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43<br />

Per concludere, anche le distanze che l’intellighenzia brasiliana prenderà rispetto<br />

all’opera italiana nel ‘900 risulteranno da motivazioni molto diverse rispetto agli analoghi<br />

rifiuti del quartiere aristocratico di Buenos Aires.<br />

Analogie e differenze dovranno mettersi a fuoco considerando non soltanto le<br />

istanze dell’Ottocento ma anche confrontando le situazioni precedenti, quelle che hanno<br />

legato le terre americane controllate dal Portogallo e dalla Spagna intorno alla circolazione<br />

del melodramma e dei suoi operatori.<br />

II Notizie e proposte<br />

Considero necessario includere in questo testo proposte operative giacché trovo<br />

irripetibile quest’occasione per comunicare con i colleghi del Brasile. È questa, infatti, la<br />

sede più adatta per poter dialogare e fondare delle collaborazioni tra la ricerca brasiliana<br />

ed il gruppo internazionale che rappresenta l’IMLA.<br />

1. Antecedenti<br />

Ai tempi della fondazione dell’IMLA, negli anni ‘80, assieme a Francisco Curt<br />

Lange abbiamo individuato un grave ostacolo che si poneva davanti allo studio delle<br />

migrazioni musicali europee verso l’America Latina durane il periodo coloniale, argomento<br />

che allora ci occupava. Era necessario per studiare il trapianto delle musiche europee<br />

oltreoceano, risolvere un problema a monte: l’assoluta precarietà che allora incombeva<br />

sui contatti scientifici tra studiosi spagnoli, italiani e portoghesi. Sebbene oggi, a pochi decenni<br />

di distanza risulti singolare, era frequente che un italiano studiasse la musica composta<br />

nella Napoli retta dai Borboni spagnoli con scarse informazioni sul mondo culturale<br />

iberico o, viceversa, che uno spagnolo analizzasse l’arrivo dell’opera a Madrid o Barcellona<br />

ignorando gli studi italiani sul melodramma del Settecento. Il Portogallo musicale, per<br />

conto suo era conosciuto malissimo in Italia: persone che sedevano su cattedre universitarie<br />

riuscirono a pubblicare edizioni critiche di melodrammi senza aver consultato gli esemplari<br />

di quelle opere che si conservano in fondi fondamentali come quello dell’Ajuda. Inoltre,<br />

dal punto di osservazione dell’Europa musicologica, salvo scarse eccezioni, occuparsi di<br />

musicologia storica latinoamericana durante l’Ancien Regime era attività segnata quasi<br />

da pittoreschismo. Ricordo in quel contesto, come una nostra speciale riuscita, l’aver festeggiato<br />

gli ottanta anni di Lange con il primo contatto istituzionale tra le musicologie di<br />

Portogallo, Spagna ed Italia: fu in occasione del Convegno su Domenico Zipoli che organizzò<br />

l’IMLA a Prato nel 1987.<br />

Successive preoccupazioni scientifiche dell’IMLA, focalizzate su quelle migrazioni<br />

di massa verso le Americhe che si verificarono tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento,<br />

trovarono nel flessibile oggetto lirico una materia ideale per l’analisi delle migrazioni<br />

culturali. Il positivo sviluppo scientifico delle musicologie dei paesi mediterranei<br />

nel post franchismo e, soprattutto l’espansione degli studi migratori a tutti i rami delle<br />

scienze umane, hanno reso consapevoli gli addetti ai lavori dell’impossibilità di studiare<br />

fenomeni culturali così fluidi come i prodotti musicali senza considerare l’incidenza dei<br />

movimenti di persone e oggetti, nell’attualità illustri studiosi europei e nordamericani<br />

considerano imprescindibile lo studio dei movimenti dell’opera verso il Nuovo Mondo.<br />

Anni fa, John Rosselli dell’Università del Sussex considerò necessario l’esame degli archivi<br />

di Buenos Aires per scrivere i suoi fondamentali testi su impresari e cantanti lirici e in<br />

questa stessa sede, la presenza della massima autorità rossiniana, Philip Gossett, è la più<br />

contundente dimostrazione di quanto la più alta ricerca scientifica consideri lo studio dei<br />

fondi extraeuropei ineludibili per la comprensione della musica europea. Le brillanti<br />

scoperte di Benjamin Walton sugli itinerari dell’opera realizzati grazie all’attenta lettura di<br />

periodici conservati in fondi latinoamericani mostrano da parte sua quanto la ricerca locale<br />

Atualidade da Ópera - Série Simpósio Internacional de Musicologia da <strong>UFRJ</strong>

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