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Il Rosario

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Umiltà<br />

radice e madre<br />

di tutte le virtù<br />

■ di Salvatore Casciello<br />

L<br />

a prima regola dell’umiltà<br />

cristiana è<br />

quella di riconoscere<br />

il nostro essere creatura<br />

e il diritto di Dio ad essere<br />

Dio e a disporre della nostra vita.<br />

Nel libro dei Proverbi è scritto:<br />

“<strong>Il</strong> timore di Dio è scuola di saggezza...”(Pr<br />

15,33)<br />

<strong>Il</strong> Vangelo condanna chi si esalta,<br />

tiranneggia ed angoscia; ed eleva<br />

invece tutti coloro che sono umili.<br />

<strong>Il</strong> Magnificat, lo mette meravigliosamente<br />

in evidenza: “L'anima<br />

mia magnifica il Signore, e<br />

lo spirito mio esulta in Dio, mio<br />

Salvatore, perché egli ha guardato<br />

all’umiltà della sua serva.<br />

Da ora in poi tutte le generazioni<br />

mi chiameranno beata (...)” (Lc<br />

1:46-48,52,53).<br />

È Gesù stesso che percorre la via<br />

dell'umiltà: “Prendete su di voi<br />

il mio giogo e imparate da me,<br />

che sono mite e umile di cuore; e<br />

troverete ristoro delle vostre anime;<br />

poiché il mio giogo è dolce<br />

e il mio carico è leggero” (Mt<br />

11:28-30). Gesù ce lo spiega in<br />

maniera mirabile quando effettua<br />

la lavanda dei piedi ai suoi<br />

discepoli. “Quando dunque ebbe<br />

loro lavato i piedi ed ebbe ripreso<br />

le sue vesti, si mise di nuovo a tavola,<br />

e disse loro: “Capite quello<br />

che vi ho fatto? Voi mi chiamate<br />

Maestro e Signore; e dite bene,<br />

perché lo sono. Se dunque io, che<br />

sono il Signore e il Maestro, vi ho<br />

lavato i piedi, anche voi dovete lavare<br />

i piedi gli uni agli altri” (Gv.<br />

7:12-14).<br />

L'umiltà cristiana però, non dovrebbe<br />

mai scaturire da una pessima<br />

opinione di sé stessi. Non riconoscere<br />

le virtù che Dio ci ha<br />

dato è una forma di umiltà inopportuna.<br />

Quand'anche il non sentirsi<br />

importante, fosse davvero<br />

giustificato, l'umiltà non implica<br />

mai il disprezzare sé stessi.<br />

Paradossalmente è proprio quel<br />

non essere importante che é im-<br />

portante agli occhi di Dio.<br />

L'umiltà cristiana, quindi, non è né<br />

tristezza né sottomissione. L'umiltà<br />

vera è invece la capacità di ridimensionare<br />

necessità e affanni.<br />

“Chi di voi, per quanto si affanni,<br />

può aggiungere un'ora sola alla<br />

sua vita?” (Lc 12:22-31). L’umiltà<br />

deve generare fraternità vera, nel<br />

bisogno interiore di aiutarci gli uni<br />

Ancora una volta, dunque,<br />

guardiamo a Cristo<br />

come modello di umiltà<br />

e di gratuità: da Lui<br />

apprendiamo la pazienza<br />

nelle tentazioni,<br />

la mitezza nelle offese,<br />

l’obbedienza a Dio nel dolore,<br />

in attesa che Colui<br />

che ci ha invitato ci dica:<br />

"Amico, vieni più avanti!"<br />

(cfr Lc 14,10);<br />

il vero bene, infatti,<br />

è stare vicino a Lui.<br />

Benedetto XVI<br />

con gli altri. L’umiltà allora non<br />

deve essere un sentimento negativo,<br />

ma al contrario deve nascere<br />

da un sentimento appagato e appagante<br />

che porta a scelte concrete<br />

e gradite a Dio.<br />

Gesù nel Vangelo ci dice di imparare<br />

da lui che è “mite e umile di<br />

cuore”. E Gesù non era certamente<br />

né un uomo triste né un uomo sot-<br />

tomesso. Era libero da convenzioni<br />

e da condizionamenti. L'umiltà per il<br />

cristiano è il primo gradino verso la<br />

perfezione, la virtù più gradita a Dio.<br />

Saper riconoscere i propri limiti,<br />

quindi, ma apprezzare anche le proprie<br />

potenzialità e, consci di queste<br />

ultime, mettersi a disposizione del<br />

prossimo, lasciandosi guidare esclusivamente<br />

dall'Amore di Dio.<br />

San Francesco d’Assisi, umile tra gli umili<br />

Un esempio evidente di Umiltà è stato dato dalla vita e dall’Ordine fondato<br />

da San Francesco, nato nel 1182 ad Assisi e morto nella stessa cittadina nel<br />

1226.<br />

Povertà, obbedienza e castità sono aspetti fondamentali della vita di Francesco<br />

e dei suoi discepoli. L’umiltà e la rinuncia dei beni terreni, ai quali si accompagnò<br />

sempre l’opera del santo, gli valse il nome di “Imitatore di Cristo”.<br />

L’Umiltà secondo Francesco é porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio<br />

dell’ultimo, per essere davvero al servizio di Dio, liberandosi anche dai desideri<br />

terreni che allontanano l’uomo dal bene e dalla giustizia.<br />

Francesco d’Assisi fondò tre ordini riconosciuti dalla Chiesa cattolica esistenti<br />

tutt’oggi ed aventi Costituzioni proprie. <strong>Il</strong> primo ordine è quello dei frati<br />

minori. La loro vita è ancora oggi ispirata dalla Regola bollata approvata<br />

dal papa Onorio III nel 1223. <strong>Il</strong> secondo ordine è quello delle Clarisse fondato<br />

insieme a Santa Chiara d’Assisi, la quale ha redatto una Regola propria. È<br />

costituito da suore di clausura ed attualmente è presente in tutto il mondo. <strong>Il</strong><br />

terzo ordine nacque per i laici, o meglio per i secolari, cioè coloro che pur non<br />

entrando in convento, vivono nelle loro famiglie la spiritualità francescana.<br />

Oggi è chiamato Ordine Francescano Secolare.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Rosario</strong> e la Nuova Pompei<br />

<strong>Il</strong> <strong>Rosario</strong> e la Nuova Pompei<br />

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Anno 128 - N. 3 - 2012 [115]

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