LE ACQUE E IL VINO. GLI SCAVI 2010-2011 ALLA SCAFA DI PONTEDERA 10 12 14 Fig. 10. Le strutture 143 e 144, con la buca per palo 145. Fig. 11. Le strutture 147 e 181. Fig. 12. L’alloggiamento per palo 201. Fig. 13. Gli alloggiamenti per palo 200 e 201 e <strong>le</strong> fosse 197 e 210. Fig. 14. Frammento di sig<strong>il</strong>lata tardo-italica con decorazione a r<strong>il</strong>ievo. GLI SCAVI 2010-2011 ALLA SCAFA DI PONTEDERA 17 11 13
Nell’angolo sud-orienta<strong>le</strong> <strong>il</strong> piano conservava <strong>le</strong> tracce di un alloggiamento di forma quadrangolare, con molta probab<strong>il</strong>ità funziona<strong>le</strong> all’inserimento di un e<strong>le</strong>mento, ligneo o lapideo (fig. 9), perduto. L’ipotesi della presenza di un lapis pedicinus pertinente ad un torcular è tanto suggestiva, quanto resa ardua dall’assenza di questo apprestamento negli insediamenti rurali d’età romana del Valdarno Inferiore sin qui conosciuti. Alla stessa fase appartengono i resti di una struttura muraria, conservata soltanto in fondazione, messi in luce a nord-ovest del piano US 119; spessa circa 50 cm, è orientata nord-est/sud-ovest e scandita da un setto murario ortogona<strong>le</strong> (US 147, 181 – quota -1,43 m; figg. 8; 11-12). Il corpo è costituito da ciottoli di picco<strong>le</strong> e medie dimensioni frammisti a laterizi fratti e immersi in una malta di colore bianco, molto granulosa, con inclusi grossolani. I due comp<strong>le</strong>ssi, anche se non contigui, sembrano pertinenti ad un unico edificio rura<strong>le</strong>, di cui lo scavo dunque avrebbe messo in luce l’ambiente definito dal<strong>le</strong> strutture US 147 e US 181 e l’area produttiva testimoniata dal battuto cementizio US 119, oltre che l’enigmatica sequenza del<strong>le</strong> US 143-145 (fig. 10). All’indicazione cronologica proposta dalla parentela morfologica di questa pavimentazione con l’analoga struttura di Sant’Ippolito si associa l’indiretta testimonianza dei materiali della prima età imperia<strong>le</strong> finiti in stratificazioni seriori, con rari frammenti di sig<strong>il</strong>lata tardo-italica (fig. 14), per suggerirne la datazione alla prima età imperia<strong>le</strong>, forse in relazione con la centuriazione che sembra coprire anche la pianura a sud dell’Arno e sulla destra della rete fluvia<strong>le</strong> formata da Cascina e Era 6 . Si deve comunque ritenere acquisito che <strong>le</strong> strutture US 147 e US 181, anche se parzialmente danneggiate, rimasero in uso per un lungo periodo, durante <strong>il</strong> qua<strong>le</strong> vengono affiancate dall’apparato ligneo riconoscibi<strong>le</strong> nella sequenza di buche di palo US 200, 201, 222, 237 (figg. 11-13) 7 . FASE 2-2/B: LE STRUTTURE DELLA MEDIA ETÀ IMPERIALE L’asportazione del livello US 122 ha messo in luce una vasca di forma quadrangolare, con orientamento <strong>le</strong>ggermente digradante verso nord-ovest/sud-est, con pavimentazione formata da un battuto cementizio di colore rossastro, per la presenza di frammenti laterizi (opus testaceum), e spal<strong>le</strong>tte dello spessore di 30 cm circa, in ciottoli di picco<strong>le</strong> e medie dimensioni frammisti a pezzame lapideo ed immersi in abbondante malta tenace di colore grigio-bianco (figg. 15-16). Queste sono rasate pressoché a f<strong>il</strong>o della pavimentazione ed erano appena <strong>le</strong>ggib<strong>il</strong>i, anch’essi rasati, i pulvini testacei che raccordano pavimento e spal<strong>le</strong>tte; la sca<strong>le</strong>tta d’accesso era riconoscibi<strong>le</strong>, in particolare, per i laterizi collocati di piatto che ne formano la base. In posizione pressoché centra<strong>le</strong>, <strong>le</strong>ggermente decentrato verso l’angolo sud-ovest, era alloggiato nel pavimento un catino in ceramica depurata, del diametro di 40 cm circa (US 116 – quota -1,04 m). 6 Infra, pp. 48 ss. 7 Per mera suggestione della continuità del<strong>le</strong> tecniche di riuso di strutture murarie con apparati lignei, si può segnalare <strong>il</strong> caso del recupero, d’età gotica, di una struttura d’età romana, a Mombello Monferrato: MICHELETTO 2007, pp. 44 ss.; ma si veda anche <strong>il</strong> caso dell’apparato ligneo dell’edificio del II secolo d.C. al Chiarone di Capannori (infra, p. 58, figg. 16-17). SARA ALBERIGI – GIULIO CIAMPOLTRINI Fig. 15. Il settore meridiona<strong>le</strong> del Saggio 1, con <strong>il</strong> lacus 116. Fig. 16. Veduta del lacus 116. Fig. 17. Il sistema calcatorium-lacus dell’insediamento del Tosso di Capannori. Fig. 18. Vedute del lacus vinarius del Tosso di Capannori. Figg. 19-20. Il lacus vinarius emerso nello scavo dell’area del Nuovo Ospeda<strong>le</strong> di Lucca (Lucca, Arancio-San F<strong>il</strong>ippo): planimetria (19) e veduta (20). 18 PARTE I
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