso alle ringhiere in ferro, anche se molto fredde, sistemate apposito sulle pareti di ghiaccio. Nonostante questo inconveniente, entrare<br />

nel Palazzo di ghiaccio per me fu come se entrassi in un Palazzo delle favole. Ad’ ogni angolo erano delle bellissime sculture in ghiaccio illuminate in vari e splendidi<br />

colori, creando un’atmosfera magica, portandoti con la fantasia nei paesi artici o forse al tanto amato e spesso difficile da raggiungere al Paese di Babbo Natale in<br />

Lapponia. Tra numerose esclamazioni di ammirazione e strilli frequenti perché ero sempre in pericolo di scivolare e di cadere sul pavimento ghiacciato, proseguendo<br />

tutte le gallerie siamo finalmente usciti dal Palazzo di ghiaccio, all’aperto. Là dentro la temperatura era sotto zero e abbiamo patito un po’ il freddo. Una volta<br />

all’aperto, i raggi del sole ci vennero in aiuto e ci riscaldò piacevolmente. Siamo scesi alcune scale e ci siamo subito trovati a camminare sulla neve che si scioglieva, la<br />

temperatura era di circa nove gradi. Anche se ero munita dei miei immancabili bastoni appositi per le gite in montagna, il rischio di scivolare e di cadere era altissimo.<br />

Camminavo molto tesa, attenta dove mettevo i piedi, come d’altronde gli altri turisti presenti sul posto, ma senza perdere di vista il paesaggio circostante. Tutto<br />

intorno una immensa distesa di bianco e là dove la neve non era stata calpestata dai passi dell’uomo essa brillava in colori d’argento scintillante sotto il sole. Più<br />

avanzavo nel percorso, anche se difficile rischiando di cadere scivolando più avevo il desiderio di proseguire, di scoprire la magia del luogo. Eppure la stanchezza e lo<br />

stress cominciavano già a farsi sentire. Anche l’aria specifica dell’alta cota faceva la sua parte, sicuramente. I colori variopinti dei vestiti dei turisti che passeggiavano<br />

dipingevano il bianco della neve intorno. In lontananza si intravvedevano le sagome delle altre bellissime vette innevate verso di quale alcuni sciatori ben equipaggiati,<br />

adeguatamente ciascuno con gli sci sulle spalle si dirigevano in fila indiana. Sembravano una fila di formiche quale piano, piano diventarono dei piccoli puntini neri sul<br />

bianco della neve, che poi scomparirono completamente inghiottiti dall’orizzonte e dalla foschia. Siamo tornati indietro, alla base della stazione della Funivia e ci<br />

siamo fermati a mangiare su una terrazza all’aperto di un ristorante dove erano tante persone sedute ai tavoli e servivano ciascuno qualcosa da mangiare. Da qui si<br />

poteva godere in pieno un'altra vetta del massiccio Dachstein, un altro angolo da sogno degno di essere immortalato. Delle cornacchie dal piumaggio nero luccicante,<br />

rumorose e ladre volavano sopra ai tavoli all’aperto con l’intenzione di poter rubare qualcosa da mangiare dai piatti, o perfino i panini tenuti tra le mani dei turisti.<br />

Qualcuno di essi magari disattento è stato derubato di qualche wurstel e pezzo di pane. Gli uccelli venivano spesso allontanati con battiti delle mani della gente tra<br />

risate copiose e strilli di disapprovazione. La nostra escursione sul Ghiacciaio Dachstein stava per finire. A malincuore dovevamo lasciare quel luogo unico e speciale,<br />

salire a bordo di una cabinovia che ci portò con la velocità incredibile a valle. Una breve ripresa video con la discesa mi sembrava di obbligo, gli spaventosi strapiombi,<br />

le rocce grigie, aspre, tutto meritava di davvero di essere immortalato. E poi, tenendomi occupata ho dimenticato un po’ della paura di essere chiusa in quella scatola<br />

piena di gente estranea dove sentivo di mancarmi l’aria da respirare. Arrivati già nell’ampio parcheggio della Stazione della Funivia ci siamo fermati a fissare per bene<br />

l’immagine della cima del Massiccio Dachstein. Le cabinovie continuavano a fare il loro dovere salendo e scendendo ad’ intervalli precisi di tempo. Quasi che non<br />

potevo credere di essere stata poco prima in una di quelle cabinovie, che ho avuto l’opportunità di visitare il famoso Ghiacciaio Dachstein. È stato come un bel sogno<br />

svanito troppo in fretta, purtroppo. Mi sono resa conto che in questo luogo apparentemente inaccessibile e difficilmente raggiungibile regna una perfetta armonia tra<br />

l’essere umano intelligente, inventivo, coraggioso e la natura circostante quale anche se in qualche modo disturbata riesce comunque di preservare i propri valori di<br />

ogni genere. Ho provato una grande ammirazione e considerazione per gli austriaci che hanno saputo anche in questo luogo come in altri luoghi turistici dell’Austria<br />

di mostrare di saper fare le cose per bene. Non posso concludere senza definire nuovamente, ma in poche parole che significa Dachstein Glacier; cioè, un ghiacciaio<br />

che si intestardisce di resistere al cambiamento drastico del clima mondiale, un luogo unico, davvero speciale, panorami mozzafiato sulle montagne intorno, terrazze<br />

panoramiche, ponti sospesi nel nulla, il Palazzo di Ghiaccio con le sue meravigliose sculture in ghiaccio illuminate in modo feerico e tanta, tanta neve…anche se si<br />

stava sciogliendo in alcuni tratti. Un luogo che merita almeno una visita, un luogo di cui ti innamori a prima vista e desideri di tornare altre volte. Spero tanto che<br />

questo ghiacciaio riuscirà ad ‘esistere anche per le generazioni future e di poter regalare sempre le stesse forti emozioni adrenaliniche cosi come ha regalato a me.


avere un viso armonioso, e poterlo truccare al meglio, la forma delle sopracciglia deve essere ben delineata e adatta al nostro tipo di<br />

Per<br />

viso.<br />

vostri alleati in questa operazione saranno sicuramente le pinzette, le forbicette e il pettinino per sopracciglia. Con le pinzette potrete<br />

I<br />

i peli in eccesso e mantenere la forma. Come correggere le sopracciglia:<br />

eliminare<br />

sopracciglia determinano armonie ed architetture del viso risultando un valido strumento non solo per un trucco base ma soprattutto per<br />

Le<br />

trucco correttivo. Molti make-up artist preferiscono definire e delineare bene le sopracciglia come primo step del make-up degli occhi,<br />

il<br />

la stessa lunghezza e forma sopraccigliare sarà un’ ottima guida per realizzare la sfumatura degli occhi.<br />

poiché<br />

sulle sopracciglia non è comunque uno step obbligatorio, soprattutto sui volti molto giovani e freschi; per capire se è necessario<br />

Intervenire<br />

o meno può essere utile una attenta analisi della dimensione dell’arcata rispetto agli altri elementi del viso.<br />

intervenire<br />

individuare la forma ideale delle sopracciglia, bisogna posizionarsi bene di fronte al soggetto e tracciare, con l’aiuto del manico sottile<br />

Per<br />

prima linea (1-3) percorre verticalmente e parallelamente l’asse centrale del naso, il punto in cui questa linea tocca la fronte; questo<br />

La<br />

il punto da qui far iniziare il sopracciglio.<br />

sarà<br />

seconda linea (1-2) parte sempre dalla narice esterna del naso e passa per il centro dell’occhio, tangendo esternamente l’iride; la sua<br />

La<br />

con l’arcata sopraccigliare e con la perpendicolare esterna dell’occhio, determinerà la massima altezza del sopracciglio ovvero<br />

intersezione<br />

punto “2”. La terza linea è la diagonale (1-3) che parte dalla narice esterna e giunge fino all’estremità esterna dell’occhio determinando,<br />

il<br />

il punto in cui termina il sopracciglio. Questa diagonale dal punto di vista correttivo, determina anche l’inclinazione dello zigomo su cui<br />

così,<br />

sopracciglia, convergono tutte dall’ inizio della narice del naso. Tale tecnica si può applicare su tutti i visi regolari che non presentano<br />

delle<br />

disarmonie.<br />

importanti<br />

evidente che c’è una importante relazione tra “NASO E SOPRACCIGLIA” , quindi, prima di intervenire sulla modifica delle sopracciglia, è<br />

E’<br />

un attenta analisi della forma del naso, poiché se è troppo largo, troppo lungo o troppo corto rispetto al viso, non si avrà una<br />

necessaria<br />

M A K E U P<br />

TuttoBallo20<br />

• Se avete un viso tondo e paffuto, le sopracciglia potranno essere ad ala di gabbiano ma non troppo arcuate.<br />

• Se avete lineamenti marcati, evitate l’angolatura e prediligete delle sopracciglia ad arco.<br />

• Se il viso è piccolo con lineamenti delicati, la forma più indicata è sicuramente quella dritta, senza particolari marcature.<br />

• Se gli occhi sono particolarmente vicini, distaccate bene le sopracciglia per aprire lo sguardo. Al contrario per occhi distanti<br />

lasciatele più vicine.<br />

• Se la fronte è alta, prediligete le sopracciglia più folte, ma sempre ben delineate nella forma, mentre se la fronte è bassa potete<br />

assottigliarle di più.<br />

• Ricordate che, in caso di sopracciglia asimmetriche, sarà necessario adeguare quella più corta o più sottile all’altra. Vediamo<br />

come fare:<br />

• Se non siete molto pratiche, la prima volta sarà meglio rivolgervi ad una professionista, e in seguito sarà sufficiente seguire con<br />

attenzione la forma che vi avrà dato e non avrete problemi.<br />

un pennello o con un filo di cotone nero, tre linee guida immaginarie che convergono verso l’angolo esterno delle narici del naso (punto 1),<br />

di<br />

proseguono in direzione dell’arcata sopraccigliare passando per gli estremi dell’occhio.<br />

e<br />

svilupperà il make-up degli occhi. L’arcata sopraccigliare, se disegnata in modo giusto, ha il potere di correggere ma ,se<br />

si<br />

in modo inappropriato, può anche evidenziare le disarmonie del viso. Le linee guida per determinare misure e proporzioni<br />

disegnata<br />

forma regolare dell’arcata sopraccigliare.


ALBERTO<br />

LEONARDI<br />

Leonardi “L’artigiano della pellicceria d’alta<br />

Alberto<br />

rende i suoi abiti dei pezzi unici, grazie al<br />

moda”,<br />

costante impegno nella ricerca di particolari<br />

suo<br />

e femminili, alla sperimentazione di materiali<br />

inediti<br />

all’attenzione quasi maniacale per il<br />

innovativi,<br />

insieme alla cura artigianale nella<br />

dettaglio<br />

Lo stilista romano per l'inverno<br />

realizzazione.<br />

lancia l'Haute Coutier della pellicceria<br />

<strong>2021</strong>/2022<br />

M O D A<br />

TuttoBallo20<br />

ecologica.


S T O R I A<br />

TuttoBallo20


Pedro Pugliese, figlio di un umile operaio italiano, nacque a<br />

Osvaldo<br />

Aires, nel barrio di Villa Crespo, il 2 dicembre 1905. Il padre Adolfo,<br />

Buenos<br />

dilettante in alcuni quartetti di tango di quartiere, impartì ai suoi<br />

flautista<br />

figli la cultura per la musica, in particolare per il violino, ma tre violinisti<br />

tre<br />

troppi in una casa, pertanto, al giovane Osvaldo, venne assegnato lo<br />

erano<br />

del pianoforte. Dopo un percorso brillante al Conservatorio Odeón,<br />

studio<br />

di 15 anni iniziò la sua carriera professionista al Café de La<br />

all’età<br />

così chiamato dagli avventori alludendo alla scarsa igiene del<br />

Chancha,<br />

Nel 1921 aggiunse al suo conjunto la prima donna<br />

proprietario.<br />

che conobbe il tango, Francisca “Paquita” Bernardo, mentre<br />

bandoneonista<br />

anni più tardi, debuttò come pianista di musica classica in una<br />

due<br />

radiofonica dell’emittente Radio Cultura.<br />

trasmissione<br />

nella sua brillante scalata verso il successo, Pugliese si<br />

Continuando<br />

nel 1924 al quartetto di Enrique Pollet, passando poi per<br />

aggregò<br />

di Roberto Firpo, fino a formare un Sexteto con il violinista Elvino<br />

l’orchestra<br />

del quale non ci restano registrazioni. Il debutto del Sexteto<br />

Vardaro,<br />

al Café Nacional coincise con l’inizio di un lungo tour<br />

Vardaro-Pugliese<br />

l’Argentina che i due artisti intrapresero poco dopo. Pugliese e<br />

attraverso<br />

erano accompagnati dal poeta Eduardo Moreno, in qualità di loro<br />

Vardaro<br />

lo stesso che fu autore del testo del<br />

rappresentante/responsabile,<br />

tango Recuerdo composto dallo stesso Osvaldo Pugliese. Il<br />

celeberrimo<br />

si rivelò un vero e proprio salasso economico, al punto che Vardaro<br />

tour<br />

impegnare il suo violino Sartori per pagare il viaggio di ritorno.<br />

dovette<br />

dal violinista Vardaro, Pugliese presto fu affiancato da un<br />

Abbandonato<br />

violinista, Alfredo Gobbi, formando un’orchestra di cui un<br />

altro<br />

era il giovanissimo Aníbal Troilo, con Luis Díaz come<br />

bandoneonista<br />

Nel 1934, quando il bandoneonista Pedro Laurenz – ex di De Caro<br />

cantante.<br />

di Maffia – formò la sua orchestra, Pugliese ne occupò il piano, occasione<br />

e<br />

cui scrisse i suoi primi arrangiamenti su un paio di tanghi, fra cui La<br />

in<br />

Beba.<br />

completo delineamento del suo stile di tango iniziò l’11 agosto del 1939<br />

Il<br />

comparì ancora al Café Nacional. Pugliese era direttore, pianista<br />

quando<br />

arrangiatore di questo raggruppamento che fu organizzato come una<br />

ed<br />

e propria cooperativa, emanazione diretta delle sue idee<br />

vera<br />

Da un caffè del barrio di Villa Crespo arrivarono alla radio<br />

filosovietiche.<br />

importante del momento, Radio El Mundo, seguito da un’importante<br />

più<br />

di fan, composta da fanatici del suo stile e da seguaci del Partito<br />

cerchia<br />

Comunista.<br />

continuità nel lavoro gli permise di affinare il suo concetto, appoggiato<br />

La<br />

suoi compagni come il contrabbassista Aniceto Rossi, tanto importante<br />

dai<br />

dargli l’approccio ritmico di cui necessitava. Fondamentale fu il<br />

nel<br />

di Osvaldo Ruggiero, che rimase con Pugliese fino al 1968,<br />

bandoneón<br />

legato al suo direttore. Ed altrettanto può dirsi del<br />

profondamente<br />

Enrique Camerano, nato – dice qualcuno – per suonare con<br />

violinista<br />

Camerano si era affermato come il maggior esponente dello stile<br />

Pugliese.<br />

ma con una rotonda cadenza ritmica, attrattiva per il ballerino<br />

decareano,<br />

per questo sacrificare la qualità. Di somma importanza nelle<br />

senza<br />

fu la presenza di Roberto Chanel, cantante forte, dalla voce<br />

registrazioni<br />

e dallo stile “compadrito”, al quale Pugliese contrappose Alberto<br />

nasale<br />

drammatico e sensuale, di rara attitudine per la media voce ed in<br />

Morán,<br />

sintonia con l’accompagnamento orchestrale.<br />

perfetta<br />

anni ’40, in piena Epoca de Oro, Pugliese registrò alcuni temi<br />

Negli<br />

propri con i quali si collocò all’avanguardia. È il caso de La<br />

strumentali<br />

(che si trasformò nell’inno della sua orchestra), Negracha e<br />

Yumba<br />

Malandraca.<br />

dell’orchestra di Osvaldo Pugliese nella storia musicale del<br />

L’importanza<br />

è pari a quella di Aníbal Troilo, Carlos Di Sarli, Juan D’Arienzo, Julio<br />

tango<br />

Caro e pochi altri. Storicamente lo stile di Osvaldo Pugliese deriva dalle<br />

De<br />

musicali di Julio De Caro, per quanto poi se ne discosti in modo<br />

idee<br />

e da Alfredo Gobbi, comunque di matrice decareana.<br />

significativo,<br />

S T O R I A<br />

TuttoBallo20


suo maggior contributo fu quello di aver dato una nuova rinascita al<br />

Il<br />

coniugando sentimento popolare ed alta creatività d’avanguardia.<br />

tango,<br />

di Pugliese rappresenta un filo conduttore che attraversa<br />

L’opera<br />

strumentale del tango rioplatense. La caratteristica che seduce<br />

l’evoluzione<br />

è la pulsazione della musica con ondate intermittenti, che<br />

l’ascoltatore,<br />

i contorni del battere del tempo. Il tratto tipico di Pugliese è<br />

dilatano<br />

di creare nei quattro tempi della battuta dei vuoti quasi completi tra<br />

quello<br />

due accentati, che pulsano in modo costante come dilatandosi e<br />

i<br />

contraendosi.<br />

come se le note, che hanno il fondamentale compito di definire in modo<br />

È<br />

il ritmo, fossero state scritte con troppo inchiostro e la goccia nera<br />

preciso<br />

avesse superato lentamente i contorni netti. Tutto questo si<br />

ampliandosi<br />

perfettamente alle dinamiche dei movimenti dei ballerini, e<br />

adatta<br />

idealmente al lasso di tempo che intercorre tra l’impulso<br />

corrisponde<br />

prima del battere del tempo (intenzione), ed il movimento della<br />

dell’uomo,<br />

(ascolto), qualche istante dopo. Questo effetto viene ottenuto<br />

donna<br />

ai violini ed ai violoncelli il compito di cadenzare il ritmo con ampie<br />

dando<br />

veloci arcate, mentre il pianoforte in secondo piano, con accordi<br />

e<br />

crea il legame tra le due note accentate. È talmente<br />

sussurrati,<br />

tale firma, che riconoscere un brano di Pugliese fin dalle<br />

riconoscibile<br />

note è un’operazione di ascolto molto semplice.<br />

prime<br />

che ha reso Pugliese un idolo per la comunità di ballerini e amanti della<br />

Ciò<br />

è proprio questa estremizzazione dei ricorsi ritmici ed espressivi<br />

musica<br />

allontanarsi dai codici di ballo. La ricchezza espressiva di Pugliese è<br />

senza<br />

attraverso un risalto sistematico di ogni nota nella melodia,<br />

raggiunta<br />

all’utilizzo frequente del rubato, tanto caro anche a Troilo. Tra gli<br />

insieme<br />

che giocano un ruolo fondamentale nell’orchestrazione vanno<br />

strumenti<br />

il primo bandoneón ed il primo violino, spesso chiamati a ruoli di<br />

ricordati<br />

importanti, il tutto arricchito dagli assoli dello stesso Pugliese al<br />

assolo<br />

La struttura delle sue partiture è contraddistinta da un uso<br />

pianoforte.<br />

di contrappunti (in particolare il contrappunto sincopato),<br />

abbondante<br />

permanenti sulle frasi musicali e grande sviluppo armonico.<br />

variazioni<br />

lo sforzato Pugliese aggiunge un’ulteriore forza espressiva, quella di<br />

Con<br />

mareggiata orchestrale; con i cambi di intensità nella dimensione<br />

una<br />

Pugliese risponde ad una necessità inconscia primordiale del<br />

dinamica,<br />

quella del “corte y quebrada”, sviluppando uno dei parametri<br />

tango,<br />

più apprezzati del suo stile. Infine, la dimensione polifonica<br />

musicali<br />

ad esempio, nel cromatismo della melodia iniziale di<br />

percepibile,<br />

di A losartistasplásticos(1964), dove si mescola il linguaggio<br />

Negrachao<br />

classico-romantico con la rinnovazione melodica impregnata di<br />

armonico<br />

il risultato è una sensazione di caos, come prodotto della<br />

dissonanze;<br />

estrema nei gruppi e semitoni armonici.<br />

tensione<br />

complesso stile di Osvaldo Pugliese è in grado di descrivere<br />

Il<br />

la cosmovisione culturale del tango, prescindendo dalle<br />

sinteticamente<br />

al punto che il suo tango strumentale occupa simbolicamente il<br />

parole,<br />

di collettore rioplatense degli elementi estetici del tango e della sua<br />

posto<br />

cultura.<br />

verso le ideologie dittatoriali degli anni ’60 e ’70, vicino invece al<br />

Critico<br />

sovietico (dedicò Milonga para Fidel al leader della rivoluzione<br />

socialismo<br />

Osvaldo Pugliese non ha mai nascosto i propri pensieri,<br />

cubana),<br />

forti critiche anche verso gli organi per la tutela dei diritti<br />

manifestando<br />

(SADAIC) e tutto ciò che ostacolava la libera circolazione e<br />

d’autore<br />

dell’arte. In effetti Pugliese pagò sempre in prima persona la<br />

condivisione<br />

di esprimere le proprie idee; fu perseguitato, censurato e<br />

fermezza<br />

durante il governo Peronista e quello successivo nato dalla<br />

incarcerato<br />

Revolución Libertadora. Per anni, all’orchestra di Osvaldo<br />

cosiddetta<br />

fu impedita la radiodiffusione, come mezzo di censura politica, ma<br />

Pugliese<br />

non riuscì a diminuirne la popolarità né le esecuzioni, che continuavano<br />

ciò<br />

S T O R I A<br />

TuttoBallo20<br />

ad essere possibili anche se privi del direttore.


ilancia dei valori soppesa il gioco dei comportamenti in<br />

La<br />

a volte rigida, dipendente dal condizionamento del<br />

un’etica<br />

altre volte dettata da ragionamenti e sentimenti di<br />

contesto,<br />

intellettualmente liberi. Quest’ultima ‘razza’ di<br />

uomini<br />

illuminati è la principale deputata a creare filosofie<br />

pensatori<br />

a garantire effetti sociali duraturi, il cui segno positivo<br />

atte<br />

è affatto scontato.<br />

non<br />

filosofia è l’amore per la conoscenza, un mondo che parte<br />

La<br />

sentimenti di affetto per trasformarsi in potenza di parola,<br />

da<br />

sinceri o strumentali. Appare paradossale come<br />

proselitismi<br />

uomini non si rendano conto che il loro ‘stile di vita’<br />

certi<br />

proprio sulle forme di pensiero imperanti, sul sapere<br />

poggia<br />

e diffuso, sugli schemi di ragionamento e di<br />

appreso<br />

comuni. Ogni scelta, a livello personale, famigliare<br />

abitudine<br />

politico deriva dall’impostazione filosofica di fondo, più o<br />

e<br />

presente alla coscienza di individui e gruppi; questa<br />

meno<br />

che diventa motore di azioni e reazioni si basa sui<br />

filosofia<br />

le credenze e le convinzioni su ciò che davvero è<br />

valori,<br />

per il sistema. Prima di agire or dunque, sarebbe<br />

importante<br />

conoscere a monte la piattaforma di riferimento.<br />

opportuno<br />

l’ideatore di questo mondo aveva probabilmente un<br />

Persino<br />

originale; a conferma di questa ipotesi, i ‘testi sacri’<br />

disegno<br />

indicano che il punto di partenza della realtà materiale è<br />

ci<br />

la Parola. L’Essere dichiara un concetto, un’idea, e<br />

appunto<br />

realizza. La divinità umana sta proprio in questo potere<br />

la<br />

di creazione attraverso la designazione della<br />

‘alchemico’<br />

che trasforma l’energia in forma. Ciò che si dice<br />

parola<br />

fa la differenza nella sua realtà e l’insieme di parole<br />

l’uomo<br />

risposta è no, perché l’Assoluto è integralmente ‘essere<br />

La<br />

privo di elucubrazioni. Tuttavia, la miglior filosofia è<br />

naturale’,<br />

quella che scaturisce dallo spirito, dal contatto<br />

proprio<br />

e illimitato con l’innominabile Invisibile. Le parole, in<br />

diretto<br />

magnifico caso, nascono dalla quiete della mente<br />

questo<br />

l’intuizione, non dai passaggi razionali e dalla<br />

attraverso<br />

logica: è una filosofia senza filtri che non fa<br />

deduzione<br />

su credenze e convinzioni limitanti, bensì su<br />

affidamento<br />

infinita all’universo. Un ordine cosmico si<br />

un’apertura<br />

di corpo e mente donando pace e luce che<br />

impossessa<br />

le porte della verità. L’amore per la conoscenza<br />

spalancano<br />

allora nell’Amore. Naturalmente.<br />

sfocia<br />

F O R M A Z I O N E<br />

TuttoBallo20<br />

LA BASE FILOSOFICA DELLA VITA<br />

di Renzo Maggiore<br />

Dagli uomini contemplativi traggono ispirazione gli uomini<br />

d’azione<br />

Dietro ogni decisione e azione consapevole c’è sempre<br />

una ‘filosofia’.<br />

In principio fu il Verbo<br />

che costituisce un’idea o un progetto sottende una filosofia.<br />

Se l’idea è la vallata, la filosofia è la cima del monte.<br />

Se il progetto è il fiume, la filosofia è la sorgente.<br />

Vi è una filosofia assoluta?


B E N E S S E R E<br />

TuttoBallo20<br />

Dipendenza Internet<br />

Sintomi, tipologie e terapia<br />

di Michela Mignano<br />

Terapeuta<br />

L’utilizzo della rete e delle nuove tecnologie fa ormai parte delle nostre vite;<br />

tuttavia è essenziale non perdere di vista l’importanza di un uso consapevole e<br />

controllato di internet. Disturbi comportamentali legati ad un uso improprio<br />

di questi mezzi sono, infatti, un rischio sempre più frequente per la salute<br />

psico-fisica e le relazioni sociali, soprattutto dei minori.<br />

Tra gli adolescenti un uso eccessivo dei social può determinare conseguenze<br />

anche gravi sul fronte della salute: una recente ricerca condotta negli Usa ha<br />

svelato che nella fascia 12-15 anni, a una maggiore connessione al web,<br />

corrisponde un incremento dei casi di disturbi psicofisici, squilibri nel sonno<br />

e nell’alimentazione, comportamenti asociali che sfociano nel cyberbullismo,<br />

fino ad arrivare ad alterazioni anatomiche e vere e proprie forme di<br />

dipendenza da social network.


B E N E S S E R E<br />

TuttoBallo20<br />

A soffrire maggiormente di Dipendenza da Internet<br />

sono gli adolescenti dai 13 ai 20 anni. Si tratta molto<br />

spesso di soggetti intelligenti e razionalmente più<br />

maturi di altri, tendenti all’isolamento e con evidenti<br />

alterazioni nell’ambito dell’emotività. In Giappone ed<br />

in Corea gli adolescenti che si autorecludono in casa,<br />

tagliando ogni rapporto con la realtà, se non quello<br />

con il web, sono chiamati “hikikomori” e<br />

costituirebbero il 20% (oltre in milione) degli<br />

adolescenti maschi giapponesi.<br />

In Italia l'uso di internet e di tecnologie della<br />

comunicazione (televisione, telefonino, consolle…) da<br />

parte degli adolescenti ha un peso consistente, come<br />

riportato da un sondaggio della Società Italiana di<br />

Pediatria del 2010.<br />

Secondo lo psichiatra Federico Tonioni “Almeno due<br />

iscritti a Facebok su 10 ne sono dipendenti mentre,<br />

secondo i dati di uno studio dell’università di Perugia,<br />

su 10 persone quattro possono sviluppare abusi o<br />

dipendenza da internet, la maggior parte delle volte<br />

inconsapevolmente. Si potrebbe dire – continua<br />

Tonioni – che questo tipo di patologie di dipendenza da<br />

internet si stia diffondendo a livello epidemico. Sono<br />

sempre più frequenti i casi di impiegati interdetti da<br />

internet perchè connessi soprattutto ai social network,<br />

in particolare Facebook. Per questo basta riflettere sul<br />

fatto che 6 aziende su 10 in Italia hanno introdotto<br />

limitazioni alla rete internet aziendale”.<br />

Nell'adolescenza le dipendenze più frequenti sono<br />

relative ai giochi di ruolo ed ai social networks. In età<br />

adulta, i sintomi più frequenti sono scatenati dai<br />

giochi d’azzardo, dalla ricerca smaniosa di<br />

informazioni e dal desiderio compulsivo di visitare siti<br />

pornografici.<br />

Si tende a pensare che la dipendenza sia rivolta solo a<br />

sostanze chimiche, e che le sostanze chimiche<br />

provengano solo dall’esterno. In realtà, è proprio il<br />

contrario: il nostro cervello produce dei messaggeri<br />

chimici autonomamente, in grado di instaurare una<br />

dipendenza psicologica anche in assenza di vere e<br />

proprie sostanze estranee. La dipendenza da Internet<br />

ne è un esempio tanto recente quanto attuale,<br />

includendo soprattutto i social network e riguardando<br />

ormai il 6% degli adolescenti italiani.<br />

Ma perché è importante parlare di questo adesso?<br />

Perché quello a cui tutti abbiamo preso parte durante<br />

questa quarantena, un po’ passivamente e un po’<br />

attivamente, è sicuramente una collettiva – e al<br />

contempo solitaria – abbuffata tecnologica.<br />

Questo termine richiama inevitabilmente un altro<br />

disturbo, quello da alimentazione incontrollata, con i<br />

suoi episodi di abbuffata di cibo. Ecco perché gli esperti<br />

hanno preso in prestito il dizionario del comportamento<br />

alimentare (bingeeating) per applicarlo a quello<br />

tecnologico (bingewatching).<br />

Come in altri tipi di dipendenza e nei disturbi da<br />

alimentazione incontrollata quindi, nella dipendenza<br />

da Internet ed in particolare da social network,<br />

assistiamo ad un incontrollabile impulso di mettere in<br />

atto una determinata azione, e poi ancora, e poi ancora<br />

e ancora, e poi ancora, e ancora una volta, e di nuovo…<br />

In questo caso, controllare le notifiche, scorrere la<br />

bacheca, e ricominciare da capo.<br />

Come nel bingeeating, il corpo non agisce più sulla<br />

base dei bisogni fisiologici di base, bensì sulla base di<br />

vere e proprie compulsioni automatizzate che esulano<br />

dalla consapevolezza, impegnando la persona (spesso<br />

adolescente) per un tempo eccessivo soprattutto in<br />

relazione ad altre attività come lo studio o la vita<br />

sociale. Così, come nel suo corrispettivo alimentare,<br />

l’episodio di abbuffata porta spesso alla perdita di<br />

controllo e cognizione del tempo, con conseguente<br />

isolamento e alienazione. In caso non sia possibile<br />

soddisfare questi impulsi, invece, scatta una sorta di<br />

“astinenza psicologica”, dove la frustrazione genera<br />

rabbia e sbalzi d’umore.<br />

Per difendere questi comportamenti divenuti così<br />

fondamentali, l’'adolescente adotta allora delle<br />

strategie tipiche proprio dei disturbi alimentari e delle<br />

dipendenze, come per esempio mentire o sfruttare le<br />

ore notturne per non essere ostacolato.<br />

Per quanto possa sembra un rifiuto della società, in<br />

realtà la dipendenza da social network è una<br />

dipendenza dalla società stessa.<br />

Prerogativa di quelli di messaggistica come WhatsApp<br />

o Messenger infatti è quella specie di “dipendenza da<br />

notifica”, legata a doppio filo dal fatto che la notifica<br />

proviene da persone a cui siamo molto affezionati,<br />

come amici o fidanzati.<br />

Prerogativa invece dei social di condivisione come<br />

Instagram, Facebook o il nuovissimo TikTok, è il<br />

rinforzo positivo dato dalla conferma sociale. Ricevere<br />

un like indica apprezzamento, conferma ed esistenza<br />

nel codice social, che l’adolescente conosce molto bene.<br />

È grazie a questa attribuzione condivisa di significato<br />

che ogni like andrà a stimolare la produzione di<br />

dopamina nei circuiti della ricompensa (gli stessi<br />

attivati dal cibo, dal piacere e ahimè anche dalle<br />

droghe); tale rilascio di dopamina associato allo<br />

schermo acceso su Instagram aumenterà a sua volta la<br />

probabilità di ripetere quel comportamento in futuro,<br />

generando un circolo vizioso.<br />

Dipendenza da social ai tempi del distanziamento<br />

sociale<br />

Si tende a pensare che la dipendenza sia rivolta solo a<br />

sostanze chimiche, e che le sostanze chimiche<br />

provengano solo dall’esterno. In realtà, è proprio il<br />

contrario: il nostro cervello produce dei messaggeri<br />

chimici autonomamente, in grado di instaurare una<br />

dipendenza psicologica anche in assenza di vere e<br />

proprie sostanze estranee.


B E N E S S E R E<br />

TuttoBallo20<br />

La dipendenza da Internet ne è un esempio tanto<br />

recente quanto attuale, includendo soprattutto i social<br />

network e riguardando ormai il 6% degli adolescenti<br />

italiani.<br />

Dipendenza però ci fa pensare alle droghe. Non sarà<br />

forse eccessiva come classificazione?<br />

Proviamo allora a fare un’analisi comparata quanto più<br />

oggettiva e priva di allarmismi, ricordando sempre che<br />

“abuso” non equivale per forza a “dipendenza”.<br />

Secondo il DSM-5, la tossicodipendenza consiste in “una<br />

modalità patologica d’uso che conduce a disagio o<br />

compromissione clinicamente significativi”.<br />

Analogamente, nei casi di dipendenza da Internet e da<br />

social network, si tende a trascorrere tanto tempo<br />

online da perdere la percezione dei propri bisogni<br />

primari, come il sonno e la fame. Nei casi avanzati,<br />

l’unica vera discriminante che traccia una linea netta<br />

fra tossicodipendenza e dipendenza da Internet è la<br />

compromissione fisica. Questo non è certo irrilevante,<br />

ma rischia di farci sottovalutare il problema.<br />

Come possono dunque intrecciarsi la pandemia da<br />

Covid-19 e la dipendenza da social network?<br />

Durante questo periodo di quarantena, il rischio<br />

psicologico di tale “binge social networking” è non solo<br />

che queste piattaforme diventino l’unica fonte di<br />

autostima e autodeterminazione dei ragazzi, ma anche<br />

che lo spettro di emozioni vivibile sia dettato da ciò che<br />

vedono scorrere nelle Instagram stories. Per esempio, se<br />

tutti i miei contatti postano idilli familiari, la mia<br />

famiglia mi sembrerà ancora più noiosa e triste;<br />

oppure, se tutti i miei contatti sembrano euforici per il<br />

ritorno in società, suppongo di doverlo essere anche io.<br />

Questo aumenta l’influenza e la pressione dei pari,<br />

limitando un’autentica percezione ed espressione delle<br />

emozioni.<br />

Similmente, il rischio sociale è non soltanto quello di<br />

crescere una generazione alienata e virtuale, ma anche<br />

quello di manipolare facilmente l’informazione e la<br />

percezione degli eventi, come nel caso del Covid-19.<br />

Durante questa pandemia, è tornato alla ribalta il<br />

problema delle fake news, che, diffondendosi<br />

soprattutto nei social, possono alterare – a livello più o<br />

meno subliminale – la percezione di rischio degli<br />

adolescenti. Per esempio, creando il falso mito secondo<br />

cui i giovani non si possano ammalare, alimentando<br />

l’idea che sia solo qualcosa su cui scherzare, o<br />

fomentando complottismi che fanno traballare il loro<br />

esame di realtà.<br />

Il rischio bilaterale è dunque che la dipendenza da<br />

social favorisca la pandemia, e viceversa che la<br />

pandemia favorisca la dipendenza da social, fondendosi<br />

in una sorta di “pandemia da social”.<br />

Immaginiamo la rete come un immenso potenziale, che<br />

in quanto tale può ancora assumere una connotazione<br />

estremamente positiva o estremamente negativa.<br />

Possiamo semplificare supponendo che, come sempre,<br />

ciò dipenda dall’interazione fra due aspetti: quello<br />

ambientale e quello personale.<br />

Come si evince da questa semplificazione, l’adulto che<br />

ha ormai sviluppato gli strumenti cognitivi ed<br />

esperienziali necessari, è in grado di far fronte anche ad<br />

un ambiente fuorviante, ad esempio riconoscendo le<br />

fake news e ristabilendo da sé una sana armonia tra<br />

vita online e offline al termine dell’isolamento<br />

domiciliare.<br />

L' adolescente che invece sta ancora costruendo il<br />

proprio spirito critico e il proprio equilibrio, può<br />

sicuramente cavarsela in condizioni facilitanti, ma in<br />

terreni complessi e scivolosi come questo periodo<br />

potrebbe aver bisogno di una guida. Ecco allora che gli<br />

adulti più vicini dovranno fungere da strumento<br />

supplementare anche per loro.<br />

Vediamo come:<br />

1. Favorire il dialogo e l’ascolto: una buona relazione<br />

con la figura adulta è importante per prevenire il<br />

rischio di dipendenze, mentre divieti e punizioni non<br />

sembrano efficaci sul lungo periodo.<br />

2. Stabilire alcune regole in casa, come per esempio<br />

orari regolari per condividere insieme i pasti.<br />

3. Inserire piccole variabili alla volta, con l’obiettivo di<br />

stimolare la responsabilità intrinseca.<br />

4. Se la dipendenza appare ormai grave, rivolgersi ai<br />

servizi di supporto psicologico (sportelli o professionisti<br />

privati).<br />

Ma soprattutto, la prima regola d’oro: l’ESEMPIO. Con i<br />

genitori sempre incollati allo smartphone, sarà difficile<br />

per l’'adolescente percepirlo come un comportamento<br />

dannoso.<br />

Che fare?


C U C I N A<br />

TuttoBallo20


C U C I N A<br />

TuttoBallo20<br />

Siamo alle porte della primavera, la stagione della rinascita.<br />

Il contatto con la natura diventa padrona in questa straordinaria stagione che riporta i profumi ed i colori ai paesaggi, dove la<br />

fioritura delle piante ed il sole riempie di allegria i parchi, le strade ed i balconi delle case.<br />

L’etimologia della parola primavera richiama il passaggio tra la stagione fredda e quella calda. Le piante dopo il loro letargo<br />

chiamato “riposo vegetativo” ricominciano la loro vita naturale e iniziano a sbocciare le prime gemme sui rami, le prime foglie e<br />

le prime fioriture, questo da a noi esseri umani un umore caldo e sereno, infatti si dice che camminare nel verde rasserena<br />

l’animo e rilassa il cervello.<br />

Riscopriamo in questa stagione i primi frutti che la natura ci riserva, anche nei boschi iniziamo a ritrovare le prime piante<br />

spontanee che possiamo utilizzare in cucina, tra cui l’asparago selvatico rampicate ottimo per fare buonissimi risotti o frittate,<br />

frittelle o polpette. L’aglio selvatico detto anche aglio cipollino che può essere utilizzato come fondo di un soffritto o per<br />

produrre un'ottima zuppa fresca.<br />

Ma non dimentichiamo il mondo animale che si risveglia dall’inverno e torna a popolare le nostre campagne.<br />

Uno degli animali che si sveglia dal lungo letargo invernale è la lumaca di terra detta più precisamente "chiocciola", animale<br />

primaverile che popola le campagne da nord a sud della nostra penisola.<br />

Le chiocciole o lumache di terra furono uno degli alimenti più consumati dai nostri antenati dell’età della pietra.<br />

I Greci le apprezzavano molto, per mangiarle inventarono una speciale «forchetta», e come testimonia Anteo, gli attribuivano<br />

virtù afrodisiache.<br />

Anche i Romani le consideravano prelibate e le allevavano con alimenti come foglie di lauro, vino e crusca bolliti, servendole nei<br />

banchetti dell’impero perché ritenute cibo di moda.<br />

Legata alle chiocciole viene addirittura raccontata una leggenda. Si narra che un soldato romano, durante l’assedio di<br />

Cartagine, inseguendo delle chiocciole di cui era ghiotto abbia scovato il passaggio segreto sotterraneo che permise ai suoi di<br />

penetrare dentro le mura della città.<br />

Nel Quattrocento e Cinquecento le chiocciole erano soprattutto un cibo popolare, consumate come “carne di magro”. Rimasero<br />

cibo “povero” fino al primo decennio dell’ottocento, quando in seguito ad una carestia finirono per riconquistare un posto<br />

d’onore nell’alta cucina francese.<br />

Le chiocciole più prelibate sono quelle raccolte nei vigneti e lungo i sentieri di campagna, soprattutto a fine estate, inizio<br />

autunno dopo le prime piogge. C’è chi le ingrassa con il latte e chi le alleva.<br />

La lumaca è un gasteropode della classe dei molluschi ed è uno dei pochi animali che ha avuto nel corso dei millenni un successo<br />

evolutivo sorprendente.<br />

Ritrovamenti di fossili di lumache risalgono addirittura a 99 milioni di anni fa.<br />

Una curiosità di rilievo è quella che anche al tempo degli Antichi Romani esistevano i primi allevamenti di lumache i quali erano<br />

strutturati in una sorta di box chiamati cocleari.<br />

Le lumache o chiocciole che dir si voglia sono tutte Helix (questo termine va ad individuare il genere di molluschi gasteropodi).<br />

Le specie di lumache in commercio più comuni e più richieste sono le seguenti:<br />

HELIX ASPERSA MULLER: tale specie è quella più usata in elicicoltura per iniziare un allevamento di lumache in quanto è la<br />

specie in assoluto che meglio si adatta a qualsiasi tipo di clima e di terreno. Questa specie di lumaca è anche molto richiesta in<br />

commercio per la gastronomia. Ha un notevole mercato sia Italiano che Europeo. Il colore predominante del guscio è marrone.


C U C I N A<br />

TuttoBallo20<br />

HELIX ASPERSA MAXIMA: le caratteristiche sono sempre le stesse della Helix Aspersa Muller, le due specie si differenziano tra di loro in modo<br />

particolare per la grandezza (la Helix Aspersa Maxima, come dice il nome, è nettamente più grande rispetto alla Muller ).<br />

Altra differenza è che il colore della carne della Helix Aspersa Maxima è più scuro (quasi tendente al nero) rispetto alla Helix Aspersa Muller.<br />

HELIX EOBANIA (RIGATELLA): specie di lumaca molto apprezzata soprattutto al Centro Italia e bassa Toscana. La caratteristica è il colore<br />

della sua conchiglia che presenta uno sfondo bianco e tante righe marroni. Il sapore della carne è molto delicato ed apprezzato da palati fini.<br />

THEBA PISANA: questa specie è detta anche “Lumachella” per via delle sue dimensioni ridotte. Il colore predominante del guscio è un<br />

marroncino chiaro tendente al giallo e prevede qualche piccola riga. Il sapore della carne è molto delicato. Tale specie è apprezzata<br />

particolarmente in Veneto ed al Sud Italia in modo particolare in Sicilia. Il suo utilizzo principale in cucina è quello per la preparazione di<br />

antipasti e primi piatti.<br />

HELIX POMATIA: specie di lumaca dalla pezzatura molto grande e dal colore del guscio marrone tendente al giallo. Il sapore della carne è poco<br />

corposo ed è una lumaca che si trova prettamente nelle zone montane.<br />

La lumaca è un alimento dall'alto valore nutrizionale, di notevole digeribilità, ricco di amminoacidi essenziali e sali minerali.<br />

La sua carne è molto ricca di proteine (13%), ha una bassa percentuale di grassi (1,7%) e contiene una ricca varietà di sali minerali (abbondano<br />

calcio e magnesio, oltre a ferro e a rame).<br />

Molto basso è il contenuto dei carboidrati, tanto da rendere la carne di lumaca più simile nutrizionalmente al pesce d’acqua dolce, piatto<br />

magro per antonomasia. Il valore energetico è modesto e mai superiore a 80 calorie per 100 grammi.<br />

Gli amminoacidi che costituiscono la base della sua carne sono presenti su larga scala e concorrono a una corretta e sana alimentazione.<br />

Grazie a queste proprietà le lumache sono indicate in caso di disfunzioni quali la glicemia e la colesterolemia.<br />

Con lo sviluppo dell’elicicoltura, entrata da un po' di anni nella produzione ed allevamento di lumache alimentari si è sviluppato un vero proprio<br />

business e la lumaca ha trovato ancora una volta una collocazione sulle nostre tavole e nelle nostre cucine, così da diventare un prodotto di<br />

nicchia e molto apprezzato dai molti estimatori. Ma non si deve dimenticare anche l’utilizzo della bava di lumaca per scopo medico ed estetico,<br />

infatti oggi i prodotti a base di bava trovano sul mercato una vera e propria collocazione. Tra i prodotti medici troviamo gli sciroppi a base di<br />

bava per la cura della gastrite perché protettore della mucosa gastrica e quelli usati come sedativo della tosse e calmante delle vie respiratorie<br />

per le proprietà emollienti e antinfiammatorie.<br />

Anche nella cura della persona la bava di lumaca trova un ottimo alleato, creme, elisir, maschere e saponi vengono usati come prodotti estetici<br />

di ottima qualità, visto le caratteristiche di ricostruttore delle cellule della pelle. Possiamo dire che le lumache o chiocciole come dir si voglia,<br />

con le loro caratteristiche organolettiche possono essere utilizzate sia in cucina che in estetica, a livello di presidio medico e produttivo.<br />

VELLUTATA DI FAGIOLI CANNELLINI E LUMACHE IN GUAZZETTO<br />

ingredienti x 2 persone<br />

100 gr di fagioli cannellini<br />

30 lumache spurgate<br />

2 cipollotto<br />

1 carota<br />

1 costa di sedano<br />

un dl di vino bianco secco<br />

un cucchiaio di pomodoro<br />

olio evo<br />

rosmarino<br />

timo<br />

maggiorana<br />

sale<br />

pepe<br />

peperoncino (facoltativo)<br />

PROCEDIMENTO<br />

Tagliare grossolanamente un cipollotto fresco, in una pentola alta versare il<br />

cipollotto, i fagioli messi a bagno la sera prima, l’acqua, la maggiorana, il tutto<br />

a freddo e portare a bollore. Fare cuocere per 40 minuti fino a quando i fagioli<br />

saranno cotti. A questo punto condire con olio evo, sale e pepe, frullare il tutto<br />

con un mixer ad immersione per creare una crema vellutata.<br />

Nel mentre fare un soffritto con le altre verdure tagliate molto finemente, fare<br />

soffriggere con poco olio evo e le erbe aromatiche. Aggiungere le lumache<br />

pulite e scottate precedentemente e bagnare con il vino bianco. Fare evaporare<br />

ed aggiungere il pomodoro. Continuare la cottura per un’ora circa<br />

aggiustando di sale e pepe ed eventualmente il peperoncino. Bagnare di tanto<br />

in tanto con acqua calda o brodo vegetale.<br />

Assaggiare le lumache che dovranno essere morbide ( in caso fossero ancora<br />

elastiche continuare la cottura).<br />

A cottura ultimata servire con uno strato a specchio di vellutata di fagioli,<br />

appoggiare sopra le lumache in guazzetto e condire il tutto con un filo di olio a<br />

crudo e abbondate pepe grattugiato fresco.<br />

E buon appetito!


C O C K T A I L<br />

BIRRA, E SAI<br />

COSA BEVI!<br />

Danilo Pentivole - bartender<br />

Da quando è iniziata la pandemia, le differenze tra birra artigianale ed industriale<br />

si sono accentuate. L’emergenza sanitaria ha apparentemente avuto effetti diversi<br />

sui due mondi brassicoli: da una parte i microbirrifici italiani hanno accusato<br />

pesantemente la chiusura dei locali, principale (se non esclusivo) canale di vendita<br />

per i loro prodotti; dall’altra le multinazionali hanno potuto continuare a lavorare in<br />

maniera costante, forti della presenza massiccia delle loro birre nella grande<br />

distribuzione. Come sempre, tuttavia, le situazioni non evolvono a compartimenti<br />

stagni e in maniera uniforme nel tempo. Così è di oggi la notizia che Heineken<br />

sarebbe pronta a licenziare 8.000 lavoratori a causa del grave calo dei profitti<br />

dovuto alla chiusura di bar e pub in tutto il mondo.<br />

Nella storia della birra sono presenti alcuni elementi che consideriamo marginali<br />

ma che, invece, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’evoluzione della<br />

bevanda. Pensiamo alla produzione all’interno delle fattorie: facile considerarla alla<br />

stregua di una curiosità, invece è stata determinante per la cultura brassicola di<br />

un’ampia parte d’Europa, che va indicativamente dalla Francia occidentale fino alla<br />

Scandinavia e ai paesi baltici. Lo stesso discorso si può estendere ai monasteri, che<br />

per diversi secoli hanno rappresentato il luogo più importante per la produzione<br />

birraria. Oggi siamo portati a pensare che la birra realizzata nelle strutture<br />

religiose sia una simpatica stravaganza o al massimo l’espressione di un<br />

microcosmo con regole proprie; in realtà le abbazie hanno giocato un ruolo di<br />

primissimo piano nella storia della birra, influenzandone lo sviluppo e favorendo<br />

l’adozione di innovazioni decisive. Insomma, senza i monasteri oggi la birra<br />

sarebbe probabilmente molto diversa da quella che beviamo quotidianamentte.<br />

L’ascesa dei monasteri come luoghi di produzione – anzi, come primi luoghi di<br />

produzione su grande scala – coincise con la caduta dell’Impero Romano e la<br />

diffusione del Cristianesimo. La birra era un alimento a tutti gli effetti,<br />

fondamentale per il sostentamento delle comunità religiose. La bevanda era facile<br />

da produrre e considerata decisamente più salubre dell’acqua, spesso paludosa e di<br />

pessimo gusto. I frati producevano birra per il loro consumo interno, ma anche per<br />

i pellegrini, i meno abbienti e tutti coloro che erano interessati ad acquistare le<br />

produzioni dei monasteri. Con l’avanzamento del processo di secolarizzazione gli<br />

ordini religiosi entrarono in crisi e, chiaramente, persero il loro ruolo guida in<br />

termini brassicoli, tanto che oggi diversi birrifici monastici sono di proprietà laica.<br />

Inutile, poi, sottolineare le differenze con tutti quei marchi che semplicemente<br />

sfruttano su licenza il nome di un monastero o di un’abbazia, restando però<br />

totalmente privati.<br />

Nel 1994 viene liberalizzata la produzione di birra che sino ad allora poteva essere<br />

solo "industriale" e non artigianale.<br />

Parte così il boom delle così chiamate "craftbeer" oppure "Jl-beer" .<br />

Nascono così velocemente le brewery in tutto il territorio giapponese, arrivando a<br />

raggiungere il numero di 440 Birrifici artigianali nel 2020. Il Giappone si colloca al<br />

54° posto nel mondo con 42 litri di consumo procapite contro i 34 dell'Italia, i 104<br />

della Germania ed i 144 della Repubblica Ceca. Le birre giapponesi sono ad oggi<br />

conosciute sono perlopiù industriali come ad esempio #Asashi #Kirin #Sapporo o<br />

#suntory<br />

Instagram: https://www.instagram.com/danilo_pentivolpe/<br />

WEB SITE: www.bartendersclassheroes.com<br />

Facebook: https://www.facebook.com/pentivolpe.danilo/<br />

Danilo Pentivolpe


O R S O C O P O<br />

Amore<br />

Il periodo è strepitoso, le stelle creeranno emozioni e suggestioni a non finire: qualcuno potrà lasciarsi<br />

andare da un sogno, o da un'illusione che, tuttavia, svanirà senza lasciare traccia. Marzo gioioso anche per<br />

chi è stabilmente e felicemente in coppia. Opportunità magnifiche per tutti single. È venuto il momento di<br />

affrontare problemi familiari , affilate le vostre armi e prendete il coraggio a due mani, le cose andranno<br />

benissimo, specialmente con una Bilancia<br />

Lavoro<br />

Immaginazione, fantasia e rapidità di riflessi, saranno sempre i veicoli preferenziali per distinguervi dagli<br />

altri e dare un'impronta personale ed originale al vostro lavoro. Il vostro successo sarà garantito soprattutto<br />

se svolgete una libera professione. Le soddisfazioni non mancheranno anche per chi lavora alle<br />

dipendenze altrui.<br />

Amore<br />

Sereni e rilassati, vivrete un periodo privo di conflitti o anche di semplici contrasti con il partner, grazie ad<br />

una confidenza totale e ad un eccezionale livello di comprensione con la persona amata. Notevole attività<br />

sessuale. Periodo benevolo anche per i single, fortunati nei loro incontri.<br />

LAVORO<br />

Il mese offrirà eccellenti occasioni sotto il profilo professionale, sia per il vostro spirito d'iniziativa sempre<br />

notevole, sia per l'abilità che vi contraddistingue nella professione e nell'organizzazione della vostra attività.<br />

Sono buone le prospettive per i liberi professionisti. Periodo positivo, dunque, rilassatevi e pensate solo a<br />

voi stessi. Dopotutto questo vi riesce molto bene. Un Ariete si presenterà nella vostra vita<br />

Amore<br />

Marte e Venere vi insidiano con tutte le loro forze: un'improvvisa voglia di tenerezza potrebbe vincere ogni<br />

vostra resistenza, ed indurvi ad abbandonarvi ai sogni più dolci. Qualcuno di voi si troverà a discutere per<br />

questioni di denaro, altri si troveranno al centro di improvvise crisi di gelosia.<br />

Lavoro<br />

Controllate di aver rispettato tutte le regole e di aver assolto ogni adempimento burocratico, soprattutto se<br />

siete autonomi nella professione ed è compito vostro occuparvi anche di tutte le questioni amministrative e<br />

fiscali. Attenti alle distrazioni, se operate in società. Mettete da parte l’orgoglio, e siate più razionali. Non<br />

fatevi prendere dal nervosismo, vi sentirete più ricchi dentro. Parlate con un Sagittario e un Leone, vi<br />

aiuteranno in tutto<br />

Amore<br />

IVita sentimentale in primo piano, anche se l'aspetto più importante riguarderà la sensualità ed un eros<br />

sfrenato. È un po' nella vostra natura identificare l'amore con il sesso, ancor di più lo farete in questo<br />

periodo. Avventure erotiche e stravaganti per i single.<br />

Possibilità di un nuovo incontro che potrà prima farvi sognare e poi consolidare.<br />

Lavoro<br />

Navigate con il vento in poppa verso grandi traguardi: Mercurio vi spinge a concentrarvi su quella parte del<br />

vostro lavoro che vi è più congeniale, specializzandovi anche a costo di qualche sacrificio in vista di un<br />

successo futuro. Svolgerete la vostra attività in un ambiente simpatico, circondati da stima e allegria, e i<br />

rapporti con i colleghi saranno solidi e distesi. La pazienza verrà messa a prova ma, aspettare non solo<br />

sarà provvidenziale, bensì anche un buon investimento per il futuro.


O R O S C O P O E B A L L O<br />

TuttoBallo20<br />

Amore<br />

Venere vi sorride ed illumina di luce brillante ogni rapporto di coppia. La sfera sentimentale prenderà quota e<br />

si librerà in alto per trasportarvi verso la realizzazione di un sogno a lungo ricercato. Marzo meraviglioso per<br />

chi ha il cuore libero: le occasioni di flirt certo non mancheranno!<br />

Lavoro<br />

Aspettatevi, miglioramenti generali, ampliamenti del giro d'affari e preziosi consolidamenti di situazioni già<br />

favorevoli. L'intraprendenza e l'entusiasmo saranno spinte potenti per determinare risultati positivi. Saprete<br />

organizzare e programmare in maniera esemplare e significativa. Periodo ottimo, grazie ad una ritrovata<br />

energia e voglia di fare; l’istinto guiderà le vostre azioni portandovi lontanissimo, magari insieme ad uno<br />

Scorpione<br />

Amore<br />

Le stelle vi rendono ricettivi agli stimoli più diversi e curiosi di novità e inclini a cogliere le situazioni più<br />

assurde. Se non avete una storia d'amore del tutto felice e ben consolidata, sentirete forte dentro di voi il<br />

desiderio di esperienze nuove … a volte alla propria passione non si comanda.<br />

Lavoro<br />

Qualche volta avrete l'impressione che tutto congiuri contro di voi o che tutti siano coalizzati per impedirvi di<br />

decollare o di ottenere ciò che desiderate. Ma non è cosi , spesso siete voi gli unici nemici di voi stessi,<br />

siate meno superficiali e tenete alta la guardia! Grazie ad un amico, farete meno fatica e imparerete molte<br />

più tecniche nello sport, vedrete che riuscirete sicuramente meglio.<br />

Amore<br />

Vivrete un periodo romantico e ve lo godrete minuto per minuto. L'intesa intellettuale e il dialogo col partner<br />

sarà ottima, ma grazie al sesso farete faville! Marzo dolce e inebriante anche per i più giovani e per i single.<br />

Lavoro<br />

Per coloro che hanno un'attività professionale autonoma, queste saranno giornate impegnative e ricche di<br />

soddisfazioni. E' un periodo faticoso anche per quanti operano alle dipendenze altrui; qualche buona idea,<br />

tuttavia, vi consentirà di crescere.<br />

Sforzatevi di cogliere i lati positivi della vita e ritroverete la voglia di vivere; occhio al segno del Capricorno,<br />

non c’è molta compatibilità.<br />

Amore<br />

Sentirete un grande bisogno d'amore e di sapere che per qualcuno contate davvero e siete importanti. Chi è<br />

felicemente innamorato, non potrà che riconfermare la propria scelta e dare al rapporto un assetto definitivo.<br />

Incontri molto particolari per i single.<br />

Lavoro<br />

Arrivano buone notizie: tutto procede per il meglio, sostenuti, come siete, da Marte nel settore delle idee. Vi<br />

sentirete soddisfatti di quanto avrete prodotto e realizzato. Lavorerete con energia ed entusiasmo: metterete<br />

passione in ciò che farete e avrete progetti precisi da realizzare. Un amico vi suggerisce di rimanere coi piedi<br />

per terra e di proseguire passo dopo passo sulla vostra strada: ascoltatelo!!!


O R O S C O P O<br />

TuttoBallo20<br />

Amore<br />

Le coppie che stanno bene insieme, potranno contare sulla complicità del periodo per rinnovare il<br />

dialogo e per accendere il fuoco della passione. Basterà che non venga mai meno la fiducia nell'altro. Se<br />

c'è la fiducia, insieme si possono affrontare anche le tempeste più pericolose.Il vostro modo di essere<br />

sereni vi darà l'opportunità di fare nuove amicizie e sentirvi più soddisfatti.<br />

Lavoro<br />

Se avete un'attività piuttosto monotona, avvertirete una sorta di insofferenza per un lavoro che vi<br />

impedisce di esprimervi a livello creativo, come vorreste. Ci vuole un pizzico di fantasia per trovare posto<br />

anche tra le azioni più automatiche. Opportunità sicuramente interessanti ci saranno per chi lavora nel<br />

settore artistico.<br />

Amore<br />

Qualche rimpianto per i momenti vissuti un tempo, per passioni gioiose del passato; forse, qualcosa non va<br />

nel vostro rapporto di coppia. Se fate prevalere il buon senso, il rapporto rimarrà in carreggiata. Se prevarrà<br />

l'irrequietezza, sarà difficile tenere a freno il desiderio d'avventura.<br />

Lavoro<br />

Tenaci e sicuri di ciò che fate, otterrete riconoscimenti considerevoli. Prendete le cose con calma, ma senza<br />

perdere tempo; il raccolto è pronto ... La volontà vi darà ragione, specialmente se lavorate alle dipendenze<br />

altrui. Mostratevi concilianti, se avete un'attività autonoma. La vostra pazienza sarà messa a dura prova,<br />

restate calmi o il vostro stomaco ne soffrirà<br />

Amore<br />

Se avete una storia d'amore soddisfacente in corso, trascorrerete una mese magnifico: l'intesa col<br />

partner sarà perfetta sotto tutti i punti di vista; vi sentirete rassicurati giorno dopo giorno e vi convincerete<br />

sempre più che la persona amata rappresenta il punto fermo della vostra vita.<br />

Lavoro<br />

Avrete l'opportunità di rinnovare alcune amicizie e di riprendere conoscenze che potranno esservi utili: è<br />

giunto il momento di ampliare i vostri orizzonti, anche tramite l'aiuto dei colleghi. Per quanto riguarda<br />

l'attività professionale, il periodo si manterrà all'altezza delle vostre aspettative. Riuscirete a recuperare<br />

ottimi livelli per quanto riguarda il benessere interiore, molti segni zodiacali vi ameranno. Quando volete,<br />

siete magnifici.<br />

Amore<br />

Marzo turbolento per la maggior parte di voi. Un po’ insofferenti, finirete per esaminare con la lente<br />

d'ingrandimento tutto quello che il partner dice, sospettando continuamente di lui o lei. È un<br />

atteggiamento che potrebbe riportare a galla vecchie amarezze, fate attenzione.<br />

Vecchi amori ritorneranno alla ribalta, vi sentirete un po’ confusi. Meditate!<br />

Lavoro<br />

Prudenza e cautela sono consigliabili e necessarie per chi ha un'attività autonoma: gli errori non<br />

saranno perdonati e possono costarvi, anche in termini economici. Perciò, controllate di aver effettuato<br />

tutti i pagamenti nei termini prescritti, e di avere osservato regole e norme richieste.<br />

Non tenetevi tutto dentro e concedetevi degli sfoghi, liberarsi dalla rabbia non può che far solo bene.<br />

Parlate con un Gemelli o una Vergine, vi servirà.


F OL RE MT TA UZ IRO AN E<br />

TuttoBallo20<br />

"CHIUSO LUNEDI"<br />

di<br />

ALBERTO VENTIMIGLIA<br />

SECONDO CAPITOLO<br />

Maloma: “Perché mi avete mandato a chiamare?”.<br />

Il commissario e l’ispettore si guardarono, poi il più alto in grado prese la parola: “C’è un<br />

serial killer che si diverte a sgozzare delle prostitute con qualcosa di molto affilato,<br />

presumibilmente una lama lunga o una specie di bisturi”.<br />

Maloma: “Ho sentito qualcosa ma non amo guardare I-TV, credo che prima o poi tutta<br />

quella roba sparata nel cervello ci bruci completamente la capacità di pensare”.<br />

Ispettore: “E’ per questo che hai provato a toglierti il microchip?”. L’uomo non rispose.<br />

Commissario: “Il microchip appunto, tutte le vittime vengono ritrovate senza”.<br />

Maloma: “E con le indagini come state messi?”.<br />

Ispettore: “L’assassino sicuramente è riuscito a togliersi il microchip, altrimenti lo avremmo<br />

già rintracciato”.<br />

Maloma si alzò dalla sedia: “Bene, mi pare che qui la situazione sia sotto controllo, quindi<br />

posso andare”. Si rivolse all’ispettore: “Io il microchip l’ho tolto, non c’ho solo provato”.<br />

Comissario: “Maloma, aspetta. Ti ho fatto chiamare perché vorrei che tu ci aiutassi con le<br />

indagini, sei pur sempre uno dei migliori detective”.<br />

Maloma: “Mi avete cacciato dalla polizia senza nemmeno aver voluto sapere perché ho<br />

fatto quello che ho fatto. Ho passato dei momenti terribili e nessuno di voi ha mai pensato<br />

almeno di farmi una chiamata per sapere come stavo. Ora siete in difficoltà e spuntate fuori<br />

per dirmi che avete bisogno di me. Sono passati due anni da quando svolgevo indagini,<br />

adesso aiuto un amico in un bar e mi occupo di altro”.<br />

Ispettore rise: “Lo aiuti a finire le bottiglie più che lavorarci”.<br />

Maloma gli sferrò un pugno sul naso e l’uomo cadde a terra sanguinante: “Ecco perché<br />

preferisco non lavorare con voi. Adesso credo proprio che devo andare”.<br />

Il commissario saltò dalla sedia urlando: “Sei impazzito?! Gli hai rotto il naso”.<br />

Maloma: “Pazienza, gli passerà”.<br />

Commissario: “Sei all’interno di una centrale di polizia, hai rotto il naso a un ispettore e credi<br />

di potertene andare? O ci aiuti o te ne vai al fresco per un mese per oltraggio e aggressione<br />

ad un pubblico ufficiale, caro Maloma”.<br />

Maloma: “Allora mettimi dentro”, mostrò i polsi, “Basta che ci sbrighiamo”.<br />

Commissario: “Come vuoi”.


Pensiero del mese<br />

DI FRANCESCA MEUCCI - DIRETTRICE DI SOLOMENTE<br />

WWW.SOLOMENTE.IT<br />

La natura non chiude, anzi. A marzo si risveglia.<br />

Arriva la primavera, l'aria è più dolce, il sole sembra<br />

splendere con maggiore intensità e i rami spogli si<br />

ricoprono di piccole gemme. Alcuni alberi fioriscono.<br />

Piccoli fiori bianchi e rosa che illuminano le strade e<br />

scaldano il cuore. Ogni volta che li guardo mi<br />

vengono in mente i versi della poesia 'Il bacio' di<br />

Pablo Neruda: "Vorrei fare con te quello che la<br />

primavera fa con i ciliegi". Ovviamente è una poesia<br />

d'amore, non un amore tormentato ma un amore che<br />

migliora coloro che lo provano. Rifletto sulle parole e<br />

immagino che ci sono persone (non solo quelle<br />

innamorate) che aiutano gli altri a... Rifiorire.<br />

Prendendoli per mano li conducono verso un nuovo<br />

equilibrio, una sorta di rinascita. Un vero e proprio<br />

risveglio,come se il mondo circostante si liberasse di<br />

uno strato opaco e finalmente lo sguardo tornasse a<br />

vedere senza filtri. Imitando la natura potremmo tutti<br />

fare come i ciliegi: risvegliarci, scrollarci di dosso le<br />

negatività e iniziare a sorridere con gli occhi.<br />

https://www.solomente.it/


Tinna Hoffmann<br />

Rosalinda Celentano

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