04.04.2013 Views

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

Rivista n. 2 - Partito Comunista Internazionale

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Il significato del nostro astensionismo<br />

Di fronte ai problemi determinati<br />

dall’approfondirsi inesorabile della crisi<br />

economica, che accresce ogni giorno di più la<br />

sua pressione sul proletariato togliendole le<br />

già esigue riserve con l’aumento dei<br />

licenziamenti, le riduzioni salariali, i tagli alla<br />

sanità e alle pensioni, il regime borghese<br />

ripropone una nuova tornata elettorale dando<br />

la parola al “popolo sovrano” ma cercando in<br />

realtà ancora una volta di guadagnare tempo<br />

e di distogliere l’attenzione delle masse dai<br />

reali problemi che pesano sui lavoratori.<br />

Per capire come queste prossime elezioni<br />

politiche in Italia siano soltanto una messa in<br />

scena senza alcun reale significato politico, è<br />

sufficiente aprire un solo istante occhi e<br />

orecchi agli slogan propagandistici dei vari<br />

concorrenti alla lotteria parlamentare.<br />

Da destra a sinistra le stesse promesse:<br />

cambiamento, ripresa economica, riforme,<br />

sicurezza, ordine, chi più ne ha più ne metta.<br />

D’altronde la pratica quotidiana ci<br />

insegna che i continui cambiamenti di<br />

governo, di coalizioni, di schieramenti<br />

politici, contrastano profondamente con la<br />

continuità del potere statale che resta sempre<br />

ben ancorato a difesa degli interessi della<br />

classe borghese, dimostrando di viaggiare<br />

così su ben altri binari di quelli elettorali.<br />

La cosiddetta “pubblica opinione” sta<br />

manifestando il suo malcontento e la sua<br />

sfiducia nel sistema dei partiti e di fronte al<br />

crescente potere delle varie bande di<br />

politicanti, che avrebbero trasformato il<br />

parlamento nel terreno di scontro dei loro<br />

privati interessi personali e di bottega. Il<br />

disagio dell’italico elettorato è dunque<br />

palpabile.<br />

Ma la nostra indicazione ai proletari è<br />

quella di superare questo disagio e questo<br />

malcontento, astenendosi dal partecipare alla<br />

truffa elettorale, rifuggendo dal mito dell’urna<br />

e della scheda, restando fuori dal “confronto<br />

civile e democratico” in questo senso<br />

intendiamo ribadire, come facevamo già nel<br />

1953 con l’articolo qui riproposto che tutta<br />

questa liturgia elettoralesca è completamente<br />

estranea alla classe operaia, che mai il<br />

proletariato potrà impadronirsi del potere<br />

politico con l’arma del voto, che la democrazia<br />

è il sistema di governo più congeniale alla<br />

borghesia per l’esercizio della sua dittatura di<br />

36<br />

classe, che le elezioni sono di per sé una truffa<br />

proprio in quanto pretendono di dare parità<br />

di peso ad ogni voto personale. In tempi ben<br />

diversi, quando anche l’apparenza di una<br />

matrice ideologica era propugnata dai partiti<br />

politici presenti a quel tempo, per cui si<br />

poteva pensare ad una reale contrapposizione<br />

delle forze in lizza, questo scrivevamo nei<br />

nostri articoli a proposito delle elezioni del<br />

1948: “Non le conte schedaiole determinano<br />

le situazioni, ma i fattori economici che si<br />

concretano in posizioni di forza, in controlli<br />

inesorabili sulla produzione e il consumo, in<br />

polizie organizzate e stipendiate, in flotte<br />

incrocianti nel mare di lor signori. Eletto<br />

chicchessia al governo della repubblica, non<br />

avrebbe altra scelta che rinunziare, o offrirsi<br />

in servigio all’ingranamento di forze<br />

capitalistiche mondiali che maneggia lo stato<br />

vassallo italiano. [….] Il meccanismo<br />

elettorale è oggi caduto nel campo<br />

inesorabile del conformismo e della<br />

soggezione delle masse alle influenze dei<br />

centri ad altissimo potenziale, così come i<br />

granelli di limatura di ferro si adagiano<br />

docili secondo le linee di forza del campo<br />

magnetico. L’elettore non è legato ad una<br />

confessione ideologica né ad una<br />

organizzazione di partito, ma alla<br />

suggestione del potere, e nella cabina non<br />

risolve certo i grandi problemi della storia e<br />

della scienza sociale, ma novantanove volte<br />

su cento il solo che è alla sua portata:chi<br />

vincerà? […] Questo arduo problema di<br />

indovinare chi è il più forte lo affronta il<br />

candidato rispetto al governo, il governante<br />

rispetto al campo internazionale.” 43<br />

Ciò era tanto reale ieri quanto lo è oggi<br />

nel completo decadimento e nella completa<br />

inconsistenza sia dei politici sia dei governi<br />

di fronte ai processi economici mondiali,<br />

quando proprio nei nostri giorni è ancora più<br />

evidente la farsa del meccanismo elettorale.<br />

Infine, è per noi fondamentale ribadire<br />

che la preparazione elettorale nega la<br />

preparazione rivoluzionaria che è invece<br />

l’unica strada che il proletariato dovrà<br />

percorrere per l’abbattimento dello Stato<br />

borghese e dei suoi istituti parlamentari e<br />

costituzionali.<br />

43 “Dopo la garibaldata.” Prometeo n°10 del giugno-<br />

luglio 1948

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!