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notizie dall'ordine - OMCEO VR

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NOTIZIE DALL’ORDINEFlussiTra i medici di famiglia se ne fa ungran parlare.Tra i compiti della nuova convenzione,oltre a quello ormai famigerato dellacertificazione “on line”, c’è anchequello, nuovo, di far comunicare ilnostro computer con quello delle ASLperché queste possano, in tempi reali,conoscere quanto avviene nei nostriambulatori.Li chiamano “flussi informativi”.Da quello che si capisce si tratterebbedi un colloquio che, con cadenzamensile, dovrebbe svilupparsi trasistemi elettronici, e dal quale le ASLpotranno ricavare dai nostri “database”, quello che succede, per ognipaziente, nei nostri ambulatori.La cosa aveva avuto un precedentesimile l’anno scorso quando parecchifra noi avevano accettato di parteciparead un progetto regionale cheaveva il fine di migliorare l’assistenzaai pazienti anziani.Per i nostri pazienti con più di 75 anni,infatti, si era provveduto trasmetterealle ASL, patologie, allergie e terapiein corso.Perché, si era detto, questi erano“pazienti fragili”.Gente che con maggiori probabilità dichi è più giovane, potrebbe trovarsinella necessità di accedere al ProntoSoccorso, alla “guardia medica” o alreparto di cura, senza saper informareadeguatamente il medico che li deveassistere.Quelle registrate nelle nostre cartellesono informazioni importanti, etrasmetterle, tramite le AS, al medicoche deve assistere il malato dovrebbetradursi in un’assistenza più qualificata.Qualcuno ha però sollevato dubbi eperplessità.Trasmettere questi dati era lecito?Non poteva contrastare con il diritto,la legge ed il codice deontologico?In un incontro alla ASL 20 se ne èparlato.Il nostro parere (quello del Consigliodell’Ordine) era stato che dare informazionial collega che prendeva “incura” il paziente era non solo lecitoma anche doveroso.Quello che doveva semmai esserechiarito non era tanto la liceità deltrasmettere dati, quanto il fine.Perché, se quest’ultimo era quello ditutelare la salute del paziente, erasalvo il diritto e salva anche la deontologia.Questi, infatti, ci impongono di raccoglieree gestire i dati dei nostri pazientisolo con il loro consenso e ci indicanoche questo, una volta acquisito, vaadeguatamente registrato sulla nostracartella.Il fine di tutto non può che esserequello di tutelare la salute di chi deldato è proprietario e che da questouso non può che ricavarne vantaggi.La nuova norma di convenzione hagià indotto qualcuno a sollevare, comeper la vicenda dei pazienti anziani,perplessità e dubbi.Perché, per i “flussi”, non è ancorachiaro quali sono i dati che andremoa trasmettere. Se ci si limiterà a trasmetteregli accessi in studio e adomicilio o se si dovranno trasmettereanche diagnosi, indagini e terapie.Nel caso delle indagini il garante hagià fatto sapere che per queste si deveacquisire uno specifico consenso(ne abbiamo già parlato su VeronaMedica nel numero di Febbraio u.s.).Ma si trattava in quel caso di trasmissionetra strutture che le eseguono ecuranti che le ricevono.Nel nostro caso, noi , questo specificoconsenso, non l’avremmo mai e-splicitamente acquisito.Si dovrà insomma chiarire cosa dovràcircolare con questi benedetti “flussi”.Perché le cose potrebbero stare esattamentecome per la trasmissione didati dei nostri pazienti anziani.In Consiglio ancora non se ne è parlatoma, come in quel caso, ritengoche la questione non potrà che e-vocare le stesse enunciazioni di principio.E che quella che dovremo porci, anchein questo caso, sarà la stessadomanda.Qual è il fine?Quello che i nostri pazienti ci hannodato è,infatti, un consenso che ci autorizzaa registrare, conservare e gestirei loro dati sensibili perché utilizzandolisi possano migliorare e ottimizzare,per loro, le cure.Quel consenso, tramite le nostre richiestedi consulenza, si estende allospecialista e a chi è da noi chiamatoa collaborare per la salute.Il consenso non sarebbe più valido seil dato venisse trasmesso per essereutilizzato in modo diverso.Se nei prossimi mesi il sistema dei“flussi” andrà a regime sarà quantomai utile che, a fugare dubbi, perplessitàe crisi di coscienza, le nostreASL chiariscano quali dati ci chiedonoe con quale finalità.In caso contrario credo che moltesaranno le resistenze.E senza quei chiarimenti, tra queste,ci potrebbe essere anche quelladell’Ordine.Ieri, una collega, non più giovanissima,mi faceva notare che per adeguareil suo hard-ware alle nuovedisposizioni era stata costretta a spendereun sacco di soldi.E si lamentava che a fronte dellespese sostenute e del lavoro chedovremo fare per assolvere ai nuoviimpegni, in convenzione, non fosseprevisto neanche il becco di un quattrino.Al momento non mi è venuto in menteniente che potesse consolarla.Adesso però, ripensandoci, qualcosami sta frullando in testa.Avrei potuto farle notare che in fin deiconti, a lei questa nuova convenzione,qualcosa di positivo l’aveva portato.Se non altro si sarebbe ritrovata adover fare, ancora una volta, i conti,ogni mese, con i flussi…..ROBERTO MORA<strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>5

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