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Toracica Medicina - SIMeR

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dossier n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n n<br />

18 <strong>Medicina</strong> <strong>Toracica</strong> • 1/2009<br />

tabella 8 Mutazioni genetiche di M. tuberculosis e farmaco-resistenza.<br />

Farmaco Gene % mutato Prodotto del gene<br />

isoniazide katG 40-60 Catalasi-perossidasi<br />

iNH/etionamide inhA 15-40 reduttasi<br />

isoniazide ahpC 10 idroperossidasi<br />

isoniazide kasA ? Carrier sintasi<br />

rifampicina rpoB >96 subunità rNA polim.<br />

Pirazinamide pncA 70-95 Pirazinamidasi<br />

etambutolo embB 45-65 Arabinosiltransferasi<br />

streptomicina rpsL 70 Proteina ribos. s 12<br />

streptomicina rrs 70 16 s rrNA<br />

Fluorochinoloni gyrA 75-94 subunità A dNA girasi<br />

sia ed Estonia (46% di successi, 25% di<br />

fallimenti, 29% di morti).<br />

Il WHO definisce attualmente come XDR<br />

i ceppi micobatterici resistenti ad isoniazide<br />

e rifampicina (MDR) e contemporaneamente<br />

a qualsivoglia fluorochinolone<br />

e almeno ad uno dei farmaci di seconda<br />

linea iniettabili, quali amikacina, kanamicina<br />

o capreomicina, cioè i farmaci per i<br />

quali l’antibiogramma offre risultanze riproducibili<br />

ed attendibil (18).<br />

Sono ritenuti responsabili della selezione<br />

di ceppi MDR ed XDR, specie nelle regioni<br />

meno sviluppate, i trattamenti interrotti<br />

troppo precocemente, o condotti in modo<br />

inappropriato, od effettuati con farmaci<br />

di cattiva qualità.<br />

La selezione di ceppi XDR generalmente<br />

si verifica per una scorretta gestione di<br />

infezioni sostenute da ceppi MDR.<br />

Al giugno 2008 in ben 49 nazioni sono stati<br />

segnalati casi di XDR TB, con una incidenza<br />

differente, pari ad esempio allo 0%<br />

delle TB in Tanzania, al 12,8% in Azerbaijan,<br />

al 15% in Ucraina ed il 23.7% in Estonia.<br />

Negli USA dal 1993 al 2006 sono stati<br />

segnalati 49 casi di XDR TB, nel nostro<br />

paese fortunatamente solo casi eccezionali.<br />

L’analisi molecolare ha consentito di individuare<br />

le mutazioni specifiche del genoma<br />

che conferisce al micobattere la resistenza<br />

ai differenti farmaci (Tabella 8),<br />

non però i geni responsabili della MDR.<br />

Il trattamento standard della tubercolosi<br />

da ceppi sensibili consiste nell’impiego di<br />

INH, RAMP. PZ ed EMB per i primi due<br />

mesi, seguito da 4 o più mesi di soli INH<br />

e RAMP, con una percentuale di successi<br />

pari almeno al 95% dei casi trattati.<br />

La terapia dei casi di MDR TB invece deve<br />

durare almeno per 18-24 mesi, associando<br />

farmaci di seconda linea, purtroppo meno<br />

efficaci e più tossici.<br />

Il successo terapeutico si estende a circa il<br />

75% dei casi trattati e l’impiego tra gli altri<br />

di un fluorochinolone si ritiene indispensabile.<br />

Nelle infezioni sostenute da micobatteri<br />

XDR, sottocategoria dei MDR, valgono le<br />

medesime considerazioni di questi ultimi.<br />

Si deve comunque fare ricorso ai consigli<br />

di un esperto in materia, associare almeno<br />

4-6 farmaci sensibili all’antibiogramma;<br />

l’esito del trattamento, da protrarre per<br />

almeno 18-24 mesi oltre il momento della<br />

conversione dell’escreato, va monitorizzato<br />

con colture dell’escreato mensili, sapendo<br />

che la mancata conversione entro<br />

4 mesi dall’inizio della terapia assume un<br />

valore prognostico negativo. Monitorare<br />

l’escreato periodicamente nei due anni<br />

successivi al termine della terapia è inoltre<br />

imperativo in queste circostanze. L’applicazione<br />

delle direttive DOT in questi<br />

casi assume inoltre un valore ancora più<br />

significativo.<br />

La terapia delle infezioni da bacilli XDR<br />

può contemplare anche il ricorso alla chirurgia<br />

(lobectomie e pneumonectomie),<br />

in particolare qualora l’escreato non abbia<br />

ancora subito la conversione dopo 4-6<br />

mesi di terapia e le lesioni siano localizzate;<br />

evidentemente la terapia medica deve<br />

comunque completarsi anche dopo l’intervento<br />

chirurgico.

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