la goccia per arcipicchia copia.indd - Arcipikkia.it
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scherzi a parte<br />
VERSUS di from<br />
Torino<br />
(e dintorni)<br />
Di <strong>la</strong>voro<br />
si muore<br />
dove <strong>la</strong>voro<br />
è sudore,<br />
bruciano<br />
uomini<br />
e diafani<br />
piangono<br />
compagne<br />
e figli,<br />
e madri<br />
e padri<br />
gridano,<br />
e fogli<br />
di campagne<br />
ridondano,<br />
e, asettiche,<br />
contano<br />
sul datario<br />
le fabbriche<br />
le morti bianche,<br />
come mani<br />
stanche<br />
i grani<br />
del rosario.<br />
Ma ignavi<br />
si dimenano,<br />
smaniano<br />
oltre il muro,<br />
e bal<strong>la</strong>no<br />
in conc<strong>la</strong>vi<br />
sul governo<br />
e il futuro.<br />
Finali<br />
o iniziali<br />
son tragiche<br />
le comiche,<br />
dal reale<br />
distanti<br />
i teatranti:<br />
l’inferno<br />
di Torino,<br />
vale,<br />
pressappoco,<br />
il gioco<br />
del cerino<br />
La Goccia n. 25-26 - 15 dicembre 2007 7<br />
Le favole di Grim<br />
Fede e s<strong>per</strong>anza<br />
C’era una volta, non lontano da qui, il paese di Occhioc<strong>it</strong>rullo, dove usava esser norma<br />
quel che altrove era eccezione. Difatti accadeva in quel luogo l’esatto opposto di quel che<br />
accadeva sol<strong>it</strong>amente nell’intero regno.<br />
A manca, s’era, da poco tempo, creata <strong>la</strong> fazione dei PieDi che contava un gran numero<br />
di appiedati, al<strong>la</strong> sua testa v’era il principe Beltrono che aveva promesso ai suoi sudd<strong>it</strong>i nuovi<br />
mari e (più) nuovi monti. Tutti, fiduciosi nel nuovo condottiero, avevano creduto che nuovi<br />
mari e (più) nuovi monti avrebbero <strong>per</strong>messo un vivere più lieto sicché, accecati da quel<strong>la</strong><br />
bramosia, s’erano <strong>la</strong>sciati prendere da grandi s<strong>per</strong>anze. Nel paese d’ Occhioc<strong>it</strong>rullo, coloro<br />
che s’erano battuti <strong>per</strong> il novello principe, avevano anch’essi promesso grandi scombinamenti<br />
ma, passata (come si dice) <strong>la</strong> prima sfuriata, nul<strong>la</strong> di nuovo s’era avvert<strong>it</strong>o.<br />
A destra (<strong>per</strong> non essere da meno), il Cavalier dar core Azzurro, svegliatosi un mattino<br />
di buonumore, fece attaccar i suoi destrieri ad una carrozza e girando in lungo e in <strong>la</strong>rgo il<br />
regno intero, annunciò, al popolo esultante al<strong>la</strong> sua vista, che una nuova fazione creava in<br />
quel dì. Quel<strong>la</strong> del popolo libero. Cosa mai volesse significare, a nessuno fu dato di sa<strong>per</strong>e<br />
e non furono pochi coloro che si chiesero quando mai un popolo di sudd<strong>it</strong>i potesse divenir<br />
libero. Ma si sapeva, ormai da tempo, che le vie (sia <strong>per</strong> cielo che <strong>per</strong> terra) del cavaliere<br />
erano infin<strong>it</strong>e ed anche <strong>per</strong> lui, <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza prese il sopravvento tra i suoi seguaci.<br />
Accadde <strong>per</strong>ciò che essendo i due massimi condottieri (di destra e di manca) d’accordo<br />
sul seminar tra il popolo s<strong>per</strong>anzose attese d’un vivere più lieto, pensarono all’unisono che<br />
mal sarebbe stato sfoderar le armi e sfidarsi in singo<strong>la</strong>r tenzone, com’era uso fino ad allora<br />
fare; più confacente sarebbe stato incontrarsi accomodati in confortevoli sale e concordare<br />
nuove regole <strong>per</strong> decretare il vinc<strong>it</strong>ore del trono del regno.<br />
In qualsivoglia vil<strong>la</strong>ggio del reame, seguaci dell’uno e dell’altro stabilirono tac<strong>it</strong>e<br />
tregue. Ma ad Occhioc<strong>it</strong>rullo no.<br />
Proprio <strong>per</strong> essere all’incontrario di quel che accadeva in altri luoghi, lì i seguaci di<br />
Beltrono e quelli del Cavalier dar core Azzurro, di stabilir tregue non ne vollero sa<strong>per</strong>e. Anzi,<br />
più dispetti potevan farsi, tanto più <strong>la</strong> goduria montava. Accadeva <strong>per</strong>ciò che affissi sui muri<br />
delle case del paese, v’erano bandi dei granduchi di Occhioc<strong>it</strong>rullo che annunciavano, or<br />
ch’eran giunti al vil<strong>la</strong>ggio carrettate di doni <strong>per</strong> i buoni uffici del granduca Costauntantino;<br />
or ch’eran «Tutte menzogne!», rintuzzava il granduca di Pietraspinosa; or che <strong>la</strong> cura dei<br />
ma<strong>la</strong>nni degli occhioc<strong>it</strong>rullesi poteva dirsi cosa assicurata, or (sempre di rintuzzo) che, invece,<br />
si poteva morir nell’aspettare il medicamento. Insomma, uno stracciarsi i panni che riduceva<br />
granduchi e fazioni in condizioni di stremo. Ma, a far traboccar <strong>la</strong> misura fu l’annuncio del<br />
florido cavaliere d’aver inventato una strada che, seguendo le mura di cinta del vil<strong>la</strong>ggio,<br />
avrebbe consent<strong>it</strong>o il passaggio dei carri da trasporto, impedendo a quelli d’attraversar il<br />
paese e di crear così fastidiosi ingorghi. Anche sua maestà il re montanaro non sopportò<br />
quest’ultimo annuncio, che più che tale, <strong>per</strong> lui era un’affronto,<br />
avendo il sire, già da diversi lustri, avuto <strong>la</strong> stessa<br />
pensata!<br />
E in questo tira e mol<strong>la</strong>, in questo <strong>la</strong>nciarsi invettive<br />
e rintuzzarsi i fatti dall’una e dall’altra parte, qual buon<br />
ufficio ne potevano trarre i poveri occhioc<strong>it</strong>rullesi? In tutto<br />
il regno, <strong>per</strong> loro e sol <strong>per</strong> loro, non si accendevano s<strong>per</strong>anze<br />
di viver lieto. Per fortuna che tutto questo accadeva<br />
quando l’anno stava <strong>per</strong> morire e un bambinello stava <strong>per</strong><br />
nascere! Si diceva, <strong>per</strong> l’appunto, che ogni anno, al<strong>la</strong> fine<br />
dell’anno, nasceva un bambinello che accendeva <strong>la</strong> s<strong>per</strong>anze<br />
d’una v<strong>it</strong>a con meno stenti... si diceva così in tutto<br />
il reame. Chissà se valeva anche <strong>per</strong> Occhioc<strong>it</strong>rullo.<br />
Morale del<strong>la</strong> favo<strong>la</strong>: Qualche volta, tutto il mondo non è<br />
paese