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Como Brasil e Itália enfrentam a situação ... - Comunità italiana

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Opinione<br />

Fabio Porta<br />

fabioporta@fabioporta.com<br />

Diplomatico, ma<br />

non troppo…<br />

Massimo Bellelli, Console Generale d’Italia a Rio de Janeiro, lascia il <strong>Brasil</strong>e dopo quattro anni di<br />

importanti realizzazioni. La ‘saudade’ della comunità <strong>italiana</strong> e brasiliana per un console… “differente”<br />

Ambasciatori e Consoli non<br />

godono normalmente di<br />

una buona fama; il loro<br />

mestiere è solitamente<br />

associato a benefici e privilegi, e<br />

molto raramente al loro complesso<br />

compito istituzionale.<br />

Questo vale per i diplomatici<br />

di tutti i Paesi; nel corso di questi<br />

anni ne ho conosciuti molti,<br />

potendone apprezzare in alcuni<br />

casi le doti umane e la competenza,<br />

anche se a volte mi sono<br />

trovato a contestarne la superficialità<br />

o l’eccessivo distacco dalla<br />

comunità.<br />

Qualche mio collega pensa<br />

che compito dei parlamentari<br />

eletti all’estero sia quello di<br />

nominare o dimettere Consoli<br />

o Ambasciatori, confondendo il<br />

potere esecutivo (del governo)<br />

con quello legislativo (del Parlamento).<br />

Credo di avere ben chiaro il<br />

mio ruolo, che in questo caso<br />

non è molto diverso da quello<br />

dei cittadini che mi hanno eletto<br />

e che rappresento in Parlamento:<br />

cittadini italiani, quelli<br />

residenti in Italia e quelli che<br />

vivono all’estero; cittadini che<br />

hanno il dovere di rispettare le<br />

leggi dello Stato italiano, ma<br />

che hanno il diritto di poter<br />

usufruire di servizi efficienti ed<br />

adeguati.<br />

È per questo che i diplomatici,<br />

per chi vive all’estero,<br />

sono così importanti. Sono loro<br />

i responsabili diretti di tali<br />

servizi, e in questo senso ci<br />

permettiamo di criticarne – in<br />

positivo o in negativo – il loro<br />

operato e quello delle strutture<br />

che gestiscono.<br />

L’ultima volta che - sulle colonne<br />

di un giornale – mi sono<br />

rivolto ad un diplomatico, l’ho<br />

fatto per denunciare la gravità<br />

di certe sue affermazioni relative<br />

alla nostra comunità e per invitarlo<br />

ad essere più attento all’integrazione<br />

dei servizi consolari<br />

con il sistema costituito da Associazioni,<br />

Comites e Patronati.<br />

Adesso vorrei fare il contrario,<br />

utilizzando le poche, ma autorevoli,<br />

righe di una rivista per<br />

rendere il giusto e dovuto omaggio<br />

ad un diplomatico che, purtroppo<br />

e (speriamo) temporaneamente,<br />

ci lascia per assumere<br />

altri importanti incarichi.<br />

Sto parlando del Console<br />

Generale d’Italia a Rio de Janeiro,<br />

Massimo Bellelli, che dopo i<br />

canonici quattro anni di incarico<br />

lascerà il <strong>Brasil</strong>e per rientrare<br />

in Italia.<br />

Ho conosciuto Massimo Bellelli<br />

qualche anno fa, poco tempo<br />

dopo il suo insediamento nella<br />

bella e centrale sede consolare<br />

della “cidade maravilhosa”.<br />

Fui subito sorpreso dal suo<br />

piglio deciso e dal suo discorso<br />

per nulla “diplomatico”; ossia,<br />

dai suoi pochi giri di parole per<br />

trattare un argomento e soprattutto<br />

dalla sua capacità di vedere<br />

e interpretare le cose ‘dal lato<br />

della comunità <strong>italiana</strong> e italobrasiliana’.<br />

Direi di più: ciò che<br />

mi colpì fu il suo sano pragmatismo,<br />

così poco comune tra i suoi<br />

colleghi diplomatici, spesso più<br />

inclini a individuare gli impedimenti<br />

che le soluzioni di fronte<br />

agli innumerevoli problemi cui si<br />

trova quotidianamente di fronte<br />

la nostra grande collettività.<br />

Roberth Trindade<br />

A conclusione del nostro primo<br />

incontro che, come sempre<br />

(lo avrei scoperto dopo) si prorogava<br />

ben oltre i 15-20 minuti<br />

delle normali visite protocollari,<br />

il Console d’Italia a Rio mi<br />

invitava a conoscere da vicino<br />

il Consolato, accompagnandomi<br />

in tutte le stanze e in tutti gli<br />

uffici dove si svolgeva il lavoro<br />

consolare e dove veniva ricevuto<br />

il pubblico. Era visibile la soddisfazione<br />

del Console nel mostrarmi<br />

la sala d’attesa, dove i nostri<br />

concittadini potevano assistere<br />

alla televisione <strong>italiana</strong> sorseggiando<br />

un buon caffè e leggendo<br />

una rivista (entrambi, ovviamente,<br />

italianissimi!).<br />

Il Bellelli del mio primo incontro<br />

si è così rivelato il Console<br />

di tutti gli italiani: delle<br />

persone semplici che chiedevano<br />

al Consolato un piano di<br />

assistenza socio-sanitaria adeguato<br />

ai loro bisogni, spesso<br />

drammatici; ma anche degli<br />

imprenditori italiani e brasiliani,<br />

che si rivolgevano al Consolato<br />

per rafforzare l’internazionalizzazione<br />

delle loro imprese.<br />

Il Console amico del Comites e<br />

della grande collettività <strong>italiana</strong><br />

degli Stati di Rio de Janeiro,<br />

Espìrito Santo e Bahia; ma<br />

anche il riferimento attento e<br />

disponibile delle autorità brasiliane,<br />

che hanno sempre trovato<br />

in lui un interlocutore serio<br />

e sensibile.<br />

Alcune realizzazioni del Console<br />

Massimo Bellelli sono più<br />

eloquenti di tanti discorsi di circostanza:<br />

mi riferisco alla completa<br />

e utilissima “Guida Consolare”<br />

ideata dallo stesso Bellelli e<br />

divenuta uno strumento essenziale<br />

per chiunque voglia conoscere<br />

da vicino e in maniera semplice e<br />

diretta la realtà brasiliana e l’articolata<br />

rete di servizi esistente a<br />

favore dellà comunità <strong>italiana</strong>.<br />

Ma penso anche alla ormai<br />

tradizionale “Festa Italiana” che,<br />

in occasione del 2 giugno, anima<br />

per tre giorni le strade adiacenti<br />

al Consolato ‘popolarizzando’ la<br />

commemorazione della “Festa della<br />

Repubblica Italiana”, avvicinando<br />

le istituzioni alla comunità del<br />

nostro Paese che qui risiede, ma<br />

anche alla popolazione locale.<br />

Due iniziative che forse meglio<br />

di altre esprimono la grande<br />

intuizione e sensibilità di<br />

questo bravissimo diplomatico:<br />

aver capito che gli italiani e gli<br />

italo-brasiliani costituiscono<br />

davvero, e non in forma retorica,<br />

una risorsa per il nostro Paese,<br />

e lavorare quindi in maniera<br />

conseguente.<br />

Arrivederci, Console Massimo,<br />

anzi: Até logo!<br />

Crisi<br />

La Vale ha annunciato, in ottobre, che vuole investire 14,2<br />

miliardi di dollari nelle sue operazioni nel 2009. Ciò significa<br />

un aumento del 30% in confronto a quanto è stato investito<br />

quest’anno. L’industria metallifera ha fatto sapere che la cifra<br />

coinvolge 30 progetti in perlomeno sette paesi. Il <strong>Brasil</strong>e riceverà<br />

il 70% del totale degli investimenti. La meta dell’impresa è di<br />

produrre, in un periodo entro 5 e 7 anni, 500 milioni di tonnellate<br />

di minerale di ferro, 450mila tonnellate di nichel, 8,2 tonnellate<br />

di allumina.<br />

Elettricità<br />

La centrale di Itaipu va avanti, nel 2009, per battere il suo<br />

stesso record di produzione annuale di energia. Deve superare<br />

la quota di 95 milioni di MWh. Fino ad allora, la sua migliore<br />

quota era stata registrata nel 2000, quando ha prodotto 93,4<br />

milioni di MWh.<br />

Pulizia<br />

Una “barca ecologica” sarà usata dal governo dello stato di<br />

Rio de Janeiro per ripulire dai rifiuti la Baia da Guanabara.<br />

Il Limpia ha previsto l’inizio delle operazioni per questo mese.<br />

Sarà usato per fare la raccolta di residui solidi che si incastrano<br />

nelle eco-barriere installate<br />

alla foce dei fiumi.<br />

Circa 80 tonnellate<br />

di rifiuti vengono gettati<br />

tutti i giorni nella Baia.<br />

La barca è la prima in<br />

<strong>Brasil</strong>e mossa a gas naturale.<br />

Ha autonomia per<br />

due viaggi intorno alla<br />

Baia. L’imbarcazione può<br />

raccogliere fino a cinque<br />

tonnellate di rifiuti ogni viaggio. I residui solidi sono raccolti da<br />

un nastro caricatore frontale e mantenuti in due containers. Visto<br />

che la raccolta è automatica, gli operatori dei nastri non entrano<br />

in contatto con i rifiuti raccolti dai fiumi. Inoltre, il Lìmpia presenta<br />

una gru della capacità di mezza tonnellata e un cannone<br />

d’acqua ad alta pressione.<br />

Ancora sporco<br />

Dati divulgati dal ministero dell’Agricultura Pecuária e Abastecimento<br />

(Mapa) rendono noto che, tra il 2000 e il 2006,<br />

i settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita delle<br />

esportazioni degli affari agricoli sono stati quello delle carni<br />

(23,2% dell’aumento assoluto delle vendite all’estero) e quello<br />

dello zucchero/alcol (22,7%). Però, secondo rilevamenti della<br />

Comissão Pastoral da Terra (CPT), il 56% dei casi registrati di<br />

lavoro schiavo in <strong>Brasil</strong>e, tra il 2003 e il 2006, si sono avuti<br />

negli allevamenti. Del totale dei lavoratori liberati dalla schiavitù<br />

contemporanea, durante lo stesso periodo, il 40% facevano<br />

attività legate all’allevamento bovino e il 10% è stato riscattato<br />

dalle piantagioni di canna da zucchero. La maggior<br />

parte dei casi si è avuta nella regione Centro-Ovest del paese.<br />

Dal 2003, il ministero del Trabalho e Emprego (MTE) attualizza<br />

ogni sei mesi un registro di infrattori chiamato lista sporca<br />

del lavoro schiavo.<br />

notizie / articolo<br />

La finestra<br />

Daniele Mengacci<br />

danielemengacci@pwz.com.br<br />

Op o r t u n i t à!<br />

Un ammirevole Mondo Nuovo<br />

sembra profilarsi all’orizzonte,<br />

dalle crisi nascono le opportunità<br />

e così potrebbe essere, se<br />

i governanti del Mondo Occidentale<br />

saranno attenti ai messaggi<br />

che la grande crisi sta mandando<br />

a loro e all’opinione pubblica.<br />

Il più forte, e già accettato, è<br />

quello della necessità di una riforma<br />

totale del sistema finanziario internazionale<br />

e delle sue regole, che<br />

ponga al riparo l’economia reale<br />

dagli eccessi di voracità degli speculatori<br />

e dalla troppa disinvoltura<br />

con cui le banche trattano i depositi<br />

dei clienti. Giustamente, George<br />

Bush ha deciso di convocare un<br />

vertice internazionale per affrontare<br />

la questione dopo le elezioni, in<br />

modo che il nuovo presidente possa<br />

già, in attesa dell’investitura ufficiale,<br />

intendere la situazione, le sue<br />

tendenze e le proposte di soluzione,<br />

a cominciare da quella francese,<br />

anche se recentemente silurata dal<br />

governo tedesco.<br />

Una Orda d’Oro, composta da<br />

banchieri e finanzieri arabi che,<br />

nonostante la crisi che ha colpito<br />

anche loro, dispone di attivi per<br />

circa duemila miliardi di euro, si<br />

sta muovendo per conquistare terreno<br />

nell’economia reale europea.<br />

Lo strumento con cui operano<br />

si chiama Fondo Sovrano. Si tratta<br />

di strumenti finanziari creati<br />

dai propri governi o banche centrali<br />

arabe, e si muovono non solo<br />

a scopo di profitto ma anche con<br />

intento politico. La loro creazione<br />

ha un che di ironico: i fondi glieli<br />

abbiamo forniti noi<br />

comprando petrolio<br />

e manufatti,<br />

e adesso loro vogliono le<br />

nostre migliori aziende.<br />

Destinati all’acquisizione di<br />

partecipazioni nei migliori attivi<br />

europei, in Italia sono già<br />

presenti con il fondo libico Mubadala,<br />

che detiene il 4,2 % di<br />

Unicredit, vuole arrivare al 5%<br />

e rivendica una vice presidenza,<br />

assumibile dal Governatore della<br />

Banca Centrale libica, Farhat<br />

Omar Bengdara.<br />

Mubadala già possiede il 5%<br />

della Ferrari e il 35% della Piaggio<br />

aeronautica e vorrebbe Telecom,<br />

ma non c’è accordo sul prezzo.<br />

Se fosse in vendita comprerebbe<br />

l’ENI per 46 miliardi di euro, tanto<br />

vale sul mercato lo strategico<br />

ente petrolifero nazionale.<br />

Il Cav. Berlusconi, ben conscio<br />

della devastazione che un’azione<br />

totalmente libera di questi fondi<br />

potrebbe causare alla nostra economia,<br />

ha già dichiarato che la<br />

loro partecipazione nelle nostre<br />

aziende non potrà superare il 5%,<br />

e sono state smentite le voci per<br />

cui il fondo di Abu Dhabi stava<br />

negoziando una partecipazione<br />

nel nostro gioiello del settore degli<br />

armamenti, la Finmeccanica.<br />

La crisi ha anche dimostrato<br />

che, nonostante i teorici dell’economia<br />

e certi enunciati dei programmi<br />

di alcuni partiti politici<br />

annuncino il libero mercato, nella<br />

realtà pratica questo non esiste.<br />

Il capitalismo, quando genera<br />

per una sua propria perversione<br />

una crisi che non riesce a risolvere<br />

autonomamente, chiede aiuto allo<br />

Stato, che non può negarlo in ragione<br />

del noto ricatto: “ se io banca<br />

fallisco brucio i risparmi di centinaia<br />

di migliaia di clienti”. Così è<br />

successo con le vicende Parmalat,<br />

Argentina e precedentemente<br />

in <strong>Brasil</strong>e con il<br />

Proer, durante<br />

il primo governo<br />

di Fernando<br />

Henrique<br />

Cardoso.<br />

Divulgação<br />

14 C o m u n i t à I t a l i a n a / No v e m b r o 2008<br />

N o v e m b r o 2008 / Co m u n i t à I t a l i a n a 15

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