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le acque e il vino - i segni dell'auser

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PARTE II<br />

LE ACQUE E IL VINO.<br />

ROMANI E LONGOBARDI TRA ARNO ED ERA<br />

PAESAGGI DELLA BASSA VALDERA IN ETÀ ROMANA<br />

Quando, negli anni fra <strong>il</strong> 41 e <strong>il</strong> 27 a.C., i praefecti ... ad agros dividundos – <strong>il</strong> titolo<br />

con cui operava nel territorio di Lucca <strong>il</strong> senatore L. Memmius C.f., con i veterani di<br />

due <strong>le</strong>gioni, la XXVI e la VII 1 – resero disponib<strong>il</strong>i per l’assegnazione ai veterani<br />

del<strong>le</strong> battaglie di F<strong>il</strong>ippi prima, di Azio poi, <strong>le</strong> pianure dell’Etruria settentriona<strong>le</strong>,<br />

<strong>il</strong> Valdarno Inferiore era percorso da un secolo da una via publica che corroborava <strong>il</strong><br />

ruolo itinerario che l’Arno aveva ripreso in pieno già nel II secolo a.C. dopo la<br />

pausa imposta dal<strong>le</strong> guerre liguri, tra i decenni finali del III e i primi anni del secolo<br />

successivo. I materiali restituiti dal<strong>le</strong> cave di sabbia fra San Miniato e Gavena<br />

sono una singolare testimonianza archeologica, per tutto l’arco del II secolo a.C.,<br />

dei commerci di <strong>vino</strong> (soprattutto in anfore greco-italiche) e di ceramiche che si<br />

svolgevano sul fiume 2 .<br />

Il m<strong>il</strong>iario al nome di T. Quinctius Flamininus, conso<strong>le</strong> del 155 o del 123 a.C. 3 , è la<br />

risolutiva testimonianza epigrafica dell’impegno profuso per volontà di Roma,<br />

anche nel territorio di città etrusche formalmente autonome, come Pisa, forse<br />

Volterra, Fieso<strong>le</strong>, per raccordare <strong>le</strong> vie che seguivano la costa (la via Aurelia/Aem<strong>il</strong>ia<br />

Scauri) 4 e quel<strong>le</strong> che attraversavano gli Appennini nel settore orienta<strong>le</strong> della catena<br />

montuosa. Più che <strong>il</strong> luogo di ritrovamento del m<strong>il</strong>iario, visto forse già nel Medioevo<br />

fra <strong>il</strong> territorio empo<strong>le</strong>se e <strong>le</strong> colline di Montelupo e Lastra a Signa, da cui<br />

migrò nel Settecento nella col<strong>le</strong>zione Antinori di Firenze 5 , <strong>il</strong> più prezioso testimone<br />

del percorso della via consolare sulla sinistra del fiume è <strong>il</strong> ‘tesoro’ sepolto<br />

negli anni culminanti della guerra civi<strong>le</strong> fra Mariani e S<strong>il</strong>lani, intorno all’82 a.C.,<br />

per essere ritrovato da una pastorella in circostanze quasi da favola nel 1748, nel<strong>le</strong><br />

pendici del<strong>le</strong> colline di San Miniato, a Santa Lucia di Scoccolino, all’altezza dell’attua<strong>le</strong><br />

San Miniato Basso 6 . In effetti, la contiguità ad un importante itinerario<br />

– come spesso accade per i ripostigli, e in particolare per quelli degli anni del<strong>le</strong><br />

guerre civ<strong>il</strong>i 7 – è la più convincente motivazione per la scelta del punto in cui <strong>il</strong><br />

proprietario di una vera e propria fortuna cercò di assicurarsene la conservazione,<br />

in torbidi momenti, senza riuscirvi.<br />

Si deve dunque ritenere acquisito che <strong>il</strong> tracciato della via sulla sinistra del fiume,<br />

esemplarmente ricostruito sulla scorta dei toponimi m<strong>il</strong>iario conservati nel territorio<br />

di Pisa, fino a Octavo – all’altezza di Cascina – e Tredecim – poco a ovest di<br />

Calcinaia (fig. 1) 8 – fosse quello già voluto nel II secolo a.C.<br />

1 CIL VI, 1460; per la centuriazione lucchese, si veda da ultimo, con bibliografia precedente, CIAM-<br />

POLTRINI 2007 A, pp. 31 ss.; CIAMPOLTRINI – COSCI – SPATARO 2009, pp. 15 ss.<br />

2 CIAMPOLTRINI – MANFREDINI – SPATARO 2008, pp. 59 ss., anche per <strong>il</strong> sistema itinerario del III<br />

secolo a.C. indiziato dalla rete di abitati d’altura e perifluviali tra Pisa e l’Empo<strong>le</strong>se.<br />

3 CIL XI, 6671 (=I, 652); l’analisi puntua<strong>le</strong> dei dati è in MOSCA 1992; MOSCA 1999.<br />

4 Per questa, e per la sterminata bibliografia sul suo percorso e la denominazione, si veda MARCAC-<br />

CINI – PETRI 2002 e FABIANI 2006, passim.<br />

5 Particolarmente suggestive sono <strong>le</strong> valutazioni di KURZE 2002.<br />

6 CIAMPOLTRINI 2003 A, pp. 51 ss.<br />

7 Si veda ad esempio CIAMPOLTRINI 2003 B, pp. 143 ss.; RENDINI 2009.<br />

8 CECCARELLI LEMUT – PASQUINUCCI 1991, pp. 124 ss.; CIAMPOLTRINI 2004 B, pp. 55 ss., fig. 2.

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