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nel momento in cui la sorte ci è avversa; per voi sarebbe<br />
disonorevole perdere ingloriosamente proprio<br />
adesso quello che avevate conquistato poco tempo fa<br />
grazie al vostro valore. Speso noi stessi e i nostri padri,<br />
pur facendo affidamento su una quantità numerica<br />
inferiore rispetto a quella attuale, abbiamo vinto<br />
avversari di gran lunga più numerosi. Non abbiate<br />
dunque paura del loro numero o del loro tentativo<br />
di compiere una rivoluzione….e non abbiate neppure<br />
timore del fatto che abbiano dato alle fiamme due<br />
città, dal momento che non le hanno conquistate né<br />
con la forza né dopo aver combattuto, ma una l’hanno<br />
presa a tradimento, l’altra solo dopo che era stata<br />
abbandonata a loro. Come contropartita, ora reclamate<br />
una vendetta adeguata a qeulle azioni….».<br />
Tacito, Annali XV . 1<br />
Frattanto il re dei Parti Vologese, venuto a conoscenza<br />
delle fortunate imprese di Corbulone e del fatto<br />
che all’Armenia era stato imposto un re straniero, Tigrane,<br />
pur volendo vendicare il prestigio degli Arsacidi,<br />
perduto con la cacciata di suo fratello Tiridate,<br />
era, d’altra parte, trattenuto in opposti pensieri dalla<br />
consapevolezza della maestà di Roma e dal rispetto<br />
imposto da una lunga alleanza.<br />
Tacito, Annali XV . 28<br />
Il nome di Corbulone anche fra i barbari non suscitava<br />
avversione, né provocava alcun risentimento<br />
ostile, perciò i Parti accolsero con fiducia le sue esortazioni.<br />
Vologese dunque, nel complesso non eccessivamente<br />
intransigente, chiese una tregua per alcune<br />
satrapie e Tiridate chiese il giorno e il luogo per un<br />
colloquio……..Nel giorno stabilito…furono presi venti<br />
cavalieri di scorta per ciascuno. Il re, per primo, visto<br />
Corbulone, balzò da cavallo ed entrambi, a piedi, si<br />
strinsero la destra.<br />
Dione Cassio, Storia Romana LXIII . 4<br />
(Incoronazione a Roma di Tiridate nel 66)<br />
L’intera città era stata decorata con luci e ghirlande, e<br />
si vedeva molta gente un po’ ovunque, ma era soprattutto<br />
il Foro ad essere affollato: il centro dell’area era<br />
occupato dalla popolazione cittadina divisa in base<br />
al rango, vestita di bianco e con la corona di alloro,<br />
mentre lo spazio restante era invaso dai soldati, che<br />
risplendevano nel loro armamento a tal punto che le<br />
armi e le insegne abbagliavano la vista. Addirittura<br />
anche i tetti degli edifici circostanti erano resi invisibili<br />
dalla folla di coloro che vi si erano arrampicati<br />
sopra. Tutta questa coreografia era stata così predisposta<br />
durante la notte, e di prima mattina <strong>Nerone</strong><br />
16 LA POLITICA ESTERA<br />
entrò nel Foro indossando la veste trionfale, scortato<br />
dal senato e dai pretoriani; salì sui rostri e si sedette<br />
sul seggio curule.<br />
Subito dopo Tiridate e il suo seguito passarono attraverso<br />
due file di fanti schierate una di fronte all’altra<br />
e, dopo essersi fermate davanti ai rostri, venerarono<br />
l’imperatore come avevano già fatto in precedenza. ….<br />
[…]<br />
<strong>Nerone</strong> ordinò a Tiridate di avvicinarsi passando<br />
sulla salita che era stata costruita di fronte ai rostri<br />
espressamente per questa occasione e, mentre il principe<br />
si accingeva ad inchinarsi ai suoi piedi, egli pose<br />
il diadema sul capo di lui.<br />
Le traduzioni dei testi, dai quali sono stati riportati<br />
alcuni brani, sono di:<br />
Bianca Ceva per gli “Annali” e Felice Dessì per le<br />
“Storie” di Tacito;<br />
Felice Dessì per “Le vite dei Cesari” di Svetonio;<br />
Alessandro Stroppa per la “Storia Romana” di Dione<br />
Cassio (BUR).<br />
Umberto Capitani e Gianpiero Rosati per la “Storia<br />
Naturale” di Plinio il Vecchio (Einaudi).