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WineCouture 03-04/2021

Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

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NUMERO 3/4<br />

Anno 2 | Marzo/Aprile <strong>2021</strong><br />

OPEN<br />

L’Italia del vino suona la carica<br />

Poste Italiane SPA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/20<strong>03</strong> (convertito in Legge 27/02/20<strong>04</strong> n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi.


2<br />

SOMMARIO<br />

Aggiungi un posto a tavola<br />

Dunque, ci siamo. Quasi. Un anno<br />

lungo, complicato umanamente,<br />

socialmente ed economicamente,<br />

possiamo dire che sia almeno un<br />

po’ alle spalle. D’accordo, non in<br />

maniera definitiva. Tuttavia, seppur<br />

con le debite cautele, dobbiamo e<br />

vogliamo dirlo. Per questa ragione<br />

abbiamo scelto come di titolo questo<br />

numero della rivista una parola<br />

che semplice, ma più che mai fondamentale:<br />

OPEN. Aperto.<br />

<strong>WineCouture</strong> (sia nella versione<br />

cartacea, sia in quella online) non<br />

ha mai rincorso con leggerezza<br />

(neppure nella scorsa estate) la facile<br />

approvazione scrivendo articoli o<br />

commenti che non tenessero conto<br />

della pandemia e del conseguente<br />

dramma che ha<br />

scatenato. Con altrettanta<br />

chiarezza<br />

però, e nel nostro<br />

piccolo, non abbiamo<br />

lesinato critiche<br />

di fronte a decisioni<br />

governative<br />

spesso e volentieri<br />

confuse, a farla<br />

stretta.<br />

Tuttavia, siamo al<br />

punto di svolta.<br />

L’economia del nostro<br />

Paese è profondamente segnata<br />

- specialmente nel commercio - dagli<br />

ultimi dodici mesi, da incertezze,<br />

dolori, paure. Ne abbiamo viste di<br />

tutti i colori (nel vero senso dell’espressione).<br />

Ora si deve cambiare<br />

e cominciare. Si comincia, e non ricomincia.<br />

Perché tutto è differente,<br />

per certi versi “nuovo”, sicuramente<br />

da scrivere e da fare.<br />

E’ giunto il momento di vivere, rimettendo<br />

al centro dell’attenzione<br />

le persone, le imprese, le attività<br />

commerciali, il made in Italy, inteso<br />

anche come modo di produrre,<br />

di agire, di interpretare le situazioni<br />

e il business. Eleggendo tra i tanti<br />

protagonisti anche il mondo del<br />

vino, che in breve tempo ha mutato<br />

pelle accorciando i percorsi, ha reagito<br />

per resistere e non intende solo<br />

sopravvivere. Il vino che da sempre<br />

è l’emblema di quella socialità e di<br />

quello “stare insieme e con le persone”<br />

per troppo tempo sacrificato,<br />

per non dire soffocato. Ecco perché<br />

abbiamo “creato” per questo numero<br />

di <strong>WineCouture</strong> una copertina<br />

dedicata all’Italia e all’italianità, sia<br />

guardando alla prospettiva, sia raccogliendo<br />

la voce di enti e istituzioni<br />

che vogliono e devono impegnarsi<br />

ancora di più in modo concreto e<br />

fattivo.<br />

Nel 1974, in una delle fasi più buie<br />

della nostra storia, quando l’austerity<br />

aveva spento le emozioni, l’Italia<br />

si era ritrovata intorno a una grande<br />

produzione teatrale,<br />

semplice,<br />

sincera, vera. S’intitolava<br />

“Aggiungi<br />

un posto a tavola”.<br />

Un musical che a<br />

distanza di 47 anni<br />

appare più attuale<br />

che mai.<br />

Aggiungi un posto<br />

a tavola significa<br />

incontrarsi, ritrovarsi<br />

e ritrovare la<br />

forza e il coraggio<br />

di vivere le sfide quotidiane, accompagnate<br />

e sostenute dalle passioni:<br />

che si tratti di una piccola enoteca<br />

piuttosto che di una grande industria<br />

italiana.<br />

Aggiungi un posto a tavola è più<br />

che un consiglio, perché significa<br />

proseguire come prima e più di<br />

prima una storia che magari dura<br />

da generazioni. Aggiungi un posto<br />

a tavola è un invito a fare spazio al<br />

vino: il più possibile, ovunque, nei<br />

bar, nei ristoranti, nei racconti con<br />

i clienti e per i clienti. Aggiungi<br />

un posto a tavola è una promessa<br />

da fare al mondo del vino italiano,<br />

a tutti i suoi attori e protagonisti,<br />

al suo futuro.<br />

Una promessa da mantenere.<br />

<strong>04</strong> Inchiesta. L’Italia riparte.<br />

I piani del Governo<br />

e le richieste della filiera<br />

15 Collection. I vini<br />

delle grandi firme sotto<br />

le luci della ribalta<br />

20 Giramondo. Tasselli di Sicilia.<br />

Un mosaico dell'isola, tra vini,<br />

vitigni e terroir<br />

06 Experience. Trenta nuove<br />

sfumature di Prosecco Rosé.<br />

Riflettori sulle novità<br />

24 Interni d’autore. Un tour<br />

alla scoperta di Vigneron<br />

e identità di Champagne<br />

26 Nuovi codici. Evviva<br />

il Sangiovese. Uno spaccato<br />

di interpretazioni<br />

WINECOUTURE - winecouture.it<br />

Direttore responsabile Riccardo Colletti<br />

Direttore editoriale Luca Figini<br />

Cover editor Alice Realini<br />

Coordinamento Matteo Borré<br />

Marketing & Operations Roberta Rancati<br />

Contributors Francesca Mortaro, Andrea Silvello,<br />

Irene Forni<br />

Art direction Inventium s.r.l.<br />

Stampa La Terra Promessa Società Cooperativa<br />

Sociale Onlus (Novara)<br />

Editore Nelson Srl<br />

Viale Murillo, 3 - 20149 Milano<br />

Telefono 02.84076127<br />

info@nelsonsrl.com<br />

www.nelsonsrl.com<br />

Registrazione al Tribunale di Milano n. 12<br />

del 21 Gennaio 2020 - Nelson Srl -<br />

Iscrizione ROC n° 1172376 del 5 Febbraio 2020<br />

Periodico bimestrale<br />

Anno 2 - Numero 3/4 - Marzo/Aprile <strong>2021</strong><br />

Abbonamento Italia per 6 numeri annui 30,00 €<br />

L’editore garantisce la massima riservatezza<br />

dei dati personali in suo possesso.<br />

Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli<br />

abbonamenti e per l’invio di informazioni<br />

commerciali. In base all’art. 13 della Legge<br />

n° 196/20<strong>03</strong>, i dati potranno essere rettificati<br />

o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a:<br />

Nelson Srl<br />

Responsabile dati Riccardo Colletti<br />

Viale Murillo, 3<br />

20149 Milano


TOMMASI.COM<br />

Le Fornaci Lugana doc e Rosé, sono un omaggio della<br />

famiglia Tommasi alla zona del Lugana, una piccola<br />

regione a sud del Lago di Garda, dove la brezza temperata<br />

e i terreni argillosi regalano vini vibranti e raffinati.<br />

#TOMMASIWINE #LEFORNACI #DRINKINTHEBEAUTY<br />

Vento, Vocazione e Vino.


4<br />

legate all’Ocm Vino. Questo per me rappresenta uno<br />

snodo decisivo. In tema di internazionalizzazione, altra<br />

delega che mi è stata assegnata, quello che vorrei capire<br />

è come, attraverso Ice-Agenzia e le camere di commercio<br />

estere, aiutare ulteriormente e con ancor più rapidità<br />

ed efficacia il mondo del vino. Sono questi attori ad<br />

avere, più del Mipaaf, fondi a disposizione. E in questo<br />

momento, reputo siano tutti soggetti che si debbano<br />

mettere a disposizione del settore agroalimentare. Soprattutto<br />

all’estero, infatti, è stato il comparto del food<br />

& wine ad aver tirato più di tutti sotto il profilo commerciale<br />

nell’anno della pandemia. E penso che oggi un<br />

riconoscimento della valenza del settore ci debba essere<br />

da parte di tutti.<br />

Su quali evoluzioni dello scenario osservate in<br />

questo anno di pandemia, a suo avviso, si dovrà<br />

scommettere anche lato istituzionale nel futuro?<br />

Mi piacerebbe aprire un capitolo dedicato al tema della<br />

digitalizzazione. Ma occorrerà prima comprendere<br />

dove reperire fondi a riguardo. Vorrei che potessimo<br />

dare un sostegno a tutte quelle aziende che oggi si stanno<br />

rivolgendo al web per ottenere una visibilità innanzitutto<br />

in chiave d’internazionalizzazione. Ma la cosa<br />

va studiata affinché possa essere fatta con serietà e in<br />

modo da condurre a risultati concreti. Un discorso simile<br />

vale per chi desiderasse aprirsi a nuovi canali distributivi,<br />

come nel caso della Gdo: nell’ultimo anno,<br />

ci sono diverse catene retail che hanno investito sull’Italia<br />

e occorre favorire e far crescere questo interesse.<br />

INCHIESTA<br />

“Parola d’ordine:<br />

programmazione”<br />

Intervista con Gian Marco Centinaio, sottosegretario<br />

al Mipaaf con le deleghe sul vino. Promozione<br />

internazionale, riaperture, idee e strategie future<br />

DI MATTEO BORRÈ E ALICE REALINI<br />

Tema fiere ed eventi del vino: che tipo di supporto<br />

intende offrire il Governo al rilancio della<br />

partecipazione alle manifestazioni?<br />

Stiamo studiando insieme al Mise delle formule per<br />

dare una mano a quanti impegnati a “tirare fuori la testa<br />

dall’acqua”. Reputo Milano Wine Week e Vinitaly due<br />

eccellenze con visioni e storie molto diverse tra loro. Ed<br />

entrambe rappresentano vetrine molto importanti per<br />

gli attori della filiera cui si rivolgono. Ritengo, quindi,<br />

che Mipaaf e Mise debbano dare una mano a questi<br />

decisivi momenti di promozione e ancor più sostenere<br />

chi investe, dando un sostegno per favorire la partecipazione<br />

delle aziende alle manifestazioni. Siamo tutti<br />

ben coscienti, infatti, quanto sia oggi difficile per una<br />

cantina, davanti a quello che è stato per molti un anno<br />

da guadagno zero, andare a spendere soldi per prendere<br />

parte a un evento o una fiera.<br />

I<br />

l sostegno alla filiera dell’Horeca. Le strategie e i nuovi<br />

orizzonti da esplorare per supportare la ripresa. La promozione<br />

del made in Italy e l’assoluta centralità di un<br />

ritorno agli eventi in presenza. Intervista a Gian Marco<br />

Centinaio (foto in alto), sottosegretario alle politiche<br />

Agricole con deleghe sul vino, sul futuro del comparto.<br />

Per supportare lo slancio della riapertura, le<br />

aziende del vino domandano un sostegno diretto<br />

del Governo alla filiera: quali misure di stimolo<br />

intendete mettere in campo?<br />

Ho sostenuto la causa delle riaperture e oggi finalmente<br />

vediamo un primo semaforo verde accendersi. Per<br />

offrire un iniziale contributo concreto alla ristorazione<br />

stiamo facendo il possibile per accelerare i pagamenti<br />

legati al decreto sulla filiera made in Italy, fatto dall’ex<br />

ministro Bellanova, ma poi rimasto bloccato a causa di<br />

errori nella sua compilazione e lentezza della pubblica<br />

amministrazione. Non solo: stiamo anche cercando di<br />

valutare se e quanto il provvedimento sia risultato efficace<br />

e funzionale alle esigenze del comparto, per poter<br />

indirizzare al meglio gli sforzi e le decisioni future.<br />

Oggi, il primo obiettivo deve essere quello di una ripartenza<br />

ad ampio spettro del mercato: non è solo la ristorazione<br />

più “tradizionale” a dover riaprire le porte, ma<br />

si deve riattivare anche il mondo degli eventi, così da far<br />

riprendere un generalizzato afflusso di ordini. Faccio<br />

un esempio banale: se abbiamo vaccinato tutto il personale<br />

medico, cosa impedisce una ripresa dei congressi<br />

di questa categoria professionale? Rappresenterebbe di<br />

certo un primo impulso alla riattivazione del mondo<br />

dei catering e, di conseguenza, di tanti fornitori: vedi<br />

il caso vino. Sempre in tema di ristori economici, poi,<br />

la proposta che sto portando avanti per offrire un sostegno<br />

alla filiera s’indirizza ancora sulla strada degli<br />

acquisti di prodotti made in Italy. Se è vero, infatti, che<br />

la prossima vendemmia non sarà che tra cinque o sei<br />

mesi, altrettanto sicuro è che prima di quel momento<br />

servirà smaltire il più possibile, se non del tutto, le giacenze<br />

nelle cantine.<br />

Guardando gli scenari internazionali, invece, ci<br />

saranno cambiamenti rispetto al passato nelle<br />

politiche di promozione del vino da parte del<br />

Mipaaf?<br />

Il mio obiettivo è velocizzare, innanzitutto, le pratiche<br />

Ultima domanda: cosa chiede il sottosegretario<br />

Centinaio alle aziende del vino e al mondo<br />

Horeca?<br />

Domando di resistere. Ancora per un po’. Vaccinazioni<br />

che proseguono, l’utilizzo delle mascherine, la bella<br />

stagione in arrivo e una presa di coscienza più diffusa<br />

all’interno del Governo che non è follia o irresponsabilità<br />

favorire le riaperture, sono tutti elementi su cui<br />

fare affidamento. E poi chiedo un’altra cosa: di proporre.<br />

Gian Marco Centinaio le idee le ha. Ma non voglio<br />

passare per il rappresentante di Governo che fa cose<br />

che non abbiano aderenza con le esigenze del settore.<br />

Non ci possiamo, infatti, più permettere di sbagliare. E<br />

visto che ci saranno occasioni di confronto, come nel<br />

caso del tavolo del vino con tutte le associazioni di categoria,<br />

chiedo a ognuno di arrivare agli incontri con<br />

proposte a breve, medio e lungo termine. Serve, infatti,<br />

capire come agire in maniera efficace nel primo lasso<br />

temporale che conduce fino alla fine dell’estate e poi,<br />

guardando oltre, è necessaria programmazione. Partiamo<br />

dal sostegno immediato alla ripartenza per non<br />

far morire le aziende, poi definiamo insieme le strategie<br />

di domani. Nella vita sono un manager e sono sempre<br />

stato abituato a programmare. Ed è quello che oggi sto<br />

chiedendo con insistenza a chi collabora con me. Per il<br />

futuro, anche per il vino la parola d’ordine deve diventare<br />

questa: programmazione.


5<br />

“Caro Governo, se ci sei<br />

(e ci devi essere) batti un colpo”<br />

Le richieste di industria, retailer, ristorazione, consorzi, associazioni, cooperative e marchi<br />

Roberto Calugi, direttore generale Fipe – Confcommercio<br />

“È fondamentale che le riaperture siano irreversibili. Dal 26 aprile non si può tornare indietro ma solo andare avanti,<br />

definendo una roadmap precisa anche per i locali che non hanno spazi esterni. Non si tratta di un dettaglio, ma del<br />

46,6% dei bar e dei ristoranti della penisola: 113mila imprese in tutto”.<br />

Cristina Bowerman, presidente Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, chef patronne del ristorante Glass a Roma<br />

“Il settore della ristorazione potrà ripartire solo se sarà messo nelle condizioni di investire su se stesso. Chiediamo al Governo lo stanziamento di<br />

risorse a fondo perduto destinate sia alla copertura dei debiti contratti in questo anno pandemico, sia come strumento concreto per investire sulle<br />

nostre aziende a medio lungo termine. Servono una serie di provvedimenti che riguardino tutte le voci di bilancio con cui le nostre aziende, al<br />

pari di tutte le realtà imprenditoriali italiane, devono fare i conti. Un cambio di passo deve riguardare anche la politica del lavoro”.<br />

Andrea Terraneo, presidente Vinarius, Associazione delle enoteche italiane<br />

“Penso sia di prioritaria importanza supportare, diffondere e sostenere sempre di più un consumo consapevole del vino<br />

di qualità e di tutte quelle attività e iniziative che con altrettanta qualità, cura e impegno riescono a realizzare questo prodotto<br />

e a venderlo e a divulgarlo con professionalità e dedizione”.<br />

Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini<br />

“C’è bisogno di uno slancio a tutto tondo. Come imprenditori crediamo sia sbagliato pensare che per ripartire serva distruggere il prodotto. Secondo i<br />

dati Uiv, sulle giacenze in cantina siamo in linea con quelli dello scorso anno. Il problema sono la tensione finanziaria dovuta alla chiusura dell’Horeca e i<br />

“crediti incagliati” delle aziende vitivinicole nei confronti della ristorazione. Come Uiv, chiediamo agevolazioni fiscali sui crediti Horeca e misure a fondo<br />

perduto per le imprese in sofferenza e che il Mipaaf sostenga il settore attraverso una maggior promozione del prodotto Italia”.<br />

Sandro Boscaini, presidente Federvini<br />

“È necessario costruire alleanze per favorire la ripartenza. Federvini, attraverso le associazioni europee Comité Vins e Spirits Europe a cui appartiene, è attiva<br />

nella campagna europea per sensibilizzare la Commissione Ue a supportare i settori che ruotano attorno all’universo Horeca, tra i più penalizzati dalla<br />

pandemia. In ambito nazionale stiamo attivando delle alleanze con Federturismo. Al Governo domandiamo il massimo sostegno nel rilanciare i settori legati<br />

all’ospitalità e di essere, una volta per tutte, nelle condizioni di riaprire e ripartire anche in virtù di un effettivo avanzamento della campagna vaccinale”.<br />

INCHIESTA<br />

Luca Rigotti, coordinatore Settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari<br />

e presidente Gruppo di Lavoro Vino del Copa Cogeca<br />

“Una misura richiesta dalle organizzazioni del settore è la distillazione di crisi, verso la quale la cooperazione non esprime particolare gradimento.<br />

Siamo però consapevoli che alcuni segmenti produttivi sono in grande difficoltà per la chiusura del canale Horeca, per cui non escludiamo che possa<br />

essere necessario alleggerire un po’ le giacenze di cantina, ma senza creare distorsioni nel mercato. Alla distillazione di crisi potrebbe essere affiancato<br />

l’aiuto, limitato, allo stoccaggio, come per la precedente tornata di fine 2020, ai vini Dop e Igp”.<br />

Roberta Corrà, presidente Italia del Vino Consorzio<br />

“Davanti alla crisi generata dalla pandemia, assistiamo a un’insufficienza di aiuti forniti da parte del Governo alle attività che ha subito ripercussioni<br />

negative sul proprio business. Molte imprese hanno lasciato per strada una buona fetta di redditività, se non tutta. L’auspicio e la richiesta sono per<br />

un’accelerazione negli aiuti agli operatori dell’Horeca. Sia aiutata quella filiera che è la nostra fonte di successo. Un supporto contributivo o dilazioni<br />

nella tassazione rappresenterebbero, nel breve periodo, un importante sostegno per non farci ritrovare una clientela in forte sofferenza”.<br />

Marilisa Allegrini, presidente Iswa, Italian Signature Wines Academy<br />

“Per i ristoratori andrebbe promossa una detassazione, diretta e indiretta, oltre a configurare una fiscalità diversa anche per le<br />

imprese che operano a stretto contatto con questo mondo con misure semplici. Nel breve periodo serve essere pragmatici e<br />

sensibili nei confronti delle categorie che subito i duri colpi della pandemia. In prospettiva, ci deve essere un rilancio del Paese a<br />

360°: partendo da una sinergia tra turismo e agroalimentare per unire le eccellenze del made in Italy”.<br />

Piero Mastroberardino, presidente Istituto Grandi Marchi<br />

“Ritengo che lo sforzo maggiore vada rivolto alle categorie economiche che più hanno sofferto in questi mesi: la ristorazione e il<br />

canale Horeca nel suo insieme, la filiera del turismo con particolare attenzione all’enogastronomia. Sarebbe necessario risolvere il<br />

problema dell’eccesso di burocrazia che colpisce le imprese. In questo momento il tempo di attivazione delle risorse per la ripresa<br />

economica è una variabile strategica. Altri Paesi siano già ripartiti. Il nostro ritardo incide negativamente in termini competitivi”.<br />

www.winecouture.it<br />

La lettura prosegue online con le interviste complete.


6<br />

EXPERIENCE<br />

Photo: J Lee - Unsplash<br />

30 nuove sfumature<br />

di Prosecco Doc<br />

Arriva la rivoluzione in rosa del fenomeno planetario. L’occasione<br />

per un cambio di passo dopo l’esordio “sold out” di fine 2020<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

Molto più di una novità. La declinazione in rosa del “Fenomeno<br />

Prosecco” si annuncia come il primo passo<br />

della riscossa per quella che già è una Denominazione<br />

di successo, come dimostra con evidenza il traguardo<br />

storico del mezzo miliardo di bottiglie certificate<br />

superato nel 2020. Ma una Doc che da qualche anno è in cerca della<br />

sua reale identità, stretta tra la crescita esponenziale dei volumi legata<br />

all’exploit planetario dell’ultimo decennio e la difficoltà a collocare<br />

nella giusta prospettiva la scala del valore. Ed ecco che<br />

il lancio del nuovo “Prosecco spumante rosé millesimato”<br />

(questa la dicitura ufficiale) è giunto nell’anno<br />

più complicato per il vino, quello della pandemia e<br />

delle continue “false ripartenze” per i locali, a offrire<br />

un’opportunità unica per un vero e proprio cambio<br />

di passo. L’occasione, infatti, si configura come<br />

frangente potenzialmente decisivo per invertire la<br />

tendenza, partendo da un prodotto di nicchia ma con<br />

grandi prospettive sul medio e lungo periodo. Come<br />

ha già dimostrato l’esordio “sold out” di fine 2020, con la<br />

prima “manciata” di bottiglie immessa sul mercato dell’annata<br />

2019 (16,7 milioni tra novembre e dicembre scorsi, numeri ufficiali del<br />

Consorzio) esaurita ancor prima dell’annuncio del via alle vendite. E<br />

nonostante un’iniziale apertura delle danze dove protagonista è stato<br />

il solo retail, il trend non si è arrestato neanche a inizio <strong>2021</strong>, quando<br />

tra gennaio e febbraio l’imbottigliato ha toccato le 11,5 milioni di bottiglie.<br />

Il nuovo Prosecco Doc Rosé piace, soprattutto all’estero come<br />

dimostra la quota export per la tipologia che supera ampiamente l’80%<br />

delle medie di Denominazione. Ed oggi, è proprio la novità che serve<br />

per offrire nuovo impulso e linfa non soltanto alla sua Doc, ma a un<br />

intero mondo, quello della ristorazione e della mescita, che non vede<br />

l’ora di ripartire con slancio.<br />

Questo iniziale, però, è anche il momento in cui compiere immediatamente<br />

una scelta decisiva: quella della qualità, non avendo il solo prezzo<br />

come principale argomentazione di vendita. Perché quello segnato<br />

dall’avvento del Prosecco Doc Rosé, anche e soprattutto sotto<br />

questo profilo, non costituisce un punto d’arrivo, ma di riscossa<br />

davanti ai luoghi comuni (il “Prosecchino”) del<br />

recente passato. Soprattutto guardando all’universo<br />

Horeca, cui la novità può offrire un brand globale<br />

pronto con la sua popolarità a imporsi quale prossimo<br />

driver mondiale di due trend in forte ascesa:<br />

quello dei consumi di bollicine e il sempre maggiore<br />

apprezzamento del grande pubblico per i rosé. Perché<br />

i numeri non mentono: se da una parte gli sparkling,<br />

dal 2002 a oggi, sono passati da 2 a 3 miliardi di bottiglie<br />

consumante nel mondo ogni anno (fonte: Osservatorio<br />

Uiv), dall’altra i vini rosati hanno registrato un incremento<br />

di 600 milioni di bottiglie (da 2,2 a 2,8 miliardi complessivi). E ora<br />

entra in campo il “Fenomeno Prosecco”, con questo matrimonio tra la<br />

tradizionale maggioranza di uva Glera (per l’85%) e una variabile consentita<br />

tra il 10 e il 15% di Pinot nero vinificato in rosso che fermentano<br />

naturalmente in autoclave per un minimo 60 giorni. A ognuno, poi, il<br />

proprio personalissimo stile e tocco, come testimonia la ricca panoramica<br />

di <strong>WineCouture</strong> delle principali bollicine in rosa oggi all’esordio.


8<br />

EXPERIENCE<br />

U<br />

na sola etichetta, declinata in versione<br />

Extra Dry: è la scelta di Albino Armani<br />

quando si parla di Prosecco Rosé.<br />

Per una proposta (in numeri: attorno le<br />

70mila bottiglie) che dall’annata 2020<br />

si fregia della certificazione di sostenibilità<br />

Sqnpi. Caratterizza la novità “l’equilibrio<br />

fra il fruttato dolce e la nota<br />

sapida e fragrante caratteristica dei vini<br />

della Grave, dove si concentra la nostro<br />

produzione di Glera”, spiega<br />

lo stesso Albino Armani.<br />

“La protratta sosta sui lieviti,<br />

ben oltre i canonici 60 giorni,<br />

esalta la componente aromatica.<br />

Il risultato è un ottimo<br />

intreccio fra lo slancio fruttato<br />

della Glera e l’apporto<br />

in struttura e complessità del<br />

Pinot Nero, che rende l’ingresso<br />

al palato più cremoso<br />

e persistente. Interessanti<br />

le leggere speziature amaricanti<br />

nel finale”. Poi, grande<br />

attenzione è stata riservata<br />

al colore: a valorizzare i toni<br />

eleganti rosa salmone del<br />

vino, un packaging chiaro e<br />

floreale.<br />

Tra i primissimi a credere<br />

nelle potenzialità del Prosecco<br />

Doc Rosé anche Astoria<br />

Wines. Al mondo Horeca s’indirizza<br />

Velére (stimate 2 milioni di bottiglie),<br />

parte dell’esclusiva linea Venice Collection,<br />

“con la caratteristica bottiglia<br />

intagliata e il nome che richiama le donne<br />

veneziane che cucivano le vele delle<br />

navi della Serenissima”, spiega Filippo<br />

Polegato, sales manager. Obiettivo di<br />

Astoria Wines, “mantenere, pur nella<br />

novità, quella piacevolezza che è tipica<br />

del Prosecco”. Da qui la scelta di puntare<br />

su un Extra Dry, “che a nostro parere<br />

garantisce il migliore equilibrio tra la<br />

freschezza della Glera e la struttura del<br />

Pinot Nero. Il naso si apre con sentori<br />

floreali e delicato lampone, mentre il<br />

gusto agile e di precisa morbidezza lascia<br />

sul palato un gradevole ricordo di<br />

mela e pera”.<br />

Propone una declinazione in rosa specificamente<br />

dedicata all’universo della<br />

ristorazione anche la storica azienda<br />

veronese Bolla, parte di Gruppo Italiano<br />

Vini. Dopo il successo all’esordio<br />

della 2019, la nuova annata punta<br />

ad attestarsi sopra le 350mila bottiglie<br />

in termini di produzione. Per un<br />

Prosecco Rosé Brut fresco e delicato<br />

al gusto, dove si riconfermano le sensazioni<br />

olfattive in cui a spiccare sono<br />

sentori fruttati di pesca bianca, agrumi<br />

e fragoline di bosco, che accompagnano<br />

delle note floreali.<br />

È stimata per il <strong>2021</strong> in circa 500mila<br />

bottiglie, quando si parla di Prosecco<br />

Doc, la produzione in rosa di Botte-<br />

Bottega<br />

Barbara,<br />

Sandro<br />

e Stefano<br />

Bottega<br />

Canella<br />

Il nuovo Lido<br />

Prosecco Doc Rosé Brut<br />

Ca’ di Rajo<br />

Fabio Cecchetto<br />

Albino Armani<br />

Albino Armani,<br />

la moglie<br />

Egle e il figlio<br />

Federico<br />

Bolla<br />

La novità<br />

Horeca<br />

Astoria Wines<br />

La Tenuta Val del Brun<br />

ga. Due le etichette pensate per il mondo<br />

Horeca: Il Vino dei Poeti Prosecco Rosé<br />

Doc Brut e il Bottega Pink Gold Prosecco<br />

Rosé Doc Brut. Cosa le differenzia?<br />

“Bottega Pink Gold si caratterizza per<br />

la scelta di Glera proveniente da zona<br />

collinare, per la spumantizzazione anche<br />

da mosto delle stesse uve e per una<br />

rifermentazione più lunga”, spiega Sandro<br />

Bottega. “Per evidenziare il posizionamento<br />

Premium di questo prodotto è<br />

stata scelta un’immagine di immediato<br />

impatto, ovvero la stessa bottiglia del<br />

Rive, in versione metallizzata di colore<br />

rosato, ed etichetta glitterata”. Così, il<br />

Pink Gold si distingue anche da un altro<br />

best seller Bottega: Rose Gold.<br />

Obiettivo 70mila bottiglie per la nuova<br />

annata 2020 del Prosecco Doc Treviso<br />

Rosé Millesimato di Ca’ di Rajo. Con<br />

la sua proposta, l’azienda di San Polo<br />

di Piave si è indirizzata su un Brut.<br />

“Crediamo molto nel nuovo prodotto,<br />

frutto della lunga tradizione spumantistica<br />

del nostro territorio: da<br />

anni il mercato richiedeva uno spumante<br />

versatile come questo”, spiega<br />

Fabio Cecchetto, titolare. “Noi<br />

proponiamo uno Charmat lungo<br />

con 90 giorni in autoclave, che presenta<br />

un perlage elegante, finissimo<br />

e persistente. Il colore rosa esprime<br />

tutta la ricercatezza di queste bollicine.<br />

Di buona struttura, equilibrato<br />

e sapido, al palato risulta gradevole<br />

e armonico. Al naso, poi, rivela note di<br />

rosa, frutti di bosco freschi e fragoline”.<br />

È proposta di rottura quella di Canella.<br />

“Per il nostro Prosecco Rosé, l’idea in<br />

termini di packaging è<br />

distinguersi da tutti gli<br />

altri”, sottolinea Tommaso<br />

Canella, board of<br />

directors della casa vinicola<br />

veneta. “Abbiamo<br />

deciso di dargli un nome<br />

proprio, Lido, e di creare<br />

un’etichetta ad hoc, e non<br />

realizzare l’estensione di<br />

una linea già esistente.<br />

Lido Prosecco Rosé Brut<br />

sarà, infatti, il primo prodotto<br />

di una gamma, che<br />

punteremo ad ingrandire,<br />

incentrata sul lifestyle<br />

della dolce vita veneziana”.<br />

Con l’annata 2020,<br />

la produzione si aggirerà attorno<br />

alle 100mila bottiglie. “Al palato risulta<br />

fresco, vivace e piacevolmente<br />

asciutto con una buona persistenza<br />

retrolfattiva. Al naso spiccano sentori<br />

fruttati di ciliegia e di frutti di<br />

bosco, che accompagnano le delicate<br />

note floreali”.<br />

I 1.000 ettari dei soci di Cantina<br />

Produttori di Valdobbiadene già<br />

offrivano sia la Glera sia il Pinot<br />

Nero che caratterizzano la nuova<br />

produzione. Un immediato esordio<br />

nel Prosecco Rosé, a partire<br />

dal millesimo 2019, non poteva che<br />

giungere di conseguenza. “Abbiamo<br />

l’obiettivo per il <strong>2021</strong> di produrre<br />

circa 550mila bottiglie suddivise<br />

nei nostri due brand: Val D’Oca


9<br />

per l’Horeca e l’e-commerce e Cantina<br />

Produttori Valdobbiadene per la Gdo”,<br />

spiega Alessandro Vella, direttore generale<br />

della realtà cooperativa. “Abbiamo<br />

realizzato un blend 90 % Glera e 10%<br />

Pinot Nero. Per un prodotto fortemente<br />

caratterizzato dall’essere un Prosecco,<br />

con una colorazione rosé, e con note di<br />

piccoli frutti rossi dal profumo piacevole<br />

e fragrante al naso. Al palato è un Extra<br />

Dry. In bocca mantiene un ottimo<br />

equilibrio”.<br />

Per Cantine Riondo, precisa il direttore<br />

generale Gianfranco Gambesi,<br />

“la segmentazione distributiva del<br />

Prosecco Rosé seguirà l’impostazione<br />

già collaudata applicata per il<br />

Prosecco: etichette differenziate, sia<br />

sul mercato nazionale sia internazionale,<br />

tra canale Horeca e Gdo. Al primo<br />

mondo, nello specifico, abbiamo<br />

dedicato il nostro marchio di maggior<br />

prestigio: Casalforte”. Circa 50mila<br />

bottiglie, i volumi che nel <strong>2021</strong> l’azienda<br />

mira a sviluppare sull’Horeca<br />

italiano con la sua interpretazione in<br />

rosa. Uno Charmat fresco, il Prosecco<br />

Rosé Brut Casalforte, che punta “sull’espressione<br />

fruttata, esaltazione del frutto<br />

del Pinot Nero e della Glera per creare<br />

un equilibrio dalla complessità unica,<br />

avvolgente, intrigante, con al palato una<br />

bolla cremosa ma dal finale fresco”.<br />

Secondo produttore di Prosecco Doc in<br />

Italia nel 2020, con 43 milioni di bottiglie,<br />

Enoitalia non poteva che figurare<br />

tra i protagonisti anche<br />

Cantina<br />

Produttori di<br />

Valdobbiadene<br />

Alessandro Vella<br />

quando si parla della nuova<br />

tipologia. “Voga Italia, con Cantine Riondo<br />

la sua iconica bottiglia diamantata,<br />

è l’etichetta che più il marchio Casalforte<br />

Dedicato all’Horeca<br />

di altre rappresenterà per<br />

noi il Prosecco Doc Rosè nel<br />

canale Horeca”, spiega Stefania<br />

Vittoni, global marketing<br />

manager. “Un brand che da<br />

anni racconta il piacere del<br />

bere italiano in tutto il mondo<br />

e che nella versione Rosé<br />

Extra Dry esalta anche la sua<br />

femminilità”. Dopo il successo<br />

internazionale del debutto,<br />

il <strong>2021</strong> sarà l’anno dell’Italia:<br />

“Prevediamo e speriamo nel<br />

successo di questo vino, che<br />

dovrebbe arrivare a pesare il 10% sul totale<br />

Prosecco Doc prodotto dalla nostra<br />

azienda”.<br />

Si è arricchita con un Prosecco Doc<br />

Rosé Brut biologico e vegano anche<br />

l’offerta unconventional di Ferro13.<br />

La cantina veronese, tra le più recenti<br />

novità nel panorama italiano, non si<br />

è fatta trovare impreparata, lanciando<br />

The Boss Rosé. “L’idea è nata dalla nostra<br />

curiosità. Volevamo approfondire<br />

la conoscenza, le sfumature e soprattutto<br />

mettere alla prova la potenzialità del<br />

prodotto Prosecco in un contesto così<br />

particolare e affascinante come il Rosé”,<br />

spiega Gabriele Stringa, con Marco<br />

Bernabei, Alberto Buratto e Alberto<br />

Zampini, uno dei quattro partner alla<br />

guida di Ferro13. “Dedicata al mondo<br />

Horeca, come gli altri vini dell’azienda,<br />

nella nuova etichetta abbiamo deciso di<br />

Enoitalia<br />

L’iconica bottiglia<br />

diamantata Voga Italia<br />

Ferro13<br />

Alberto Zampini, Marco Bernabei,<br />

Alberto Buratto e Gabriele Stringa<br />

Fratelli Martini Secondo Luigi<br />

La novità per il mercato italiano<br />

Follador Prosecco dal 1769<br />

Le donne dell’azienda<br />

enfatizzare la componente aromatica<br />

floreale del Prosecco e di frutti rossi per<br />

il Pinot Nero”. Per il <strong>2021</strong> la produzione<br />

dovrebbe attestarsi attorno le 30mila<br />

bottiglie.<br />

Altro storico interprete della Denominazione,<br />

Follador<br />

Prosecco dal 1769<br />

non ha mancato l’appuntamento<br />

con il<br />

lancio del suo Prosecco<br />

Doc Rosè Treviso<br />

Brut. “Abbiamo<br />

pensato di denominarlo<br />

Laelia, come<br />

una delle tipologie<br />

di orchidee rosa,<br />

sempre così allegre<br />

e belle da ricevere”,<br />

sottolinea Cristina<br />

Follador, direttore<br />

commerciale e marketing.<br />

La novità presenta le peculiari<br />

caratteristiche delle etichette dell’azienda.<br />

“Dai Superiori Docg a Doc e<br />

frizzanti, il packaging è volutamente<br />

coerente con alcuni elementi base dello<br />

stile da noi adottato”. Con il colore rosa<br />

a risaltare in scritte e capsula. Tanto<br />

all’estero, quanto in Italia, l’accoglienza<br />

ha superato le più rosee aspettative:<br />

merito dell’intensità del bouquet, la<br />

piacevolezza degli aromi e la sua freschezza.<br />

Tra le 80 e le 100mila bottiglie,<br />

la produzione stimata per il<br />

<strong>2021</strong>.<br />

Anche per Fratelli Martini Secondo<br />

Luigi il successo sul mercato<br />

col Prosecco Rosé è stato immediato.<br />

“Le previsioni di venduto per il<br />

<strong>2021</strong> si dovrebbero attestare attorno<br />

le 2 milioni di bottiglie tra i due<br />

marchi Sant’Orsola e Canti”, spiega<br />

Gianni Martini, amministratore<br />

unico dell’azienda. “Con il primo<br />

brand presidiamo il mercato<br />

Italia, con il secondo il resto del<br />

mondo. A caratterizzare la nostra<br />

proposta nel pack e risaltarne i tratti luxury,<br />

la scelta di utilizzare il cellophane<br />

rosa ad avvolgere la bottiglia”.<br />

È un Prosecco Doc Rosé, dal gusto secco,<br />

intenso ed elegantemente lungo, il<br />

vino d’esordio della consulenza di Graziana<br />

Grassini con Giusti Wine: il primo<br />

passo di un grande progetto per portare<br />

il Montello nel mondo. La novità,<br />

dove nulla è stato lasciato al caso, dando<br />

alle uve il tempo di esprimersi al meglio,<br />

prende il nome Rosalia. “Abbiamo pensato<br />

a un prodotto fatto per durare nel<br />

tempo, stabilizzandone il colore, i profumi<br />

e il perlage”, sottolinea l’enologa<br />

toscana. “Si è partiti da uve scelte in parcelle<br />

selezionate, per poi dedicare attenzione<br />

particolare al colore, con un taglio<br />

con il Pinot Nero in presenza dei lieviti”.<br />

Un intrigante aroma di frutta rossa fresca,<br />

una morbida acidità e un colore che<br />

seduce: questi i tratti della versione “en<br />

rose” del Prosecco Doc lanciata dalla<br />

cantina Le Manzane. Un omaggio alla<br />

vita e alla voglia di ripartire, perché<br />

questa novità è proprio gioia di vivere<br />

che vuole rappresentare: “Porta un raggio<br />

di sole e un po’ di colore in questo<br />

EXPERIENCE


10<br />

EXPERIENCE<br />

periodo difficile”, sottolineano Ernesto<br />

Balbinot e Silvana Ceschin, titolari della<br />

tenuta di San Pietro di Feletto (Treviso).<br />

In commercio da gennaio, 60mila<br />

le bottiglie prodotte per l’annata 2020.<br />

“Abbiamo cercato di ottenere un prodotto<br />

elegante e fine sia dal punto di vista<br />

visivo, con un colore delicato e romantico,<br />

sia dal punto di vista degustativo,<br />

unendo la raffinatezza del Pinot Nero<br />

al nostro Glera”. La tonalità è<br />

provenzale brillante, con preziosi<br />

riflessi cipria. Il perlage<br />

risulta fine e persistente. “Per<br />

il packaging, essendo una<br />

nuova referenza ma collegata<br />

alle altre nostre etichette di<br />

Prosecco Doc, abbiamo semplicemente<br />

declinato i colori<br />

del rosa mantenendo un’unica<br />

identità di linea”.<br />

New entry in rosa anche per<br />

Vigneti Le Monde. L’ampliamento<br />

dell’universo del<br />

Prosecco Doc ha coinciso<br />

anche con quello delle fila<br />

della realtà friulana, che si<br />

sono arricchite di questa novità.<br />

Fresco, allegro e gioioso,<br />

per un debuttante che parla<br />

profondamente del territorio e della<br />

cantina stessa. A iniziare dalla voglia<br />

di portare nel mondo il Friuli, le sue caratteristiche,<br />

il suo Prosecco. Il Rosé di<br />

Vigneti Le Monde nasce da agricoltura<br />

integrata e presenta un’anima duale<br />

ma equilibrata, per un vino brillante e<br />

tenace, come il suo perlage. Delicato e<br />

brioso, nel calice è prodotto complice e<br />

trasversale.<br />

È nata il 15 ottobre scorso, primo giorno<br />

ufficiale per l’imbottigliamento della<br />

nuova tipologia, la scelta in rosa di<br />

Masottina. E da quest’anno, l’azienda<br />

della famiglia Dal Bianco proporrà due<br />

alternative. “Al canale Horeca dedichiamo<br />

un unicum: il ViaVenti Prosecco<br />

Rosé Doc Treviso Brut Millesimato<br />

2020”, racconta Federico Dal Bianco. Il<br />

potenziale produttivo con questa referenza<br />

è di 300mila bottiglie per il <strong>2021</strong>,<br />

quello di Gruppo, contati tutti i brand,<br />

arriva a 3 milioni per il Prosecco Rosé.<br />

“ViaVenti, nome della strada principale<br />

di Conegliano, è la collezione dedicata<br />

alle migliori selezioni del Prosecco Doc<br />

Treviso, Extra Brut e adesso anche Rosé,<br />

che l’azienda cura con la stessa attenzione<br />

dei vini Docg: resa per ettaro uguale,<br />

vinificazione di parcelle separate da<br />

vigneti unici, durata d’affinamento in<br />

autoclave più lungo”. A caratterizzare<br />

lo stile di questo vino, “la complessità,<br />

non solo aromatica data dal Pinot<br />

Nero, ma anche della Glera, grazie<br />

all’affinamento più lungo”.<br />

La scelta di Mionetto per l’universo<br />

Horeca si è indirizzata sul Prosecco<br />

Rosé Doc di Luxury Collection,<br />

linea espressione dell’abilità degli<br />

enologi della cantina nel realizzare<br />

Giusti Wine<br />

Rosalia, il primo<br />

vino firmato da<br />

Graziana Grassini<br />

per l’azienda di<br />

Nervesa della<br />

Battaglia<br />

Le Manzane<br />

Ernesto Balbinot, la moglie Silvana<br />

Ceschin, i figli Anna e Marco<br />

cuvée di grande apprezzamento e Mionetto<br />

versatilità. Con il lancio di questa La proposta Luxury Collection<br />

novità, la storica azienda ha mostrato<br />

ancora una volta la forte attenzione al<br />

profilo degustativo richiesto dal consu-<br />

Montelvini<br />

Nuova<br />

sfumatura di<br />

rosa per la linea<br />

Serenitatis<br />

Vigneti Le Monde<br />

Le fila della<br />

realtà friulana si<br />

arricchiscono con<br />

un Prosecco Doc<br />

Rosé<br />

matore globale. Spumante Extra<br />

Dry Millesimato, il Prosecco<br />

Rosé Doc di Luxury Collection<br />

è ottenuto con affinamento sui<br />

lieviti in autoclave per 60 giorni,<br />

che ne esalta gli aromi secondari.<br />

Si presenta con un suggestivo<br />

colore rosa fiore di pesco che<br />

annuncia al gusto e all’olfatto<br />

un bouquet fruttato con evidenti<br />

note di piccoli frutti rossi<br />

e pompelmo. Poi, la lunga maturazione<br />

cui viene sottoposto<br />

fa sì che emergano avvolgenti<br />

aromi di miele e crosta di pane.<br />

Dopo aver esordito già a fine 2020 con<br />

un prodotto, oggi l’offerta di Montelvini<br />

si profila ancor di più con il lancio del<br />

Prosecco Doc Rosé Treviso Brut. “Una<br />

novità che arricchisce la Collezione Serenitatis,<br />

la nostra punta di diamante”,<br />

sottolinea il ceo Alberto Serena. “Abbiamo<br />

atteso a uscire con questa proposta<br />

premium, destinata esclusivamente<br />

all’Horeca, così da avere il tempo anche<br />

sotto il profilo enologico di selezionare<br />

le migliori partite”. Il Prosecco Doc Rosé<br />

Treviso Brut della Collezione Serenitatis,<br />

infatti, si differenzia innanzitutto<br />

per una percentuale maggiore di Pinot<br />

Nero utilizzata, il 15%, e per la selezione<br />

degli specifici vigneti da cui provengono<br />

le uve. “Inoltre, presenta un residuo<br />

zuccherino inferiore rispetto all’altro<br />

Doc Rosé che proponiamo, anch’esso<br />

Brut, e il tempo di affinamento supera<br />

i due mesi, per definire con maggiore<br />

precisione i tratti di questa referenza”.<br />

La cifra stilistica, riprendendo i tratti<br />

della Collezione Serenitatis,<br />

vira su una sapidità<br />

Masottina<br />

Federico, Adriano e un equilibrio tra parte<br />

e Filippo Dal Bianco minerale e aromatica. “E<br />

poi, a caratterizzarlo, anche<br />

quella lunghezza di<br />

beva che si può ritrovare<br />

negli Asolo: una persistenza,<br />

in parte offerta<br />

in questo caso anche<br />

dalla presenza del Pinot<br />

Nero, che nelle altre versioni<br />

di Prosecco Doc è<br />

assente”. La produzione<br />

sarà molto legata a quello<br />

che si dimostrerà essere<br />

l’andamento di mercato:<br />

“Ma stimiamo volumi attorno<br />

alle 300mila bottiglie<br />

per il Prosecco Rosé,<br />

con 200mila unità per la<br />

versione Doc e le altre 100mila per la<br />

proposta Doc Treviso della Collezione<br />

Serenitatis”.<br />

È stata duplice la scelta della famiglia<br />

Paladin all’esordio col Prosecco Rosé,<br />

per una produzione attualmente stimata<br />

attorno alle 80mila bottiglie per il <strong>2021</strong>.<br />

Da una parte, la proposta a marchio Paladin,<br />

dall’altra quella firmata Bosco<br />

del Merlo. “Sono entrambi Brut”, spiega<br />

Francesca Paladin, “con il Prosecco<br />

Rosé Paladin dalla gradazione zuccherina<br />

leggermente più alta (12 g/l) e una<br />

percentuale di Pinot Nero più limitata<br />

(10%), in modo da avere un prodotto più<br />

fresco e adatto all’aperitivo. Il Prosecco


12<br />

EXPERIENCE<br />

Rosé Bosco del Merlo, invece, presenta<br />

10,5 g/l di zuccheri e 15% Pinot Nero,<br />

risultando dunque, con una sapidità più<br />

marcata, maggiormente indicato ad un<br />

accompagnamento con il cibo”.<br />

Sempre vigile nel monitorare i trend di<br />

consumo internazionali, non ha mancato<br />

all’incontro con la variazione in rosa<br />

del tema Prosecco Doc neanche Pasqua<br />

Vigneti e Cantine. Per una novità che<br />

s’inserisce perfettamente nel rinnovato<br />

focus che l’azienda veneta sta dedicando<br />

al mondo dei rosati. In questo caso,<br />

conquista spazio all’interno dell’iconica<br />

gamma PassioneSentimento, espressione<br />

dell’amore della<br />

famiglia Pasqua<br />

per il vino. Lo scatto<br />

originale del cortile<br />

di Giulietta ad opera<br />

del fotografo Giò<br />

Martorana è l’abito<br />

inconfondibile dei<br />

prodotti della linea,<br />

a tratteggiare l’identità<br />

pop di quello che<br />

già si annuncia come<br />

un nuovo classico,<br />

qui presentato in versione<br />

Extra Dry.<br />

Anche Cantina Pizzolato<br />

ha optato per<br />

un’unica etichetta:<br />

uno Spumante Brut<br />

elegante e di classe<br />

destinato all’Horeca, con un basso<br />

residuo zuccherino che permette alla<br />

percentuale del 10% di Pinot Nero di<br />

esaltare le sue caratteristiche nobili nel<br />

bicchiere. Una scelta di valore, in ogni<br />

suo dettaglio. “Un nuovo vino è sempre<br />

una nuova avventura”, evidenzia<br />

Settimo Pizzolato. “Per noi l’aspetto<br />

fondamentale era quello di poter creare<br />

una nuova tipologia di Prosecco dalla<br />

qualità biologica elevata con aspetti nel<br />

packaging che potessero abbracciare<br />

anche i valori della sostenibilità ambientale”.<br />

Se la scelta della bottiglia in<br />

vetro scuro, oltre a conferire un volto<br />

prestigioso al vino, ne preserva la qualità<br />

all’esposizione della luce, la novità<br />

(stimate 200mila bottiglie) presenta<br />

anche un’etichetta attenta all’ambiente,<br />

grazie a migliorie che consentono<br />

nella sua produzione di risparmiare<br />

circa 350 kg di plastica.<br />

Antesignano, fin dal 2007, con<br />

quello che è stato il suo Aurora<br />

Rosé, dove già un 15% di uvaggio<br />

a bacca nera, il Pinot Nero, sposava<br />

la restante percentuale di Glera,<br />

Viticoltori Ponte ha segnato<br />

numeri record all’esordio col suo<br />

Prosecco Doc Rosé. “Nell’ultimo<br />

bimestre 2020 abbiamo prodotto<br />

e venduto 300mila bottiglie, di<br />

cui circa il 20% a marchio Ponte.<br />

Per il <strong>2021</strong> la proiezione è di<br />

superare il milione di bottiglie”,<br />

spiega Luigi Vanzella, direttore<br />

generale. All’Horeca è destinato<br />

il Prosecco Doc Rosé Millesimato Brut<br />

Ponte, che si contraddistingue per il<br />

colore, “elegante e delicato rosa antico<br />

con preziosi riflessi tendenti al cipria,<br />

Viticoltori<br />

Ponte<br />

Il presidente<br />

Giancarlo<br />

Guidolin e il<br />

direttore Luigi<br />

Vanzella<br />

Maschio dei Cavalieri<br />

La dedica al mondo Horeca<br />

di Riunite & Civ<br />

Cantina Pizzolato<br />

La sostenibilità è<br />

declinata fin nell’etichetta<br />

Paladin<br />

L’azienda di Annone Veneto<br />

firma anche una proposta a<br />

marchio Bosco del Merlo<br />

Torresella<br />

La scelta di<br />

Santa Margherita<br />

Gruppo Vinicolo<br />

Pasqua Vigneti e<br />

Cantine<br />

Un nuovo ingresso<br />

nell’iconica gamma<br />

PassioneSentimento<br />

che abbiamo scelto di valorizzare attraverso<br />

una speciale bottiglia trasparente<br />

che ne rivela al meglio ogni sfumatura.<br />

Per un vino che si presenta fresco e piacevolmente<br />

fruttato, regalando delicate<br />

note citrine che si esprimono soavemente<br />

in una sinfonia di pesca e mela<br />

rossa Delicious”.<br />

Si è lanciato con entusiasmo nell’avventura<br />

del nuovo Prosecco Doc Rosé<br />

anche il leader nel pianeta vino Italia:<br />

Riunite & Civ. All’Horeca dedica una<br />

proposta firmata Maschio dei Cavalieri.<br />

Lo storico brand veneto ha creato<br />

uno spumante raffinato, di colore<br />

rosato tenue con caratteristici<br />

riflessi color ramato, dalla spuma<br />

candida e cremosa e dal perlage<br />

ricco ed elegante. Al sorso si<br />

scopre un vino di buona struttura<br />

dal retrogusto di piccoli frutti<br />

rossi di sottobosco. Per una<br />

fattura enologica, quella di Maschio<br />

dei Cavalieri, e una tipologia,<br />

il rosé, che rendono questa<br />

novità versatile e intrigante negli<br />

abbinamenti più diversi.<br />

Santa Margherita Gruppo Vinicolo,<br />

nel suo colorato mosaico di aziende e<br />

territori, ha scelto Torresella per presentarsi<br />

al mondo con una versione di<br />

Prosecco Doc Rosé. L’esordio già col<br />

millesimo 2019, ora, per l’annata 2020,<br />

circa 150mila le bottiglie che saranno<br />

prodotte. Per un’unica<br />

proposta, declinata in<br />

Brut, che condensa il<br />

miglior profilo, seguendo<br />

lo stile del brand, per<br />

terroir d’origine, gusto e<br />

know how. A caratterizzare<br />

in calice la novità, in<br />

primis la vocazione alla<br />

leggerezza e alla bevibilità,<br />

che si traduce nella<br />

lingua dell’eleganza dei<br />

profumi e della freschezza<br />

gustativa.<br />

Anche la Casa Vinicola<br />

Sartori ha optato per un<br />

Brut, che affina in autoclave<br />

tra i tre e i quattro<br />

mesi. “L’esordio a novembre<br />

scorso, con l’annata<br />

2019”, spiega Francesco de Alessi,<br />

direttore commerciale. “Ora, per il<br />

<strong>2021</strong>, prevediamo di raggiungere con la<br />

nuova annata una produzione di 30mila<br />

bottiglie”. Al canale Horeca è dedicata<br />

una proposta specifica: il Prosecco Doc<br />

Rosé Brut Erfo, con le sue tonalità vive<br />

e brillanti, il perlage fine e persistente,<br />

un profumo delicato e fruttato.<br />

Fresco ed equilibrato, il nuovo Bacio<br />

della Luna Prosecco Doc Rosé Extra<br />

Dry si caratterizza per la tonalità rosa<br />

tenue. Con la scelta della bottiglia trasparente<br />

studiata su misura, in quanto<br />

“funzionale a mostrare il nuovo colore<br />

del Prosecco”, come sottolinea Roberta<br />

Deflorian, direttore commerciale e<br />

marketing della cantina di Vidor (Treviso).<br />

“Per il <strong>2021</strong>, sono 60mila le bottiglie<br />

a marchio Bacio della Luna che<br />

saranno destinate al mondo Horeca”.<br />

Dopo che all’esordio col millesimo


13<br />

EXPERIENCE<br />

www.lidoproseccorose.com<br />

@lidorose_


14<br />

EXPERIENCE<br />

2019, la maggior parte della<br />

produzione è risultata prenotata<br />

ancora prima che fosse<br />

pronta per la commercializzazione.<br />

“Un messaggio che<br />

parla di fiducia da parte del<br />

mercato e che conferma la<br />

credibilità del nostro brand”.<br />

140 anni di storia per Serena<br />

Wines 1881, da celebrare<br />

proprio in questo <strong>2021</strong> anche<br />

grazie alla grande novità del<br />

Prosecco Rosé. “Siamo stati<br />

pronti a partire non appena<br />

hanno dato il via, nell’ottobre<br />

scorso con l’annata 2019”,<br />

sottolinea Luca Serena. Per<br />

il <strong>2021</strong>, in previsione una<br />

produzione di 2,5 milioni di bottiglie,<br />

dopo il debutto sold out con le prime<br />

500mila. Se l’offerta Serena Wines 1881<br />

include tanto una versione Brut, quanto<br />

l’Extra Dry, al mondo Horeca s’indirizza<br />

il Ville d’Arfanta Prosecco Doc Rosé<br />

Brut, “una proposta dedicata al canale,<br />

parte della linea di più alta qualità prodotta<br />

con le uve dei nostri vigneti, proprio<br />

ad Arfanta di Tarzo”. La novità si<br />

caratterizza per uno stile dove a essere<br />

esaltati sono i profumi riconoscibili e la<br />

freschezza del Glera e l’eleganza del Pinot<br />

Nero. “Siamo stati un’azienda che<br />

da subito ha sposato, grazie alle indicazioni<br />

di mio padre che è anche<br />

vicepresidente della Doc, la causa<br />

del Prosecco Rosé. L’abbiamo<br />

voluto fortemente e riteniamo<br />

possa essere un prodotto capace<br />

di qualificare anche la proposta<br />

della Denominazione nel segno<br />

della qualità e rifocalizzando<br />

verso l’alto il percepito da parte<br />

del consumatore”.<br />

Confermata anche nel 2020 la<br />

consolidata leadership di mercato<br />

nel Prosecco Superiore Docg,<br />

Valdo Spumanti non ha mancato<br />

di presentarsi da protagonista per<br />

la nuova declinazione Rosé della<br />

Doc. Lo fa con una produzione<br />

importante, che quest’anno per la<br />

tipologia si annuncia complessivamente<br />

attorno al milione di bottiglie. “Il<br />

Prosecco Rosé è stato il grande avvenimento<br />

per il mondo del vino nel 2020. E<br />

possiamo dire che sia stato anche il prodotto<br />

giusto al momento giusto, essendo<br />

sintesi perfetta tra il trend di consumo<br />

del Prosecco, un fenomeno sociale ormai<br />

mondiale, e quello dei rosati, da diversi<br />

anni in crescita e ancora oggi in evoluzione”,<br />

sottolinea Pierluigi Bolla, presidente<br />

Valdo Spumanti. “Per caratterizzare la nostra<br />

offerta Horeca abbia deciso di compiere<br />

una specifica scelta di filiera con<br />

Tenuta La Maredana. Allarghiamo al<br />

Prosecco Doc Rosé un progetto che<br />

ha preso il via con la produzione di un<br />

pregiato Prosecco Doc Treviso Brut<br />

da 90% uva Glera e 10% Pinot Nero”.<br />

Declinata, di fatto, in rosa e in chiave<br />

Brut la specificità che contraddistingueva<br />

il prodotto dai migliori vigneti<br />

dell’azienda agricola situata a Gaiarine,<br />

nella splendida cornice della provincia<br />

di Treviso. “È stata una scelta<br />

Valdo Spumanti<br />

Progetto di filiera<br />

con Tenuta La<br />

Maredana<br />

Serena Wines<br />

1881<br />

Luca e Giorgio<br />

Serena<br />

Villa Sandi<br />

Una nuova<br />

espressione<br />

del legame<br />

col territorio<br />

Casa Vinicola<br />

Sartori<br />

Franco<br />

de Alessi,<br />

direttore<br />

commerciale,<br />

con Luca e<br />

Andrea Sartori<br />

Bacio della Luna<br />

La proposta della<br />

cantina di Vidor<br />

Zonin 1821<br />

All’Horeca,<br />

l’azienda<br />

vicentina<br />

dedica<br />

Rosé 1821<br />

naturale, questa per cui abbiamo optato,<br />

con la produzione del Prosecco Doc Rosé<br />

di Tenuta La Maredana che si attesterà<br />

sulle 15mila bottiglie per l’annata 2020”.<br />

Quattro i mesi in autoclave nel processo<br />

di spumantizzazione, a ribadire un chiaro<br />

concetto di qualità.<br />

Con la sua proposta, Villa Sandi ribadisce<br />

quello che è il futuro roseo del Prosecco<br />

Doc. “Il debutto delle bollicine in<br />

rosa ha rimesso tutto il panorama Prosecco<br />

sotto la lente d’ingrandimento dei<br />

suoi appassionati e del mondo del vino.<br />

Il mercato lo attendeva e lo ha<br />

accolto molto positivamente”,<br />

conferma il presidente Giancarlo<br />

Moretti Polegato. L’azienda di<br />

Crocetta del Montello dedica un<br />

Brut al canale Horeca: Il Fresco<br />

Prosecco Doc Rosé Millesimato<br />

Villa Sandi. La produzione<br />

dell’annata 2020 sarà di circa<br />

130mila bottiglie, dopo l’immediato<br />

tutto esaurito registrato<br />

dalla 2019. “Il Prosecco Doc<br />

Rosé rappresenta un’occasione<br />

per valorizzare la categoria, con<br />

l’utilizzo di un vitigno – il Pinot<br />

Nero vinificato in rosso – che ha<br />

una lunga tradizione nell’ambito<br />

spumantizzazione e già presente<br />

nel disciplinare di produzione<br />

della Denominazione. Per Villa<br />

Sandi è, però, anche occasione per sottolineare<br />

il legame con il territorio, il cui<br />

patrimonio di sapori è ulteriormente valorizzato,<br />

dal momento che da decenni il<br />

Pinot Nero è coltivato nelle Tenute della<br />

nostra azienda”.<br />

Non poteva certo mancare la firma Zonin,<br />

nel 200esimo anniversario dalla nascita<br />

della storica casa vinicola, sul nuovo<br />

cammino in rosa intrapreso dalla Doc<br />

Prosecco. “Nella tipologia, per il <strong>2021</strong>,<br />

prevediamo una produzione che si attesterà<br />

tra le 1,5 e le 2 milioni di bottiglie<br />

a seconda dell’andamento del mercato”,<br />

spiega Pietro Mattioni, ceo di Zonin<br />

1821. All’Horeca, l’azienda<br />

vicentina dedica una<br />

referenza specifica: Rosé<br />

1821. A caratterizzare<br />

questa novità, sotto il profilo<br />

stilistico, “prima di tutto<br />

una grande freschezza,<br />

perché il Prosecco Rosé<br />

deve parlare la lingua della<br />

bevibilità. I tratti principali<br />

al naso sono i sentori di<br />

mela renetta, rintracciabili<br />

anche nel Prosecco Doc,<br />

e una nota decisa di piccoli<br />

frutti rossi a rendere<br />

accattivante il profumo.<br />

In bocca predomina un<br />

carattere floreale”. Allargando l’orizzonte<br />

agli altri marchi del Gruppo, da segnalare<br />

come anche Tenuta Ca’<br />

Bolani presenti all’interno<br />

della propria<br />

offerta un suo Prosecco<br />

Doc Rosé:<br />

idem come nel<br />

caso precedente, è<br />

novità indirizzata<br />

al canale Horeca.


15<br />

COLLECTION<br />

Serviva un tocco di joie de vivre in questo inizio di primavera.<br />

E la stagione della rinascita vede sbocciare la nuova annata<br />

dell’etichetta di maggior pregio della più antica Maison in<br />

Champagne: il Dom Ruinart Blanc de Blancs Brut 2009.<br />

Cuvée de prestige che si risveglia, dopo otto anni sui lieviti<br />

e tre di assestamento in bottiglia (sboccatura: marzo 2018),<br />

dal lungo riposo nelle profondità delle crayères di Reims.<br />

E con il 26esimo millesimo imbottigliato nella sua storia,<br />

si annuncia al mondo nel 50esimo anniversario dal primo<br />

vintage: anno di grazia 1959. 100% Chardonnay (ça va<br />

sans dire), “super selezione” e massima espressione Ruinart<br />

delle uve dai migliori villaggi Grand Cru a bacca bianca:<br />

Chouilly, Avize, Le Mesnil-sur-Oger e Cramant, nella Côte<br />

des Blancs (82% del totale in assemblaggio), e Sillery, nel lato<br />

nord della Montagne de Reims (il restante 18%). E se questo<br />

Champagne avrà molto da dare almeno nella prossima decade,<br />

probabilmente anche di più, il giudizio al debutto non può<br />

che essere: “Buona la prima”. Naso sicuramente ancora un<br />

po’ chiuso, ma che già rivela la freschezza floreale e fruttata<br />

tipica della Maison. Poi, un bouquet di sentori che regala già<br />

una leggera nota di mandorla e davvero lascia ben sperare per<br />

l’evoluzione. Il sorso è ricco, fresco, con un’acidità equilibrata<br />

e piacevole, lunga, persistente. Ed ora scatta la curiosità su quel<br />

che sarà: siamo infatti pronti ad aspettarlo nei prossimi anni<br />

per poterne godere appieno.


16<br />

COLLECTION<br />

Rivoluzione nel segno dei tempi in<br />

casa Masi. È una novità fuori dagli<br />

schemi l’ultimo lancio di Mister<br />

Amarone. Che parla di una visione<br />

di sostenibilità, della stessa semplice<br />

essenza del vino, di un sapore<br />

autentico, sincero, genuino. Ritorno<br />

alle origini dal grado alcolico<br />

contenuto, in una produzione “per<br />

sottrazione”. Fresco di Masi Bianco<br />

Verona Igt 2020 parla la lingua<br />

della massima naturalità: è il frutto<br />

di grappoli biologici (60% Garganega,<br />

25% Chardonnay, 15% Pinot<br />

Grigio, in proporzione variabile a<br />

seconda dell’annata) vendemmiati<br />

nelle ore più fresche e subito vinificati<br />

solo con i lieviti selvaggi dell’uva<br />

stessa. Poi – “per sottrazione” – è<br />

decantato naturalmente e non filtrato,<br />

senza appassimento o passaggio<br />

in legno. La scelta contemporanea,<br />

al calice in aperitivo o ad accompagnare<br />

la ricercata semplicità di oggi<br />

in cucina, ma anche in un packaging<br />

plastic free che guarda al futuro. E<br />

non stupitevi se vedete doppio: Fresco<br />

di Masi Bianco ha un “gemello”<br />

in Rosso pronto a riservare eguali<br />

emozioni.<br />

Friularo, con la R. Non si tratta di un<br />

refuso. Parliamo proprio di Friularo<br />

(ripetiamo, con la R): uno dei rossi<br />

attualmente più sottovalutati nel panorama<br />

enologico italiano. Una produzione<br />

di origine antichissima, “vin<br />

da viajo” (“da viaggio”, ndr) che prende<br />

forma nella “pianura sognante che si<br />

stende dalle pendici solenni ed antiche<br />

dei Colli Euganei e si bagna nella Laguna<br />

Veneta”. Per quel che nel calice è<br />

realmente imaginifico racconto delle<br />

terre della Serenissima. Fin da quel biotipo<br />

Raboso Piave che appassisce un po’<br />

in pianta, un po’ in fruttaio, prima di affinare<br />

(almeno due anni) in barrique e<br />

poi in grandi botti di rovere, regalando<br />

un vino come il Friularo di Bagnoli<br />

Docg Fondatore di Conselve Vigneti<br />

e Cantine 2013: austero e<br />

imponente nella sua struttura,<br />

ma al contempo sorprendentemente<br />

agile al sorso.<br />

E capace di offrire, ad<br />

accompagnamento<br />

dei più classici frutti<br />

rossi, quella nota<br />

di acidità che, già<br />

secoli or sono, lo<br />

faceva così magnificamente<br />

descrivere<br />

dal celebre<br />

letterato patavino<br />

Angelo Beolco<br />

detto il Ruzzante:<br />

“Vin che dise bìvime,<br />

bìvime” (“bevimi”,<br />

ndr).


17<br />

COLLECTION<br />

L’orizzonte del Garda si tinge di una nuova sfumatura. È la tonalità tenue che caratterizza Le Fornaci Rosé<br />

Tommasi. L’ideale incontro tra le due sponde del lago: da una parte la Turbiana (90%) dalla tenuta alle porte<br />

di Sirmione che dona il nome al progetto Lugana della famiglia Tommasi, dall’altra le uve di Rondinella (10%)<br />

del vigneto di proprietà sito a Peschiera del Garda. Particolare interpretazione del terroir, per un vino “esclusivo,<br />

intrigante, dal bouquet floreale e dal sorso vibrante”, come lo tratteggia il suo creatore, l’enologo Giancarlo Tommasi.<br />

I riflessi ricordano petali di rosa, ma rimandano soprattutto a un meticoloso lavoro, che parte dall’attenta<br />

selezione delle uve fino a giungere alla maniacale cura durante le fasi di pressatura e vinificazione. Maturato in<br />

acciaio, Le Fornaci Rosé è annuncio d’estate, in tutto e per tutto: da servire rigorosamente fresco, meglio se a<br />

bordo lago, piscina o spiaggia, la sua versatilità, poi, lo renderà vino davvero per ogni occasione.<br />

Angela Velenosi lancia la sua personale sfida ai rosé<br />

d’Oltralpe. Lo fa donando una nuova anima a uno dei<br />

suoi vini più iconici. E lanciandosi ambiziosamente<br />

all’inseguimento di chi è maestro nella declinazione<br />

in rosa: la Provenza. È un totale restyling quello che<br />

investe il Rosato Marche Igt Velenosi, rilettura in<br />

chiave autoctona di un genere oggi sulla bocca e nei<br />

calici di sempre più appassionati. Grazia e seduzione.<br />

Delicatezza e passione. Per uno stile ricco di suggestioni,<br />

che si traduce alla vista in una nuance rosa<br />

quarzo brillante, cui fa eco un naso intenso e floreale.<br />

Al palato, il “nuovo” Rosato Marche Igt Velenosi fa<br />

trasparire piacevole freschezza e intensa mineralità,<br />

sostenute dalla buona struttura tipica del Montepulciano,<br />

il vitigno che regala a questo vino le sue forme<br />

sinuose. Le stesse narrate da una bottiglia che strizza<br />

l’occhio (ça va sans dire) alle grandi Maison francesi e<br />

nella cui veste grafica emergono, stilizzati in etichetta,<br />

quei petali e boccioli di rosa, origine e ispirazione del<br />

progetto enologico.


18<br />

COLLECTION<br />

Il Nebbiolo che non ti aspetti. Ma è più giusto<br />

dire: il Nebbiolo di cui in troppi ancora<br />

ignorano (malauguratamente)<br />

l’esistenza. Quello dal Roero: “altro”<br />

Nebbiolo nella carta geografica<br />

e geologica del vino piemontese.<br />

“Altro” Nebbiolo che regala storie<br />

diverse, ma non meno entusiasmanti,<br />

da quelle che la varietà<br />

declama in terra di Langa. Come<br />

nella vigna situata a Santa Vittoria<br />

d’Alba, in uno dei più antichi cru<br />

(Coste Anforiano) a dominare il<br />

Roero e la Valle Tanaro, dove Monica<br />

e Daniela, le sorelle Tibaldi<br />

delicatamente ritratte in etichetta,<br />

danno vita al loro Roero Docg Tibaldi.<br />

Un vino che ammaglia con<br />

la sua spontanea sincerità, amico<br />

appena conosciuto ma avvertito<br />

come familiare da sempre. Poi,<br />

l’eleganza della “diversità”: quella<br />

di un territorio “altro” – proprio<br />

come il Nebbiolo, esattamente<br />

come il personale tocco di Monica<br />

e Daniela – che ritorna e traspare<br />

esemplarmente nel calice. E la freschezza<br />

dello slancio di un’acidità<br />

che non solo facilita la beva, ma invita<br />

a replicare.<br />

Il “Nebbiolo Bianco”, l’Arneis, trova in questa<br />

etichetta il punto d’equilibrio nell’ampio<br />

spettro della sua versatilità. È una freschezza<br />

strutturata la lingua parlata dal Roero Arneis<br />

Docg Marchesi di Barolo, col suo tenue<br />

pallore al colore. Al naso, un gessoso aroma<br />

al cui finale s’impone una sfumatura che potentemente<br />

richiama alla mente la senape. In<br />

bocca, una minerale rotonda pienezza che lo<br />

rende interessante passe-partout da prendere<br />

in seria considerazione al momento<br />

della ricerca di nuovi abbinamenti. Gli<br />

orizzonti che si schiudono, per un<br />

protagonista della storia del Barolo,<br />

in un habitat così diverso da<br />

quello di “casa”. La nuova narrazione<br />

a snodarsi sulle vocate<br />

colline delle Mga Bastia e<br />

Crocetta, nel Comune Vezza<br />

d’Alba, e Surie a Cornegliano<br />

d’Alba. Per una proposta che<br />

è scelta in bianco snella, sorso<br />

dopo sorso, mai banale.


#realdolcevita<br />

NATI IN VENETO, CRESCIUTI IN PUGLIA, GRANDI NEL MONDO.<br />

tinazzi.it


20<br />

GIRAMONDO<br />

Photo: Assuli<br />

Tasselli di Sicilia<br />

Un gioioso e colorato mosaico dei tanti volti dell’isola.<br />

I suoi vini, i suoi vitigni, i suoi terroir<br />

DI IRENE FORNI E MATTEO BORRÈ<br />

U<br />

n vero mosaico. Di territori. Di esposizioni ed influenze climatiche. Di<br />

tradizioni e antichi lasciti. Oltre che di vitigni. Quando parliamo della<br />

Sicilia del vino, il racconto non sarà mai scandito in maniera monolitica.<br />

Ma si svilupperà con i tratti di un gioioso e colorato affresco. Non<br />

può che essere così, innanzi al vigneto più grande d’Italia, con i suoi<br />

97.937 ettari (dato al 31 luglio 2020, fonte Mipaaf). Distese di filari che<br />

contano tre volte i numeri della Nuova Zelanda, sorpassano per estensioni<br />

quelle sudafricane e, in Europa, possono esser comparate allo scenario<br />

tedesco.<br />

Ma Sicilia è anche sinonimo di biologico, prima regione in Italia per<br />

aree vitate bio e paradigma di sostenibilità per via delle ideali condizioni<br />

climatiche. Per una modernità che si rispecchia in produzioni sempre<br />

più vanto del vino tricolore.<br />

Dalla costa tirrenica allo Ionio, dalle pendici vulcaniche dell’Etna<br />

ai muretti a secco di Pantelleria, diversità morfologiche e condizioni<br />

climatiche disparate caratterizzano i molti caratteri di un’unica isola.<br />

Dalle terre calde e torride dell’interno, al clima mite e ventoso delle<br />

coste, fino al freddo dei rilievi, la Sicilia è un vero e proprio mix di terreni<br />

e caratteristiche ambientali diversificate, che inevitabilmente trovano<br />

espressione anche nella sua ricchissima produzione enologica.


22<br />

GIRAMONDO<br />

L’A di Assuli, la cantina, la Z di Zibibbo, il vitigno: è in<br />

questo intervallo che si enuncia l’epica di Dardinello,<br />

prezioso vino bianco secco, interpretazione contemporanea<br />

dell’antica uva Moscato d’Alessandria. Importante<br />

espressione (biologica) della sua Denominazione, la Doc<br />

Sicilia, vanta un carattere e una personalità che, nello stile<br />

tipico di Assuli, uniscono un promettente potenziale<br />

evolutivo ad un’innata piacevolezza. Dardinello si presenta<br />

con un aroma molto complesso. Poi, stupisce per il<br />

bouquet intenso e persistente con note di pesca e agrumi<br />

di Sicilia. Al palato è in linea con le sensazioni olfattive:<br />

fresco e morbido, con una piacevole armonia di salinità<br />

e mineralità. E se nel calice si ritrova il carattere<br />

del terroir di tenuta di Carcitella, a Mazara<br />

del Vallo, anche l’originalità del nome<br />

scelto per questa etichetta testimonia<br />

una fedeltà al territorio e alla sua valorizzazione:<br />

s’ispira, infatti, a uno dei personaggi<br />

dell’Orlando Furioso, facendo<br />

risonare, tra memoria e realtà, grazie alle<br />

molteplici connessioni con l’arte e la letteratura<br />

siciliana, l’epico viaggio.<br />

Costituiscono un solenne racconto<br />

di Sicilia, fin dal 1833, anche<br />

i Marsala Florio. Un’eclettica<br />

espressione dei sapori e degli<br />

aromi mediterranei più intensi.<br />

Il Targa Marsala Doc Superiore<br />

Riserva Semisecco nasce da una<br />

selezione di uve Grillo. Elegante,<br />

destinato alla longevità, si caratterizza<br />

al naso per il pronunciato<br />

profumo con distinti sentori di<br />

datteri, albicocca e prugne stufate.<br />

Al palato è caldo e morbido come<br />

il velluto.<br />

Il Grillo ritorna protagonista, ma<br />

in una ben diversa declinazione rispetto la precedente,<br />

con l’ultima novità (biologica) in casa Baglio<br />

di Pianetto. Quella qui cantata, è una distintiva<br />

espressione di vigne poste ad altitudini elevate.<br />

Una produzione monovarietale in purezza, che si<br />

prefigge un traguardo di freschezza e modernità<br />

pur nel rispetto delle caratteristiche distintive della<br />

varietà. La nota agrumata con sentori di Zagara,<br />

le sfumature tipiche di frutta tropicale, quelle di<br />

macchia mediterranea, che in altitudine esprimono<br />

grande sapidità ed una freschezza<br />

quasi pungente all’assaggio.<br />

Sono i colori intensi della terra in cui<br />

prende forma, “la Montagna”, a campeggiare<br />

sull’etichetta dell’Etna Bianco Doc<br />

Donnafugata Sul Vulcano. Dichiarazione<br />

d’amore per il Carricante, in un vino dove<br />

una nota fumè abbraccia e accompagna<br />

quelle di agrumi freschi e fiori, miele d’acacia<br />

e note vegetali fresche. Luminoso: il<br />

mix d’inizio, analisi fra la vista e l’olfatto,<br />

richiama subito la voglia di mare e Sicilia.<br />

La punta di pietra focaia ne aumenta la<br />

complessità. Al palato è sapido, vivo, con<br />

una bella acidità: richiama la beva, disseta<br />

e appaga.<br />

20 ettari divisi in circa 30 appezzamenti tra<br />

l’isola di Salina e Lipari. La strada del biologico<br />

fin dal 1989. E poi solo scelte rispetto-<br />

samente naturali. Non serve<br />

dire altro di Nino Caravaglio. La sua bellissima Malvasia<br />

si traduce in un Bianco Secco Salina Igp, esprimendosi<br />

a una prima analisi con un floreale fresco di<br />

fiori bianchi e il salmastro del mare. Spiccano anche<br />

note agrumate più pungenti. Piacevolmente succoso<br />

al palato, con una marcata sapidità e mineralità. Beva<br />

ricca e dissetante: una vera chicca.<br />

Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Frappato: la Sicilia in<br />

rosso. È un trittico che conduce ai tre vertici dell’isola<br />

quello con cui si conclude il nostro viaggio. Figlio<br />

di Menfi e della costa sudoccidentale, Carthago è<br />

il Nero d’Avola che fatto la storia di Mandrarossa.<br />

Pluripremiato, vino delle grandi occasioni, è<br />

selezione dal grande carattere: deciso, intenso,<br />

avvolgente, 100% siciliano. Netto e definito al<br />

palato, si caratterizza per il profumo intenso,<br />

con sentori di more selvatiche e marasca. Sul<br />

versante Nord dell’Etna, in neanche un paio<br />

di ettari di vecchie vigne di Nerello Mascalese<br />

nel comune di Randazzo, nasce il Calderara<br />

Sottana Etna Doc Ayunta. Un vino vivo, ricco<br />

e intenso, che presenta la profondità e la straordinarietà<br />

della sua terra di origine. Naso di<br />

frutti rossi, vegetale caldo con un ricordo di<br />

macerazione. Pungente il richiamo al vulcano,<br />

con note fumé che ricordano la grafite e<br />

l’idrocarburo. L’intensità è nel frutto, che al<br />

palato si ripropone pieno e appagante: bellissima<br />

acidità, beva siciliana. Infine, lo sguardo si<br />

posa su Vittoria e i monti Iblei con il Frappato Sicilia Doc<br />

Arianna Occhipinti. Colpisce da subito con la sua succosità.<br />

Vinificazione in cemento, affinamento in legno:<br />

si presenta con note fruttate di ciliegia fresca, prugna e<br />

ribes. Intesa è l’espressione floreale e vegetale. Bellissime<br />

acidità e mineralità, che rendono la beva fresca, appagante<br />

e persistente. Per un altro straordinario tassello del mosaico<br />

che racconta i mille volti della Sicilia del vino.


Dolomiti, Alto Adige. Tra queste montagne incontaminate nasce Acqua Plose.<br />

Pura e leggera per natura si abbina perfettamente ai migliori piatti della cucina tradizionale<br />

e internazionale esaltandone i sapori con la sua delicata discrezione.<br />

Residuo fisso 22 mg/l Ossigeno 10 mg/l Sodio 1,2 mg/l pH 6.6<br />

Fonte Plose spa<br />

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www.acquaplose.com<br />

39<strong>04</strong>2 Bressanone (BZ)


24<br />

INTERNI D’AUTORE<br />

Photo: Première<br />

Vigneron e identità<br />

di Champagne<br />

Un tour alla scoperta delle storie di Pierre Legras,<br />

Guy Charlemagne, Secondé-Simon, Bolieu e Schreiber<br />

DI FRANCESCA MORTARO E ANDREA SILVELLO<br />

Champagne di terroir e di carattere. Questo il denominatore comune del<br />

nostro viaggio tra i piccoli Vigneron nella terra delle bollicine più famose.<br />

Uomini che, grazie a passione e qualità dei terreni, riescono a creare vini<br />

emozionanti, identitari, degni di essere raccontati.<br />

Il tour inizia a Chouilly, villaggio Grand Cru a Nord della Cote de Blancs.<br />

Ad attenderci, Vincent e Marceline Legras. Vincent ha dato vita nel 2002 alla cantina Pierre<br />

Legras, che porta il nome di uno dei suoi antenati d’inizio 1600, contemporaneo di<br />

Dom Perignon. Dieci ettari vitati, sette di Chardonnay e il resto Pinot Noir e Meunier. Vincent<br />

ha deciso di puntare tutto sul territorio, estraendone bollicine di profonda mineralità<br />

e finezza: caratteristiche riscontrate in ogni calice della gamma. A colpirci la cuvée Black<br />

Jackets, forse perché era una delle poche etichette che ancora ci mancava assaggiare, forse<br />

perché la più atipica. Un Blanc de Noir, 80% Pinot Noir e 20% Meunier, dal packaging accattivante,<br />

omaggio agli appassionati di motociclismo, proprio come Vincent e Marceline.<br />

Una bevuta fresca, semplice ma allo stesso tempo di carattere. Note di frutta secca, frutto<br />

rosso con una mineralità marcata e una persistenza infinita. La seconda tappa in quella<br />

che per i più è la patria dello Chardonnay: Mesnil-sur-Oger, al cuore della Cote de Blancs.<br />

Conosciuto per via di mostri sacri come Salon o il Clos de Mesnil di Krug, questo villaggio<br />

Grand Cru dona le proprie uve anche a molti (più o meno) piccoli Vigneron, bravi a dar<br />

vita a cuvée eccezionali. È il caso di Guy Charlemagne. La sua cantina si trova proprio di<br />

fronte alla Maison Salon. Philippe, quinta generazione, porta avanti il lavoro iniziato dalla<br />

famiglia nel 1892. Nelle bellissime cantine sotterranee, scavate nel gesso tipico del villaggio,<br />

si percepisce la storia e la tipicità della Champagne. Philippe vinifica separatamente le parcelle<br />

con le quali, nelle annate migliori, crea oltre alle cuvée anche dei parcellari. A colpirci,<br />

Les Coulmets 2014: Champagne con una acidità spiccata, ma equilibrata, evoluto, ma allo<br />

stesso tempo fresco e piacevole. Le bollicine Guy Charlemagne si ricordano per l’acidità<br />

elevatissima, tipica del terroir, e il grande potenziale evolutivo che racchiudono. I Mesnillesimé,<br />

degustati in verticale 2008, 2012, 2014, sono piacere assoluto, identitari fino in<br />

fondo: lo Chardonnay di Mesnil all’ennesima potenza. Proseguiamo, direzione Montagne<br />

de Reims, parte Sud. L’arrivo ad Ambonnay, uno dei villaggi storici per il Pinot Noir. Ad<br />

attenderci, Nicolas e Jerome: siamo da Secondé-Simon, cantina fondata da Jean-Luc Secondé<br />

e ora guidata dal genero Jerome Bole. Nicolas Secondé è lo chef de cave e consulente<br />

enologo per diverse realtà in Italia. Da sempre, la famiglia conferisce parte delle proprie uve<br />

alla Maison Krug. Il protagonista qui è il Pinot Noir. I vini di Secondé Simon sono vinificati<br />

in acciaio e alcune cuvée vengono fatte affinare anche in legno. Abbiamo assaggiato una<br />

bottiglia in magnum, sboccata à la volée, annata 1971 e una 1998: vini molto evoluti, didattici,<br />

che aiutano a capire il potenziale evolutivo del Pinot Noir di Ambonnay. Nella gamma<br />

a colpirci è la Cuvée Melodie: Pinot Noir in purezza, cinque anni di permanenza sui lieviti,<br />

le uve dalle migliori parcelle della proprietà. Il cammino riprende, destinazione Cote de Vitryat,<br />

area poco nota ma di grande interesse. A pochi chilometri da Vitry, a Bassuet, si trova<br />

la cantina Bolieu, guidata da marito e moglie: Charles e Laurence. In questa zona si coltiva<br />

specialmente lo Chardonnay, che cresce in aree collinari esposte a Sud-Est. Bolieu possiede<br />

6,5 ettari, 95% Chardonnay e 5% Meunier. La vinificazione avviene in acciaio e in grandi<br />

botti di legno. La produzione è limitata: poco più di 25mila bottiglie. Molte delle bollicine<br />

di questo Vigneron contengono una parte di vini “Solera”, formata a partire dal 1997. Il<br />

Blanc de Blancs Fleur de Craie è il nostro preferito: la straordinaria eleganza, evoluzione,<br />

mineralità e freschezza, d’altronde, non possono lasciare indifferenti. Si dice spesso che lo<br />

Chardonnay della Cote de Blancs non abbia eguali, ma bevute come questa hanno tutte le<br />

carte in regola per giocarsi la partita. Tappa finale in Cote de Bars, da Schreiber. A Corteron<br />

sorge la cantina guidata da Erick, uno dei precurosri della biodinamica in Champagne.<br />

La sua prima bottiglia vede la luce nel 1988: da allora ha sempre portato avanti studi per<br />

la creazione di ceppi di lieviti biodinamici e altri brevetti che ora sono utilizzati da molti<br />

produttori vicini. Un Vigneron atipico, convinto sostenitore delle teorie di Rudolf Steiner.<br />

Un pozzo di conoscenza. Erick ci delizia con due bottiglie della sua cantina privata: una<br />

1998 e una 2000. L’esperienza è indimenticabile, esattamente come le altre. Merci.


Azienda agricola Zorzettig di Annalisa Zorzettig –Via Strada Sant’Anna, 37 – fraz. Spessa – 33<strong>04</strong>3 Cividale del Friuli (UD) – www.zorzettigvini.it


26<br />

NUOVI CODICI<br />

Photo: Consorzio Tutela Montecucco<br />

Evviva il Sangiovese<br />

Ode all’uva di Giove, colonna portante della viticoltura italiana.<br />

Di vigna in regione, uno spaccato d’interpretazioni<br />

DI IRENE FORNI<br />

Sedetevi ad un tavolo a parlare del Sangiovese e perderete<br />

certamente il senso del tempo. Quanto vi è da dire su questo<br />

emblematico simbolo della nostra viticoltura. Discusso<br />

e ridiscusso: santificato, proclamato e venerato dai più che<br />

si sono trovati a parlar di vino per mestiere o per diletto.<br />

La sua “santità”, il Sangiovese, se l’è tutta meritata. La deve alla grandissima<br />

presenza e propagazione sul territorio nazionale, all’estrema<br />

duttilità e a quell’identità varietale davvero capace<br />

di vestire abiti sempre diversi pur rimanendo stilisticamente<br />

fedele a sé stessa.<br />

Dunque, percorrendo la nostra bella penisola, saltando<br />

di vigna in vigna, potrebbe essere quasi assurdo<br />

non sentirlo nominare, direttamente o per vie traverse,<br />

vista la sua forte copertura in ettari sul totale vitato<br />

italiano (quasi l’11%). Tuttavia, parlando di Sangiovese,<br />

non si può tralasciare di citare le regioni che in<br />

maniera predominante e storicamente ne ospitano<br />

la coltivazione, prima fra tutte la Toscana. È proprio<br />

in questo angolo d’Italia dove l’uva di Giove (“Sanguis<br />

Jovis”) trova la sua maggiore espressività in termini di quantità e<br />

vini prodotti in purezza, grazie in particolare all’importante percorso di<br />

ricerca ed esperienza che molti enologi e viticoltori hanno trovato, visto<br />

e con saggezza sviluppato nel corso del tempo. Qui, di fatto, sono nate e<br />

sono ad oggi regine indiscusse Denominazioni potentissime: dal celebre<br />

Brunello di Montalcino all’iconico Chianti Classico, dal Nobile di Montepulciano<br />

passando per il Carmignano, fino al Morellino di Scansano e<br />

ancora e ancora, come testimonia la nouvelle vague di Montecucco.<br />

“Il Sangiovese è Toscana”, sottolinea uno dei grandi protagonisti del<br />

vino italiano, l’enologo Luca D’Attoma. “È in Toscana che ha trovato<br />

il suo habitat ideale ed è qui che si esprime al meglio. Chi ha provato<br />

a impiantarlo in California o in Australia ha fatto del vino, ma non ha<br />

fatto Sangiovese. Quanto alle altre regioni italiane, bisogna scommettere<br />

di più sull’Emilia-Romagna, anche se i romagnoli devono essere<br />

più viti-cultori, nel senso di sposare una cultura che punti alla ricerca<br />

della massima qualità in vigna”.<br />

Già, perché il Sangiovese abita tradizionalmente da<br />

sempre un altro importante territorio del vino, dal<br />

quale la sua espressività gustativa e stilistica trae<br />

grandissimi vantaggi: quella Romagna che grazie ai<br />

suoi terroir estremamente vocati è capace di donarci<br />

interpretazioni dalla più pronta beva a etichette<br />

di grande prospettiva.<br />

A seguire l’Umbria, silenziosamente potente. E anche<br />

le Marche, con i suoi terroir capaci di regalare<br />

grandi interpretazioni di questo vitigno, ma regione<br />

che ancora fatica a concedere al Sangiovese la giusta<br />

attenzione. Poi, eccolo a dimostrare tutta la sua capacità di adattamento<br />

e spunta in quell’ormai straordinario territorio vitivinicolo<br />

che è l’Etna, contesto che rende particolare e estremamente raro ogni<br />

cosa vi sia prodotta. Diffuso e conosciutissimo anche in Sud Italia, infatti,<br />

il Sangiovese va ad arricchire tante grandi bottiglie, in blend con<br />

uve maggiormente presenti e strettamente legati ai luoghi d’origine,<br />

dando costantemente una forte e potente spinta caratteriale, creando<br />

sempre più connubi di gusto, tradizione e felicità.


27<br />

È<br />

sinuosa panoramica dello Stivale quella offerta dalla diffusione del Sangiovese. Dalla Toscana<br />

alla Sicilia è un proliferare d’interpretazioni, terroir, scelte stilistiche e pennellate, di<br />

autore o più semplicemente di grandi vigneron.<br />

L’Altrove della collina di Lamole, tra strapiombi boscosi, terrazzamenti e terre “strappate”<br />

al costone, offre una curiosa sinfonia polifonica di Sangiovese, Cabernet Sauvignon<br />

e Merlot. Il Lam’Oro Toscana Igt Lamole di Lamole (9) regala grande espressività e<br />

complessità aromatica. Per un vino ampio, ricco con piccoli frutti rossi e neri come ciliegia,<br />

mirtillo e mora, freschi e in confettura, con pungenti note di vaniglia, e un accenno<br />

mentolato. Al palato è caldo, avvolgente. Forte richiamo di tostatura del legno, chiusura<br />

con note balsamiche e speziate. Etichetta austera, ricca come il territorio dove nasce. A<br />

Castellina in Chianti, prende invece forma il Sor Bruno Chianti Classico Gran Selezione<br />

Docg Il Cellese (2). Dal colore rosso rubino concentrato e intenso, già alla prima<br />

analisi spicca l’eleganza e l’audacia di questo vino. Presenta evidenti note di piccoli frutti<br />

rossi, lampone, prugna, mammola, portandosi sempre più verso espressioni maggiormente<br />

calde di legno tostato, incenso e tabacco. Chiusura su marcate note speziate e una<br />

nota balsamica magnificamente espressa. La trama tannica è sottile, la struttura piena e<br />

decisa. Tutta la potenza del Sangiovese, espressa con eleganza e raffinatezza del frutto: è<br />

il Brunello di Montalcino Docg Vignavecchia San Polo (8). Da subito marcati e vivi<br />

i sentori di ciliegia, mora, sottobosco. Note vegetali e floreali di viola. Forte richiamo al<br />

legno e alla vaniglia. Più intense le note scure di caffè e tabacco da pipa. Tannini decisi. Un<br />

vino etereo, pieno, ricco e appagante. Giunge dalla costa il Cavaliere Toscana Igt Michele<br />

Satta (4). Un colore è brillante e vivo, per questo Sangiovese raffinato, elegante e complesso,<br />

che si esprime fra note di ciliegia, frutti di bosco, floreali calde di violetta fresca e<br />

in marmellata. Marcato il richiamo vegetale: si presenta con erbe aromatiche e mediterranee.<br />

Pungente la spezia sul finale. Bella struttura: piena e di grande intensità. Sapido,<br />

fresco, di grande beva. I due volti della Romagna. Da una parte, il Godenza Romagna<br />

Doc Sangiovese Predappio Noelia Ricci (5). Prugna, ciliegia, frutti di bosco che si mostrano<br />

fin da subito, qualche accenno alla mandorla tostata. Al palato presenta un’entrata<br />

rustica ma estremamente piacevole. Poi, spezie e un’intensa nota balsamica che lo rende<br />

vino caratteriale e complesso. Struttura leggera, avvolgente, che invoglia la beva. Tannini<br />

morbidi, finale lungo. L’altra faccia è quella del Pandolfo Riserva Romagna Doc Sangiovese<br />

Superiore Pandolfa (6). Al naso un profilo olfattivo complesso di ciliegia, amarena<br />

in confettura, lampone e ribes. Poi, vira su note floreali e vegetali molto piacevoli,<br />

che delineano un profilo più netto con richiami al sottobosco e ai fiori rossi. Note di cacao<br />

e una punta di liquirizia che ne aiuta l’intensità. Un vino teso, tannini decisi, sostenuto da<br />

una bellissima acidità. Grande Sangiovese umbro che testimonia la potenza di quest’uva<br />

e della terra che lo ospita: è Il Roccafiore Umbria Sangiovese Igt Roccafiore (7).<br />

Succoso, intenso, vivo. Dalla prugna alla ciliegia, dal vegetale caldo che ricorda il tabacco<br />

a pungenti note di spezie. Una beva piacevolissima, un tannico raffinato ed elegante:<br />

pulizia, morbidezza e vivacità al calice. Un secondo vino di gran beva a farsi esemplare<br />

interprete del vitigno in terra umbra è l’Umbria Sangiovese di Todi Doc Todini (11). Il<br />

colore è vivace e intenso. Al naso, grande espressione di frutti rossi, ciliegia, more e frutti<br />

di bosco. Estremamente piacevole e armonico. Gusto pieno e tannino<br />

sottile. Il Rosso Piceno Doc Antonio Failoni (1) è Sangiovese delle<br />

Marche che presenta la sua potenza e la mantiene netta anche in blend<br />

con Montepulciano e Merlot. Di grande intensità cromatica, con un<br />

rosso rubino estremamente penetrante e marcato. Al naso sprigiona note di piccoli frutti,<br />

come mora, mirtillo, ribes e ciliegia. Poi, liquirizia e una punta di rabarbaro. Scure note<br />

di cuoio e tabacco da pipa estremamente piacevoli. Al palato è deciso e persistente, riproponendo<br />

in una veste più potente i sentori primari. Trama tannica decisa e ben gestita.<br />

Forza e potenza la fanno da padrona nel Paterno Sangiovese Lazio Rosso Igt Trappolini<br />

(12), interpretazione in purezza dal Lazio. Grande intensità aromatica: ciliegia, amarena<br />

in confettura, prugne, lampone, per un mix di frutti che ne rendono l’analisi di forte<br />

impatto. Nota di legno moderatamente presente e un lieve accenno al cacao. Struttura<br />

importante, tannino deciso, persistenza e morbidezza davvero caratteristici. Ma anche il<br />

Sud Italia regala emozioni, quando parliamo di Sangiovese. Lo testimoniano due insoliti<br />

racconti di Puglia e Sicilia. Nel Trabàco Sangiovese Puglia Igp Marco Ludovico (3) si<br />

ritrovano ciliegia matura, piccoli frutti di bosco, note vegetali che ricordano il ginepro e<br />

la macchia mediterranea. Si aggiungono lievi sfumature speziate, erbe selvatiche e cenni<br />

balsamici. La struttura è corposa, ma lascia un sorso snello ed elegante, con tannino fine<br />

e fragrante. Il finale è persistente, fresco: la chiusura con una bella complessità aromatica<br />

e richiama ancora la spezia. Da ultimo, si va su “La Montagna”. Le pendici<br />

dell’Etna si manifestano in un raro Sangiovese: Unico di Benedetta<br />

Igt Terre Siciliane Tenuta Benedetta (10). Note di piccoli frutti<br />

rossi e spezie lasciano spazio per esprimersi al meglio a quelle scure<br />

di tabacco, cacao, cioccolato fondente e cuoio. Salinità, mare e note<br />

salmastre si presentano ad ogni sorso, con carattere deciso. Bellissima corrispondenza<br />

tra naso e bocca, piacevolissima la sensazione alcolica che sostiene tutta la beva.<br />

NUOVI CODICI


28<br />

Una lunga maratona internazionale, roadmap a sostegno della ripresa che si<br />

prefigge l’obiettivo di “riaccendere il business”. Iniziando dai mercati internazionali<br />

e avendo “casa” come punto di approdo finale: quella Verona che<br />

tornerà ad animarsi del suo tradizionale appuntamento col vino, in una veste<br />

però differente da come siamo stati abituati. Una kermesse “chiavi in mano”<br />

e “smart”, come è stata delineata nei suoi tratti fondanti, per un Vinitaly Special Edition che<br />

andrà in scena dal 17 al 19 ottobre prossimi.<br />

Veronafiere scalda i motori in vista del nuovo speciale appuntamento che sancirà il ritorno<br />

alle degustazioni in presenza tra i padiglioni. Si riaccende la luce su Vinitaly, dopo lo “stop<br />

forzato” cui la manifestazione è stata costretta in questo ultimo anno e nonostante i tanti<br />

sforzi profusi dai suoi organizzatori, tanto in chiusura di 2020, quanto in questo inizio di<br />

<strong>2021</strong>, nell’individuare occasioni per dare vita all’appuntamento veronese del vino, in una<br />

forma in presenza modulata attorno alle complessità imposte dalla pandemia. È proprio<br />

un nuovo format, “rigorosamente B2B”, quello pensato per il prossimo ottobre. L’epilogo<br />

di quello che è un ricco calendario studiato da Vinitaly sul versante internazionale. Un’agenda<br />

che tra primavera e autunno vede Veronafiere e la sua kermesse di punta attivi in<br />

eventi fisici volti a sostenere la ripresa sui mercati di tutto il mondo. Iniziando dalla Russia,<br />

dove un road show di Vinitaly ha fatto tappa a Mosca e San Pietroburgo a fine marzo, passando<br />

per la Cina, con quello che è stato il successo di Vinitaly Chengdu a inizio aprile, per<br />

passare poi, dall’8 al 10 giugno a Wine to Asia a Shenzhen, “la prima fiera di un operatore<br />

italiano in Cina”, come sottolinea Giovanni Mantovani, Ceo della Spa veronese. Ma nella<br />

galassia di eventi programmati a livello internazionale, nella seconda metà dell’anno ci saranno<br />

anche un altro road show all’ombra della grande muraglia, dal 13 al 17 settembre a<br />

Pechino, prima del trasferimento in Brasile per Wine South America, in scena dal 22 al 24<br />

settembre. Eventi propedeutici, proprio come lo saranno quelli italiani di giugno, con in<br />

prima fila OperaWine, prima di ritornare a confrontarsi in presenza a Verona per la Special<br />

Edition dal 17 al 19 ottobre.<br />

Quest’ultima poggerà su quattro pilastri: sicurezza, B2B, internazionalità, networking. Per<br />

prima cosa, la manifestazione si svolgerà in presenza nel quartiere fieristico di Veronafiere:<br />

uno spazio delimitato, controllato e sicuro, grazie al protocollo safetybusiness. L’obiettivo,<br />

spiega l’organizzazione, è occupare sotto il profilo espositivo tra i 30 e i 35mila mq sui<br />

150mila mq disponibili. Ma la kermesse mira anche a far “riscoprire l’importanza delle<br />

relazioni umane nel business”: in questa direzione, Veronafiere ha pensato di creare una<br />

sinergia con ArtVerona, rassegna sull’arte contemporanea. Altro punto fermo di Vinitaly<br />

Special Edition, la caratterizzazione esclusivamente professionale dell’evento, con ingresso<br />

riservato ai soli operatori. E se il target sarà impostato in primis sul mercato italiano, altrettanto<br />

importante l’impegno sviluppato in tema di incoming di buyer dall’estero, con una<br />

presenza definita “significativa” e “dai principali mercati” (Usa e Cina su tutti) grazie alla<br />

collaborazione di Ice-Agenzia.<br />

Come saranno suddivisi gli spazi in fiera? La parola ancora a Giovanni Mantovani: “Sarà<br />

un Vinitaly totalmente preallestito, guardando però anche all’estetica. La scelta è legata alla<br />

volontà di garantire massima sicurezza e offrire un evento smart in ogni suo dettaglio”. Sotto<br />

il profilo organizzativo, ci si dirigerà verso degustazioni fisiche a distanza, soprattutto per<br />

quei mercati che ancora non saranno raggiungibili, ma si darà rilievo anche a matching mirati<br />

e a un servizio taste&buy. Per le aziende, previsti stand “chiavi in mano” comprensivi di<br />

servizi: moduli di dimensioni standard che potranno essere accorpati in base alle esigenze<br />

di spazio dei singoli espositori. A essere offerta, poi, anche la visibilità sulla vetrina virtuale<br />

di Vinitaly Plus, che allarga con una piattaforma di networking le possibilità di connessioni<br />

con gli operatori professionali. E ancora: in concomitanza con Vinitaly Special Edition,<br />

andrà in scena wine2wine Business Forum, in agenda il 18 e 19 ottobre. Un evento dentro<br />

l’evento, perché ad aprire i lavori saranno gli “Stati Generali del vino <strong>2021</strong>”: un convegno<br />

in cui 50 top manager del settore si confronteranno con le istituzioni e i rappresentanti<br />

Ue su scenario attuale e prospettive future. Con l’augurio, dopo il forzato rinvio al 2022<br />

del format “classico” (la 54esima edizione di Vinitaly andrà in scena dal 10 al 13 aprile del<br />

prossimo anno), che anche a Verona si possa infine tornare a brindare “dal vivo” a un primo<br />

parziale (ma anch’esso “speciale”) ritorno alla normalità.<br />

DI RICCARDO COLLETTI<br />

FIERE<br />

Vinitaly Special Edition:<br />

“buona la seconda”<br />

Una kermesse “chiavi in mano” e “smart”, epilogo di una roadmap<br />

internazionale per “riaccendere il business”.<br />

Ecco come sarà l’evento di Veronafiere a ottobre<br />

Photo: Veronafiere Foto Ennevi


29<br />

Photo: MWW<br />

Milano Wine Week,<br />

alta intensità<br />

Appuntamento dal 2 al 10 ottobre, tra masterclass<br />

live con i mercati Extra-Ue, digital human experience<br />

e la nuova anima B2B di Wine Business City<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

Molta concretezza, come d’abitudine a queste<br />

latitudini. Un grande impatto scenografico<br />

e l’orizzonte del proscenio che si<br />

amplia ulteriormente, proiettando l’appuntamento<br />

su scala mondiale. Un’anima<br />

sempre più rosa a dare forma ai contenuti, con il team<br />

organizzativo che si arricchisce dei contributi di Cristina<br />

Mercuri (head of Education), Francesca Romana Barberini<br />

(head of Food) e Alessia Rizzetto (head of Public<br />

Relations and Partnerships). E il network che si potenzia<br />

per promuovere una ripresa sinergica, all’interno di un<br />

calendario che, dalla moda al design, il prossimo autunno<br />

all’ombra della Madonnina pone sotto i riflettori le filiere<br />

di eccellenza del made in Italy. Questi gli ingredienti della<br />

“nuova” Milano Wine Week. Nove giorni di eventi fisici dal<br />

2 al 10 ottobre, per un appuntamento che ritorna dopo l’edizione<br />

“zero” del 2020, quando il format ha mutato pelle,<br />

offrendo un primo assaggio di “domani”.<br />

Milano Wine Week accende la miccia. E si candida a svolgere<br />

il ruolo di catalizzatore del rilancio degli eventi in presenza,<br />

per il mondo del vino in Italia, dopo l’annus horribilis<br />

della pandemia. Con una quarta edizione che si apre ancor<br />

più all’internazionalità e scommette anche sulla novità di<br />

un’anima business. È lungo sei assi principali che la kermesse<br />

meneghina baserà la propria strategia d’azione: l’efficienza<br />

del sistema Milano e della sua rete di relazioni per<br />

la ripresa economica dell’intera filiera vinicola e dell’ospitalità;<br />

la penetrazione capillare a livello cittadino, agevolata<br />

da un nuovo “ecosistema” tecnologico che aiuterà a connettere<br />

le centinaia d’iniziative in calendario; la creazione<br />

di un’agenda di eventi con protagonista il pubblico di wine<br />

lover; un approccio sistemico tra wine e food nella promozione<br />

dell’eccellenza italiana; la realizzazione di momenti<br />

di confronto internazionale sull’evoluzione del settore; la<br />

creazione di un importante programma di promozione internazionale<br />

dedicato a consorzi e aziende per connettersi<br />

ai principali presidi dell’export tricolore di vino.<br />

L’impegnativa dichiarazione d’intenti si tradurrà concretamente<br />

in un palinsesto dove a convivere saranno momenti<br />

dedicati agli operatori di settore (degustazioni, masterclass,<br />

walk-around tasting, potenziati dalla piattaforma Digital<br />

Wine Fair), eventi di formazione e networking (webinar,<br />

seminari e workshop, con Wine Business Forum, Shaping<br />

Wine e Wine Generation Forum in tre giornate e con tre<br />

target mirati), attività per consumatori e wine lover in centinaia<br />

di location cittadine. In aggiunta, la grande novità<br />

<strong>2021</strong>: per offrire le opportunità commerciali e relazionali<br />

di Milano Wine Week a cantine di tutte le dimensioni, la<br />

manifestazione lancia Wine Business City, il 3 e 4 ottobre,<br />

evento B2B che consentirà l’incontro tra aziende, operatori<br />

del settore Horeca e del retail fisico e digitale.<br />

La promessa è di un’interazione più marcata col territorio,<br />

ma centrale sarà anche l’apertura al mondo. “La struttura<br />

di Milano Wine Week prevede di fare vivere al pubblico<br />

esperienze a Milano e contestualmente in 11 città di sette<br />

Paesi chiave per l’export vinicolo”, spiega Federico Gordini,<br />

presidente della settimana milanese del vino. Tornano<br />

così le degustazioni trasmesse in diretta dal capoluogo<br />

lombardo, con masterclass in presenza per migliaia di operatori<br />

selezionati nei diversi continenti. Ma c’è di più: il<br />

programma internazionale si espande, raggiungendo Montreal,<br />

Toronto, New York, Chicago, Miami, Londra, Mosca,<br />

Shanghai, Shenzen, Tokyo e Hong Kong, per presidiare i<br />

mercati chiave Extra-Ue dell’export vinicolo. “Vogliamo<br />

essere un laboratorio dove ogni realtà possa mettere in luce<br />

i suoi punti forza”, conclude Federico Gordini. “Il vino ha<br />

un respiro ampio e trasversale e stiamo lavorando anche<br />

con partner di altri settori interessati a costruire percorsi di<br />

promozione congiunti”.<br />

Sotto il Duomo le carte sono state scoperte. E il rilancio<br />

passa da una “digital human experience” sempre più profilata.<br />

Con l’obiettivo di potenziare l’inserimento della manifestazione<br />

nel tessuto metropolitano e aumentare contestualmente<br />

il coinvolgimento dell’audience internazionale.<br />

Milano Wine Week spinge sull’acceleratore. E, soprattutto,<br />

pensa in grande.<br />

EVENTI


30<br />

VISIONI<br />

Il nuovo equilibrio<br />

di Pasqua Vigneti e Cantine<br />

Un’installazione immersiva digitale e un’innovativa diretta streaming<br />

su scala mondiale hanno fatto da scenografia al lancio del rosé<br />

premium Y By 11 Minutes. La certificazione di una svolta<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

raggiunto. A livello di winemaking,<br />

certo. Ma anche nell’essenza di un brand che<br />

oggi sancisce il suo definitivo mutamento di<br />

pelle. Merito di un’ulteriore dimostrazione di<br />

L'equilibrio<br />

dinamicità, a conferma della scelta, intrapresa<br />

cinque anni or sono, d’investire su un’identità forgiata dai<br />

profili premium che in questo lasso di tempo ne hanno<br />

composto gli “iconici” nuovi lanci.<br />

Scocca l’ora Y per Pasqua Vigneti e Cantine. Debutta il<br />

rosé quintessenza del progetto 11 Minutes, etichetta nata<br />

quattro anni fa e riconosciuta antesignana di uno nuovo<br />

stile fra i rosati italiani. E all’esordio, la novità non poteva<br />

che domandare un evento all’altezza del posizionamento<br />

premium cui l’etichetta aspira: ecco, allora, la cantina veronese<br />

cimentarsi in un’innovativa diretta online su scala<br />

mondiale. Un appuntamento annunciato con anticipo,<br />

ma top secret nei contenuti fino al via delle trasmissioni.<br />

Con la scenografia del lancio della referenza affidata alla<br />

collettiva di artisti italiani None, con il quale la famiglia<br />

Pasqua aveva già collaborato in occasione del rilascio di<br />

un’altra icona: lo sfrontato Superbianco Hey French (You<br />

Could Have Made This But You Didn’t). È stata, infatti,<br />

un’installazione immersiva digitale a tradurre la sfaccettata<br />

complessità della novità. Per uno streaming globale che ha<br />

raggiunto, nel medesimo istante, operatori e pubblico di<br />

appassionati ai quattro angoli del globo. Svelando un nuovo<br />

progetto a forte vocazione internazionale, perfetto per<br />

far vibrare le corde dell’intera scena mondiale e ideale interprete<br />

del carattere di un’azienda che sviluppa il proprio<br />

business per il 90% con l’export. Y By 11 Minutes (questa la<br />

denominazione completa di brand, a sgombrare in principio<br />

il campo da ogni polemica su distanti, per tipologia dei<br />

prodotti coinvolti, celebri assonanze) è un nuovo capitolo<br />

nella storia Pasqua. Fedele allo spirito che ne anima le azioni,<br />

la cantina veronese da tempo seguiva con attenzione<br />

l’evolversi di uno dei mercati più interessanti del panorama<br />

vinicolo: quel mondo dei rosé che, anche nel <strong>2021</strong>, è area<br />

di crescita e innovazione. In questo contesto, dopo tre anni<br />

di ricerca e attento lavoro sul vigneto, la decisione di svelare<br />

il nuovo disegno, a esprimere, nel connubio tra eleganza<br />

ed equilibrio, il punto d’arrivo del progetto 11 Minutes. A<br />

caratterizzare il nuovo rosé dai tratti gourmand, reale gioia<br />

dei sensi al calice, la spiccata poliedricità. A coesistere sono<br />

complessità e freschezza, struttura e delicatezza, note fruttate<br />

e cremosità al palato. E così, il segno Y si tramuta nella<br />

perfetta rappresentazione della sua personalità, oltre che<br />

dello stile di vinificazione. Proprio come il vino, la lettera<br />

scelta si compone di elementi divergenti che si uniscono<br />

simbolicamente nel punto centrale: equilibrio che è anche<br />

promessa di longevità. Se tre sono le parti della Y, altrettante<br />

sono le anime di questa novità: due vitigni autoctoni,<br />

Corvina e Trebbiano di Lugana, in dialogo con un’internazionale,<br />

il Carmenère, provenienti da cru sparsi tra Bardolino<br />

e Sirmione, sul Lago di Garda. La Corvina, che domina<br />

in termini percentuali nel blend (60%), conferisce sentori<br />

tipici di frutta rossa e grande acidità. Il Trebbiano (30%)<br />

apporta aromi delicati di agrumi e fiori bianchi, donando<br />

eleganza e lunghezza nel retrogusto. Infine, il Carmenère<br />

regala al vino struttura e gli garantisce stabilità nel tempo.<br />

Ma il segreto di Y By 11 Minutes è da ritrovare soprattutto<br />

nella particolare tecnica scelta a livello di vinificazione.<br />

Quell’equilibrio nel winemaking di cui si diceva in principio,<br />

espresso dalla scelta di far terminare al 10% del blend<br />

la fermentazione alcolica in tonneaux di rovere francesi<br />

nuove, di media tostatura. Con la restante parte dove, per<br />

circa quattro mesi, il 30% matura in barriques e tonneaux<br />

di rovere francese di secondo passaggio, sempre a tostatura<br />

media. “Siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a raggiungere<br />

con questo vino”, ha sottolineato il ceo Riccardo<br />

Pasqua. “Y esplora le molteplici sfumature espressive e aromatiche<br />

che il rosato può offrire e ha tutte le caratteristiche<br />

per diventare un protagonista della scena internazionale”.<br />

Ma il progetto Y By 11 Minutes offre un’ulteriore chiave interpretativa.<br />

“È sulla creazione di valore, attraverso la cura<br />

spasmodica del dettaglio, che abbiamo scommesso con gli<br />

investimenti avviati cinque anni fa”, ha evidenziato il presidente<br />

Umberto Pasqua. “Ed è ciò su cui vogliamo che tutta<br />

l’azienda si concentri quotidianamente”. Questa la filosofia<br />

di fondo di quel che “fu” rinnovato corso, oggi promosso<br />

al suo definitivo esame di maturità: le 40mila bottiglie del<br />

nuovo Y By 11 Minutes sono lì a certificarlo.


31<br />

Gli<br />

Chablis<br />

Ferrari Trento<br />

nuovo brindisi ufficiale della<br />

Formula 1<br />

Umberto Cesari firma<br />

Solo<br />

il primo vino<br />

100% Merlese<br />

di Sébastien Christophe in Italia<br />

con Wine Terroir Importazione<br />

Dall’alta Borgogna, per la precisione la zona fredda di<br />

Chablis dove coltiva quasi 30 ettari in cui sono inclusi i<br />

Premier Cru Fourchaume, Mont de Milieu e Montée de<br />

Tonnerre, atterra in Italia con la sua produzione di qualità<br />

il vignaiolo classe 1975 Sébastien Christophe. Merito<br />

della nuova partnership con Wine Terroir Importazione,<br />

realtà specializzata in vini esteri, perlopiù dalla Francia,<br />

distribuiti in esclusiva e riservati al mondo Horeca.<br />

onl ine<br />

Legg i<br />

Langosteria<br />

apre a Parigi<br />

La visione d’eccellenza del fine dining targato Langosteria<br />

sbarca in riva alla Senna. In partnership con Cheval<br />

Blanc Paris, Maison dell’omonimo gruppo facente capo<br />

al colosso del lusso Lvmh, apre le porte al cuore della<br />

capitale francese un nuovo ristorante della creatura di<br />

Enrico Buonocore. Primo passo del percorso che punta<br />

a posizionare il brand Langosteria in location strategiche<br />

a livello globale, il locale trova spazio al settimo piano<br />

dell’iconico edificio La Samaritaine, caratterizzandosi<br />

per la splendida terrazza con vista sullo skyline parigino.<br />

Torna<br />

Champagne<br />

Experience<br />

Il vino tricolore sale sul podio. Ferrari Trento è il nuovo<br />

brindisi ufficiale della Formula 1. E per i prossimi<br />

tre anni, al termine di ogni weekend di gara, sarà una<br />

bottiglia formato Jeroboam di TrentoDoc la protagonista<br />

delle celebrazioni per la vittoria da parte degli assi<br />

dell’automobilismo. Le bollicine made in Italy di uno<br />

dei produttori più premiati del Belpaese daranno così<br />

visibilità all’Italia su un palcoscenico che conta un pubblico<br />

di oltre 500 milioni di appassionati.<br />

Nasce<br />

Furia<br />

di Calafuria<br />

il nuovo rosé Tormaresca<br />

Arriva Solo, novità molto particolare firmata Umberto<br />

Cesari. Già, perché a caratterizzare il vino è<br />

l’insolito uvaggio scelto per dargli forma. Si tratta,<br />

infatti, di un 100% Merlese, varietà incrocio tra<br />

Sangiovese e Merlot. Intraprendenza e lungimiranza,<br />

innanzitutto del fondatore, Umberto Cesari,<br />

ma fin dal nascere condivisa con il figlio Gianmaria,<br />

hanno guidato la creazione di qualcosa che<br />

non c’era, di diverso e unico: in una parola, Solo.<br />

Il vitigno Merlese, infatti, regala un’uva a bacca<br />

nera che gode di una leggera precocità, ereditata<br />

dal Merlot, cui affianca una capacità di resistenza<br />

superiore rispetto al Sangiovese. Poi, il peso medio<br />

del grappolo è una via di mezzo tra quello dei<br />

genitori. Ma l’aspetto interessante è il colore che le<br />

bucce, ricche di polifenoli oltre che maggiori livelli<br />

di acido e di concentrazione zuccherina, regalano<br />

al vino. “La Umberto Cesari è la prima azienda ad<br />

avere messo in bottiglia un vino da uve Merlese”,<br />

spiega Gianmaria Cesari. “Gli studi e le sperimentazioni<br />

portati avanti con l’Università di Bologna<br />

ci hanno consentito di arrivare a questo unicum<br />

dove teoria e pratica s’incontrano alla perfezione”.<br />

Solo si presenta come un vino contemporaneo<br />

dalla grande personalità, ampio, intenso e che persiste<br />

nel retrogusto con un tannino deciso ma gradevole.<br />

E se la prima annata 2017 è già sold out, a<br />

breve sarà disponibile la 2018.<br />

TITOLI DI CODA<br />

a Modena il 10 e 11 ottobre<br />

Sarà ancora Modena ad ospitare, il 10 e 11 ottobre<br />

prossimi, l’attesa quarta edizione della kermesse più<br />

importante d’Italia dedicata alle bollicine più celebri<br />

al mondo. Società Excellence, realtà che riunisce 18 tra<br />

i maggiori importatori e distributori italiani di vini e<br />

distillati d’eccellenza, organizzatrice dell’evento, conferma<br />

anche il rinvio al 2022 del debutto della tappa<br />

romana di Champagne Experience.<br />

Si colora di una nuova tonalità di rosa la Puglia di Marchesi<br />

Antinori. Nasce Furia di Calafuria, blend che unisce la<br />

passione di Tormaresca per le uve Negroamaro con l’armonia<br />

del frutto del Syrah e l’anima speziata del Cabernet<br />

Franc. In questa novità, il richiamo all’energia e alla bellezza<br />

degli elementi naturali si unisce a un animo straordinariamente<br />

elegante e aggraziato, per un vino capace di<br />

mostrare il fascino dell’equilibrio nelle contrapposizioni.


#vivailvino<br />

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perchè ogni calice senza vino è un’occasione in meno per essere felici

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