Scultori in Toscana 2020 WEb
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Quasi ottanta personalità che si esprimono
nell’ambito della scultura con i materiali più
diversi, da quelli classici – dal marmo al bronzo,
alla terra cotta, alla ceramica, ai legni di diverse
essenze, ai metalli più vari –, fino a quelli sperimentali
delle nuove resine e delle plastiche: riuscire a raccogliere
tante testimonianze è un’opera di grande significato
e capace di documentare una parte di quanto
venga realizzato in un’area, quella della Toscana.
La Toscana infatti è un territorio di grande importanza
anche per la persistenza di tanti linguaggi artistici capaci
di dialogare tra loro in nome del rifiuto dell’adesione
alle vulgate modaiole che imperversano in troppi
luoghi istituzionali, non sempre disponibili a
permettere un’adeguata esposizione agli operatori
toscani.
Le schede, sinteticamente, offrono alcuni elementi informativi,
elementi essenziali sugli artisti: da cenni alla
formazione e alla carriera e al percorso della critica e i
recapiti, importanti per entrare, grazie ai nuovi strumenti
di comunicazione elettronica, in più diretto contatto
anche con gallerie organizzate in modo efficace
per illustrare attività e produzione. Insomma, si tratta
di un ottimo strumento che, proprio per la ricchezza e
complessità, aiuta il pubblico a percepire quanto possa
essere comunicato creativamente nel nostro tempo e
quanto di più dalla scultura si potrebbe avere come
arredo monumentale urbano ben oltre i parchi dedicati,
spesso condizionati esclusivamente dal gusto di
qualche ricco collezionista o attento investitore se non
astuto speculatore.
Credo profondamente nell’Arte “pubblica” che dovrebbe
essere quella contemporanea, e quella del contemporaneo
non è la categoria attualmente imposta
ma quel che viene immaginato e creato nel tempo di
volta in volta vissuto nel succedersi delle generazioni.
Come avvenne nei Salons della Parigi dalla seconda
metà del Settecento starebbe al pubblico e non ai sedicenti
“addetti ai lavori” verificare il successo grazie al
confronto con una critica capace di liberarsi da condizionamenti
e compromessi.
Il rischio della mercificazione, con relative, costose,
campagne pubblicitarie distrugge l’aspetto più autenticamente
importante dell’Arte, il nesso tra etica ed
estetica possibile.
Per cercare questo nesso è richiesta una verifica tra
quanto viene realizzato e… fatto vedere.
Firenze 12 giugno 2020,
Ugo Barlozzetti