Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Mi irrigidii. Non poteva vedermi. Aveva le allucinazioni, credeva di vedere qualcun'altra. Doveva essere così. Come<br />
poteva vedermi se non riusciva a sentirmi?<br />
- Corri, e di' all'oste di mandare aiuto - proseguì. - Digli che non c'è nessun uomo. Digli che si tratta di un angelo del<br />
demonio, venuto a possedere il mio corpo e gettare via la mia anima. Digli di mandare un prete, acqua benedetta e rose.<br />
All'accenno degli <strong>angeli</strong> del demonio mi si rizzarono i peli sulle braccia.<br />
Girò di scatto la testa in direzione della foresta, stirando il collo. - L'angelo! - sussurrò in preda al panico. - L'angelo<br />
sta arrivando!<br />
Storse la bocca, sembrava stesse lottando per riprendere il controllo del corpo. Si inarcò all' indietro violentemente e<br />
cosi gli cadde il cappuccio.<br />
Stavo ancora stringendo convulsamente la cappa, ma sentii che le mani allentavano la presa. Restai a fissare l'uomo a<br />
bocca aperta, in preda allo stupore. Non era Barnabas Underwood.<br />
Era Hank Millar.<br />
Il padre di Marcie.<br />
Mi svegliai sbattendo le palpebre.<br />
Dalla finestra della stanza, aperta di uno spiraglio, entravano raggi di luce e una brezza pigra alitava il primo respiro<br />
del mattini » sulla mia pelle. Il cuore batteva ancora all'impazzata per via dell'in- cubo, ma feci un bel respiro profondo e<br />
mi tranquillizzai pensando che non era reale. A dire la verità, ora che avevo i piedi ben piantati nel mio mondo, ero più<br />
disturbata dal fatto di aver sognato il padre di Marcie che da tutto il resto, così spinsi da parte il sogno, impaziente di<br />
dimenticarlo.<br />
Estrassi il cellulare da sotto il cuscino e controllai i messaggi. Patch non aveva chiamato. Presi il cuscino e mi ci<br />
raggomitolai contro, cercando di ignorare la sensazione di vuoto che avevo dentro. Quante ore erano passate da quando<br />
Patch se n'era andato via? Dodici. Quante ne sarebbero passate prima che lo rivedessi di nuovo? Non lo sapevo. Era<br />
questo a preoccuparmi davvero. Più tempo passava, più sentivo che la parete di ghiaccio che c'era tra noi si sarebbe<br />
ispessita.<br />
«Un giorno alla volta» dissi a me stessa, cercando di mandare giù la matassa che avevo in gola. La strana distanza tra<br />
noi non poteva continuare per sempre. Non avrei risolto niente restando tutto il giorno nascosta a letto. Avrei rivisto<br />
Patch. Magari avrebbe fatto un salto da me dopo la scuola. Oppure avrei potuto chiamarlo io. Continuai con quelle idee<br />
ridicole, rifiutandomi di pensare agli arc<strong>angeli</strong>, o all'inferno. A quanto avessi paura che Patch e io dovessimo affrontare<br />
un problema che nessuno dei due era abbastanza forte da risolvere.<br />
Mi buttai giù dal letto e trovai un post-it attaccato allo specchio del bagno.<br />
La buona notizia è che ho convinto Lynn a non mandare Scott a prenderti, stamattina. La brutta notizia è che Lynn<br />
insiste sul giro in città. A questo punto non credo che dire di no sia la soluzione migliore. Ti dispiace portarlo un po' in<br />
giro dopo le lezioni? Un giro breve. Molto breve. Ti lascio il suo numero sul bancone della cucina.<br />
Ciao, mamma.<br />
P.S. Ti chiamo stasera dall'albergo.<br />
Gemetti e appoggiai la fronte al ripiano. Non volevo passare neanche dieci minuti con Scott, figuriamoci un paio d'ore.<br />
Quaranta minuti dopo mi ero fatta la doccia, mi ero vestita i e avevo mangiato una ciotola di fiocchi d'avena alla<br />
fragola Bussarono alla porta, aprii e mi trovai davanti una Vee tutta sorridente. - Pronta per un'altra divertente giornata<br />
di scuola estiva? - chiese.<br />
Afferrai lo zaino, che era appeso <strong>nell</strong>'armadio dei cappotti.<br />
— Non vedo l'ora che sia finita.<br />
- Ehi, chi ti ha pisciato nei Cheerios?<br />
- Scott Par<strong>nell</strong> -. «Patch.»<br />
- Vedo che i problemi di incontinenza non si sono risolti con l'età.<br />
- Devo fargli fare un giro della città dopo le lezioni.<br />
- Un tête à tête con un ragazzo. E qual è il problema?<br />
- Avresti dovuto essere qui ieri sera. La cena è stata assurda. La madre di Scott ha iniziato a parlarci dei guai che ha<br />
avuto in passato, ma lui l'ha interrotta, anzi, sembrava quasi che la stesse minacciando. Poi ha detto che doveva andare<br />
in bagno e invece è rimasto a origliare in corridoio -. «E ha parlato <strong>nell</strong>a mente di sua madre. Forse.»<br />
- A quanto pare sta cercando di tenere segreta la sua vita. A quanto pare dovremo fare in modo di cambiare le cose.<br />
Ero due passi avanti a Vee, mentre uscivamo di casa, e<br />
mi fermai all'improvviso. Avevo appena avuto un'ispirazione. - Ho un'idea geniale — dissi voltandomi. - Perché non lo<br />
fai fare tu il giro della città a Scott? No, davvero Vee. Lo adorerai. Ha un modo di fare sconsiderato, contro le regole, da<br />
cattivo ragazzo. Ha persino chiesto una birra... scandaloso, no? Credo faccia proprio per te.<br />
- Niente da fare. Ho un appuntamento con Rixon, per pranzo. Fu un colpo a tradimento. Anche Patch e io avevamo in<br />
programma di pranzare insieme, ma pensavo che non se ne sarebbe fatto nulla. Ma che avevo combinato? Dovevo<br />
chiamarlo. Dovevo riuscire a parlarci. Non potevo permettere che le cose finissero in quel modo, era assurdo. C'era una<br />
vocina, però, che non riuscivo a ignorare, che mi chiedeva perché non avesse chiamato lui per primo. Doveva farsi<br />
perdonare tanto quanto me.