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DONNA IMPRESA cover SANDRO FERRARI _ TORONTO

LA SUA CARRIERA Sandro Ferrari è nel campo ortopedico dal 1993. Oltre a lavorare come RT ortopedico avanzato presso l'Humber River Hospital di Toronto, è anche l'orgoglioso proprietario del Brace Yourself Orthopaedics e di ORTHOpaws, un marchio nato dall'amore per gli animali domestici. Un luminare nella sua specializzazione ...

LA SUA CARRIERA
Sandro Ferrari è nel campo ortopedico dal 1993. Oltre a lavorare come RT ortopedico avanzato presso l'Humber River Hospital di Toronto, è anche l'orgoglioso proprietario del Brace Yourself Orthopaedics e di ORTHOpaws, un marchio nato dall'amore per gli animali domestici. Un luminare nella sua specializzazione ...

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Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle

falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma

Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo

Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando

Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem

Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei

Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A

Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno

Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche

Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del

fortilizio, dove fanno resistenza i Libri Che Da Tanto

Tempo Hai in Programma Di Leggere, i Libri Che Da

Anni Cercavi Senza Trovarli, i Libri Che Riguardano

Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento, i Libri

Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni

Evenienza, i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per

Leggerli Magari Quest'Estate, i Libri Che Ti Mancano

Per Affiancarli Ad Altri Libri Ne! Tuo Scaffale, i Libri

Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E

Non Chiaramente Giustificabile. Ecco che ti è stato

possibile ridurre il numero illimitato di forze in campo a

un insieme certo molto grande ma comunque

calcolabile in un numero finito, anche se questo

relativo sollievo ti viene insidiato dalle imboscate dei

Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di

Rileggerli e dei Libri Che Hai Sempre Fatto Finta

D'Averli Letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A

Leggerli Davvero. Ti liberi con rapidi zig zag e penetri

d'un balzo nella cittadella delle Novità Il Cui Autore O

Argomento Ti Attrae, Anche all'interno di questa

roccaforte puoi praticare delle brecce tra le schiere dei

difensori dividendole in Novità D'Autori O Argomenti

Non Nuovi (per te o in assoluto) e Novità D'Autori O

Argomenti Completamente Sconosciuti (almeno a te)

e definire l'attrattiva che esse esercitano su di te in

base ai tuoi desideri e bisogni di nuovo e di non nuovo

(del nuovo che cerchi nel non nuovo e del non nuovo

che cerchi nel nuovo). Tutto questo per dire che,

percorsi rapidamente con lo sguardo i titoli dei volumi

esposti nella libreria, hai diretto i tuoi passi verso una

pila di Se una notte d'inverno un viaggiatore freschi di

stampa, ne hai afferrato una copia e l'hai portata alla

cassa perché venisse stabilito il tuo diritto di proprietà

su di essa. Hai gettato ancora un'occhiata smarrita ai

libri intorno (o meglio: erano i libri che ti guardavano

con l'aria smarrita dei cani che dalle gabbie del canile

municipale vedono un loro ex compagno allontanarsi

al guinzaglio del padrone venuto a riscattarlo), e sei

uscito. E uno speciale piacere che ti dà il libro appena

pubblicato, non è solo un libro che porti con te ma la

sua novità, che potrebbe essere anche solo quella

Urlami di Laura Fortugno

dell'oggetto uscito ora dalla fabbrica, la bellezza

dell'asino di cui anche i libri s'adornano, che dura

finché la copertina non comincia a ingiallire, un velo di

smog a depositarsi sul taglio, il dorso a sdrucirsi àgli

angoli, nel rapido autunno delle biblioteche. No, tu

speri sempre d'imbatterti nella novità vera, che

essendo stata novità una volta continui a esserlo per

sempre. Avendo letto il libro appena uscito, ti

approprierai di questa novità dal primo istante, senza

dover poi inseguirla, rincorrerla. Sarà questa la volta

buona? Non si sa mai. Vediamo come comincia

Italo Calvino

“URLAMI” Recensione a cura di Valeriana Mariani

Senza l’esperienza del tradimento, né fiducia né perdono acquisterebbero piena realtà. Il tradimento

è il lato oscuro dell’una e dell’altro, ciò che conferisce loro significato, ciò che li rende possibili.

Sembra infatti che la legge della vita sia scritta più nel segno del tradimento che in quello della fedeltà. Forse perché la vita preferisce chi ha incontratosestesso

e sa chi davvero è, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in una casa protetta, dove il camuffamento dei nomi fa chiamare “amore” quello che in

realtà è insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi si è davvero, per il terrore di incontrare sé stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non

essere mai davvero nati. Esiste uno stretto legame tra assertività ed autostima: per farti rispettare dagli altri devi innanzitutto imparare a rispettare te stesso.

Troppo spesso ci facciamo mettere i piedi in testa, ed altrettanto spesso, per reagire, rispondiamo con aggressività. Possiamo essere molto meglio di questo:

possiamo essere sicuri di noi stessi, forti delle nostre idee e determinati nel raggiungere i nostri obiettivi. Nel saggio Il tradimento, che è possibile leggere in Puer

Aeternus, James Hillman prende in esame le possibili reazioni al tradimento, indicando tra queste quelle che bloccano la coscienza e quelle che la emancipano.

Del resto, se vogliamo seguire il messaggio di Nietszche che ci ha insegnato a scoprire, sotto ogni virtù, il vizio che lo origina, la paura inconfessata che la

genera, la debolezza che si vuole nascondere, scopriamo che, ogni volta che siamo in relazione con l’altro, mettiamo in atto anche il nostro desiderio di non

annullarci nell’altro. Vogliamo essere con l’altro, ma nello stesso tempo, per salvare la nostra individualità, vogliamo non esserci completamente. Di qui

quell’esserci e non-esserci, quel rincorrersi e tradire, che fa parte della relazione amorosa. Perchè l’amore è una relazione, non una fusione. Se infatti non

esistessimo come individualità autonome, non solo non potremmo incontrare l’altro e metterci in relazione, ma non avremmo neppure nulla da raccontare

all’altro fuso simbioticamente con noi. Come dice Laura Fortugno nel suo libro “URLAMI”, quando lei o lui iniziano un viaggio fuori dal “noi”, e che prescinde dal

“noi”, solo per le attese sociali, solo per i precetti religiosi tradiscono, mentre in realtà salvano la loro individualità dell’abbraccio mortale del “noi” che non

emancipa, non consente né crescite né arricchimenti, e neppure parole da scambiare che non siano già dette o già sapute prima che siano pronunciate. Tutto

questo per dire che l’amore non è possesso, perchè il possesso non tende al bene dell’altro, né alla lealtà verso l’altro, ma solo al mantenimento della relazione

che, lungi dal garantire la felicità, sacrifica la ricerca e la conoscenza di sé, in cambio della sicurezza. Siamo in due, non sappiamo più chi siamo, ma siamo

insieme ad affrontare il mondo. Due esistenze negate, ma tutelate. L’amore è cosa intricata, perché sempre ci confonde a non ci si chiarisce se si ama l’altro o si

ama la relazione, se si soddisfa il nostro bisogno di sicurezza o il nostro bisogno di felicità. Oppure si vuole la felicità, ma non la sua monotonia. Amoreèun

gioco di forze dove si decide a quale dio offrire la propria vita: al dio della felicità che sempre accompagna la realizzazione di sé, o al dio della sicurezza che

molto spesso si affianca alla negazione di sé. Una cosa è certa: ovvero che nella relazione, nel “noi” non ci si può seppellire come in un sepolcro. Ogni tanto

bisogna uscire, se non altro per sapere chi siamo senza di lei o lui. Solo gli altri, infatti, ci raccontano le parti sconosciute di noi stessi. Gli altri, se li lasciamo

parlare, senza soffocarli con il nostro bisogno di conferme che di solito, errando, siamo soliti chiamare bisogno d’amore. Nel viaggio che si intraprende fuori dal

“noi” e che prescinde dal “noi”, è il “noi” che si tradisce, raramente il “tu”. Quel che si imputa a chi tradisce è di essere diventato diverso e di muoversi non più in

sintonia, ma da solo. Soltanto se si accetta il cambiamento dell’altro e lo si accoglie come una sfida a ridefinirsi earidefinire la relazione, il tradimento non è più

percepito come tale. Ma ridefinirsi è difficile, così come accettare il cambiamento. Per questo le vie più combattute sono quelle della fedeltà, o in alternativa

quelle del risentimento e della vendetta. Se queste considerazioni hanno una loro plausibilità occorre allora riscattare, almeno in parte, i traditori dell’infamia di

cui abitualmente si sono ricoperti, perché in ogni tradimento c’è un lampeggiare di verità e autenticità che chi è tradito non vuol mai vedere.[...]

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