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13 dicembre 2022 - Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano

Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano Sede e data dell’Asta: Milano - via Pietro Custodi, 3 Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30 Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti. Sede dell’esposizione dei lotti: Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre: Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite. Tel./WhatsApp: 02 36686440 amministrazione@fondacoaste.com www.fondacoaste.com

Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano
Sede e data dell’Asta:
Milano - via Pietro Custodi, 3
Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30
Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti.

Sede dell’esposizione dei lotti:
Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre:
Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite.

Tel./WhatsApp: 02 36686440
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32. Eduardo Arroyo | 1937 - 2018

SAMA DE LANGREO (ASTURIAS) -

LA MOGLIE DEL MINATORE

COSTANTINA PEREZ MARTINEZ

(DETTA TINA) RASATA DALLA POLIZIA, 1967

matite colorate su carta, cm 59,8x52,2.

Firmato e titolato in basso: Sama de Langreo (Asturias)

- La moglie del minatore Costantina Perez Martinez

(detta Tina) rasata dalla polizia - Arroyo 1967

Provenienza

Milano, Collezione privata.

Opera accompagnata da certificato di autenticità di

Fabienne Di Rocco datato: Grenoble, on September

29 th, 2021.

Stima € 3.000 - 4.000

Nel 1962 nella regione delle Asturie, zona nota per

l’estrazione di carbone, si tenne uno dei più importanti

scioperi della Spagna di Francisco Franco. Le proteste

sociali e politiche durarono mesi e coinvolsero

migliaia di lavoratori che erano ormai stremati dalle

condizioni di lavoro nelle miniere: in particolare le paghe

erano ferme da molti anni e non erano mai state

adeguate alla crescita dei prezzi che erano lievitati

del 200%. Nelle miniere non vi lavoravano solo uomini,

ma anche donne: solitamente venivano assegnate

a queste i lavori più umili e molte volte sostituivano i

mariti che si ammalavano di silicosi, percependo però

la metà della paga. Furono proprio le donne dei bacini

minerari a rendere tale sciopero possibile: furono

in grado di creare una rete silenziosa di solidarietà tra

le famiglie dei minatori (questo permise di protrarre lo

sciopero per mesi) e inoltre furono le fautrici materiali

della propaganda anti franchista che riuscì a propagarsi

in tutti bacini minerari. Per la prima volta inoltre

50 – arte moderna e contemporanea

organizzarono i cosiddetti “picchetti” in modo tale da

non far entrare a lavorare i loro colleghi uomini. Costantina

Perez, Celestina Marron e Anita Sirgo furono

le tre donne simbolo della protesta e anche le spettatrici

degli atroci abusi che la Guardia Civil, in segreto,

infliggeva ai manifestanti. Nel 1963 succedette un

nuovo capitano della Guardia Civil, Antonio Cairo Leiva,

che continuò la dura repressione: prelevò dalle proprie

case Anita e Tina e le interrogò facendole picchiare

così ferocemente da far perdere ad una l’udito e all’altra

indebolendola così tanto da procurarne la morte due

anni dopo. Nessuna delle due parlò e come ulteriore

umiliazione il generale ordinò che alle giovani venissero

rasati i capelli: nel momento del rilascio venne chiesto

loro di coprirsi il capo, quasi a voler nascondere le conseguenze

dell’interrogatorio, ed entrambe si rifiutarono.

A tale rifiuto la Guardia Civil reagì facendole rinchiudere

in carcere fino alla ricrescita dei capelli.

Nello stesso anno un gruppo di intellettuali decise di

scrivere una lettera al governo denunciando i grandi

soprusi subiti dai minatori: il governo franchista non

ammise mai di aver usato la forza nella repressione ma

non poté negare la rasatura dei capelli delle due donne.

Eduardo Arroyo decise di immortalare l’immagine

di Costantina Perez rasata e di trasformarla in un vero e

proprio manifesto di protesta: così come un suo illustre

predecessore, Francisco Goya, rappresentò la resistenza

delle truppe madrilene all’armata francese durante la

guerra di indipendenza spagnola, così Arroyo condensò

nell’immagine di Costantina anni di lotte civili.

Arroyo ripropose più volte alla fine degli anni Sessanta

questa figura declinandola su diversi supporti e con

diverse rese: qui la donna viene celebrata con indosso

dei vestiti e gioielli molto simili a quelli proposti in un

suo disegno del 1921, intitolato Portrait d’une danseuse

espagnole. E’ qui la forza simbolica: Costantina non

nasconde le violenze subite, ma le esibisce diventando

così lei stessa il simbolo della resistenza.

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