Sommer Magazin 2012 it

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1 2 Kärnten magazin 14 Gli omini di pietra fanno da segnavia sul sentiero che risale la Gerlitzen Alpe. Delizie di malga carinziane presso la Lammersdorfer Hütte, e per dessert la straordinaria vista sulla Millstätter Alpe. 3798 m Großglockner Lienz ALPEN ADRIA TRAIL Heiligenblut Großkirchheim Mallnitz Innerfragant Obervellach Kolbnitz Oberdrauburg Greifenburg Kötschach Mauthen Gemona del Friuli Udine I Mühldorf Spittal Hermagor Cividale del Friuli Cormons Gradisca d‘Isonzo Grado Bovec Gmünd Kobarid Millstatt Bad Kleinkirchheim Radenthein Dobrovo Gorizia Arnoldstein Tarvisio Duino Arriach Villach Trenta Tolmin Nova Gorizia 3 4 Landskron Gerlitzen Kranjska Gora Prosecco Triest Muggia Ossiach Velden Rosegg Faak am See SLO Lipica Feldkirchen Feistritz im Rosental Sankt Veit Klagenfurt Ferlach Kranj Friesach L’abete a candelabro di Arriach: un esemplare di 500 anni. Breve sosta sul lago Ossiacher See, incastonato fra la Gerlitzen Alpe a nord e i Tauri di Ossiach a sud. A Ljubljana Bad Eisenkapel Bad Sankt Leonhard Völkermarkt Wolfsberg Griffen St.Paul Bleiburg Lavamünd 5 6 7 Velden di notte con il leggendario castello sul Wörthersee. Ad Apriach riecheggia il mulino accanto alla seicentesca fattoria “Mentlhof”. Tappa al Nassbodensee, il piccolo lago di montagna nel Parco nazionale Nockberge. Il percorso presenta un’infinità di itinerari percorribili a piedi tra il Großglockner e la località di Muggia, a sud di Trieste. Esso segue l’acqua nelle sue forme più disparate, dal ghiaccio eterno del Glockner ai fiumi, ai laghi, fino al mare. Le vie, in effetti, esistono da sempre, ma non erano mai state cartografate in maniera unitaria, né tantomeno sfruttate a scopo turistico. Almeno finora! Un’impresa ambiziosa perché realizzata a cavallo fra tre confini. 170 km in linea d’aria = 550 km per via di terra. Eppure il percorso è divenuto realtà. Lo hanno collaudato gli operatori turistici, gli esperti di escursioni e i cartografi che lo hanno disegnato, calcolato, preparato e inventato. Lo hanno poi segmentato in 32 tappe, ciascuna della lunghezza di ca. 17 chilometri. Che in totale fa 550 km. O anche: 26.000 metri altimetrici in salita e altri 26.000 metri altimetrici in discesa! “Passeggiando nel giardino dell’Eden”. Ma basta dati! Poiché l’obiettivo non è percorrere l’Alpen Adria Trail da su a giù nel minor numero di giornate possibile. No, le tappe sono da intendersi piuttosto come un’offerta per gli appassionati delle escursioni in montagna. Che poi se ne voglia percorrere una sola o più d’una, o che si decida di distribuire il tragitto su più soggiorni, ciascuno lo deciderà per sé. La strada è la meta, non la conquista delle vette! Probabilmente è pensando alle vedute paradisiache, ai magnifici spettacoli naturali, ai lucenti laghi balneabili e alle maestose cime che i suoi “creatori” hanno coniato il concetto di “Passeggiare nel giardino dell’Eden”, una bella immagine e del tutto appropriata, come dimostra il seguente volo d’esplorazione alla scoperta dell’Alpen Adria Trail. Là dove si volgono i mulini. Una delle prime tappe conduce da Heiligenblut a Großkirchheim, per una lunghezza di 12 km, 507 metri a salire e 802 metri a scendere. Lungo questo percorso si passa accanto ai mulini di Apriach, antiche costruzioni a ruota orizzontale che narrano della dura vita della popolazione rurale dal Seicento al secolo scorso. All’epoca quassù, a 1.400 m sul livello del mare, si coltivavano i cereali, che venivano macinati appunto in questi mulini. Incredibile come le persone siano riuscite a costruire simili opere su di un terreno così ripido per poter sfruttare al meglio la naturale pendenza dell’acqua! Il nome tedesco “Stockmühle” non ha nulla a che vedere con la disposizione a più livelli dei mulini lungo l’erto pendio, quasi fossero più piani, bensì deriva dal nome dell’asse di legno che muoveva la macina, comunemente chiamato “Stock”. Granati e frittata di speck. Una delle aree escursionistiche più belle della Carinzia è la Millstätter Alpe. Merito anzitutto delle sue dolci rotondità – dopotutto appartiene alla catena dei monti Nock – e poi anche della meravigliosa vista che da lassù si ha del sottostante Millstätter See, che per estensione è il terzo lago balneabile della Carinzia. Con un po’ di fortuna in questa zona si può addirittura trovare un granato, una gemma semipreziosa che se tagliata è di colore rosso scuro. Qualora, invece, la fortuna non dovesse arridere, ci sono sempre gli osti delle baite locali, la Alexanderhütte, la Lammersdorferhütte e la Erlacher Haus, a donare conforto con i prodotti genuini della propria malga. O con la “Hüttenpfandl”, un nutriente piatto a base di uovo, speck e pane. Così rifocillati ci si dimentica ben presto del granato e si riprende la via verso la valle, dove il sole bacia la superficie del Millstätter See facendolo risplendere come un mare di diamanti. Al centro un candelabro d’abete. Arriach si definisce l’ombelico, beh, non del mondo, ma per lo meno della Carinzia. Essa è allo stesso tempo il punto di partenza di quella tappa che conduce sulla Gerlitzen Alpe, a 1911 m di quota. A poca distanza dal punto che coincide con il centro geografico della Carinzia si trova il cosiddetto abete a candelabro. Un gigantesco esemplare di 500 anni che a due metri di altezza dal suolo presenta numerose diramazioni del tronco che gli danno> Kärnten magazin 15
Kärnten magazin 16 l’aspetto di un candelabro a sette bracci. Si tratta indubbiamente di un luogo di forza presso il quale ci si ferma volentieri prima di affrontare la salita sulla Gerlitzen Alpe. Da questo punto in avanti vi attendono 1.200 metri altimetrici, tuttavia il percorso è agevole e giunti in cima vi sono diverse accoglienti baite pronte a deliziarvi con i cosiddetti “Kostalan“, termine carinziano che indica gli assaggini delle specialità locali: una piccola bistecca di bue d’alpeggio servita nella Neugartenstüberl, i ravioli di formaggio carinziani della Gipfelhaus e per il dessert si fa un salto alla Pöllingerhütte. Rispetto alla maggior parte delle montagne dislocate lungo l’Alpen Adria-Trail, la Gerlitzen Alpe ha un vantaggio innegabile: direttamente da Annenheim, sulla sponda settentrionale del lago Ossiacher See, si diparte la cabinovia Kanzelbahn per la vetta. Lo facciamo presente per completezza, ché non si sa mai, magari i tanti bocconcini prelibati sono più facili da digerire stando seduti. E poi la vista sull’Ossiacher See e sulle Alpi Giulie a sud si apprezza con molta più distensione. Wecker. Sono tanti addirittura quelli che vi ritornano, poiché, a detta loro, non esiste nulla di paragonabile a Finkenstein in tutto il mondo. Ed è vero! Pensare, poi, che gli artisti sono proprio quelli che si perdono il meglio: il sole, infatti, tramonta alle spalle del palcoscenico, così soltanto gli spettatori possono assistere a questo suggestivo spettacolo naturale. Neppure il Madison Square Garden o la Royal Albert Hall potrebbero portare in scena un gioco di luci più bello! 1 2 Finkenstein: da Caballé a Crawford. L’ultima tappa interamente in territorio carinziano conduce da Velden am Wörthersee fino alla Baumgartnerhöhe, nei pressi del lago Faaker See. Poco prima di raggiungere il traguardo si passa per la rovina della fortezza di Finkenstein, che trova per la prima volta menzione ufficiale nel 1142. Non c'è dubbio che i padroni di casa dell'epoca, i duchi della Carinzia, sapessero riconoscere i più bei posticini della propria terra! Già, perché fu proprio in uno di questi che costruirono la propria fortezza: la vista sulla valle del Gail a ovest, l’intera valle Rosental ad est e l’abbagliante turchese del Faaker See su cui la fortezza si affaccia a nord lasciano di stucco. L’odierno proprietario non è più un duca, ma un borghese. Negli anni 80 egli si mise in testa di fare della rovina un’arena concertistica. Un progetto, all’epoca, schernito da molti, ma che alla fine andò in porto meravigliosamente. Dopo un inizio discreto trent’anni fa, oggi l’arena è divenuta punto di ritrovo per le star di ogni genere musicale, dal classico alla commedia, al pop: Montserrat Caballé e Agnes Baltsa vi si sono esibite al pari di Otto Schenk, l’indimenticato Falco, Al Jarreau, Randy Crawford e Konstantin Acque selvagge ed esperienze enoturistiche. Le tappe successive dell’Alpen Adria Trail portano fuori dal territorio austriaco, in Slovenia e in Italia. Qui il tracciato segue grossomodo il corso del Soča, che poi in territorio italiano viene chiamato Isonzo. La valle del Soča fino al villaggio di Kobarid è un vero gioiellino naturale, cosa che anche il fan più sfegatato della Carinzia deve riconoscere senza invidia. Merito soprattutto delle acque turchesi e indomite del fiume. La zona è magnifica per chi pratica torrentismo e per i pescatori con l’amo, che ogni tanto riescono a tirare fuori dall’acqua anche qualche trota marmorata. Più si prosegue verso sud, più il paesaggio s’addolcisce. Giunti alla 26 a tappa si supera per la prima volta il confine con l’Italia, e si avanza in direzione ovest verso Cividale. Ed ecco che già ci si ritrova sulle colline attorno a Udine, il capoluogo friulano noto per i suoi vigneti. Chi sceglie questa tappa farà bene a portarsi dietro anche una delle tante guide enogastronomiche sulla regione. Non è un caso, infatti, che la cucina friulana sia così famosa; la maggior parte delle taverne, dei ristoranti e delle osterie esercita un fascino inimitabile, che fa di un’occasione culinaria memorabile un’ esperienza davvero perfetta. Muggia sul golfo di Trieste. Poche tappe più tardi si raggiunge il mare e già ci si gode la vista sul pittoresco golfo di Trieste da Muggia. A piedi abbiamo seguito il corso dell’acqua dal ghiacciaio, lungo ruscelli e torrenti fino a meravigliosi laghi balneabili color azzurro intenso per giungere al mar Adriatico, dove alla fine s’immettono tutte le acque. Qui l’Alpen Adria Trail si conclude anche idealmente, un ciclo compiuto, proprio come si addice ad un giardino dell’Eden! Altri aggiornamenti a partire dal marzo 2012 sul sito: www.alpen-adria-trail.com 3 L’Isonzo percorre 140 km dalla sorgente carsica nel nord-ovest della Slovenia al golfo di Trieste. 4 Il sontuoso castello Miramare, residenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo a Grignano, 5 km prima di Trieste. Il Dobrovo, castello rinascimentale ubicato nel comune sloveno di Goriška Brda. Kärnten magazin 17
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