ENPAME la pensione si allontanaLA VECCHIAIA PER DONNEPer le dipendenti del pubblico impiego,e per adesso, incomprensibilmente,solo per loro, viene previstouno “ scalone “ da vertigine per andarein pensione di vecchiaia.Il vecchio limite dei 60 (con almeno 20anni di contribuzione) già modificatoper il 2010 e 2011 a 61, dal 2012 divienedi 65 anni.Per le donne sembra di dover inseguireuna chimera irraggiungibile e lacertezza va a bricioli.Resta, sempre, la possibilità di andarein pensione d’anzianità con le “ quote“ così come per tutti gli altri dipendentiuomini e ottenere la pensione, assimilataalla vecchiaia, con 40 anni dicontribuzione indipendentemente dall’etàRicordiamo, anche, la precedenteeccezione (legge n. 243/2004) checonsentiva, e consente sino al 2015,di ottenere la pensione con 57 annid’età e 35 anni di contribuzione con,tuttavia, il non modesto sacrificio diavere una pensione più bassa essendocalcolata con il sistema contributivoanziché con il più favorevolesistema di calcolo retributivo di cuisarebbero state oggetto.La manovra finanziaria, recentementepresentata dal governo, avrà certamenteeffetti dirompenti sull’amministrazionepubblica e, riteniamo cheavremo tempo e modo di assistere adulteriori interventi strutturali.La problematica previdenziane è statainvestita, come sempre accade quandosi è alla ricerca di soldi, da un veroe proprio ciclone.Non sono bastate sette riforme in 15anni si continuano a cambiare “ lecarte in tavola “ proprio in un settoreche abbisognerebbe di tranquillità inquanto coinvolgente coloro, come imedici, che già entrati nel mondo dellavoro con tanta difficoltà avrebberodiritto di aspettarsi un futuro positivoper la loro vecchiaia.Ma il metodo seguito dal governo ,(undecreto legge di urgenza con scadenzepreviste fra sei mesi!) fa intendereche l’obiettivo è solamente quellodi far paura e spingere una massa didipendenti pubblici, che posseggonogià i requisiti, di abbandonare il proprioposto, che, non prevedendosi copertura,determinerà un risparmio immediatonel bilancio dello Stato, ma unaggravio per gli istituti previdenziali dicui non si è in grado, oggi, di poterpensare cosa potrà accadere in futuro.I medici, a qualunque attività dedichinoil loro lavoro dovranno pensareanche a questo se non vorrannoessere sommersi, negli anni futuridall’insicurezza e dalla precarietà.LE FINESTRE DI USCITAPer tutti i dipendenti che dal 1° gennaio2011 matureranno i requisiti, d’etàe di contribuzione utili, secondo ilcalendario delle “ quote “ previste dallariforma Prodi del 2006, sarà necessarioattendere 12 mesi dalla maturazionedel diritto per ottenere lapensione sia di vecchiaia ancorchéconseguita con 40 anni di contributiovvero con 65 anni d’età, sia d’anzianità.Si tratta della cosiddetta “ finestra mobile“ che di fatto fa crescere di unanno l’età per ottenere il trattamentopensionistico.Tutti coloro che maturino i requisitiovvero li abbiano già raggiunti in passatopotranno, comunque, andare inpensione alla scadenza delle normaliprecedenti finestre d’ uscita ancorchéqueste ricadano nel corso dl 2011.Un esempio riguarda coloro che maturanoi requisiti del pensionamentod’anzianità nel secondo semestre del2010 e la cui finestra è prevista dal 1°luglio 2011: per costoro resta l’uscitaper quella data indipendentementedalla nuova regola introdotta daldecreto.Al contrario chi maturasse i requisitinel marzo 2011 potrà andare inpensione solamente dal 1° aprile 2012.Ricordiamo che dal 2015 queste criteridi uscita si accresceranno ulteriormenteessendo stata prevista dalprecedente riordino previdenziale unaclausola di aumento di tre mesiall’anno in correlazione alla speranzadi vita.Da calcoli prospettici dal 2050 occorrerannoalmeno 70 anni per andare inpensione!LA FINESTRA PER I TOTALIZZATILa totalizzazione è lo strumento chepermette di raggiungere i requisitipensionistici sommando, e senza onericome è invece per la ricongiunzione,i vari spezzoni previdenziali versati infondi diversi.È una condizione favorevole specieper i professionisti medici che hannoattivato, nel tempo, contributi in variecasse previdenziali (Inpdap, Inps,Enpam, ecc.)Anche per costoro il decreto legge haprevisto che il primo assegno pensionisticonon spetterà più dal mesesuccessivo alla presentazione delladomanda ma ben 18 mesi dopo.Cioè la finestra mobile prevista per ilavoratori autonomi iscritti all’Inps.LA BUONUSCITA A RATEVerosimilmente, avendo consideratoche le nuove regole d’uscita avrebberodeterminato un esodo piuttosto numerosodal pubblico impiego (si pensa acirca 100.000 dipendenti), il legislatoreha voluto impedire il fallimento immediatodell’Inpdap che non è in possessodella massa economica necessariaa pagare da subito i trattamentidi fine servizio: indennità premio diservizio, IPS, per i medici delle aziendesanitarie.Allora ne ha previsto il pagamento arate:• una prima rata di importo sino a 90mila euro lordi, sarà pagatasecondo l’attuale calendario e cioèdopo 105 dall’uscita dal lavoro peri pensionamenti di vecchiaia,decesso, inabilità e limiti di servizio,e 270 giorni per le altre cause(dimissioni,pensionid’anzianità,destituzione).• una seconda rata di importo sinoa 150 mila euro lordi sarà pagatadopo 12 mesi dalla prima.• una terza rata, per l’ammontareresiduo, sarà data 24 mesi dopo laprima rata.Sono salvati dalle nuove disposizionicoloro che sono collocati a riposoentro la data del 30 novembre 2010 eabbiano presentato domanda di dimissioni,debitamente accolte, entro ladata di entrata in vigore del decretolegge (31 maggio 2010) e coloro chevanno a riposo per limiti d’età entro il30 novembre 2010.36 <strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>
ENPAMDALLA LIQUIDAZIONE AL TFRPer tutti i dipendenti pubblici, dal 1°gennaio 2011, la liquidazione saràcalcolata con il sistema del Tfr. Sichiude così una situazione doppia checonsentiva ai dipendenti in servizio sinoal 31 dicembre 2000 di avere la liquidazionesecondo il sistema del Tfs (IPSper i medici) e a quelli assunti dal 1°gennaio 2001 cui già si applicava ladisciplina del Tfr. Fermo restando cheper i più anziani la novità colpirà glianni dal 2011 in poi, mentre per gli anniprecedenti il calcolo sarà fatto con ilsistema della liquidazione (l’80% dellostipendio lordo degli ultimi 12 mesidiviso 15, per ogni anno di sevizioovvero riscattato presso l’Inadel, conl’arrotondamento ad un anno perperiodi superiori ai sei mesi), il calcolodel Tfr prevede l’applicazione dell’aliquotadi accantonamento del 6,91 %,pari a quella che versano le impreseprivate, rivalutato annualmente con unaquota fissa dell’1,5 % e una quotavariabile consistente nel 75 % dell’indiceIstat.DOTT. CLAUDIO TESTUZZAMEDICO PUBBLICISTAESPERTO COLLABORATOREDE “IL SOLE 24 ORE”QUANDO SI PUÒ ANDARE IN PENSIONENel sistema retributivo si può andare in pensione d’anzianità:1/7/2009 – 20102011 – 2012Dal 2013DIPENDENTIAUTONOMIQuota 95 Quota 96(60+35 / 59+36) (61+35 / 60+36)Quota 96 Quota 97(61+35 / 60+36) (62+35 / 61+36)Quota 97 Quota 98(62+35 / 61+36) (63+35 / 62+36)in pensione di vecchiaia:65 anni d’età per gli uomini e 61 anni per le donne nel 2010/11e 65 anni dal 2012;con almeno 40 anni di contribuzione indipendentemente dall’età.DATE DI ACCESSO AL PENSIONAMENTOLE FINESTRE 2010Pensionamento d’anzianitàREQUISITI ENTRO IL 30 GIUGNO dal 1° gennaio dell’anno successivoREQUISITI ENTRO IL 31 DICEMBRE dal 1° luglio dell’anno successivoPensionamento di vecchiaia o con 40 anni di contribuzioneRequisiti entro il primo trimestreRequisiti entro il secondo trimestreRequisiti entro il terzo trimestreRequisiti entro il quarto trimestredal 1° lugliodal 1° ottobredal 1° gennaio dell’anno successivodal 1° aprile dell’anno successivoCHI MATURA I REQUISITI DAL 2011 POTRÀ ANDARE IN PENSIONESOLAMENTE 12 MESI DOPO DALLA MATURAZIONE DEL DIRITTODal 2015 è previsto un accrescimento di un trimestre della data della “finestra”<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>37