13 dicembre 2022 - Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano
Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano Sede e data dell’Asta: Milano - via Pietro Custodi, 3 Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30 Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti. Sede dell’esposizione dei lotti: Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre: Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite. Tel./WhatsApp: 02 36686440 amministrazione@fondacoaste.com www.fondacoaste.com
Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano
Sede e data dell’Asta:
Milano - via Pietro Custodi, 3
Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30
Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti.
Sede dell’esposizione dei lotti:
Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre:
Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite.
Tel./WhatsApp: 02 36686440
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Giovanni Omiccioli
“I miei Orti”
Se avessi voluto avrei potuto starmene nel chiuso di
una stanza, ma alla mia pittura sapevo che piaceva
respirare all’aperto. Così che sotto le pendici della Villa
Strohl-Fern capitai un mattino in un ambiente in cui
v’era un miscuglio di cose fino allora a me sconosciute.
Da quell’arido spazio di terra, oltre studi e appunti, dal
1941 al 1945 uscirono sessantotto “orti” tra cui un unico
ritratto: “Ercoletto tra il verde””. E se ora dovessi dire
perché fin dal primo istante mi venne di chiamarli così,
non saprei spiegarmene il motivo. Forse per la prima
volta, vedendo piantata in una cassetta qualche foglia
di insalata o da un angusto viottolo uno stentato gruppo
di cavolfiori. Era tutt’altro – come è stato tante volte
descritto – fantasticandovi sopra, che un magico Eden,
un ambiente dall’aria idilliaca, senza turbamenti di sorta
con il brioso trillare del gallo, tra buoni odori di cucina
sguscianti. Tutt’altro che un accogliente quartierino
residenziale ma un ambiente di crude miserie, in cui
l’uomo che ne respirava l’aria malsana e con l’angoscia
nell’animo doveva pure assoggettarvisi. Ciò che
a prima vista potevano sembrare baracche non erano
che un indescrivibile groviglio di tavole secche o marce
a seconda degli umori delle stagioni. Una sdrucita
coperta e lo sportello di una macchina fuori uso come
porta, e cartoni spellati pezzi di carta e tegole come
tetti. Un rubarsi uno con l’altro un bidone nuovo per
cuocervi qualcosa. Una lite per due ruote sghimbesce
di bicicletta infilate entro uno spiraglio qualsiasi. Tra
uno squallido aspetto in un secchio arrugginito il fiorire
di un fiammante garofano, e da una casseruola spuntare
un timido girasole. [...] Ma ciò che mi sconcertava in
questa desolante bidonville era quell’abitare promiscuo
su giacigli di qualsiasi tipo; di sfollati profughi e poveri
dai vari dialetti, pur di trovare in questi avvilenti rifugi la
speranza di sopravvivere a sciagure più grosse.
I miei Orti, una pittura con l’amaro in bocca.
(Testo tratto dalla Rivista “Il Poliedro” – Rassegna mensile
d’Arte di Michele Calabrese, “Speciale G. Omiccioli”
1973).
arte moderna e contemporanea – 13