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Teatro | Lorenzo De Vecchi
Trieste e Gorizia | Luoghi vari
Stagione 2010-2011 | info varie
Tre atti, unici per bellezza
Tra Trieste e Gorizia, tre perle del teatro musicale dal ‘700 ad oggi
Per una piacevole coincidenza, Trieste prima e l’Associazione Lipizer offriranno in due
venerdì consecutivi, tre atti unici di grande pregio e di raro ascolto.
H. W. Henze
La stagione concertistica, organizzata dall’Associazione Culturale Maestro Rodolfo
Lipizer ONLUS di Gorizia, si è aperta brillantemente lo scorso 22 ottobre con un concerto
dedicato a Schumann e a Chopin. Ma il meglio lo darà in questo mese.
Il 26 novembre la serata, come sempre all’Auditorium di Gorizia, sarà aperta
dal Giocatore, Intermezzo in tre parti di uno dei più grandi musicisti sinfonici italiani
dell’Ottocento, Luigi Cherubini. La storia è molto semplice: Serpilla vuol separarsi dal
marito Bacocco che la trascura a causa del vizio del gioco al punto da impegnare pure
la dote. Decide quindi di far ricorso al giudice per ottenere il divorzio, ma questi non è
che lo stesso marito travestito, il quale tenta delle avances e, sentendosi incoraggiato,
si accende di gelosia. Fattosi riconoscere, Bacocco scaccia la moglie che è costretta a
mendicare per le strade.
Quando, però, i due s’incontrano casualmente, l’amore divampa di nuovo e torneranno
insieme. Trama esile, per intrattenere, appunto in un intermezzo tra le parti
di una grande opera seria. Le capacità di ascolto, e anche di divertimento, di due
secoli fa erano ben più alte di quelle di oggi.
Giovanni Battista Pergolesi
teatro
A novembre, per i benemeriti Incontri internazionali con la musica contemporanea, a
Trieste si avrà l’occasione di ascoltare una breve opera del più grande musicista vivente,
Hans Werner Henze, tedesco di nascita ma italiano d’adozione.
Si tratta di El cimarròn, La cicala, recital per 4 musicisti in 15 quadri, al Miela il 19
novembre. Ce ne parla direttamente il compositore: Il modo in cui quest’opera è concepita
ne fa qualcosa che sta tra la musica da concerto e il teatro. Era esattamente quel
che si voleva. Ma qui teatro non significa costumi e mascheramenti. La musica stessa,
corporea-realistica, è lo svolgimento.
Il mondo di Esteban, schiavo cubano di fine ‘800, è il mondo di un uomo nella solitudine
sociale e sessuale, di un uomo costretto a crearsi una sua esistenza nella propria
fantasia. Egli non si inserisce; non è parte di un tutto. Quando dopo la schiavitù ritorna
fra gli uomini non riesce ad imparare del tutto a adattarsi, neanche quando partecipa ad
avvenimenti. Ci dà una testimonianza del passato e ci offre uno dei molti ricordi del
sottosviluppo a Cuba. Il Cimarrón ci indica uno dei molti moventi e una delle molte forze
motrici della rivoluzione, la sua necessità e la sua forza. Il libretto è un adattamento
tedesco del grande Hans Magnus Enzensberger.
Luigi Cherubini
Al Giocatore di Cherubini seguirà l’intermezzo buffo in due atti La serva padrona, di
Giovanni Battista Pergolesi.
Opera deliziosa, fu rappresentata per la prima volta all’Opera di Parigi nel 1752. Serpina
governa la casa del ricco scapolo Uberto con prepotenza. Per sfuggire ai suoi capricci,
Uberto dichiara di avere intenzione di sposarsi. Serpina vorrebbe diventare lei stessa la
padrona di casa e per ingelosire Ubaldo gli presenta tale Capitan Tempesta, come suo
spasimante, che in realtà è il servo Vespone travestito. Come prevedibile tutto si risolve nel
migliore dei modi. Sposando Serpina, Ubaldo trasforma la serva in padrona.
L’intermezzo fu composto per essere rappresentato tra le due parti principali
dell’opera seria Il prigioSposando Serpina, Ubaldo trasforma la serva in padrona.
L’intermezzo fu composto per essere rappresentato tra le due parti principali
dell’opera sria Il prigionier superbo dello stesso Pergolesi, destinata a non raggiungere
neppure lontanamente la fama della Serva padrona. Pergolesi, forse senza saperlo, aveva
creato un nuovo modello, una perla di comicità, destinata a rimanere immortale e ad essere
indicata come la vera nascita dell’opera comica; un’opera alla quale faranno riferimento
i maestri della seconda metà del ‘700 e che culminerà nei grandi lavori rossiniani.
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