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13 dicembre 2022 - Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano

Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano Sede e data dell’Asta: Milano - via Pietro Custodi, 3 Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30 Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti. Sede dell’esposizione dei lotti: Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre: Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite. Tel./WhatsApp: 02 36686440 amministrazione@fondacoaste.com www.fondacoaste.com

Arte Moderna e Contemporanea | Un importante vetro di Murano
Sede e data dell’Asta:
Milano - via Pietro Custodi, 3
Martedì 13 dicembre 2022 ore 16,30
Partecipazione in sala su prenota- zione fino ad esaurimento posti.

Sede dell’esposizione dei lotti:
Milano - via Pietro Custodi, 3 dal 15 novembre al 12 dicembre:
Saremo lieti di soddisfare ogni esigenza riguardo a giorni e orari delle visite.

Tel./WhatsApp: 02 36686440
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13. Emilio Vedova | 1919 - 2006

SENZA TITOLO, 1946

pittura a tempera, acquerello, grafite, carboncino e

pastello su carta, cm 24,8x33.

Firmato e datato in basso verso destra: Vedova 46

Provenienza

Bergamo, Collezione privata.

Opera registrata presso l’Archivio della Fondazione

Emilio e Annabianca Vedova in data 26 settembre

2022 con il codice FV444.

Stima € 3.000 - 4.000

Dalla guerra ero uscito in malo modo. Depresso

anche moralmente. Troppo presto avevo visto il

riaffacciarsi dell’opportunismo e dell’ambiguità dello

ieri. Le cose per me non erano finite, e bisognava più

che mai tenere. Decidemmo di incontrarci più pittori,

nacque il “Fronte Nuovo delle Arti”. Firmato a Venezia

il manifesto, a Palazzo Volpi il 1 ottobre 1946. Da questo

gruppo nacque quella sala della XXIVa Biennale

di Venezia, che segnava definitivamente la fine delle

pratiche novecentiste e l’inaugurazione di una nuova

stagione per l’arte italiana. Nel frattempo lasciai lo studio

a Palazzo Carminati e già prima del 1946 ero nel

mio attuale studio in fondamenta Bragadin. In questo

studio io ho abitato anni tumultuosi… Rinnovate esperienze;

ritenni che dovevo pulire la mia tavolozza da

un colore irritato, maggiormente definire, stringere i

piani; fu così che credetti di reagire attraverso i “collages”

del “Pescatore”, “Cucitrice”, etc., ed una serie di

disegni, pastelli, inchiostri, vedi 2° “Premio Nazionale

20 – arte moderna e contemporanea

di Torino”. Una volontà tutta razionale. Il mio studio

esplodeva di colori vivi, un esposto di carte laccate

dai colori più puri, ora faceva mostra sulle pareti, e,

per terra, ovunque esplosioni multiple di pezzi di carta

colorata. Per ore dunque costruivo con tagli di carta,

e le forbici erano diventate il mio pennello. Pensavo

al Mediterraneo alla luce abbagliante di quel sole, a

quella forza, ma era ancora una volta un mediterraneo

espressionista, allucinato, teso. Da queste esperienze i

quadri colorati in fortissimo, a stesure nette del 1946, e

cominciano i miei quadri bianchi e neri, molto semplici,

vedi “Poemetto della sera” della collezione Jesi, e altro

nella Galleria d’Arte Moderna di Roma. Alla Biennale

del 1948 riprendo il colore, ma di nuovo la “geometria

nera” mi ritorna, ritenendola maggiormente espressiva

del mio stato d’animo. […] Alla fine del 1950 passo una

crisi, mi ribello contro tutta la geometria, il rigore dominante

nei miei quadri e cerco di far vibrare il mio lavoro

in una maggiore spontaneità; ora non mi preoccuperò

più di tagliare profili netti, angolature esatte di luce ed

ombra, ma scaturirà dal mio intimo direttamente luce e

ombra, preoccupato unicamente di trasmettere l’immagine

senza nessun revisionismo aprioristico legge, cosa

che per lunghi anni avevo sentito.

(cfr. E. Vedova, Pagine di diario, Marsilio, Venezia 2019,

pp. 30, 52).

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