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2-angeli nell 'ombra - only fantasy

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Vee mi prese tra le braccia. — Tesoro.<br />

- Lo so. Non era vero. Non era vero - ripetei, cercando di tranquillizzarmi. Battei le palpebre diverse volte, lo sguardo<br />

annebbiato dalle lacrime. «Sembrava, però. Sembrava così vero...»<br />

- Ti va di parlarne?<br />

E cosa c'era da dire? Mi stavano perseguitando. Qualcuno si era insinuato <strong>nell</strong>a mia testa, si stava divertendo con me.<br />

Un angelo caduto? Un Nephilim? Il fantasma di mio padre? Oppure era la mia mente a tradirmi? Non era la prima volta<br />

che credevo di vedere mio padre. Ero convinta che stesse cercando di comunicare con me, invece forse si trattava solo<br />

di un meccanismo di autodifesa. Forse la mia mente mi faceva vedere quello che mi rifiutavo di aver perso per sempre.<br />

Stava riempiendo il vuoto, perché era più semplice che lasciarlo andare.<br />

Qualunque cosa fosse successa, non era reale. Non era mio padre. Lui non mi avrebbe mai fatto del male. Lui mi<br />

voleva bene.<br />

- Torniamo alla Sacca del Diavolo - dissi con un sospiro tremante. Volevo allontanarmi da quella casa il prima<br />

possibile. Non facevo che ripetermi che l'uomo che avevo visto lì non poteva essere mio padre.<br />

Sentivo rimbombare lo strepito e lo stridio delle batterie e delle chitarre che si scaldavano per lo show e, a mano a<br />

mano che il frastuono aumentava, il panico, seppure lentamente, scioglieva la sua morsa e mi rendevo conto che il<br />

battito del cuore rallentava. L'idea di perdermi <strong>nell</strong>a turba di gente stipata dentro il magazzino mi sembrava in qualche<br />

modo rassicurante. Nonostante quello che era accaduto, non volevo andare a casa e non volevo stare da sola: volevo<br />

infilarmi in mezzo alla folla, sentirne la forza.<br />

Vee mi bloccò afferrandomi per il polso. - E' chi credo che sia?<br />

Un po' più avanti, Marcie Millar stava salendo su un'auto. Era infilata in un lembo di stoffa nera talmente corto da<br />

mettere in mostra le calze di pizzo nero e il reggicalze. Stivali neri alti fin sopra il ginocchio e un cappello di morbido<br />

feltro nero completavano la mise. Non fu quella, però, a catturare la mia attenzione, quanto piuttosto l'auto: una Jeep<br />

Commander nera. Ingranò la marcia, svoltò l'angolo e sparì.<br />

9<br />

Oh, cavoli - sussurrò Vee. - L'ho visto sul serio? Sul serio ho visto Marcie salire sulla jeep di Patch? Aprii la bocca per<br />

dire qualcosa, ma era come se qualcuno mi avesse cacciato dei chiodi in gola.<br />

- È stata solo una mia impressione - disse Vee - o dal vestito le spuntava il tanga rosso?<br />

- Quello non era un vestito - replicai, appoggiandomi a un muro in cerca di sostegno.<br />

- Cercavo di essere buona, ma forse hai ragione tu. Quello non era un vestito. Era un top a fascia tirato giù fino a quel<br />

culo secco che si ritrova. L'unica cosa che gli impediva di tornare su di scatto era la forza di gravità.<br />

- Mi sa che sto per vomitare - confessai, mentre la sensazione di avere dei chiodi in gola si estendeva allo stomaco.<br />

Vee mi costrinse a sedermi sul marciapiede spingendomi giù per le spalle. - Respira profondamente.<br />

- Esce con Marcie -. Era una cosa orribile, non potevo crederci.

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