04.04.2013 Views

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

suolo favorevole al progresso di una società<br />

agraria sedentaria; ed alla posizione<br />

geografica della “fortezza”cinese<br />

assolutamente imprendibile. Posta al riparo<br />

delle aggressioni altrui, ed esentata dal<br />

forgiarsi una tradizione guerriera, perché la<br />

terra, quasi senza concime ma con il prezioso<br />

ausilio di ingegnose opere idrauliche, produce<br />

derrate in proporzione al numero pure alto<br />

degli abitanti, la nazione cinese è in grado di<br />

vivere quasi isolata dal resto del mondo.<br />

E’ in Cina che il feudalesimo può attuare<br />

tutte le sue possibilità di sviluppo. Ciò accade<br />

perché lo stato raggiunge ben presto un alto<br />

grado di potenza e riesce a sopprimere il<br />

potere particolaristico della aristocrazia<br />

terriera, sostituendo ad esso un apparato<br />

amministrativo e burocratico fortemente<br />

accentrato nelle mani dell’imperatore. La<br />

cancellazione delle frontiere interne, proprie<br />

dei paesi spartiti entro gli angusti domini<br />

feudali, rende possibile un intenso commercio<br />

interno, attraverso la rete fluviale, quindi un<br />

fitto scambio di relazioni sociali. Il territorio è<br />

suddiviso in province e distretti, che sono<br />

posti sotto la giurisdizione di funzionari<br />

nominati dall’imperatore. La nuova<br />

burocrazia imperiale si differenzia in due<br />

rami, civile e militare, che fanno capo a un<br />

primo ministro ed a un Maresciallo<br />

dell’impero (comandante in capo dell’esercito<br />

regio). Vertice del potere è l’imperatore, nella<br />

cui persona confluiscono i due rami<br />

dell’amministrazione. Su tutto l’apparato<br />

vigila un corpo di ispettori che rispondono<br />

direttamente all’imperatore e sono incaricati<br />

di sorvegliare tanto l’amministrazione<br />

centrale, quanto quella delle province. In altre<br />

parole si assiste alla nascita della monarchia<br />

assoluta, cioè di una forma di stato<br />

caratterizzata da un rigoroso accentramento<br />

di potere, che rimane tuttavia la<br />

sovrastruttura di una base economica feudale.<br />

Questa struttura statale si è mantenuta<br />

inalterata per duemila anni e sotto tutte le<br />

dinastie succedutesi. Essa ufficialmente<br />

cesserà di esistere allo scoppio della<br />

rivoluzione antimonarchica del 1911, benché<br />

le tradizioni accentratrici dell’edificio sociale<br />

cinese si stiano perpetuando nei regimi post-<br />

rivoluzionari giunti al potere , così come in<br />

quelli attuali.<br />

Il dato che si ricava dallo studio della<br />

storia cinese, qualunque cosa pretendano gli<br />

storici idealisti, è cha la molla del progresso<br />

28<br />

sociale è la guerra civile, la lotta di classe.<br />

Ritroviamo qui un altro grande concetto<br />

marxista, la violenza ha nella storia una<br />

funzione rivoluzionaria, essa è la levatrice di<br />

ogni vecchia società gravida di una nuova, è lo<br />

strumento con cui si compie il movimento<br />

della società, che infrange forme politiche<br />

irrigidite e morte. E’ appunto l’eccezionale<br />

frequenza dei rivolgimenti sociali che spiega<br />

la precocità dello sviluppo storico cinese di<br />

fronte all’Occidente. La rivolta sociale è un<br />

catalizzatore del processo storico, perciò la<br />

storia cinese che è più ricca di rivolte e di<br />

guerre civili marcia più in fretta che la storia<br />

degli altri paesi. Tra una grande rivolta e la<br />

successiva, si sono intercalate nel millenario<br />

corso della nazione cinese centinaia di rivolte<br />

e di guerre contadine di minore importanza.<br />

Si contano in un periodo di oltre duemila anni<br />

ben diciotto grandi rivolte. Nessun popolo<br />

può vantare una tradizione rivoluzionaria così<br />

ricca. Non si trattò di reazioni elementari di<br />

masse infuriate, ma la lotta fisica si<br />

accompagnò spesso ad una tagliente critica<br />

della classe dominante. Fu una gigantesca<br />

rivolta contadina che nel 1380 pose fine alla<br />

dominazione mongola e fu ancora una grande<br />

guerra civile che depose la dinastia dei Ming,<br />

però mancando il bersaglio, rappresentato<br />

dalle classi possidenti, che per proteggersi<br />

contro la sovversione sociale, preferirono<br />

chiamare in aiuto la dinastia straniera dei<br />

Manciù. Molti secoli dopo (1849) era la<br />

famosa rivolta dei Tai-ping che proclamava :<br />

“Tutta la terra che è sotto il cielo dovrà essere<br />

coltivata da tutto il popolo che è sotto il cielo.<br />

Che la coltivino tutti insieme e, quando<br />

raccolgono il riso, che lo mangino insieme”:<br />

questo esprimeva già in se dei concetti di<br />

“comunismo agrario”. La rivolta viene<br />

repressa dopo 15 anni col sangue di 20<br />

milioni di abitanti, così gli europei che hanno<br />

difeso la dinastia imperiale dalla rivolta,<br />

preparano nuove possibilità di penetrazione<br />

ai loro capitali ed alla conquista di territorio<br />

cinese.<br />

Se finora abbiamo insistito sulla precocità<br />

dello sviluppo storico cinese rispetto<br />

all’occidente, è perché le caratteristiche<br />

sociali che lo hanno determinato sono<br />

presenti anche oggi ed operano all’interno<br />

dello strabiliante sviluppo economico che sta<br />

attraversando la Cina moderna dopo anni di<br />

oblio, che appunto la sta portando, per<br />

riprendere la citazione iniziale:“…a

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!